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Autore: monipotty    11/08/2008    4 recensioni
Ciao a tutti voi! Questa è la prima fic che scrivo e spero che vi piaccia!! Il personaggio principale è la migliore amica di Elizabeth, Josephine: cosa succederebbe se Jo fosse innamorata del serio ma affascinante James Norrington (il mio personaggio preferito in assoluto e, naturalmente, secondo protagonista della fic)? Riuscirà a conquistarne il cuore già legato alla bella Elizabeth? Se volete scoprirlo, vi basta leggere!!! Recensite numerosi e... siate clementi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, James Norrington, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

Josephine si nascose velocemente dietro alla porta a vetri. “Volevo congratularmi con te per l’ottima scelta di stamattina.” Continuò lui all’oscuro della fuga della figlia. “Naturalmente sto parlando dell’aver accettato la proposta del commodoro Norrington. È un ottimo partito e un brav’uomo. Sono sicuro che ti farà felice in tutto e per tutto.” Josephine avrebbe tanto desiderato che quelle parole fossero rivolte a lei e non alla compagna, ma non poteva cambiare gli avvenimenti e i sentimenti del commodoro; rimase ad ascoltare, anche se sapeva fosse poco gentile ed educato. “In più, volevo scusarmi per non essere stato a cena, ma ho dovuto dare una mano nell’organizzazione dell’incursione nel covo di Isla de Muerta. Prometto che non succederà più e, dopo che tutto questo sarà finito, torneremo a casa, alla normalità.” Si bloccò improvvisamente, sorpreso dal silenzio che proveniva dalla sala. “Elizabeth?” chiamò perplesso. “Elizabeth, mi stai ascoltando?” domandò alzandosi dalla sedia su cui era seduto e avvicinandosi alla maniglia. Lentamente, la porta si aprì e il governatore si stupì del fatto di trovare solo Josephine, la quale sorrise timidamente.

“Salve, governatore.” rispose al saluto la giovane uscendo allo scoperto.

“Miss Allen!” esclamò. “Ma…ma si può sapere dov’è mia figlia?” domandò.

- O no! Ora che dico? – pensò la giovane.

“Ehm…è…è uscita un momento, ma torna subito, stia tranquillo.” Ma lui notò la finestra aperta e la corda fatta di tovaglie che pendeva.

“E…e questo che significa?” chiese indicando proprio la corda. Josephine si morse il labbro.

“Ehm…e va bene…è andata a raggiungere il commodoro Norrington, ma non vi dovete preoccupare!” aggiunse vedendo la faccia sconvolta del governatore “Doveva solo avvisarlo di un importante…capacità, se così si può dire, dei pirati.” Il governatore cominciò a far andare lo sguardo dalla ragazza alla corda, poi si sedette. Josephine corse a prendere un bicchiere d’acqua fresca e glielo portò tentando di rassicurarlo: Elizabeth se la sapeva cavare egregiamente in qualunque situazione e avrebbe superato anche quella. Stava ancora parlandogli in tono rassicurante, quando degli spari provenienti dalla nave stessa li fecero sussultare.

“Ma cosa…?” esclamò il governatore. Josephine impallidì di colpo.

“I pirati! Siamo stati attaccati!” sussurrò. Chiuse le porte della sala da pranzo e si accucciò per non farsi vedere, incitando il governatore a fare lo stesso: ma la visione di un assassinio davanti a sé poco prima di chiudere le porte, lo aveva bloccato. La ragazza lo trascinò giù tirandolo per la manica ma era troppo tardi: una mano scheletrica, seguita a ruota da altre, ruppe i vetri più bassi e afferrò la parrucca grigia del governatore; questi l’afferrò al volo ma le ossa della mano non cedevano e opponevano una forte resistenza. Con un ultimo sforzo, l’uomo recuperò la parrucca dando una martellata con la base di un candelabro staccando anche l’omero con la mano ancora saldamente ancorata. Lui la prese con un sorriso, apparentemente inerte: ma la mano riprese vita tentando di raggiungere il collo dell’uomo per poterlo strangolare. Josephine accorse ad aiutare il governatore, ma la mano le diede uno spintone che la fece capitombolare a terra prima di tornare ad attaccarlo. La nave era invasa dagli spari e sia degli inglesi che dei soldati ma proprio quando il governatore riuscì a rinchiudere il braccio in una cassettiera su cui era appoggiato che cominciò a traballare e tremare fortemente, un improvviso silenziò sostituì il caos più completo. Dopo pochi minuti, le urla di giubilo degli inglesi arrivarono alle orecchie dei due, che si alzarono e uscirono dalla sala per vedere cos’era accaduto: il commodoro Norrington e i suoi soldati erano rientrati appena avevano sentito gli spari provenienti dalla nave ed erano riusciti a riprendersela con la forza. Il governatore si unì alla gioia di tutti raggiungendo i soldati e complimentandosi con loro; Josephine sorrise divertita dal suo improvviso cambiamento di umore e portò lo sguardo sul commodoro che, mentre ripuliva la bella spada dal sangue luccicante che ne sporcava la lama, ordinava di portare i pirati rimasti vivi nelle celle della nave.

