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Autore: PollyFTSissi    12/06/2014    2 recensioni
[Spirk- AU]
"Il mio nome è S’chn T’gai Spock, sono in partenza da ShirKahr verso New York, negli USA, sulla terra.
Mio padre, l’ambasciatore Sarek, mi ha concesso questa vacanza-studio dopo anni di duro lavoro all’Università di Vulcano. Sto andando lì per studiare l’arte e la cultura umana, ed anche se trovo gli umani altamente illogici, la loro arte mi affascina.
Quindi ho deciso di tenere un diario di bordo, o di viaggio, come lo chiamerebbero i terrestri, per appuntare tutto ciò che mi accadrà, in modo da non dimenticare nulla."
"Ero lì al Metropolitan Museum of Art, mi stavo lamentando tra me e me perché non ci stavo capendo granché del quadro (la “morte di Sorcate” o qualcosa del genere; non so se centrassero davvero i topi), quando arriva questo bastardo dalle orecchie a punta che inizia a parlare con tono da maestrino.
“Socrate preferì la morte piuttosto che rinunciare ai suoi ideali e si batté per l’educazione dei giovani. Come puoi vedere lui è…” bla, bla, bla. Stronzate, insomma."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock, Un po' tutti | Coppie: Kirk/Spock
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Diario di bordo,                                                                                                          Data terrestre: 11 Luglio 2253
Ore: 00.34
Sono costretto a scriverti così tardi perché ho avuto una giornata inaspettatamente piena.
Stamattina sono stato svegliato di prima mattina, contro la mia volontà, sballando tutti i miei piani.
Jim mi è venuto a svegliare verso le 8 del mattino, con un sorriso smagliante e la colazione per me, seppur ignorando che noi vulcaniani siamo vegetariani… Quindi ho potuto mangiare ben poco.
Alla fine è riuscito a convincermi ad aiutarlo nello studio, proponendomi un compromesso: lui mi accompagnerà dovunque vorrò per i miei studi ed in cambio dovrò spiegargli il significato di ogni quadro e la vita dell’artista.
Abbiamo cominciato fin da subito, infatti siamo tornati al museo dove ci siamo incontrati, poiché c’era un quadro di Van Gogh che dovevo assolutamente vedere: “Autoritratto con cappello di fieno”.
All’inizio mi è sembrato molto attento e volenteroso, ma già dal secondo museo ha cominciato a distrarsi e a fare battutine idiote su alcuni quadri raffiguranti nudità…
Mi stavo pian piano pentendo amaramente di aver ceduto alle sue richieste.
Se non fossi stato vulcaniano, lo avrei cacciato dal museo per il suo comportamento menefreghista. Stava disonorando tutti quegli artisti con il suo atteggiamento. Se per qualche momento lo avevo rivalutato, ritornai subito sui miei passi.
Oggi ho imparato che gli umani mangiano tantissimo, verso le 12.30 Jim ha insistito per andare a mangiare in un “fast food” (a quanto pare sono molto diffusi negli USA…)
«Jim, abbiamo mangiato solo poche ore fa…»
«Ma è ora di pranzo! Ed in più tu non hai mangiato nulla…»
Non ho potuto nemmeno obbiettare. Mi ha portato in questo posto affollatissimo, dove a malapena riuscivo a respirare.
Naturalmente ha di nuovo ignorato il fatto che sono vegetariano, ordinando piatti a base di carne. Ha provato a farmi assaggiare dei tuberi a forma di fiammifero, ma al solo odore ho capito che si trattava di qualcosa di davvero poco salutare.
«Ah ho capito… Tu sei un tipo più chic
«Come, prego?»
«Un tipo più elegante, raffinato… So io dove portarti! Ti farò vedere la parte veramente interessante di New York!»
«I musei che abbiamo visitato erano molto interessanti!»
Si è messo a ridere, anche se non credo di aver detto qualcosa di divertente.
Mi ha portato in un quartiere molto importante della città: “Manhattan”, a suo dire la parte più interessante e rinomata di New York.
Le strade erano così luminose da far attivare una specie di seconda palpebra che noi vulcaniani possediamo, per proteggerci dalla luce troppo forte. Non so come facciano i terrestri a non rimanere accecati.
Siamo stati in diversi negozi di abbigliamento, seppur io trovi il vestiario umano di dubbio gusto.
Jim mi sembrava stranamente euforico, era visibilmente felice ed a suo agio con me, cosa che ha fatto sentire a mio agio anche me, molto stranamente.
Ad un certo punto il ragazzo si è bloccato davanti ad un edificio, per me uguale a tutti gli altri, ma lui sembrava estasiato alla sua vista.
«Questo è “Avenue”, uno dei club più esclusivi di tutti gli Stati Uniti…»
Mi ha trascinato letteralmente dentro il locale, dove la musica assordante si sentiva anche dall’esterno.
Era tutto buio, illuminato da luci lampeggianti rosa, verdi e gialle. Tutti ballavano senza sosta, a ritmo di una musica stranissima.
Non mi sentivo per nulla bene in mezzo a tutta quella gente ed in un ambiente così strano e nuovo per me.
«Dai Spock, vedrai che ti divertirai!»
Il ragazzo che fino a quel momento mi aveva tanto irritato e rischiato di farmi perdere la pazienza, stava facendo tutto in suo potere per farmi sentire a mio agio, ed anche se in maniera illogica e sconnessa… Ci è riuscito.
Gli umani sono così strani, hanno mille sfaccettature, tutte diverse e tutte uniche. O forse è solo Jim ad essere così. Non so dirlo con certezza.
Durante la serata ha bevuto moltissimo, cercando di far bere anche me.
«Potrei bere tutto l’alcool di questa città e sarei comunque sobrio come se avessi bevuto acqua…»
«Ma davvero? Fortissimo!»
Ad un certo punto era così ubriaco da bisbigliare frasi senza senso al suo bicchiere vuoto. Era decisamente il momento di tornare a casa.
Guidato da lui, se pur in preda alla follia dell’alcool, l’ho riportato a casa sano e salvo.
«Buonanotte Jim, a domani»
«’Notte Spock!»
Stavo per allontanarmi, per tornare a casa…
«Ehi Spock…» mi richiamò «Grazie… Grazie di tutto…»
Ammetto di essermi sentito un po’ strano. Perché mi stava ringraziando? Non avevo fatto nulla…
«Di niente, Jim»
È stata una giornata davvero singolare, diversa da come me l’aspettavo.
Non ho mai avuto un… amico… Nemmeno su Vulcano, mai. Eppure questo ragazzo è un mistero. Quando penso di aver capito tutto, lui cambia di nuovo, come se stesse cercando di confondermi. Il suo carattere è il più complesso che io abbia mai visto… Nemmeno mia madre era così emotiva e imprevedibile!
Jim è forse un umano speciale, o forse è solo troppo strano per un vulcaniano come me.
Adesso credo sia ora di andare a letto, so già che domani lui tornerà a tormentarmi con le sue richieste di aiuto.
Questo è solo il secondo giorno che passo sulla terra, eppure sento già di aver appreso più di quanto avrei mai sperato.
Forse i terrestri non sono poi così nullafacenti come credevo, no? O almeno non tutti quanti.
Lunga vita e prosperità.
                                                                                                          -Spock

