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Autore: MM_White    13/06/2014    2 recensioni
Ci sono due stanze, al sesto piano del Grand Hotel di Cannes. Nella 607 c'è Jennifer, bellissima e annoiata. Nella 620 Josh rimpiange la propria timidezza e ricorda momenti passati con lei. Si cercheranno, si scontreranno, si confronteranno. Cos'è Josh per Jen? Prima estraneo, poi semplice conoscente, dopo ancora collega e per finire amico. O amante.
Dalla storia: "- Non voglio che qualcosa cambi tra noi.
- Doveva succedere prima o poi. Tu stai per sposarti Jen, e io...
- Tu?
- Bhè, io sono tuo amico ma rimango pur sempre un uomo. Non puoi stringerti a me in quel modo, non puoi dormire nel mio letto, non puoi... Dio ma perchè non riesci a capire?
- Potrebbe succedere qualcosa di cui poi potremmo pentirci, è questo che vuoi dire giusto?"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa vicenda è accaduta al St Martins Lane di Londra, nella Stanza 1082.

Era l'ultima sera che il cast di Hunger Games, o anche solo parte di esso,
avrebbe soggiornato nello stesso Hotel per la promozione del film che avrebbe messo la parola fine all'acclamata saga.

Venti giorni dopo, l'attrice premio Oscar Jennifer Lawrence, sposò Nicholas Hoult, anticipando le nozze di ben due mesi.

L'improvvisa variazione di programma fu vista da qualcuno come uno stratagemma per confondere i paparazzi. Altri l'attribuirono alla stravaganza dell'attrice.

Ma nessuno, in realtà, ne ha mai saputo il vero motivo.

Neanche lo stesso Nicholas.

 

 




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3. Room 1082

 

 

 


Si sentiva strana. Una sensazione di ansia le aveva attanagliato lo stomaco. Le turbinavano in testa mille pensieri e non riusciva a prendere sonno. La cena con tutti i membri del cast, l'ultima cena ufficiale, le aveva provocato un senso si tristezza e nostalgia. Perfino a lei era scappata qualche lacrima. E se piangeva Jennifer Lawrence, allora il cast aveva che da preoccuparsi. Avevano perso il loro giullare di corte. L'attrice giovane e spavalda che divertiva tutti con le sue buffonate. Ma quella sera, per quanto si sforzasse, Jennifer non riusciva proprio a ridere. Josh aveva incominciato ad evitarla sempre di più, ad alzare man mano una barriera fra di loro. Sul set, durante le scene in cui interpretava un sofferente Peeta depistato da Capitol City, lo avevano osannato tutti per le sue doti recitative. «Magnifico, Josh! Sembri essere stato depistato sul serio!», «Gary riguarda questa scena! Guarda la sua espressione mentre finge di odiare Jennifer con tutto se stesso! Caspita se recita divinamente, perchè noi sappiamo bennissimo quanto in realtà l'adori!»

Durante le riprese, Jennifer se lo chiedeva spesso. Recita oppure mi odia realmente? Avrebbe voluto chiederglielo: tu mi odi Josh. Vero o falso? Le avrebbe risposto? Ovviamente no. Ormai quando gli chiedeva qualcosa lui non le rispondeva più. Si limitava ad alzare le spalle e a voltarsi dall'altra parte. Nonostante in pubblico fingesse di parlarle e di sorriderle come aveva sempre fatto, se ne accorsero tutti. No, Josh non recitava divinamente. Sul set Josh esprime ciò che ha davvero nel cuore, ciò che prova realmente.

Sembra odiarmi perchè la verità è che mi odia davvero.

Ma allora, se le cose stanno così, quando durante i primi due film sembrava amarmi, mi amava sul serio?

Dopo quella notte, dopo quel bacio nella sua stanza al Grand Hotel di Cannes, Josh era cambiato. Se ne accorse quando iniziarono a recitare le ultime scene romantiche sul set di Hunger Games. «Più passione Josh, più sentimento!» Lo incitava Gary mentre si baciavano. «Sei innamorato di Katniss, santo cielo! Inammorato pazzo!»

Ma non era più così. Peeta non amava più Katniss perchè Josh non amava più Jennifer.

Allora mi amava, mi amava davvero.

Ed io l'ho rifiutato, cacciato, respinto...

Chissà quanto coraggio gli ci è voluto per venire da me quella notte.

Chissà da quanto tempo si tormentava e si struggeva al pensiero che non ero sua ma di...

Nicholas.