Elizabeth fu recuperata assieme all’amato Will Turner e al capitan Jack Sparrow da una pattuglia partita alla sua ricerca quella notte stessa: non sembrava molto contenta e guardava Will con malinconia, e lui ricambiava gli sguardi con la sua stessa tristezza, mentre Jack veniva condotto in prigione insieme agli altri pirati. Elizabeth, durante il viaggio, non le raccontò il motivo del suo malumore, tentando di coprirlo con sguardi falsamente allegri e sorrisi forzati, ma la luce che solitamente le illuminava gli occhi sembrava svanita nel nulla.

Due giorni di viaggio dopo, ritornarono a Port Royal: Elizabeth insistette perché la sua amica fosse ospite a casa sua per quella notte e suo padre accondiscese. La mattina seguente il ritorno, una grande folla si radunò nel grande piazzale all’interno della Caserma: al centro, stava la forca che sarebbe stata usata per impiccare il capitan Jack Sparrow, il quale non sembrava né spaventato né preoccupato ma, anzi, si guardava intorno con aria disinteressata e tranquilla. Il governatore, la figlia, Josephine e il commodoro rimasero nella parte più alta della piazza per osservare meglio l’esecuzione.

“Non è giusto.” Commentò aspramente Elizabeth vedendo Sparrow in piedi sulla base del patibolo. Il governatore ribadì che il commodoro faceva solo il suo dovere. I tamburi stavano per rullare, quando un affascinante giovane avvolto in un mantello rosso con un cappello piumato in testa si avvicinò a loro: era Will Turner.

“Governatore Swann…” Salutò con un leggero movimento del capo “…commodoro…miss Allen…Elizabeth,” la ragazza lo guardò con tristezza “Avrei dovuto dirvelo dal primo momento che vi ho vista…vi amo.” Dopo la sua dichiarazione, un’espressione stupita e di rassegnata malinconia si dipinse rispettivamente sui volti del governatore e del commodoro, mentre i tamburi cominciavano a suonare. Elizabeth si voltò a guardare l’amica, gli occhi di nuovo illuminati da una luce gioiosa, poi si voltò nuovamente: Will stava avanzando velocemente tra la folla, facendosi strada a spintoni tra i mormorii di disapprovazione e estraendo la spada dal fodero. Dopo un veloce scambio di sguardi con l’amica, Elizabeth mormorò “Il caldo!” e finse di svenire attirando l’attenzione del padre e del commodoro su di sé, i quali si voltarono spaventati dal suo improvviso malore. Nel momento in cui i tamburi smisero di rullare, Elizabeth scattò seduta e Will colpì con la sua spada il coperchio della botola della forca. Jack Sparrow cominciò a tenersi in equilibrio su di essa mentre il boia e Will duellavano animatamente sulla piattaforma. Con un taglio netto provocato dal boia, la corda che stava intorno al suo collo si spezzò, permettendo al capitano di liberarsi e a Will di aiutarlo a fuggire. Si dileguarono tra i soldati e raggiunsero il bordo delle alte mura. Sotto lo sguardo attonito delle due ragazze  e di tutti i presenti, le guardie li circondarono in poco tempo, bloccando loro ogni via di fuga, le baionette levate.

“Avevamo preso ogni precauzione possibile” disse il commodoro arrivando con la sua spada levata contro Will. “nel caso qualcuno avesse tentato di liberarlo.” Indicò con un cenno Sparrow il quale si guardava attorno come se non riuscisse a capire quello che stava succedendo.

“Vi abbiamo liberato da ogni accusa e riaccolto fra noi.” Esclamò sconcertato il governatore squadrandolo deluso. “E voi ci ripagate tentando di liberare un pirata?” Will lo guardò senza timore.

“Il mio posto è qui, tra voi e Jack.” Disse guardando fieramente il commodoro.

“Ed è anche il mio!” esclamò Elizabeth avvicinandosi a Will sotto lo sguardo stupito di tutti: inizialmente sorpresa da quella decisione improvvisa dell’amica, poi la sua espressioni stupita si trasformò in un sentimento di gioia profonda e si ritrovò a sorridere felicemente all’amica. Il commodoro e i soldati abbassarono le armi: Norrington la guardava tristemente.

“Ed è anche quello del vostro cuore?” domandò in un sussurro. Lei annuì e lui abbassò lo sguardo.

