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Autore: angelad    12/06/2014    6 recensioni
In casa Castle sembra una mattina come tutte le altre, ma in realtà non è così....
Cosa sta accadendo?
Come mai Kate è così di malumore?
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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L'arcobaleno nel cuore
 
 
 
 

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Sembrava una mattina qualunque in casa Castle..
Il proverbiale e immancabile odore del caffè aleggiava per l’aria e il televisore trasmetteva il telegiornale mattutino informando quali avvenimenti erano accaduti nel mondo nella nottata.
Ma nulla poteva essere paragonato alla tragedia che si stava verificando in quel preciso istante dentro alle mura di quel proverbiale nido d'amore..
“Rick, per favore! Ti sto chiedendo per una volta nella tua vita di essere solidale con me! Non mi pare una richiesta così complicata!!! Lo vedi questo? Te lo ricordi? È l’anello con il quale mi hai sposato e hai giurato di essermi solidale nella buona e nella cattiva sorte! Quindi non puoi tirarti indietro stamattina! Assolutamente no!!!”.
Kate Beckett si muoveva nervosamente dietro al bancone cercando di preparare la colazione, mostrando la sua mano sinistra al marito che, appoggiato con le mani sul viso al bancone stesso, cercò d’interrompere il monologo della sua bellissima moglie: “Amore calmati o brucerai le uova…”
Lo sguardo della donna lo lasciò senza fiato: “Non me ne importa un fico secco e poi non sto bruciando assolutamente nulla! Non oserai dire che sono una pessima cuoca?”..
“Non lo farei mai amore, ma…”.
“Non ti azzardare Rick! Non ci provare nemmeno a sviare il discorso! Dobbiamo assolutamente trovare un accordo… questa volta non cederò, anche perché non ci sono alternative!”.
Castle fece il giro del bancone, la raggiunse, la cinse per la vita e, dopo averle scostato i capelli le donò un dolce bacio nell’incavo del collo: “Amore mio, un’alternativa la si trova sempre…”
“Questa volta no Rick, non c’è….” sottolineò ancora la sua giovane moglie.
“Mia madre?”
“E’ alla scuola di recitazione e non si libererà prima del pomeriggio…”.
“Alexis?”
“Rick tua figlia è all’università per quel famoso esame per il quale sta studiando da mesi. Non credo che ci rinuncerà per farti un piacere… E non ho nemmeno intenzione di chiederglielo! Ma ti pare??”.
Castle scosse la testa: “Potrebbe darlo alla prossima sessione… Ho cresciuto un’ingrata”.
Kate si girò di scatto, svincolandosi dal suo abbraccio: “Castle ti prego non puoi dire sul serio! Non possiamo essere arrivati a questo punto… La tua dipendenza da lei non può  raggiungere questi livelli, sarebbe davvero patologico..”.
“Ma mi sembra di tradirla, di giocare con la sua fiducia.. Le ho fatto una promessa un po’ di tempo fa…”
“E non avresti dovuto! Sei tu il genitore, tu comandi, non lei.. lei, nel limite del possibile, dovrebbe darti ascolto..” tuonò con aria seria la donna.
“Kate….. abbiamo ancora una possibilità! Tuo padre?”. Castle sfoderò uno sguardo da cucciolo che più da cucciolo non si può e si rivolse con fare speranzoso alla donna.
A quella vista Kate scoppiò a ridere.. nonostante avesse cercato di fare la dura, quell’uomo riusciva sempre a strapparle un sorriso e a farla sentire bene anche quando la situazione appariva complicata e lei si sentiva inadeguata.
“Non è in città, lo sai.. ha dovuto raggiungere mia zia per questioni famigliari.. Rick rassegnati.. Con te non può venire o Paula ti ucciderà. Hai una presentazione troppo importante e il distretto è off limits oggi… La Gates è parecchio agitata per questo nuovo serial killer che si aggira in città e non mi darà mai il permesso di tenerla lì… Quindi, rassegnati.. Oggi Joy andrà all’asilo, che le piaccia o no!!!”.
