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Autore: pentolina    13/06/2014    3 recensioni
Castle torna nella grande mela dopo aver passato l’estate negli Hamptons con Gina…
Quali sorprese lo attendono? Cos’avrà fatto la sua musa in questi lunghi tre mesi?
Spero vi possiate divertire come mi sono divertita io a scriverla.
La mia prima storia Caskett...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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“Bentornato signor Castle!” Lo saluto Jack da dietro al bancone indaffarato a preparare un cocktail.
“Ciao Jack. Come sono andati gli affari?” Domanda sedendosi difronte al barman su uno sgabello.
“Benissimo. Negli ultimi due mesi abbiamo raddoppiato gli incassi. Vuole il solito signor Castle?” Domanda il ragazzo.
Lo scrittore fa un cenno di consenso con il capo per poi elogiarlo: “Complimenti Jack!”
“Per quanto mi piacerebbe prendermi i meriti… non è grazie a me che sono aumentate l’entrate.” Risponde servendogli il solito bicchierino di whisky.
“E chi devo ringraziare, allora?” Domanda bevendo un sorso.
“Kate.” Confessa Jack facendo andare di traverso il liquore allo scrittore che inizia a tossire.
“Kate? Il detective Kate Beckett?” Domanda per conferma.
“Si proprio lei. Lei e la sua amica Lanie hanno iniziato a venir qui quasi tutte le sere negli ultimi mesi. Di solito arrivano verso le nove, restano fino a mezzanotte poi spariscono in direzione di altri locali solitamente seguite da alcuni ragazzi. Nel giro di poco tempo hanno iniziato ad arrivare un sacco di clienti nuovi.” Spiega il ragazzo.
“Cosa fanno per attirare tutta questa gente?” Domanda confuso Castle.
“Servono da bere.”
“Servono da bere?” Domanda ancor più sorpreso.
“Si, ha presente il film “Le ragazze del Coyote Ugly”?” Chiede il ragazzo.
“Vorresti dirmi che Kate e Lanie servono da bere in top e minigonna camminando in piedi su questo bancone?” Domanda scioccato.
“Si più o meno. Kate è quella che riscuote il maggior successo ma è anche quella tra le due che...” Jack fa una pausa nel tentativo di trovare le parole giuste.
“Diciamo che è quella che offre di più al suo pubblico.” Conclude il barman.
Castle ammutolito svuota il suo bicchiere tutto d’un fiato.
“Signore, ne vuole un altro?” Domanda il ragazzo pronto con la bottiglia in mano.
“Si.” Risponde sotto shock.
“Ciao Jack!” Saluta un omone alto due metri, ben piazzato con due braccia enormi.
“Ciao Jo! Vieni qui ti presento il nostro titolare. Il signor Castle.” Lo saluta invitandolo ad avvicinarsi.
“È un piacere conoscerla, signor Castle! Ed è un piacere lavorare per lei.” Lo saluta Jo allungano una mano verso lo scrittore.
“Piacere mio, Jo.” Risponde stringendogli la mano e guardando il barman in cerca di una spiegazione.
“La vedo confuso signore! Sua madre non le ha detto nulla?”
“Cosa doveva dirmi?” Domanda Castle.
“La signora Rodgers ha assunto Jo come buttafuori del locale da quando Kate e Lanie hanno iniziato a lavorare qui.” Spiega Jack.
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“Buon giorno Richard. Com’è andata al distretto ieri?” Domanda Martha entrando in cucina e trovando il figlio indaffarato a preparare la colazione.
“Buon giorno!” Risponde con tono infastidito.
“Che succede, Richard?” Chiede Martha sentendo il tono amaro del figlio.
“Mi piacerebbe che mia madre mi informasse quando decide di assumere qualcuno al MIO locale!” Risponde seccato guardando la donna.
“Richard, non volevo disturbarti per una sciocchezza simile e poi pensavo fossi d’accordo. Avresti preferito che Katherine fosse esposta a pericoli?” Si giustifica la donna.
“Avrei preferito che almeno mia madre si prendesse il disturbo di comunicarmi che Kate ha iniziato a fare la spogliarellista.” Controbatte infastidito.