 
 
11 Luglio 2253                                         Ore 7.45
Questa mattina mi sono svegliato prestissimo, amico, e sono passato dal Mc. Non sarà una colazione poi così salutare, ma nessuno sa resistere a uova e bacon! Come ti avevo anticipato, oggi inizia la mia opera di persuasione: un cervellone è in città e io non me lo lascerò di certo sfuggire.
Spero apprezzeranno entrambi (conoscendo Bones sarà già sveglio da un po’) anche solo il fatto che io mi sia svegliato presto! È una gran cosa, amico!
Ti faccio sapere com’è andata.
                                                                                                                -Jim
 
 
Ore 01.35
 
Ti scrivo adesso che sono più lucido, amico, perché è stata davvero una lunga giornata. Sono appena tornato a casa da un’uscita con Spock, il bastardo con le orecchie a punta. Mi sono documentato sui Vulcaniani, ieri, dopo essere tornato a casa, e ho letto solo cose sgradevoli sul loro conto, ma ti assicuro che sono tutte stronzate! Certo, è un tipo sulle sue e difficilmente riesce a svagarsi, ma ehi, come ti ho detto nessuno mi resiste! O almeno, penso si sia divertito.
Ma ti spiego meglio: stamattina ho fatto un’alzataccia, come ti avevo già accennato, e quando sono arrivato ho cominciato a suonare senza sosta al campanello, con addosso uno dei miei più convincenti sorrisi. Chi mi viene ad aprire? Ancora lui. Sono entrato in casa senza troppi giri di parole –tanto quella casa la frequento da anni, insomma, è come se ci abitassi lì- e ho apparecchiato il tavolino di fronte al divano con tutto quel ben di Dio e subito il profumino di pancake, uova e bacon ha raggiunto anche la stanza di Leonard e inutile dire che si è precipitato in salotto! Oddio, essendo uno studente di medicina era più infastidito dall’odore che altro, ma sempre meglio che mangiare ogni volta roba verde –senza offesa per il mio nuovo amico, sia chiaro. Ogni tanto una capatina dal McDonald’s non fa male! Ma vallo a spiegare a Bones…
Comunque, Spock –così ha detto di chiamarsi- non ha toccato praticamente nulla di quello che ho comprato. Ma non ho demorso, e dopo aver parlato con lui e dopo aver insistito un po’ siamo giunti ad un accordo: io lo accompagnerò dovunque vorrà per i suoi studi ed in cambio dovrà spiegarmi il significato di ogni quadro e la vita dell’artista.
Fantastico no?! È stato un gran bene per me perché conosco a memoria quasi tutta New York e non è stato difficile portarlo dove voleva. La nostra prima tappa è stata ancora il museo dove ci eravamo incontrati il giorno prima, perché effettivamente non avevamo visto granché dei quadri lì presenti. Mi ha portato di fronte a questo quadro, no, “Autoritratto con cappello di fieno”, e dentro di me ho pensato che questo tizio doveva essere proprio fissato con i trattini. E, seppure quel quadro mi facesse venire mal di testa, ho deciso di impegnarmi sin da subito perché quel ragazzo mi stava dando un’opportunità e non sono così stupido da lasciarmela sfuggire!
Alcune cose però rimarranno innate dentro di me, tipo il buon gusto nel commentare certi quadri… svestiti, diciamo! Andiamo amico, il massimo che mi sono permesso di dire sarà stato “Ehi Spock, guarda: tette dipinte, sembrano vere!”. Nulla di grave, si scherza!
