La mattina seguente si
svegliò con i primi raggi del sole e con il cuore che batteva a mille. La
sveglia non aveva suonato ma di sicuro era ancora in tempo. Sua madre la aiutò
a fare le valigie. Ne riempirono ben quattro, con tutti i vestiti, gli accessori,
un po’ di cibo (messo dal padre per paura che non la nutrissero neppure),
giochi per passare il tempo e un po’ di libri di scuola, per non rimanere
indietro.
Mentre Taysa
stava per mettere il proprio libro di storia dentro la valigia, la mano le si fermò a mezz’aria. Automaticamente sfogliò il libro e
rilesse attentamente il paragrafo dedicato alla famiglia Zaoldyeck.
“La famiglia Zaoldyeck abita nella reggia, posta sul Monte Kukuru, nella repubblica di Padokia,
nella regione di Dentora. Si dice che su quel vulcano
spento, alto 3772 metri, circondato da un’immensa foresta, si nasconda il loro
castello ma nessuno l’ha mai visto. Gli attuali membri della famiglia Zaoldyeck sono: il bisnonno, il nonno, la nonna, il padre,
la madre e i loro 5 figli. Tutti i componenti sono
famosi e temutissimi mercenari.”
Le altre informazioni
riguardavano la porta principale, poiché all’interno non c’era mai stato
nessuno… perlomeno nessuno che fosse tornato indietro a raccontarlo!
Con aria sofferente mise il
libro in valigia e la chiuse. Fissò per un poco le quattro valigie e andò
subito in sala dove i suoi genitori la aspettavano. Si accoccolò fra le braccia
della madre e si fece coccolare per due ore buone. Parlò con il padre e coccolò
anche il fratellino. Fu proprio mentre stava parlando con lui che suonarono
alla porta. Appena sentì il trillo, Taysa balzò in piedi col cuore in gola. Si fiondò in bagno,
si pettinò i capelli e si ripeté un po’ di norme di cortesia. Si ripresentò in
corridoio con i battiti cardiaci nelle orecchie e il sangue che le ribolliva
nelle vene. Proprio per tutto il rumore e la confusione che aveva in testa non
sentì una parola. Solo alcuni mozziconi di frasi
riuscì a captare.
-Ricordati di lavarti i
denti.-
-… non aver paura…-
-Ti verremo a trovare.-
-Buona fortuna.-
Dopo mille abbracci e
singhiozzi Taysa dovette
uscire dalla propria casa… per sempre.
Davanti a lei stava un uomo
sui quarant’anni, con un colorito pallidissimo in
faccia. Faceva davvero spavento! Taysa cercò di stare
in posizione eretta, disse grazie e prego tutto il
tempo. Salì su una macchina enorme, nera. Si sedette sui sedili di dietro e con
un rombo la macchina partì.
Dopo qualche minuto Taysa si distese e rilassò i muscoli, tesi per la tensione.
La macchina era così grande che la strada che sfrecciava non faceva
alcun rumore. I sedili in pelle nera erano veramente
scomodi. Tutto quel silenzio era più rumoroso di una banda di jazz. L’autista
non parlava e Taysa si sentì meno terrorizzata. Dopo
qualche minuto una voce gracchiante salì da una specie di radiolina.
-Avete caricato la bambina?-
Finalmente Taysa sentì la voce dell’autista.
-Sì.-
Detto ciò non fiatò più. La
città si allontanava e, stranamente, la curiosità cominciò a farsi spazio tra
la paura. Non aveva voglia di pensare a nulla, soprattutto ai suoi genitori o
si sarebbe rimessa a tremare. Gli alberi passavano in
fretta fino a che non si diradarono del tutto. Davanti a loro stava un’enorme
porta decorata con statue di draghi. In fretta e furia Taysa
riuscì a riprendersi il suo libro di storia e andò alla pagina dove stava la
foto della porta d’ingresso. Con l’evidenziatore, molto prima, aveva sottolineato la frase: “nessuno l’ha mai visto.” e rifletté… forse lei poteva essere la prima persona al
mondo che avesse visto l’interno del palazzo! Ora era completamente eccitata
all’idea di vedere dentro. L’autista fermò la limousine e andò a parlare con un
custode che stava lì. Non capì bene cosa successe ma vide che il grosso portone
si apriva lentamente e rumorosamente. Doveva essere davvero pesante perché
lasciava profondi solchi per terra.