“Spogliarellista? È questo che ti hanno riferito? Katherine e Lanie si stanno solo divertendo non fanno nulla di male e Jo è lì per assicurarsi che nessuno ne approfitti. Dopo la rissa di un mese fa ho preso la decisione di assumere un buttafuori per tenerle al sicuro ed evitare altri incidenti.” Spiega Martha bevendo un sorso di caffè.
“Ah… comunque figliolo, ti ringrazio, ma non mangio pancake. Solo caffè per me.” Aggiunge la donna notando il piatto di dolci.
“Non sono per te, sono per Lexi.” Risponde lo scrittore.
“Richard, Alexis non c’è. È restata da Katherine per la notte.” Lo informa Martha.
Castle sbuffa sbattendo i pugni sul bancone.
“Caro, perché sei così arrabbiato?! Farai colazione con tua figlia domani.”
“Sono stato via tre mesi ed è cambiato tutto. Nessuno si è preso la briga di farmi sapere che cosa stava succedendo qui!” Risponde arrabbiato prendendo i pancake e gettandoli nell’immondizia.
“Tesoro, non capisco perché te la prendi tanto. Cosa pensavi che il tempo si fermasse e che avresti trovato tutto uguale a prima?” Domanda Martha.
“No, ma avevo il diritto di sapere che mia figlia trascorre le notti a casa di Beckett e che quest’ultima ha deciso di donarsi a tutti gli uomini di New York.” Controbatte infuriato.
“Richard, non permetterti di parlare così di Katherine! Cosa pretendevi che stesse chiusa in casa fino al tuo ritorno. Il primo mese ha sofferto molto la tua mancanza e tu, non ti sei mai degnato di chiamarla. Poi Lanie è riuscita a convincerla ad uscire. Tutto è iniziato come un gioco. Una sera eravamo al locale tutti assieme e per una scommessa tra le ragazze e il detective Esposito: Katherine è finita a servire da bere ai clienti. Da lì è nata la loro idea. Non ci vedo niente di male in quello che fanno. Le ragazze si divertono. Per quando riguarda Alexis, Katherine l’ha aiutata con i compiti, con i ragazzi, insomma con tutti i problemi adolescenziali. Inoltre mi ha assistito nell’organizzare gli eventi per la mia scuola.” Racconta sperando di riuscire a tranquillizzare il figlio.
“Perché Alexis non si è rivolta a me? L’avrei aiutata come ho sempre fatto.” Domanda triste l’uomo.
“Caro, certi argomenti non si affrontano con un padre. Per certi problemi ci vuole il parere di una donna e io sono felice che si sia rivolta a lei.” Chiarisce Martha avvicinandosi al figlio prendendogli le mani fra le sue per poi continuare: “Ragazzo mio, non hai idea di che donna straordinaria ti stia facendo sfuggire.”
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“Ciao papà! Che profumino… cosa stai preparando di buono?” Domanda Alexis entrando in cucina.
“Ciao tesoro. Spaghetti all’amatriciana!” Risponde Castle sorridendo alla figlia.
“Mmhh… buoni!” Esclama lei.
“Com’è andata da Beckett ieri sera?” Domanda mescolando il sugo.
“Bene. Abbiamo fatto la maratona dei film dei Pirati dei Caraibi.” Risponde la ragazza iniziando a preparare la tavola.
“Che invidia! Grazie per l’invito, comunque!” Dice mettendo il muso.
“Dai papino… Oggi sono tutta tua possiamo fare ciò che vuoi.” Cerca di consolarlo andando a stampare un bacio sulla guancia del padre.
“Finalmente tutta per me!” Afferma felice abbracciandola.
BLIN… BLIN…
I due vengono interrotti dal suono del campanello.
“Aspettavi qualcuno?” Domanda Alexis.
“No. Tieni d’occhio il sugo vado a vedere chi è.” Dice l’uomo dirigendosi verso l’ingresso.
Castle apre la porta trovandosi davanti un bel ragazzo biondo più o meno dell’età di sua figlia.
“Salve, c’è Lexi?” Domanda educatamente.
“Chi vuole saperlo?” Chiede Castle squadrando il giovane da capo a piedi.
“Sono Jesse, un compagno di scuola di Alexis.” Risponde intimorito dallo sguardo dell’uomo.