Dopo un certo numero di musei e tantissimi quadri, uno più noioso dell’altro, ero arrivato davvero al limite di sopportazione; Spock deve averlo capito perché si è fermato per un attimo e io gli ho proposto di andare a pranzo. Non l’avessi mai fatto, amico! Mi ha detto che avevamo mangiato appena qualche ora fa, e io gli ho risposto “Ma è ora di pranzo! Ed in più tu non hai mangiato nulla!” e quindi dopo aver insistito un po’ sono riuscito a convincerlo e siamo andati al Mc.
Inutile dirti che anche lì non ha toccato nulla, se non qualche patatina, ma dalla sua faccia –che poi è sempre la stessa, è difficile capire cosa stia pensando!- non devono essergli piaciute molto. Al che ho avuto un lampo di genio: “Ah ho capito… Tu sei un tipo più chic!” e lui sempre sulle sue: “Come, prego?” ”Un tipo più elegante, raffinato… So io dove portarti! Ti farò vedere la parte veramente interessante di New York!”. Ovviamente se n’è uscito con qualche stronzata tipo “I musei che abbiamo visitato erano molto interessanti!”; ma si è ricreduto amico, ne sono sicuro! L’ho portato a Manhattan, nei quartieri più belli di New York, compreso Broadway, a Times Square ed infine, dopo avergli fatto vedere la 5th Avenue abbiamo proseguito fino al 116 della 10th Avenue, dove si trova uno dei locali più famosi di New York: l’Avenue!
L’ho visto, sai, all’inizio era diffidente, ma so per certo che dopo qualche ora in un locale del genere e ci si scioglie come burro al sole! Quindi l’ho praticamente spinto dentro, era tutto buio a parte per le luci psichedeliche che lampeggiavano con vari colori. Amico, mi sentivo così carico che avrei potuto rimorchiare anche la donna delle pulizie al posto di darle la mancia! Ma prima di sfoderare le mie doti con le donne, ho preso dei cocktail per me e per il mio nuovo strambo amico. “Tieni, è un Vodka Redbull per cominciare leggeri” “Potrei bere tutto l’alcool di questa città e sarei comunque sobrio come se avessi bevuto acqua…” “Ma davvero? Fortissimo!”; no davvero, questo giochetto devo assolutamente farmelo insegnare!
Contrariamente alle mie aspettative non ho rimorchiato nessuna questa sera, però sono rimasto tutto il tempo sui divanetti insieme al Vulcaniano, bevendo un cocktail dopo l’altro.
Ad un certo punto della serata devo aver iniziato a fare commenti tipo “Mi piacciono le tue orecchie, sono così… appuntite” oppure “I tuoi capelli mi ricordano tanto la tazza che uso per la colazione”, e qualcosa di simile a “Ma sei verde perché lo vuoi o ti ci costringono? Ribellati, amico!” e qualche altra stronzata sul perché si chiamasse Vulcaniano e se effettivamente vivesse in un vulcano. Sono sicuro di avergli strappato almeno un sorriso, anche se non ricordo praticamente nulla.
È stato parecchio gentile, avrebbe potuto tranquillamente lasciarmi accasciato a mo di centrotavola sul tavolino del locale e invece mi ha aiutato e con pazienza mi ha riaccompagnato a casa.
Mi è sembrato giusto ringraziarlo, un po’ per la serata in sé ma soprattutto per l’intera giornata. Non è così palloso come si potrebbe pensare!
Non ho niente da dirti sulla conquista del giorno, purtroppo, ma domani mi rifarò!
Buonanotte amico!
                                                                                                                 -Jim
 
 
 
Note delle autrici: Bene, eccoci qui al secondo capitolo! Speriamo vi sia piaciuto, anche se il bello deve ancora venire! Il terzo capitolo secondo noi sarà uno dei più interessanti.
Aggiorneremo appena possibile, grazie di aver letto! Oh, e grazie a chi ha recensito il capitolo precedente! <3
   
 
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