Castle passò una mano tra i capelli della giovane compagna e tentò ancora una volta di convincerla: “Tesoro mio, ma se ipoteticamente venisse con me, riuscendo a convincere Paula, non sarebbe così grave, no? Sono sicura che la nostra piccolina si comporterebbe benissimo!!!”.
Kate lo fulminò con gli occhi: “Rick, allora non sono stata chiara! Non sarebbe una tragedia e il mondo non sprofonderebbe negli abissi marini, sempre che la tua agente non sia in grado di provocare catastrofi ingenti con il suo sguardo assassino….”
“Tranquilla tesoro, se non ci riesci tu… Sei tu la sola  ed indiscussa maestra. Nessuno è meglio di te in quel campo… Hai un angolazione di sguardo perfetto per…”
“RICK!”
Castle ritornò a fissare la moglie in viso e ciò che vide lo indusse a non proferire ulteriore parola. Sapeva che oltrepassata la linea di demarcazione Kate- detective Beckett (e quella davanti a lui in quel preciso istante era decisamente il detective Beckett dei tempi migliori) era meglio che il silenzio calasse inevitabile..
Kate si sistemò i lunghi capelli in una coda improvvisata, mentre posizionò la colazione sul tavolino in modo che potessero assaporarla prima che la loro piccola monellina ritornasse dal mondo dei sogni.
“Castle ascolta, non voglio litigare con te. Davvero, non mi pare il caso.. Oggi le circostanze ci hanno portato a dover prendere questa decisione. Se non te la senti di portarla tu, lo faccio io… ma ti prego cerchiamo di essere d’accordo entrambi, anche se non ci fa piacere.. Poi andare qualche ora all’asilo, a giocare con gli altri bambini, non ha mai ucciso nessuno! Tua figlia non subirà alcun danno…”
“E se qualche bambino la morsica?”.
“Non puoi dire sul serio….” Concluse sconsolata la donna guardandolo fisso per capire se stesse scherzando o se fosse davvero convinto della veridicità delle sue parole.
In quel  momento, però,  la loro attenzione fu attirata da una dolce vocina che proveniva dal piano superiore.
“Mammina, papino… c’è qualcuno??”.
Kate si affrettò a rispondere: “Arrivo tesoro, mamma viene subito a prenderti” e si incamminò su per le scale. Arrivata a metà, si girò di scatto verso il marito ed affermò: “Siamo d’accordo vero? Non mi tradire” e sparì ben presto dalla sua vista.
Castle rimase in sala, solo pensieroso e con la faccia ebete di chi non sa come comportarsi. Voleva con tutto il cuore aiutare sua moglie, ma nello stesso tempo si sentiva quasi come un verme. Tradire la sua piccolina in quel modo… Lui era il suo super papà, si era anche fatto fare la maglietta con appiccicate le lettere SD (super daddy) sulla pancia e la sua faccia con una smorfia accanto. Joy rideva sempre quando la indossava..
Lei lo adorava, lui la adorava.
Si sarebbe buttato nelle braci dell'inferno per lei..
Ma anche per Kate..
Non sapeva proprio che fare..
Perso nei suoi pensieri non si accorse che  le donne della sua vita erano apparse  sulla scala e che, ancor prima della sua vocina squillante, il dolce sorriso di sua figlia gli diede il buongiorno.
Eccola l'irresistibile principessa del suo cuore.
Joy allungò le manine per farsi prendere in braccio e, non appena riuscì ad essere coccolata dall’abbraccio paterno, gli donò un dolce bacio sulla guancia: “Buongiolno papino”.
“Buongiorno tesoro mio” le rispose dolcemente Rick “facciamo colazione? La mamma ti ha già messo il latte a scaldare”.
Joy elargì un altro dei suoi stupendi sorrisi e rispose: “Celto papino, ho una discreta famina”.
