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Autore: mentaverde    12/06/2014    1 recensioni
Dovrei fare una lista di tutte le mie pessime scelte.
Probabilmente mi servirebbero molte pagine e molto inchiostro, perché in vent'anni di esistenza il mio tempismo era sempre stato pessimo.
(cap. 2)
Com’è possibile che ovunque io vada me lo ritrovi davanti? E per di più con quel suo sorrisino da trentenne sfigato che vorrei cancellargli con una sberla. [...] Vorrei dirti grazie, ma non lo faccio perché tu sei uno stronzo da vaffanculo più che da ringraziamenti. (cap. 3)
“E qui la gente la mandi a quel paese?”.
“Se se lo merita sì”.
“Quindi io me lo sono meritato?”.
(cap. 4)
Non lo vedi, signor Cooper?
Sono sbagliata.
Sono sbagliata come la neve ad agosto, come un’insufficienza a ginnastica, come il sole di notte.
Io sono fondamentalmente sbagliata. Sia nel tuo che nel mio mondo.
(cap. 5)
Io mi perdo.
Mi perdo nel tuo respiro.
Mi perdo nella tua voce.
Mi perdo nella tua mano che accarezza la mia schiena.
E poi mi perdo nelle tue labbra.
(cap. 10)
E allora lo faccio: ti bacio. (cap. 16)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 Sono fastidiosa.
 
 
 
 
 
 
 