Quella sera non riusciva a prendere sonno. Pensava, pensava, pensava. Ma questi pensieri non avevano mai riguardato Nicholas. Questo cosa poteva significare? Non lo sapeva ma non era in grado di pensare ad altri se non a Josh. Era una donna terribile? Forse no, ma lei non riusciva a non sentirsi così.

- Sento che potrei impazzire! - Gridò rotolandosi sul materasso con le mani fra i capelli. - Basta, ora o mai più Jen!

Si alzò dal letto e uscì dalla sua camera.

 

 

Josh la guardava con aria seccata. La porta socchiusa per non farla entrare. Sul legno un numero dorato, 1082.

- Jen, senti non è il momento...

Jennifer ne aveva abbastanza di quella freddezza. Si era stufata dei sorrisi non ricambiati, degli abbracci non dati, delle parole non dette. Le mancava Josh, il suo Josh. Ecco, lo aveva ammesso finalmente. Non le importava più niente di Nicholas, del matrimonio, di ciò che avrebbe detto la gente. Voleva riavere Josh, scherzare, ridere, dormire con lui come facevano una volta. Era stata amata e non era riuscita a ricambiare. Ma adesso si sentiva finalmente pronta. Non sapeva se il sentimento che stesse provando fosse amore, ma era sicura che gli si avvicinava moltissimo. Lo spinse nella stanza.

- Devo parlarti Josh, è importante.

Ma mentre lo diceva si accorse della ragazza stesa nel letto che si copriva con le lenzuola. Aveva le spalle nude e Jennifer ci impiegò poco a intuire che le spalle non fossero le uniche parti scoperte del suo corpo. Balbettò incredula qualcosa e uscì di corsa.

- Jen! - Josh la seguì senza neanche richiudere la porta. - Aspetta!

Quando la raggiunse, Josh le strinse un polso, bloccandola. Il corridoio era deserto e silenzioso. Jennifer si voltò, mostrando gli occhi lucidi.

- Che schifo stai combinando, Josh... - Disse in un sussurro. Josh le rivolse un ghigno. Dove era finito il suo sorriso dolce e gentile?

- Sbaglio, o questa è una scenata di gelosia?

La ragazza voltò lo sguardo, senza rispondere.

- Una fan, Josh... - Sussurrò lei, con una punta di asprezza. - Ti sei portato a letto una fan. Non l'avevi mai fatto.

- Non sembra che a lei dispiaccia...

Josh le lasciò il polso, leggermente infastidito e colpito nel vivo. A quella reazione Jennifer accennò un sorriso sarcastico. - E devo dire che mi somiglia parecchio!

- Sei la solita egocentrica, - Disse Josh stizzito, - scendi dal piedistallo, dolcezza.

Dopodichè si voltò e si incamminò per il corridoio.

- E adesso dove vai?

- Che domande, torno da lei! Non posso lasciarla a metà.

- A metà per cos... - Jennifer si bloccò, pensierosa. Lo scacciò con una mano e si voltò anche lei per raggiungere la sua stanza. - Oh al diavolo, Josh! Al diavolo tu, quella ragazza e... Al diavolo tutto!

Josh si girò di nuovo in direzione di Jennifer.

- Che cosa pretendevi Jen, che ti avrei aspettato per tutta la vita?

Jennifer si fermò. - No, non lo pretendevo Josh. Ma per un attimo l'ho sperato. - Disse senza voltarsi per poi riprendere a camminare.

 

 

- Che spettacolo stanotte! - La ragazza, seduta sul letto con solo le lenzuola a coprirla, si portò le mani al viso per accendersi una sigaretta. - Anche se, ad un certo punto, ho avuto una crisi d'identità. Non ricordavo, infatti, di chiamarmi Jen.

Josh le dava le spalle. Era in piedi davanti allo specchio a muro, intento a sistemarsi le maniche della camicia bianca ancora sbottonata sul davanti. Oltre alla camicia, indossava solo un paio di boxer neri aderenti. - Non ti ho chiamato Jen.

- Oooh, si che l'hai fatto! Hai sospirato il suo nome una decina di volte... - Alzò il capo e tirò fuori una nuvoletta di fumo. - Jen, Jen, Jeeeen!

Sorrise e prese il posacenere dal comodino. - Devo dire che non hai tutti i torti. In tv è divina ma dal vivo è... wow! Non avrei mai sperato di vedere Jennifer Lawrence da così vicino. Avrei voluto stringerle la mano ma... Ecco... Forse non sarebbe stato opportuno, date le circostanze...

