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Autore: EmmaEvans    12/06/2014    2 recensioni
Hope aveva un disperato bisogno di ricominciare una vita normale: per capire chi era davvero e per chi poteva diventare, lasciando perdere il proprio passato. Era stata segnata dall’Ombra e tutti glielo ricordavano appena la guardavano. Sapevano, anche se non c’erano più segni visibili del suo passaggio. E lei non ne poteva più: voleva qualcuno di naturale, qualcuno che non sapesse del suo passato e che la giudicasse per come era adesso, non per come era stata. E Noah, un ragazzo conosciuto su internet e mai visto, è esattamente ciò che cerca. Più o meno.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao ragazze/i ,
ecco qui gli altri due capitoli. I finali. Poi ci sarà l'epilogo, diviso in due parti. Prevedo di caricarli presto, non mi piace lasciare il 'discorso a metà'. Questa settimana ho dovuto farlo perchè avevo un esame e dovevo 'concentrarmi'. Quindi...diciamo entro domenica, MASSIMO LUNEDI, la storia sarà finita. Voglio piangere T.T
Questi due capitoli sono veramente veramente corti. Mi spiace :(
Come al solito, lasciate una recensione se vi va,
abbracci stritolatutto, buona lettura
Emma ;)
 

Capitolo 27 – 1D Midnight Memories-

 

Una settimana dopo, mentre la mamma di Hope l’aiutava a finire una pasta stopposa, senza sugo, senza formaggio e senza olio, che non era nient’altro che la sua cena, il dottor Cooper entrò in camera con una busta in mano.

“Bene, Hope. Ho qui la risonanza del tuo cancro.” disse mentre la mamma di Hope allontanava il vassoio e Hope sorseggiava dell’acqua.

Il dottore sfilò le lastre dalla busta e le mise sulla lavagna luminosa dall’altra parte della stanza, accendendola.


 

“Cosa?” chiese Alice, tappandosi l’orecchio. Si fece ripetere una seconda volta dalla mamma di Hope le nuove notizie. Era salita nell'appartamento di Liam, a casa dei ragazzi, per stare in privato, mentre i padroni di casa, con Tara e Olivia, finivano di cenare al piano di sotto, con la torta al gelato preparata da quest'ultima. “Okay.” Rispose Alice. “Riferisco io ad Harry. Mi saluti tanto Hope. Certo. Va bene. A domani!”

 

“Chi era?” le chiese Harry un po’ apprensivo, appena Alice mise piede in cucina.

“La mamma di Hope.”

Louis e Liam, gli unici presenti oltre alle ragazze e Harry, si zittirono. Olivia, che stava servendo la torta, si bloccò. “Notizie?” chiese.

“Si.” Alice guardò Harry cercando, con tutte le sue forze, di non sorridere. “Si, ci sono notizie.” Si sedette a fianco di Olivia. “Il dottore ha portato il risultato delle lastre. Sembra che la chemio abbia funzionato.”

Olivia trattenne il fiato sonoramente.

“No, il cancro non è andato via del tutto.” La precedette Alice. “ma si è ridotto. E…” non riuscì a non sorridere. Guardò Harry. “E Hannah ha detto che il medico sembrava quasi ottimista… ha detto che le probabilità di successo dell’intervento sono il 50% adesso.”

Harry sostenne lo sguardo di Alice mordendosi le labbra per non sorridere a sua volta e cercando di non aggrapparsi a quel misero fantastico dato.

“Be’, cara Hope” disse Olivia, prendendo un piatto vuoto e immergendo il coltello nella torta morbida “Se in qualche modo ci puoi sentire, sappi che questa torta è per te.” La fetta di torta fece SQUASH quando  Olivia la mise nel piatto. “vedila di fartela bastare per superare l’intervento.”

 

L’operazione venne fissata due giorni dopo. La mamma di Hope si chiese se non fosse troppo presto: la sua bambina aveva appena superato quattro sedute di chemioterapia, una più forte dell’altra. Si chiese se non meritasse un po’ di riposo, dopo quell’inferno.

Il padre di Hope, invece, pensava che prima si facesse, meglio sarebbe stato: la chemio aveva ridotto il cancro ed era importante cogliere al volo quell’occasione per farlo fuori del tutto. Voleva la sua bambina fuori da lì, il prima possibile.