Prima che lo scrittore possa spaventare ulteriormente il ragazzo il rumore dell’ascensore attira l’attenzione dei due.
“Ciao Kate!” La saluta con entusiasmo Jesse.
“Ehi… Ciao Jesse. Castle.” Saluta entrambi gli uomini.
“Beckett, prego entra.” La invita lo scrittore lasciandole spazio per entrare.
“Chi era papà?” Domanda Alexis raggiungendo l’ingresso.
“Kate! Jesse, che ci fai qui?” Domanda diventando leggermente rossa in viso alla vista del giovane.
“Fallo entrare, Castle!” Gli suggerisce la detective.
“Ma… Io… In realtà volevo saperne di più prima di lasciarlo entrare. Potrebbe essere un serial killer.” Dice lo scrittore guardandolo male.
“Smettila, Castle. È solo il ragazzo di Lexi. Non uno spietato assassino. Entra Jesse!” Afferma Kate tirando il ragazzo per una manica e facendolo entrare.
“Il suo cosa?” Domanda scioccato.
“Alexis, offri qualcosa da bere a Jesse mentre parlo con tuo padre.” Consiglia la detective alla ragazza vedendo lo scrittore sconvolto.
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“Chi diavolo è questo Jesse? E perché io non ne sapevo niente?” Domanda irritato camminando avanti e indietro nel suo studio.
“Castle, abbassa la voce. Io non so perché Alexis non te ne abbia parlato ma tranquillo l’ho controllato io. Mi sono informata su di lui.” Lo rassicura la detective.
“Si può sapere cosa vi prende a tutti? Sono stato via tre mesi mica dieci anni. Sono tornato da meno di ventiquattro ore e non ho fatto altro che scoprire cose scioccanti. Si può sapere perché a nessuno è venuto in mente di chiamarmi e avvertimi che mia figlia esce con un ragazzo, che tu fai la spogliarellista nel mio locale e che passi del tempo con la mia famiglia?!” Domanda arrabbiato guardando la donna seduta sulla sua scrivania.
“Forse avresti dovuto chiamare tu!” Controbatte Kate offesa per la definizione con cui l’ha appena chiamata.
“IO? PER TUA INFORMAZIONE HO CHIAMATO MA LA MIA FAMIGLIA HA DECISO DI TENERMI ALLO SCURO DI TUTTO! DA MIA MADRE POSSO ANCHE ASPETTARMELO MA NON DA TE, KATE! DOPO TRE ANNI PENSAVO DI POTERMI FIDARE DI TE.” Urla arrabbiato.
“Castle, noi lavoriamo assieme e basta. Non sono la tua ragazza o una delle tue ex mogli. Io non ti devo nessuna spiegazione! Se la tua famiglia non ti ha raccontato niente, mi dispiace, ma non è un problema mio e…”
“NON È UN PROBLEMA TUO?! PERÒ  NON TI SEI FATTA PROBLEMI A PASSARE DEL TEMPO CON LA MIA FAMIGLIA!” La interrompe l’uomo.
“Allora, è questo il tuo problema?! Il fatto che io abbia passato del tempo con la TUA famiglia? Bastava che lo dicessi subito! Non preoccuparti, Castle, non passerò più del tempo con TUA figlia e TUA madre.” Grida Kate per poi uscire dalla stanza sbattendo la porta in faccia a Castle.
“Kate? Che succede?” Domanda preoccupata Alexis vedendo la donna uscire come una furia dall’ufficio del padre e avendo sentito le urla.
“Chiedi a tuo padre. Jesse, meglio se vieni via con me.” Risponde la detective invitando il ragazzo a seguirla.
“KATE!” La chiama Castle uscendo dall’ufficio.
“Hai già detto abbastanza per oggi, Castle.” Lo zittisce lei uscendo dal loft insieme a Jesse.
“Cosa le hai detto, papà?!” Domanda arrabbiata Alexis.
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“Kate, stasera vuoi proprio far strage di cuori.” Commenta Lanie vedendo il vestito succinto dell’amica.
“Stasera usciremo di qui con talmente tanti uomini da riempire un pullman!” Afferma la detective decisa.
“Qualcuno ha fatto arrabbiare la mia detective.” Dice ridacchiando la dottoressa prendendo sottobraccio l’amica ed entrando nel locale.