- Smettila di parlare di lei... - L'ammonì, infastidito dal suo atteggiamento euforico. Finì di abbottonarsi la camicia e si appoggiò al bordo del letto per infilarsi i pantaloni color kaki.

- Scommetto che non ricordi neanche il mio nome ma fa niente.

- Cosa vuoi che mi interessi come ti chiami?

La ragazza scoppiò in una risata. - Sai, nelle interviste sembri meno stronzo!

- Hai... - Josh lasciò perdere i pantaloni e la fissò, lasciandola interdetta. - Hai 26 anni. Sei francese ma vivi a Londra da otto mesi. Sei laureata in Lingue alla Sorbonne e attualmente cerchi un'occupazione che non sia commessa in un negozio d'abiti. Hai un fratello più grande, Félix, e una nipotina. La chiamate Emelie anche se in realtà il suo vero nome è Eméline. Pratichi tennis a livello agonistico e adori ascoltare Edith Piaf mentre cucini. Hai tre sogni. Il primo, aprire un maneggio e organizzare corsi di ippoterapia gratuita per bambini e ragazzi disabili, ti piace definirlo un sogno nel cassetto. Gli altri due sono invece più egoistici e li definisci i «sogni nel letto». Uno di questi, andare a letto con Josh Hutcherson, l'hai realizzato stanotte. Ti rimane l'altro, andare a letto con Robert Downey Jr. Se fai in tempo e prendi un aereo potresti realizzare anche questo, so che rimane nella sua residenza a Los Angel fino a fine mese. Se vuoi posso chiamarlo e raccomandarti.

La ragazza sospirò e spense la sigaretta. Sul volto aveva un'espressione divertita. - Lo ripeto, nelle interviste sembri meno stronzo! - Ricambiò lo sguardo. - Ma non te ne faccio una colpa, sai? Sei incazzato e lo capisco. Non avresti voluto che lei ti vedesse con me...

Josh ebbe un sussulto. Il suo sguardo cadde sui zigomi alti e rosei della ragazza, sui suoi occhi celesti e i capelli scuri che le cadevano morbidi sulle spalle. «È vero,» pensò con una certa malinconia, «le assomiglia. Le assomiglia terribilmente».

- Senti... - Iniziò a dire spazientito.

- Sì, okei, okei. Ho capito. - Spostò il lenzuolo lasciandosi guardare nuda e scese dal letto. - Me ne vado da sola non c'è bisogno che me lo dica tu.

Si chinò per raccogliere gli abiti sparsi per terra e si infilò gli slip bianchi. Josh rimase seduto a guardarla. Era bellissima e intelligente. Brutta accoppiata quando si tratta di donne. E poi aveva anche ragione. Era uno stronzo. Era andato a letto con una fan, aveva visto piangere Jen e non l'aveva consolata. Non si era mai comportato così con le ragazze. Non si era mai comportato così con Jennifer.

- Sono davvero uno stronzo? - Chiese dispiaciuto.

- Nel tuo caso non è grave. - La ragazza gli rivolse uno sguardo e si accese un'altra sigaretta. Oltre alla roba intima, adesso indossava solo una canotta bianca di pizzo. - Josh Hutcherson è un gentiluomo e il tuo essere stronzo credo sia un fatto momentaneo, o almeno lo spero.

Cacciò il fumo con disinvoltura, poi sorrise e si grattò la nuca. La pausa dette a Josh il tempo di riflettere. - Vorrei chiederti scusa.

- Sei innamorato, Josh - Replicò lei. - E quando si è innamorati si cambia, si diventa qualcun altro e a volte non riesci a riconoscerti neanche quando ti guardi allo specchio. Non vorresti fare del male a nessuno, ma la verità è che, quando ci si innamora, si ferisce soprattutto chi non vorresti.

Termnò di vestirsi e scrisse qualcosa sullo specchio con il rossetto rosso. Aprì la porta e si rivolse nuovamente a Josh. - È il mio numero. Nel caso ti trovassi nei pressi di Londra e Jen non te l'abbia ancora data. - Ridacchiò. - Au revoir, Josh. C'était la meilleure nuit de ma vie.

Gli rivolse un occhiolino e uscì. Ma prima di chiudere la porta dietro di sè riuscì a sentire Josh che le sussurrava: «Au revoir... Valérie» e sorrise compiaciuta.