Sono fastidiosa.
Sono arrivata in ritardo di proposito, signor Cooper, non vorrai mica che io arrivi in orario come mi hai detto visto che conosco già la tua risposta.
Come faccio a saperla?
Beh, te lo si legge in faccia, signor Cooper, e lo vedo da come mi guardi, come se ti dispiacesse ma non potessi far altro che allontanarmi.
Non hai tutti i torti nel farlo e lo dice la lista di pro e contro che oggi ho scritto durante la lezione di diritto. Ovviamente hanno vinto i pro sul ‘Sì ti lascio’.
Anche se ‘lasciare’ sarebbe usato impropriamente visto che non c’è niente da lasciare fra noi. Oltre al ‘ti lascio il cuore spezzato’ ma questo è un problema solo mio.
Visto che un noi neanche esiste.
Visto che siamo ancora io e te, due persone distinte che si mangiano con gli occhi, ma ancora Alexis e il signor Cooper e non l’Alexis del signor Cooper o viceversa.
No, no.
Siamo ancora io e te.
E lo saremo sempre di più da quando mi dirai che non può continuare.
Aspetto che sia te a parlare e lo vedo nei tuoi occhi che questo mio mutismo ti ricorda la me prima del nostro bacio.
Lo so.
Perché è così che sono.
Tu mi stai allontanando da te e io faccio lo stesso.
Sono una donna e di quelle pessime.
Sono una donna che odia e che lo sa fare bene.
“Ciao”, mi dici e mi allunghi una sambuca.
Vuoi farmi ubriacare?
Oh, no.
Tu pensi di conoscermi e vuoi dimostrarmelo, te lo leggo nei tuoi stupidi occhi.
Ma io sono peggio, signor Cooper, sono come le unghie su una lavagna, la pioggia dopo aver lavato la macchina e le dita della mano chiuse dentro una portiera.
Sono fastidiosa.
“Prendo un aperitivo”, ti dico e tu abbassi lo sguardo e poi lo ordini.
Commando io stasera, signor Cooper.
“Allora?”.
“Non possiamo parlare pacificamente prima?”.
Hai detto più di quello che volevi che io capissi, signor Cooper. Pensi che io rimanga qua a sentirmi dire di no? Mi prendi in giro?
Me ne vado e tu ti alzi con me.
“Dove vai?”.
“Ho ricevuto il messaggio”.
“Mi disp…”.
“Sì, anche a me, di essermi messa in questo casino”.
“Non hai capito, Alexis”, mi dici tu con quel tuo modo tranquillo, mostrando quel tuo sorriso stupido.
Ho capito, invece, ho capito tutto perfettamente.
“Fanculo, signor Cooper!”, biascico e tu continui a sorridere tenendomi per le spalle.
Scuoti la testa muovendo in modo ridicolo quel mezzo ciuffetto che hai sulla testa. Te li fai tagliare ancora da tua mamma i capelli? Hai presente che esistono i parrucchieri?
“Lasciam…”.
“Vuoi stare zitta un attimo?”, chiedi e sei serio come quando lavori.
Se provi a parlare di investimenti, anche se sono sfornita di mazza da baseball, ti avverto che ho un fantastico gancio destro testato in anni di lotte con mio fratello.
Mi guardi come sai fare tu, come se sapessi già tutto quello che mi passa per la testa, come se mi leggessi l’anima. E mi domando se mai nessuno mi ha guardato come stai facendo tu: come se mi vedessi davvero.
La risposta la so già: no.
Tu mi guardi e mi vedi non per la mia freddezza, non per i miei atteggiamenti ribelli, ma per le mie debolezze, per la coda di paglia che cerco di nascondere con l’aggressività.
Tu mi vedi nonostante io sia maledettamente fastidiosa e non ti permetta di avvicinarmi a me ancora.
E poi mi dici anche di starmene zitta?
Ma tu lo sai cosa ho dovuto sopportare? Un ex col nome da cane che mi lascia così, dal niente, e si mette insieme nel giro di qualche giorno a una che fa parte del club piccole zoccole crescono, Ali che, come sempre, ostenta il fatto di essere più bella di Venere e in tutto questo io non sono altro che quella col cuore a pezzi e un fiore dove un cane ha fatto pipì.
E sinceramente sono stata zitta a sufficienza, sono stata zitta troppo tempo.
Quindi: o parli o io esplodo.
Faccio boom hai capito?
Come le dinamiti!
“Non hai capito”, ripeti e io decido di esplodere.
Sono fastidiosa.
Sono come il limone negli occhi, come il crampo al polpaccio in piena notte e la sveglia al lunedì mattina.
Sono fastidiosa, signor Cooper, ed esplodo come una bomba.
“Io non capisco?! Io?! Non sono io quella che per affrontare l’imminente vecchiaia si butta su una di dieci anni più giovane”, sibilo e mi devo fare i complimenti perché sono riuscita a ferire due persone: me e te.
Tu rimani zitto e mi guardi, cerchi qualcosa in me che non trovi, speri che dietro quelle parole ci sia paura di affezionarsi, di avvicinarsi a qualcuno per poi ritrovarsi con il cuore spezzato ancora.
Ma sono brava a nascondere le cose, signor Cooper, sono brava da far paura.
