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Autore: Ornyl    12/06/2014    1 recensioni
Per il giovane Martin Stevens è ormai giunto il tempo di sistemarsi,e la grande casa in campagna dei Prynne sembra un ottimo posto per farlo. La villa si trova tra la città e la campagna,perfetta per la vita mondana e per un ritiro intellettuale,e il piccolo paradiso viene venduto ad un prezzo decisamente basso. Stevens coglie l'occasione e si innamora di quella casa,con ottimo personale e stanze ricche,ma ciò che lo colpisce già da subito è il ritratto della giovane e defunta primogenita Prynne,Ophelia,un quadro talmente ben fatto da sembrare quasi vivo,quasi piangere. Ecco,nemmeno la tela ne è esente: i morti sanno tutto e,chi muore triste e nel dolore,si fa sentire anche dopo tanto tempo,anche dopo tanto sangue,e al sangue si mescolano le lacrime.
Forse Villa Prynne non è un paradiso di tranquillità come vuole mostrarsi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ordinai che venisse preparato un calesse quella mattina stessa,ormai m'ero deciso per l'acquisto:sarei partito subito dopo pranzo,senza alcun bagaglio aggiuntivo,giusto il tempo raggiungere Prynne. Per quanto riguardava Alexander volevo procedere coi piedi di piombo,in maniera accurata e rispettosa anche nei confronti degli ordini di Prynne. Dunque,prima che venisse servito il pranzo,cercai Farrah negli alloggi della servitù e lasciai che Alexander girasse indisturbato per la casa quasi non l'avesse mai vista.
Quando entrai nella sua stanza-piccola,rettangolare e dai colori spenti ma estremamente dignitosa-Farrah mi attendeva ricamando al telaio. La sua porta era aperta,ma bussai leggermente per farle notare la mia presenza.
-Signore-i suoi occhi erano spenti e amari-Cosa ci fate qui?-
-Volevo parlarvi,Farrah-
Mise da parte il telaio e aprì la finestra.
-Riguardo a cosa,signore?-
-Alexander Alleyn ..-
La vecchia sospirò e tirò su col naso,poi tossicchiò.
-Ricco,estremamente ricco,colto e ben voluto dalla bella società che frequenta .. Magari anche troppo ..-
-Mi ha detto di essere al verde ..-
-Mi correggo-sorrideva ironicamente,con gli occhi che brillavano-Colto e ben voluto dalla società-
-.. E non ha più dove andare-
Ridacchiò e quasi ebbi la tentazione di urlarle contro.
-Gli è rimasta solo la sua cultura polverosa,che Dio ne abbia pietà!-
-Insomma,potete darmi qualche informazione su quest'uomo?-
Aveva ripreso il telaio e ricamava annoiata,sorridendo maligna.
-E' il vedovo della mia bambina. Assassino e ora senza più un penny,ma è un buon uomo di grande cultura. Lo troverete simpatico!-
-Farrah,sono stanco dei vostri scherzetti. Cosa intendete per assassino?-
-Il parto e il dolore di un matrimonio disastroso hanno ucciso la mia bambina,signore.. E di certo non per colpa sua. Cosa intendete farvi di quest'uomo,allora?-
-Mi ha chiesto aiuto .. Vuole diventare affittuario ..-
Il telaio cadde da quelle vecchie mani e la vecchia strinse i pugni e le secche labbra.
-Signore ..-
-Dunque?-
-Siete il mio padrone ormai. Non dovete assolutamente chiedere ad una povera serva la propria opinione al riguardo,voi siete ormai il padrone di questa casa e dovete decidere per voi .. Se vi fa pietà,aiutatelo,non mi cambia aver due signori da servire ..-
-Farrah .. Cosa sapete di lui? Devo pur sapere chi viene ad abitare in questa casa!-
Farrah fece spallucce e si voltò verso di me.
-State pur tranquillo,non farebbe del male a nessuno sotto sotto .. Non dovete temere tanto lui quanto indignarvi di chi farà entrare tra queste pareti,signore .. Spesso i vivi dan fastidio ai morti,sappiatelo ..-
Ero stanco di quegli indovinelli fatti da una Pizia in grembiule,abito cencioso e capelli grigi. La osservai con rabbia e quasi mi pentii quando vidi un lampo di terrore negli occhi della vecchia.
-Morti? Vivi? Mio Dio,Farrah,cercate di darmi delle spiegazionI!-
-Compagnie discutibili con cui il barone si circonda. Non ladri,ma donne. E' tutto-
Io e Alexander pranzammo insieme,ognuno a capotavola. Sorrideva come un bambino la sera di Natale,prima di aprire il suo grosso balocco,e osservava ogni particolare della tavola apparecchiata con ingenua meraviglia: rise quando portarono il vino,rise quando si portò il calice di cristallo alla bocca,rise quando venne servito il pasticcio e quando venne portato il caffè. Fui io a sorridere quando il barone si mise ad osservare ammirato la propria tazzina,bianca col bordo dorato,quasi fosse uno dei gioielli più belli che avesse visto. Durante il pranzo facemmo conoscenza e parlammo di cose più o meno stupide,ed ad ogni parola Alexander sorrideva come se gli si fosse aperto un nuovo mondo davanti ai suoi occhi piccoli,belli e gialli.
-Martin .. E' come se ci conoscessimo da una vita,amico mio!-
-Lo penso anch'io,barone. Una delle tante prove dell'inutilità della divisione in classi-
Annuì profondamente e vidi una grande sincerità nei suoi occhi.