“Molto bene, allora.” Esclamò Jack Sparrow, commentando con un grande sarcasmo la sua contentezza per quel finale. “Credo che questo” concluse avvicinandosi con un balzo al bordo delle mura “lo ricorderete come il giorno in cui avete quasi…” ma non fece in tempo a finire la frase che, mettendo un piede in fallo, cadde oltre il muro e precipitò in acqua; in quel momento, da dietro la costa apparve un vascello e il pirata si diresse nuotando verso di esso. Il commodoro chiamò Will e l’attenzione di Josephine cadde su quel volto velato di tristezza. Will gli si avvicinò e Norrington levò la spada.

“Questa è una magnifica spada.” Commentò guardando la lama lucente della sua arma “Spero che colui che l’ha forgiata con riguardo abbia la stessa cura in tutti gli aspetti della sua vita.” Lo guardò per assicurarsi che il ragazzo avesse colto il messaggio e lui ringraziò. Con un ultimo sguardo, Norrington si voltò per andarsene ma a metà strada ci ripensò e chiamò Elizabeth, che guardava l’amato di fianco a lei.

“Miss Swann…auguro a entrambi tutto il bene possibile.” Lei gli sorrise in tutta risposta, poi l’uomo si voltò definitivamente e, dopo aver dato disposizioni riguardo al capitan Jack Sparrow, se ne andò. Josephine guardò l’amica: la luce che era nei suoi occhi si era intensificata e decise di lasciarli da soli come meritavano: ora doveva affrontare i suoi genitori.

Scorse sua madre e suo padre nella folla che si accalcava davanti al porticato e li raggiunse: appena la vide, sua madre corse ad abbracciarla, piangendo dalla gioia.

“Oh Josephine! Eravamo talmente preoccupati!” esclamò tra le lacrime. “Non farlo mai più! Non scappare mai più” non farmi mai più soffrire così, va bene? Oh Josephine!” esclamò stringendola a sé. La ragazza ricambiò l’abbraccio con il braccio sano. Dopo un po’, si separarono.

Suo padre non si era mosso: la guardava con un misto di delusione, ira e gioia di rivederla sana e salva. Lei gli si avvicinò lentamente senza dire nulla. Ognuno aspettava che l’altro parlasse, ma questo non accadde; suo padre le si avvicinò.

“Bentornata a casa, Josephine.” Mormorò semplicemente ma con tono duro. Lei annuì senza guardarlo

“Signor Allen.” Disse una voce alle loro spalle. Norrington si era avvicinato a loro ed ora guardava il padre della giovane seriamente. “Vorrei domandarvi di non essere eccessivamente duro con vostra figlia: è grazie a miss Allen che abbiamo notato il fumo provenire dall’isola sulla quale era miss Swann e, se non fosse stato per la sua gentile insistenza, non saremmo mai scesi a controllare.” Si voltò a guardarla per un attimo “Lei è stata indispensabile alla nostra spedizione.” Concluse. Theodore Allen guardò il commodoro e annuì.

“Farò come dite, commodoro. Grazie.” Rispose e Norrington annuì.

“Ossequi madame Allen. Signor Allen…” si voltò verso Josephine e la guardò intensamente. Lei non poté reggere quegli occhi verdi puntati su di lei e abbassò i suoi occhi. “A rivederci, Josephine.” Salutò.

“A rivederci, commodoro.” Sussurrò timidamente.

Quando alzò lo sguardo, rimase incantata a guardare il punto dov’era James Norrington e sorrise al vederlo sparire nella confusione all’interno della caserma.

- Vorrei tanto che tu capissi, James. – pensò tristemente. – Vorrei tanto che tu ricambiassi ciò che io provo per te, ma so che è e sarà impossibile. – infine seguì i suoi sulla carrozza e tornò a casa sua.


E rieccomi qua con un nuovo capitolo!!! Ciao a tutti! Vanno bene le vacanze? Finalmente sono tornata da Santiago de Compostela: non vi immaginate neanche quanta fatica per percorrere 180km nel giro di 6 giorni... Però, a parte le ginocchia, un piede e l'inguine doloranti, sono ancora tutta intera! Come avete visto, la prima parte della trilogia è finita e dalla prossima puntata entriamo nella 2^ parte: spero vi piacerà anche quella (e la 3^ verso la fine, naturalmente)! Dunque, i ringraziamenti a:
QueenLilly: com'è che nella tua patria spagnola le persono sono così gentili??? Ogni volta che passavamo per qualche città, ci salutavano, chiedevano da dove venivamo e capivano l'italiano pure i vecchietti!!! Che bello!!
LadyElizabeth: ed ecco qui la battaglia contro i pirati e seguito! Spero ti sia piaciuto! Vedrai poi dal prossimo capitolo! XD
Un grazie anche a Giulia, che non si è ancora iscritta ma so che segue, e a tutti coloro che leggono!! Continuate a seguirmi!!! Un bacio a tutti!!!
Ciaooooooo!!!!
  
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