“Dimmi che stai scherzando”, dici passandoti una mano fra i capelli, “Io ti sto dicendo che ho scelto te, e te ne vieni fuori con queste cazzate”, spari così dal nulla.
E non ha senso quello che dici.
Le tue scelte non hanno senso, signor Cooper.
Perché scegliere me?
Cosa non va nella tua testa?
“Non ha senso”, e te lo dico perché anch’io evidentemente ho qualche difficoltà nel saper quando parlare e cosa dire.
Sono fastidiosa.
Fastidiosa da far schifo.
Tu mi guardi ma sei freddo, un po’ lontano, un po’ troppo distante rispetto a prima.
Le mie parole ti hanno ferito e come potrei darti torto? Hanno fatto male anche a me.
Hanno fatto male a tutti e due.
“Per te a quanto pare ce l’ha”, sibili riferendoti alla mia accusa sulla tua crisi di mezza età anticipata. Lo vedo che un po’ mi odi, ma c’è qualcos’altro nei tuoi occhi che non capisco, qualcosa che mi lascia senza parole perché non si può spiegare ma solo ammirare.
“Pensi sia facile per me aver scelto te?...”.
Evidentemente no.
Se stilassimo una lista di pro e contro sul scegliere me, vincerebbero senza alcuna ombra di dubbio i contro.
Insomma neanche fossi Ali con il suo visino intrigante e un fisico che farebbe invidia a Megan Fox. Io sono il fiore dove ha fatto pipì il cane, quello nell’angolo, quello dai colori banali, quello che guardi e non vedi perché sei troppo concentrato a guardare le rose e le margherite.
Sono uno di quei fiori di cui nessuno sa il nome, che stanno bene come contorno a tutti gli altri.
Sono quel tipo di persona che nessuno sceglie ma che a volte si trovano davanti e che per questo devono accettare.
Io sono quello che ti capiva non quello che vuoi, e quindi, signor Cooper, continuo a non capire la tua scelta, continuo a non capire perché tu faccia tutto questo!
“Secondo te non ho pensato a Sienna…”.
Oh, eccola la fidanzata bionda perfetta.
Non vedi che lo stai dicendo anche tu? Non vedi che non ha senso tutto questo?
“… o ai miei amici…”.
Mi considererebbero solo il passatempo di una sera e ti direbbero che Sienna era la donna con cui passare insieme tutto il resto della vita, che con una ventenne non si fanno progetti sul futuro solo sveltine. Sarei lo zimbello e tu con me.
“…o ai tuoi genitori…”.
Loro ti ucciderebbero, signor Cooper, ti farebbero a pezzi ma infondo ti adorano, e dopo aver superato il fattore ‘differenza d’età’, sarebbero stati contenti perché sei una bella persona, perché tu mi vuoi bene e te lo si legge negli occhi.
Ma i tuoi cosa direbbero?
Se hai imparato da loro a sondare l’anima come fai con  me non ci metterebbero tanto a capire quanto io sia dannatamente sbagliata per te che sei tanto perfetto.
“Sono stato sveglio tutta notte, Alexis, a pensare a cosa fare, a pensare a tutto ciò che ci avrebbe impedito di stare insieme…”.
“E..?”, domandai con non so quale dose di coraggio.
…e tu mi spari un sorriso sghembo che fa sparire i tuoi trent’anni e le rughe premature.
“Te l’ho già detto che ho scelto te”.
A questo punto nei film, nei libri e nelle leggende, io sarei dovuta saltargli al collo e iniziare un bacio appassionato vietato ai minori, ma in realtà rimasi fermai al mio posto a guardarlo negli occhi e a registrare ogni momento nella mia mente.
“Lo sai che non ha senso e che è completamente sbagliato”.
Tu annuisci e dici di saperlo.
Non ripeti quelle frasi fatte sul fatto che insieme affronteremo tutti e che quello che ti importa è stare con me, perché sai che sarà difficile e che ti manderò a quel paese più spesso di quanto ti meriteresti.
Lo sai che dovrai lottare per sopportarmi e che probabilmente ti dimenticherai perché hai scelto me.
Lo sai e ti va bene così.
“Non farmi del male, signor Cooper”, sussurrai abbassando gli occhi a terra ma so già che nel tuo viso c’è un sorriso, di quelli che ti fanno scoppiare il cuore nel petto da quanto belli sono.
“Penso che tu ora possa chiamarmi per nome”.
“Lo sto già facendo, signor Cooper”, ti dico e tu mi abbracci ridendo e dandomi un bacio sulla fronte.
Tu lo sai che ci saranno momenti in cui ci odieremo così tanto che faticherai a guardarmi negli occhi, ma mi vuoi lo stesso.
E nella mia testa lo dico il tuo nome.
Joseph.
Non lo ammetterò mai ma suona bene.


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Scusate tantissimo il ritardo... Mi dispiace davvero molto...
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto, o che almeno sia valso un po' l'attesa!
Spero in qualche recensione!!!


Blue
  
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