“CIAO RAGAZZE!” Le saluta Jack da dietro al bancone.
“Ciao Jack! Stasera Kate è sul piede di guerra. Mi sa che farà una strage.” Scherza Lanie togliendosi la giacca.
“Allora, Jo, tieni gli occhi ben aperti.” Lo avverte il barman.
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Dopo due ore il locale è talmente oberato di gente che Jo è costretto a stare sulla porta a  bloccare le persone.
“Salve Jo!” Lo saluta Castle superando la coda di gente.
“Buona sera signor Castle!” Lo saluta lui facendogli largo per passare.
“Cosa ci fa tutta questa gente fuori?”
“Il locale è troppo pieno non posso più far entrare nessuno.” Spiega il bodyguard lasciandolo entrare.
Castle si fa largo fra la folla di gente raggiungendo a fatica il bancone.
“Buona sera, signor Castle!” Lo saluta Jack.
“Ciao Jack! Hai bisogno di una mano?” Domanda levandosi la giacca e raggiungendo il ragazzo dietro il bancone.
“Ho già un ottimo aiuto, signor Castle. Ma potrebbe tener d’occhio le ragazze. Di solito è Jo che pensa a loro ma stasera c’è troppa gente ed è costretto a stare all’ingresso.” Suggerisce il giovane.
“Certo. Dove sono?” Domanda lo scrittore cercando di individuarle.
Nemmeno il tempo di ricevere una risposta che si sentono grida d’incitamento e Kate viene sollevata da alcuni ragazzi sul bancone. La detective cammina verso Jack con il vassoio vuoto, urlando: “ Tre birre, una bottiglia di champagne e un mojito.”
La detective ignora spudoratamente lo scrittore il quale a bocca aperta sta ammirando le lunghe gambe e il decolté in bella vista.
“Ehi dolcezza!” La chiama un ragazzo appoggiato al bancone accarezzandole un polpaccio.
“Ehi Mike… le mani mi raccomando.” Scherza la detective inginocchiandosi per essere all’altezza dell’uomo.
“BOSS!” Urla Esposito avvicinandosi alla donna.
“Ciao Espo… desideri qualcosa da bere?” Domanda l’amica.
“No, stavo cercando Lanie. Da lassù riesci a vederla?” Chiede il detective.
“Aspetta.” Così dicendo Kate torna in piedi.
La detective individua subito l’amica dall’altra parte della sala.
“LANIE!!!” Urla per attirare la sua attenzione.
In quel momento sente due mani che le accarezzano le cosce.
“Mike! Cosa ti ho detto?!” Afferma Kate abbassando lo sguardo scoprendo che non è il suo amico Mike ma un altro ragazzo molto ubriaco.
A quel punto Castle interviene urlando all’uomo per farsi sentire: “Toglile immediatamente le mani di dosso!”
L’uomo lo ignora completamente restando con le mani sulla donna.
Esposito che è vicino all’individuo lo afferra per il giubbotto trascinandolo verso l’uscita.
“Kate, l’ordinazione che hai richiesto è pronta.” La informa Jack mettendo ai piedi della donna il vassoio pieno.
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Un’ora e mezza dopo la situazione nel locale e all’ingresso è leggermente migliorata permettendo così a Jo di rientrare.
Castle si è rassegnato a dare una mano al barman dato che le due donne non lo vogliono attorno.
Kate prende il microfono salendo sul bancone con Lanie.
“Ragazzi, purtroppo la nostra serata è conclusa.” Annuncia la detective.
Grida di disapprovazione e fischi invadono il locale.
“Ci rivediamo qui martedì sera. Buona serata a tutti. Siete fantastici!” Li saluta la dottoressa prima di spegnere il microfono.
Mentre Kate sta finendo di abbottonarsi la giacca Castle ne approfitta per provare a parlarle.
“Ehi… vuoi che ti riaccompagni a casa?” Si offre lo scrittore.
“No, grazie. Ho già un passaggio.” Risponde Kate senza guardarlo.
“Ascoltami, Kate. Mi dispiace, ok! Non volevo dire quelle cose.” Cerca di scusarsi.
“Tranquillo, Castle. Abbiamo esagero entrambi. Ci vediamo lunedì al distretto.” Afferma per poi andarsene.