 

 

Sulla guancia di Jennifer cadde una lacrima calda. Sdraiata sul copriletto, con lo sguardo perso nel vuoto, ripensava a Josh e alle sue parole sprezzanti. Non aveva dormito per tutta la notte e adesso le flebili luci del mattino rivelavano il suo aspetto sciupato.

Com'è stato possibile? In che modo, un sentimento d'amore talmente forte, si è trasformato in odio e disprezzo?

Si girò su un fianco. Avvertiva un forte mal di testa e lo stomaco chiuso. Aveva aspettato troppo, aveva dato fiducia ai sentimenti di Josh. Era stata fortemente convinta che lui non l'avrebbe mai abbandonata, che l'avrebbe amata per l'eternità.

Scendi dal piedistallo, dolcezza.

Si mise a sedere e afferrò l'iphone, componendo il numero di Stephie. Se lo portò all'orecchio, in attesa che rispondessero dall'altro capo del telefono. Il suo corpo era una figura nera in controluce e nella stanza si udiva solo l'eco della sua voce.

- Devo chiederti un favore. - Disse mestamente.

- Buongiorno, Jen.

Jennifer rimase in silenzio, cercando di trattenere le lacrime.

- Ehy, - disse la donna con apprensione. - Ehy, che succede cara?

- Niente, è solo che adesso avrei bisogno di tutta la tua bravura come wedding planner.

Stephie rimase in silenzio per qualche secondo. - Si tratta di una crisi pre-matrimoniale? È una cosa normalissima, Jen. Succede quasi sempre che le future spose abbiano paura di arrivare all'altare e rispondere di sì.

- Non si tratta di questo, Steph. - Adesso la voce di Jennifer era poco più che un sussurro. - Voglio anticipare il matrimonio.

- Cooosa? - Jennifer avvertì chiaramente l'agitazione nella voce della donna. - No, no, Jennifer. No! Ti prego! D-di quanti giorni vorresti anticiparla?

- Vorrei sposarmi il più presto possibile, oggi pomeriggio sarebbe l'ideale.

Stephanie scoppiò in una risata isterica. - Impossibile. Non potrei farlo neanche se me lo chiedesse Jennifer Lawrence in persona.

La ragazza abbozzò un sorriso. - Te lo sta chiedendo, Jennifer Lawrence in persona.

- I tavoli, la sala, la musica, l'abito, il trucco... gli invitati! No, no, no, tesoro mio! Sarebbe un'impresa impossibile!

- Fai un piccolo tentativo. Ti scongiuro Steph.

Dall'altro capo del telefono si udì un lungo e lento sospiro.

- E va bene cara. Vedrò cosa posso fare. Non ti prometto niente però eh?

- Grazie Steph, sei la migliore. - Jennifer sorrise mestamente. - Grazie, grazie, grazie!

- A proposito, - iniziò Stephanie. - Sbaglio o mi sembra proprio che dovrò avvisare anche Nicholas?

La ragazza ebbe un sussulto. Nicholas.

- No, sarà meglio che lo avvisi io.

- Jennifer te lo chiedo un'altra volta: è successo qualcosa?

- No Stephanie non preoccuparti. Grazie ancora.

- Sta bene, cara. Se hai bisogno di qualcos'altro che non sia sconvolgermi il lavoro, io sono qui. A presto.

- Buon lavoro. - Disse Jennifer ridacchiando.

- Miserabile! - Rispose la donna con finta aria di rimprovero.

 

 

Gettò l'iphon sul comodino e si lasciò cadere sul letto. Pianse ancora, sperando che sposando Nicholas avrebbe dimenticato Josh.

Ma non accadde nè il giorno del matrimonio, nè quello dopo e neanche quello dopo ancora. Fu così che in cuor suo Jennifer capii come stavano realmente le cose. Fu così che capii che per placare i sentimenti che provava per Josh non avrebbe dovuto soffoccarli con un matrimonio, ma assecondarli, sostenerli, accompagnarli. Avrebbe dovuto incoraggiarli senza vergogna così come aveva provato a fare Josh. Ma adesso era troppo tardi.

 

 

 


L'autrice informa: Il prossimo capitolo, sperando di poter aggiornare il più presto possibile (lavoro infame!!!), sarà l'ultimo. Per la gioia di molti e il dolore di pochi. Ah, mi sono invaghita così tanto di questi due tipi qui, che credo che non sarà l'ultima Joshifer. Contente? Se sì, battete un colpo! Grazie a chi sta seguendo, lasciando una recensione, fangirlando su questa fanfic!

♡ Emmemme ♡

   
 
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