-A volte odio la mia stessa classe .. E tutta la corruzione che vi si nasconde dentro,tutti gli intrighi che la animano e tutti i pericoli .. Ecco,io voglio essere come voi!-
Mai vedetti tanta innocenza,sincerità e candore in un volto di un uomo. Farrah mi aveva spudoratamente mentito riguardo a quell'uomo,ma mi interrogavo riguardo al perchè.
-Mi lusingate,signore ..-
-Alexander! Chiamatemi così,per favore,e mi sarete certamente più caro di quanto già non lo siate .. Partirete fra poco per la città?-
Annuii.-Rimarrò poco,entro sera sarò di ritorno. Mettetevi comodo e attendetemi!-
Nel suo voltò si materializzò un sorriso aperto e velatamente furbo che mi accompagnò nella mezz'ora che seguì,fino alla partenza sul calesse.
-Vi attenderò con ansia!-urlò mentre la mia vettura si allontanava -Non andrò a letto prima di avervi sfidato a scacchi!-
La mia vettura cominciava a muoversi e il pomeriggio di quel giorno era straordinariamente luminoso,tutt'altro diverso dall'inquietante mattino. Un vento fresco mi accarezzava il volto e la campagna splendeva di verde e bianco,tutta profumata intorno,e il mio calessino si muoveva leggero sotto di me.
Una voce,fu un attimo.
Santo cielo,il cappellino sul calesse!
Come se qualcuno o qualcosa avesse sussurrato queste parole accanto a me o come se la brezza stessa si fosse messa a parlare.
Un peso,fu un attimo
Come se qualcuno o qualcosa si fosse accasciato accanto a me.
 
 
Lessi il foglio attentamente,tenendo fra le dita la penna già intinta nel calamaio. Eravamo nel salottino cinese del palazzo dei Prynne e i due coniugi mi fissavano attentamente e paternamente.
-Ne siete ancora sicuro,ragazzo?-accennò Prynne
Proprio quando pronunciò quelle parole tracciai l'iniziale del mio nome e poi la seconda lettera e la terza e finii di firmare.
-Sicurissimo,signore-
Lady Prynne mi sorrise maternamente e Prynne mi strinse con foga la mano. I suoi occhi brillavano fieri ma un lampo di malinconia aleggiava sui volti tondi e rosei dei due coniugi.
-Trattate bene quella casa,mi raccomando-sussurrò lady Prynne-E' così bella,bella come l'abbiamo lasciata!-
-.. E soprattutto non fate entrare certi individui,figliolo-
Trasalii.
-Che genere di individui,signore? Se posso chiedere ..-
-Avete fatto bene a domandarmelo,anzi. Voglio che la villa rimanga al sicuro .. Uno da è evitare è mio genero-
Deglutii. Speravo soltanto che fosse il marito della seconda figlia.
-Oh,mi dispiace .. Farò in modo che non entri mai in casa. Ditemi solo come si chiama e dirò al personale di respingerlo già da subito!-
-Alexander Mathieu Alleyn-
Impallidii e Prynne se ne accorse. Si alzò di scatto da terra e anche lady Prynne ne rimase sorpresa.
-Marie,tesoro,va' a controllare se Geneviève è tornata ..-
Marie Prynne uscì dalla stanza trascinandosi dietro un forte profumo di colonia. Prynne iniziò a fissarmi con dura calma.
-E' il marito di Geneviève?-chiesi con la voce tremante,senza dargliela a bere. Prynne mi sorrise paternamente e mi diede una pacca amichevole sulla spalla.
-Ragazzo mio,i vostri occhi mi dicono che l'avete già conosciuto eh ..?-
-Veramente,signore,io ..-
-Non mentitemi. Siamo soci,ora-
Quell'affermazione mi fece tornare in mente le promesse che avevo fatto ad Alexander e la risposta che attendeva da parte mia.
Rimasi in silenzio mentre Prynne proseguiva.
-Non voglio spaventarvi inutilmente,non è un uomo da temere .. E che io sappia è anche al verde,non può affatto minacciarvi. Ve l'ha detto lui stesso,vero,con i suoi occhi da serpe implorando pietà?-
-Oc-occhi da serpe?-e annuivo. Anche Prynne annuiva.
-Martin,amico mio .. Quella casa è ormai vostra a tutti gli effetti e potete far entrare chiunque vogliate. Voglio solo darvi un consiglio paterno: Alleyn non è cattivo,ma volete davvero un parassita in casa?-
Prynne mi metteva con le spalle al muro insieme al tanto detestato genero. Io col tempo ero diventato abbastanza facoltoso e la mia famiglia aveva raccolto un consistente patrimonio che non intendevo sprecare con dei parassiti,ma dall'altro lato vivere totalmente isolato fuori città non era nemmeno un'idea geniale e di certo non era il progetto che mi ero figurato:un uomo che conosceva la zona mi sarebbe stato utile,figuriamoci uno che conosceva la casa .. e che era tra l'altro il vedovo di Ophelia.
-Dovete tenere anche conto della sua .. Amichetta,mio caro giovane amico!-
Amichetta. Nella mia mente si materializzò il volto triste e duro di Farrah e le sue parole "Il parto e il dolore di un matrimonio disastroso hanno ucciso la mia bambina,signore.. E di certo non per colpa sua."
-Gli parlerò,signore:è giusto che me l'abbiate ricordato-
Nelle due ore che seguirono i Prynne mi offrirono un tè,andai al mio palazzo in città e ordinai ai domestici di preparare più bagagli possibili da mandare alla villa. Pranzai,diedi gli ultimi ordini e ripartii immediatamente,mentre il sole al tramonto tingeva la città e il Tamigi di colori forti e sanguigni,terribilmente violenti,oscurati verso la campagna da grossi nuvoloni neri e rossastri.
   
 
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