Kate e Lanie escono dal locale seguite da quattro/cinque ragazzi sotto lo sguardo attonito dello scrittore.
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TOC… TOC… TOC…
Kate ancora addormentata si rigira nel letto guardando l’ora sulla sveglia: 11.00 A.M.
TOC… TOC… TOC…
Alla porta qualcuno insiste costringendola ad alzarsi.
La detective senza guardare dallo spioncino apre la porta trovandosi davanti Castle con due caffè e un sacchettino in mano.
“Che ci fai qui, Castle?” Domanda assonata appoggiando la testa alla porta.
“Ti ho portato la colazione.” Risponde entrando senza aspettare l’invito della donna.
“Cosa non ti era chiaro della frase: “Ci vediamo lunedì al distretto?”?” Domanda chiudendo la porta seguendo l’uomo in cucina.
“E cosa non ti era chiaro del fatto che ho provato tutta la sera a parlarti?!” Controbatte lui appoggiando le cose sul bancone.
La detective sospira sedendosi su uno sgabello e prendendo una delle due tazze.
“Non potevi farlo lunedì?” Domanda stanca bevendo un sorso della sua droga preferita.
“No. Lunedì usato la scusa che al lavoro non si parla della vita privata. Ormai ti conosco.” Spiega lo scrittore estraendo una ciambella dal secchetto.
“Allora parla! Così poi posso tornare a dormire!” Gli ordina irritata.
“Volevo chiederti scusa per quello che ti ho detto ieri. Alexis mi ha raccontato che l’hai aiutata parecchio durante la mia assenza e ti volevo ringraziare. Sono felice che si sia rivolta a te.” Dice lo scrittore.
“Figurati è stato un piacere.” Risponde Kate strofinandosi gli occhi.
In quel momento il cellulare di Beckett interrompe la loro tranquilla conversazione.
“Dove?” Domanda la detective posando il caffè e alzandosi.
“Ok, arrivo.” Conclude dirigendosi verso la propria camera da letto.
“Abbiamo un omicidio?” Domanda eccitato lo scrittore.
“Si. Cinque minuti e sono pronta.” Risponde Kate.
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Dopo tre giorni fuoco, finalmente martedì riescono a chiudere il caso e ad arrestare il colpevole.
Esposito e Ryan dopo aver portato il colpevole dietro le sbarre raggiungono Beckett, Castle e il capitano in sala riunioni.
“Ora che ci siamo tutti, voglio complimentarvi con tutti voi per l’ottimo lavoro e la rapidità con cui avete risolto il caso. Dato che avete passato le ultime 72 ore dentro queste quattro mura prendetevi il resto della giornata libera e anche domani tutto il giorno. Ci vediamo qui giovedì.” Ordina Montgomery orgoglioso del lavoro della squadra, per poi congedarsi.
“Grazie capitano!” Dicono in coro i detective e lo scrittore.
“Finalmente si dorme!” Afferma Ryan sbadigliando.
“Sei proprio vecchio, bro!” Lo prende in giro Esposito dandogli una pacca sulla spalla.
“Ok, non so voi ma io me ne vado a casa.” Annuncia Beckett appoggiando la tazza vuota sul tavolo.
“Ci vediamo stasera?” Domanda Esposito.
“Certo che si. Anche se rischio di addormentarmi sul bancone.” Confessa la detective stiracchiandosi.
“Non è il caso che salti per stasera?” Domanda preoccupato lo scrittore.
“Castle, ho preso un impegno ed è giusto che lo rispetti e poi ho ancora cinque ore per riposare.”
Risponde lei.
“Tu sei pazza. Io vado a dormire. Buona notte!” Commenta Ryan salutando i colleghi dirigendosi a fatica verso la scrivania per recuperare la giacca.
“A stasera.” Saluta Esposito raggiungendo il collega.
“Ok, io vado!” Afferma Beckett.
“Kate, sul serio dovresti saltare e recuperare le ore di sonno perdute in questi giorni.” Insiste lo seguendola alla scrivania.
Kate fulmina lo scrittore con lo sguardo.
“Ok. Sto zitto.” Si ammutolisce Castle aiutando la donna ad indossare la giacca.
 
  
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