Castle sorrise. Il linguaggio di sua figlia stava decisamente migliorando, aveva imparato un sacco di nuove parole e di tanto in tanto riusciva a pronunciare anche la tanto odiata “r”..  Ci aveva speso tanti pomeriggi nel vano tentativo di insegnarle a pronunciarla nel migliore dei modi, ma la piccola Joy restava fedele alla sua amata “l”.. così, si era arreso. Quando sarebbe arrivato il momento sarebbe uscita da sola, era inutile insistere. Il tempo è il miglior maestro del mondo conosciuto e così era stato: erano già passati  alcuni giorni da quando la difficoltosa letterina usciva di tanto in tanto, forse per sbaglio, ma ormai faceva capolino..
La sua piccolina stava crescendo…
Era il primo sintomo di quella brutta malattia chiamata “crescita”.. ben presto si sarebbe trovato ad avere a che fare con i tanto odiati fidanzatini, il motorino e la voglia di libertà.. Oddio, ma cosa stava farneticando? Sua figlia voleva solo il biberon in quel momento, grazie a Dio..
Si sentì tirare per la maglietta: “Papino, ma a cosa stai pensando? Alla tlama di qualche nuovo rracconto?”.
Rick rise: “No, no, tesoro, scusa. Papà era distratto. Su vieni, mangiamo, prima che tua madre tiri fuori il poliziotto che è in lei”.
Kate dalla cucina li richiamò ridendo: “Vi ho sentito, cosa credete? Muovetevi o la colazione si fredda.. E lo sapete cosa succede se spunta il detective Beckett..”.
Joy alzò le manine in alto e rise: “No, ti prrrego, non allestarrrci”.
Rick la posò nel suo seggiolino rialzato in modo che potesse sedersi a tavola con loro e la piccola si mise a bere il suo agognato biberon di latte serena e soddisfatta.
Lui si spalmò su una fetta di pane una quantità di burro imprecisata, preparò la sua tazza di latte caldo e cereali e mangiò senza proferir parola..
Joy terminò  la sua colazione tranquilla e felice. Sperava sicuramente che non appena avesse finito anch'egli, il suo fortissimo papà l'avrebbe catapultata in quel fantastico mondo di giochi che solo lui sapeva inventare..
Infatti non appena ebbe bevuto il suo ultimo sorso di bevanda calda proclamò entusiasta: "Allola papino, cosa mi fai farre oggi? Quale giochino ci inventiamo?".
La risposta però arrivò dalla voce di sua madre: "Tesoro oggi papà non può tenerti, deve uscire per lavoro. Stamattina faremo qualcosa di un po' diverso dal solito. Mamma ti porterà all'asilo a giocare con tanti altri bambini. Sono sicura che ti divertirai".
Il sorriso sparì improvvisamente dal visino della piccola. Si girò di scatto verso suo padre nel tentativo di incontrare il suo sguardo ed assicurarsi che ciò che aveva detto sua madre fosse vero.
La piccola lo incalzò: "Papino non posso ploplio venile con te? Stalò blavissimissima..". La sua voce si stava incrinando e la bimba sarebbe scoppiata a piangere in poco tempo.. Era perfino di nuovo scomparsa la "R"...
Fu nuovamente Kate a rispondere nella maniera più dolce possibile: "No, tesoro. Te lo ripeto. Dispiace anche a me, ma oggi non puoi proprio andare con papà.. E' davvero molto impegnato. Promuovere un libro è un impegno molto importante e papà deve essere concentrato. Lo vedrai stasera e giocherete insieme come non mai. Vero Rick?".
Proprio in quell'istante si consumò la catastrofe, lo sbaglio che un uomo, o meglio, il marito della detective Katherine Beckett, non avrebbe mai dovuto fare.
Richard Castle tacque..
Rimase immobile ed inebetito davanti alla domanda della sua giovane moglie. Almeno ai suoi occhi.
In realtà, dopo un attimo di panico puro nel quale rischiò di strangolarsi con il latte e cereali, dentro di sè era scoppiato un tremendo conflitto interiore.
Nella sua testa due voci distinte cercavano di convincerlo a prendere posizione. Non avrebbe mai creduto all'esistenza del famoso scontro angioletto/diavoletto se non lo avesse sperimentato di persona.
 
