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Autore: miss dark    13/06/2014    1 recensioni
Febbraio 2093. In un mondo sopravvissuto alla crisi del petrolio e alla Terza Guerra Mondiale, retto dal Terzo Governo degli Oligarchi e trasformato in un Sistema dove le persone non sono esseri umani, ma ingranaggi di una macchina informatica, gruppi di Cyber Resistenza tentano di ripristinare l'ordine naturale delle cose e di risvegliare le coscienze assopite della popolazione. Aileen e le sue Mine agiscono nell'oscurità da anni per mettere a punto un piano capace di ridare speranza all'umanità, ma un evento improvviso sembra metterne in pericolo la riuscita.
[Prima classificata al concorso "Distopia" indetto da BabyJenks sul forum di EFP]
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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17 Febbraio - Server Sud
 
Capitolo nono
 


 
Richard era un uomo di sessantadue anni, nato in quella che si poteva ancora chiamare Inghilterra e cresciuto a pane e patate. Non aveva memoria della madre, morta per il crollo di un edificio: si era sgretolato all'improvviso, come molti altri in quel periodo di miseria, e lei aveva avuto la maledetta  sfortuna di essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Il piccolo era quindi stato allevato dal padre e dal fratello, inutile descrivere la difficoltà dei rapporti instauratisi tra tre uomini in un periodo che li costringeva in casa per la mancanza di qualunque impiego o passatempo. Appena compiuti diciassette anni, Richard aveva fatto domanda d'iscrizione all'Accademia per divenire Assistenti dei Server ed era stato accettato senza ripensamenti, vista la sua acuta intelligenza: se riusciremo a piegarla a nostro favore, sarà un Assistente prezioso, avevano probabilmente pensato gli Oligarchi. Tuttavia, vista la novità del progetto e la fiducia di quel Primo Governo nella benevolenza del popolo, non avevano mai avuto cura di verificare se i loro obiettivi fossero stati raggiunti o meno.
Richard, in realtà, non si era mai schierato apertamente nè contro il Sistema, nè a suo favore; in gioventù aveva catalizzato la propria rabbia contro il padre e invecchiando aveva smesso di pensare anche a lui. Certo era che la sua mente brillante non amava essere sottomessa ad un lavoro così ripetitivo e, dal suo punto di vista, poco stimolante, e non apprezzava nemmeno di rimanere imprigionata in una cella dove gli unici spunti di riflessione provenissero dai notiziari dell'Oligarchia.
Lui aveva spesso sognato di diventare un Oligarca, perché spesso si era fermato a pensare su cos'avrebbe fatto lui se avesse avuto il potere: non avrebbe distrutto l'ordine esistente delle cose, certamente lo avrebbe cambiato. A volte si era pentito di aver intrapreso quella strada, avrebbe tanto voluto avere qualche contatto con il mondo esterno, con altre persone, ma purtroppo chi entra nel Server è destinato a rimanervi, glielo avevano insegnato bene. Ciò che più avrebbe desiderato era confrontare le proprie idee con quelle di altre persone, ma nessuno degli Assistenti si era mai dimostrato all'altezza delle sue aspettative.
Con l'avanzare dell'età la situazione non era cambiata di molto, la sua mente era sempre rimasta attiva, ma Richard aveva imparato a tenere per sé le proprie opinioni e anche a discuterle con se stesso. Come un vero e proprio filosofo costruiva tesi e le smontava accuratamente, per poi metterne altre alla prova in una catena infinita di idee e delle loro gemelle contrarie. Se fosse nato al tempo giusto, avrebbe fatto impallidire un Platone o un Aristotele. Lui, fortunatamente o sfortunatamente, non aveva mai studiato chi fossero questi personaggi e non era consapevole del rischio che avrebbe corso se qualcuno fosse mai venuto a conoscenza di quelli che lui chiamava sconclusionati pensieri.
Quel mattino del 17 Febbraio anche la sua sveglia era suonata alle sei e trenta e anche lui aveva fatto un po' di fatica ad alzarsi dal letto.
Stava facendo colazione quando udì un rumore improvviso al di là della porta e vide una serie di fogli spuntare dalla fessura tra il metallo e il pavimento. Inizialmente pensò di restituirlo a chi l'aveva perso, evidentemente cadendo davanti alla sua porta, ma quando socchiuse l'uscio e si affacciò per scoprire chi fosse, vide allontanarsi una donna piuttosto anziana, trascinata da un Sorvegliante.
Rientrò immediatamente nella propria stanza ed ebbe come l'impressione che quei fogli non fossero scivolati accidentalmente sul suo pavimento. Si guardò attorno, come se avesse paura che qualcuno lo stesse spiando e poi, con le mani che tremavano per l'agitazione, diede un'occhiata a quei pezzi di carta. Se ne pentì subito dopo averlo fatto.
Lavorava con i computer da ormai quarantaquattro anni e non aveva bisogno di nessuno che gli spiegasse cosa fossero degli schemi di quel genere, ne vedeva a migliaia sulla sua scrivania ogni mattina, ordini di inserire o di cancellare dati, di creare sottosezioni all'interno del Server, di costruire firewall e cose simili.
Gli schemi che reggeva tra le mani, però, indicavano esattamente come fare il contrario, come distruggere il Server, demolendolo sezione dopo sezione.