Tara, Olivia e i ragazzi organizzarono i loro impegni in modo da essere lì in ospedale il giorno dell’operazione. Zayn dovette spiegare a Jessica di questa Hope e del ruolo che aveva preso nella vita di Harry; Liam chiamò Fanny e gli disse di cancellare tutti gli impegni per quel giorno. “ma si può sapere che cazzo succede?” gli chiese per l’ennesima volta: Liam le spiegò di Harry e del ruolo che lui aveva preso nella vita di questa ragazza; Niall era felicissimo di poter passare del tempo con Tara e non dovette cancellare nessun impegno; Louis si preparò a passare un pomeriggio in ospedale a fare da spalla a Harry, in qualsiasi modo sarebbe finito l’intervento.

 

Alice fissò il soffitto per buona parte della nottata, cercando di non pensare ad Hope, di non pensare a come sarebbe stato se lei… o se lei, invece… Si alzò e uscì dalla sua camera. Attraversò il corridoio e aprì la porta della camera del fratello. A tentoni, riuscì a raggiungere il suo letto e ci si sedette. “Spence? Spence sei sveglio?” sussurrò, picchiettandogli leggermente la gamba.

“Checassovoi…” mugugnò lui in tutta risposta.

“dai fammi spazio…” Alice lo spintonò un po’ e lui si mise a borbottare. “Dai, pigrone, fammi spazio!”

Spence si rotolò nel letto una volta, stringendosi contro il muro. La sorella si infilò sotto le coperte.

“hai i piedi gelati” disse Spence, sentendo un ghiacciolo sfiorargli la pancia.

“lo so.” Rispose Alice. “Scusa.”

Spence si passò una mano tra i capelli e sul viso, ormai sveglio, poi si voltò a guardare la sorella nella penombra.  Lei era seduta, con le mani in grembo e guardava di fronte a sè.

“Che fai lì così?” chiese.

Alice ricambiò il suo sguardo, indovinando la figura di suo fratello nell’oscurità.

“Non riesco a dormire.” gli rispose.

Non ci fu bisogno di chiedere: Spence sapeva il perché. Con un gesto della mano, le fece segno di sdraiarsi. Poi, quando sua sorella si fu sistemata, la circondò con un braccio tirandosela vicina. Le diede un bacio sui capelli.

Alice sorrise. Poi chiuse gli occhi e tentò di addormentarsi, riuscendoci.

 

Harry fissava la luna dal terrazzo dell’ultimo piano. Inutile dormire, non riusciva. Non faceva neanche caldissimo: il vento soffiava leggero. Perfetto, se non fosse stato per ciò che sarebbe successo il giorno dopo, a dodici  ore da quel momento.

Sentì dei passi: era Louis.

“Non dormi.” disse raggiungendolo sul terrazzo.

Non era una domanda e Harry non rispose.

“Dovresti, sai.” continuò lui. “Insomma. Per domani. Per lei.”

Harry fece un mezzo sorriso. Già. Per lei.

Louis appoggiò le braccia sulla ringhiera del terrazzo e si mise a fissare anche lui il cielo. “Hope è forte” gli disse. “Liam ha ragione: ci stupirà tutti.”

“Liam e le sue fottutissime lezioni di vita.”

Louis sollevò un angolo della bocca. “Si, Liam e le sue fottutissime lezioni di vita.”

“tu non sei così saggio.”

“Lo sono mai stato? Evidentemente è un suo dono.”

“Cosa è un suo dono? Rompere le palle?”

Louis fece una piccola risata. Poi guardò Harry che aveva ancora lo sguardo rivolto verso il cielo.

“Se domani non finisce bene, lo ammazzo, lo sai, vero?” disse Harry. Liam aveva passato la cena a rassicurarlo.

Louis sorrise, anche se non era proprio convinto che l’amico stesse scherzando.

“Be’ sarà la fine degli One Direction, allora. E per colpa di una ragazza, in qualche modo.”

Harry gli lanciò uno sguardo: non era sicuro che Louis stesse scherzando. Tornò a guardare il cielo e rimasero così, i due, per un paio di minuti, in completo silenzio.

“Uhm, mi è venuta voglia di svegliare Niall” disse Louis.

Harry gli lanciò uno sguardo: poi sorrise.

 

  
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