"Per quanto possa essere difficile lei ha ragione, Joy non può venire"
 
"Ma non starla a sentire, resterà nel backstage insieme a Paula.. Sarà felicissima"
 
"Non ascoltarlo, accontenta tua moglie. E' dovere di un buon marito"
 
"E' dovere di un buon papà sapere cosa è meglio per i figli e Joy vuole stare con te.."
 
"Ragazzi sappiate che non mi siete molto d'aiuto...".
 
Perso completamente nei suoi pensieri non aveva notato lo sguardo di sua moglie tingersi di fuoco, fuoco ardente per nulla rassicurante..
 
"Guarda la tua sposa si sta arrabbiando, non mi pare sia buon segno.."
 
"Odio dover concordare con l'uomo alato, ma non mi pare sia una buona situazione la tua... Sarà meglio che decidi in fretta.. Mi sono appena ricordato  di dover rientrare nei miei fuochi... Addio".
 
"Già anch'io ho degli impegni.. Mi raccomando, tu sai qual 'è la decisone migliore per lei.... Non deluderci... Arrivederci".
 
L'uomo però rimase indeciso un po' troppo a lungo. Kate si alzò di scatto dalla sedia e senza rivolgere ulteriore parola a suo marito prese sua figlia in braccio e le diede una carezzina sul viso.
"Avanti amore, è ora di prepararsi. Abbiamo degli orari da rispettare e tra poco gli zii Javi  e Ryan chiameranno la mamma perchè è in ritardo. Lo sai che non possiamo far arrabbiare troppo il capitano Gates..".
Sul bel visino di Joy apparve per un attimo il suo bel sorriso: "lo so, lo so.. La nonnina sweety Vicky è moollto esigente.. Non vollio falti sglidale mammina.. Andiamo a plepalarlci. Me la metti pelò la mia gicchina plefelita?".
Kate rimase interdetta un momento: "Come l'hai chiamata? Chi ti ha insegnato? Anzi no, non mi rispondere, non lo voglio nemmeno sapere. Andiamo.. E giacchetta verde sia!".
Solo in quell'istante Castle riuscì a muoversi e prese sua moglie per un braccio per trattenerla: "Kate aspetta un momento", ma la donna lo fulminò con lo sguardo e sibilò: "Credo che non ci sia molto da dire".
Vestì sua figlia, che notando lo scontro così buio ed inusuale tra i suoi genitori, si era nuovamente rabbuiata, prese la sua giacca di pelle bianca nuova, diede mano alla sua bambina ed uscì dal loft lasciando un silenzio urlante all'interno delle mura domestiche.
Castle, dopo aver respirato profondamente, si accasciò sul divano scuro in volto. Non avrebbe mai pensato che la mattinata sarebbe finita in questo modo..
 
 
Angolo mio
 
Dopo una lunga assenza, sono tornata!
Ed è tornata anche la piccola Joy... Quella monellina sta crescendo, chissà che combinerà col suo super papà in questa nuova avventura..
Per saperlo vi toccherà seguire la storia, se vi fa piacere s'intende ;)
Monica te l'avevo promessa, anche se sono un po' in ritardo lo ammetto! Però, diciamocelo, ho beccato il giorno giusto per iniziare a pubblicarla. Ancora auguri, my new editor!
Rebby a te dico solo grazie, tanto tu capisci lo stesso! :)
Al prossimo capitolo
  
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