Rabbrividì.
Chi aveva potuto partorire un'idea così sbagliata e così... complessa?
Ripensò alla scena vista in corridoio. Quella donna aveva un volto familiare, dove l'aveva vista prima? Sicuramente era un'Assistente, altrimenti non sarebbe neanche entrata nel loro dormitorio, eppure Richard aveva l'impressione di non averla vista solo accidentalmente per i corridoi. Si sforzò di ricordare, ma l'agitazione glielo impediva.
Gettò un'altra occhiata a quei fogli incredulo e spaventato allo stesso tempo.
Chiunque fosse, quella donna aveva voluto sbarazzarsene, perché sapeva benissimo quanto fossero pericolosi, e ora era lui a tenere in mano il biglietto di sola andata per la Prigione Informatica.
Si sentì mancare ed andò a sedersi al tavolo della cucina.
La prima idea utile che riuscì a formulare fu quella di disfarsi di quei fogli esattamente come aveva fatto quella donna. Ma quando si alzò per andare a bruciarli, un'altra idea spuntò nella sua mente, un'idea perversa, quasi malvagia, che avrebbe dovuto spaventarlo e che invece lo eccitava. Forse quella donna aveva scelto di passare quei fogli a lui, forse aveva pensato che lui, in tutto il Server, fosse l'unico in grado di portare avanti il suo piano e, in effetto, per lui sarebbe stato un giochetto da ragazzi.
Tentare, significa rischiare la vita, sicuramente ti scopriranno, diceva una parte di lui. Sei troppo intelligente perché ti scoprano, suggeriva l'altra.
Richard sentì la fronte imperlata di sudore e cercò di fare un lungo respiro.
Forse era tutto un sogno e lui presto si sarebbe svegliato.
Sfogliò nuovamente gli schemi, come se potesse trovarci scritto sopra cosa dovesse fare, ed effettivamente, in fondo ad una delle pagine, una grafia insicura aveva tracciato qualche riga: Ti chiedo scusa per averti coinvolto in questa storia, ma non posso mandare all'aria due anni di lavoro. Mi chiamo Yvonne Maquis, faccio parte di un gruppo di Cyber Resistenza e se ti dico queste cose è perché ho deciso di fidarmi di te, ti prego non deludermi. Se accetterai di prendere il mio posto, impara a memoria questi schemi e poi bruciali. Contatta Aleksej Sokolov, del Server Nord. Lui ti dirà cosa fare. Altrimenti bruciali e dimenticati di questa faccenda. Sei la nostra speranza.
Sotto c'erano una serie di numeri e lettere, delle coordinate per connettersi ad un Darknet[1].
Richard improvvisamente ricordò di aver parlato con quella certa Yvonne qualche volta durante le riunioni di aggiornamento degli Assistenti. Ricordò di aver pensato che in gioventù doveva essere stata molto bella, a giudicare dagli occhi e dai lineamenti ancora dolci del visto. Ricordò anche di aver avuto paura delle sue parole, troppo ardire, a suo giudizio, per essere pronunciate in una sala piena di Sorveglianti.
Ora che stringeva in mano i suoi schemi, però, invece di provare paura, sentiva una profonda ammirazione per quella donna. Doveva avere settant'anni o giù di lì, forse la stavano portando dal Magistro per comunicarle del suo pensionamento, eppure i modi del Sorvegliante suggerivano qualcosa di più grave.
Sei la nostra speranza. Nostra? Chi erano queste persone di cui lui non aveva mai nemmeno avuto sentore? Sicuramente era implicato anche quell'Aleksej e si sentì leggermente fiero del proprio intuito, che non aveva percepito alcun elemento della Cyber Resistenza attorno a lui, ma che lo aveva fatto sospettare di quel ragazzetto dal fare sbruffone e un po' sbrigativo.
Tutti, nel Server Sud, conoscevano Aleksej. Era stato uno dei loro insegnanti durante una riunione di aggiornamento di qualche anno prima. Era raro che fossero gli Assistenti stessi a tenere quelle lezioni, ma il Magistro aveva deciso di fare uno strappo alla regola in quell'occasione: Aleksej aveva messo a punto un nuovo sistema di firewall, ovvero di protezione al Server, che avrebbe impedito a chiunque di penetrare nel Sistema Virtuale.
Richard collegò i vari elementi del puzzle e rimase di stucco: come avevano fatto a persuadere gli Oligarchi? Come aveva potuto un manipolo di quante? venti, trenta persone al massimo, mettere a punto un piano così acuto?
E come avevano fatto gli Oligarchi ad essere così ciechi?
Avevano ordinato a tutti gli Assistenti di apportare le modifiche di Aleksej ai firewall di ogni sezione del Server, questo significava che quei sovversivi avevano in mano la chiave per entrare nel Sistema e per danneggiarlo profondamente.
Riguardò gli schemi che teneva ancora in mano, in una presa quasi ferrea, dettata dalla profonda tensione, e tutto gli fu più chiaro, limpido come il sole che non smetteva di illuminare quelle lande desolate.
Capì di tenere in mano il cuore della missione di quei ribelli ed iniziò a sudare freddo.
Ogni briciolo di ammirazione per quelle persone fu sovrastato da un sentimento di crescente panico.
 
 
 
 
 





 
[1] Una rete privata invisibile a chi non ne conosce le coordinate o non è invitato dal gestore stesso della rete. Esistono ai nostri tempi (2014) e ai tempi della storia (2093) ne è stata vietata la creazione durante il Secondo Governo degli Oligarchi. É il metodo di contatto più rischioso.
  
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