L’autista risalì e
ripartirono. Taysa, sta volta, voleva a tutti i costi
concentrarsi bene e guardare attentamente tutto ciò che vedeva. Se un giorno sarebbe riuscita ad uscire da quella reggia avrebbe
raccontato tutto alle sue amiche e forse sarebbe addirittura finita sui
giornali e in TV. A quell’idea il cuore le batteva forte e le mani le sudavano
dall’emozione.
Appiccicò il naso al
finestrino e guardò attentamente.
Abbiamo superato la porta…
Uh, che bella foresta… quanti alberi…
Non si riesce a vedere attraverso la vegetazione…
Uffa, che noia… ci sono solo alberi, alberi, alberi e
ancora alberi!
Quand’è che arriviamo?
Ma è tutto loro questo posto? Certo lo
vorrei io un giardino così grande.
Mi immagino che pena per la madre quando i
bambini le chiederanno: “Mamma, posso andare a giocare in cortile?”
E lei: “Sì, certo, ma quale parte? Quella a nord? A
sud? Mi raccomando portati la bussola, caro, e anche la cartina geografica del
giardino!”
-Ah, ah, ah!-
“Mettiti l’anti-puntura per gli insetti e ricordati di
non allontanarti troppo!”
Che spasso! Per lei sicuramente no perché
sarà sempre in pensiero per loro! Poi la regina ne ha addirittura cinque di
figli!
Dovrebbe installare loro un detector o appiccicargli
una micro-spia alla maglia.
Chissà se potrò giocare anch’io qui intorno?
Il libro di storia non dice quanti anni hanno i figli…
Però ieri ho sentito quel signore dire che
potevo andare bene al minore… mah, vedremo.
Uff, continuo ad annoiarmi. Facciamo uno
dei giochi che mi sono portata dietro.
Taysa aprì una valigia e ne trasse fuori un gioco
elettronico. Cominciò a pigiare i tasti e fu subito calamitata dallo schermo
digitale. Per un attimo pensò che forse era sgarbato
giocare in auto, ma dopotutto non poteva mica morire di noia!
Un brontolio sordo la
distrasse. Solo allora si accorse di avere una fame da lupi. Subito si
abbracciò la pancia ed arrossì completamente.
-Mi scusi.-
Come previsto l’autista non
rispose ma le indicò uno sportellino situato nel sedile della macchina.
-Quale? Questo?-
Con uno scatto riuscì ad
aprirlo e dentro ci trovò due merendine e qualche caramella.
-Ah, grazie!-
Senza pensarci su le scartò e le mangiò. Cercò di essere il più gentile possibile
mentre mangiava, tenne sempre la bocca chiusa e masticò lentamente. Cercò
soprattutto di non fare briciole. Non volendo disturbare l’autista, né sporcare
la lussuosissima macchina, infilò le cartacce delle merendine nella tasca della
giacca.
Chissà quanti dolciumi avranno i principini.
Dovranno di sicuro prestarmene qualcuno.
Almeno il mio futuro marito. Quel che è suo, ormai è
anche mio! Forse comincia a piacermi la vita di coppia!
Senza che se ne fosse accorta erano già entrati nel Monte Kukuru e stavano sorpassando una coltre nera di nuvole
minacciose. Quando si ricordò di essersi dimenticata di osservare
tutto si arrabbiò con se stessa. Si riattaccò al finestrino e fissò
attentamente ciò che la circondava.
La foresta era finita, ora
stavano entrando nel castello e tutto aveva un’aria tremendamente minacciosa.
L’oscurità invadeva tutto, castello compreso. La paura la assalì nuovamente
poiché quel luogo faceva assai intimorire.
Raccolse le cose che aveva messo in giro per i sedili e le risistemò in valigia
ordinatamente. Ora non rimaneva che aspettare il suo arrivo.
Dopo qualche altro minuto di
viaggio la limousine parcheggiò fuori dal castello. Li
accolse un maggiordomo pallido e silenzioso come l’autista. Il maggiordomo
prese le valigie e l’autista si allontanò con la limousine. Il primo cominciò
ad avviarsi senza dire nulla a Taysa. Doveva andare
con lui? Oppure doveva restare lì? Insomma, nessuno
parlava, accidenti!
E se tutti quelli dentro al castello
fossero così?
Tutti pallidi, pallidi e silenziosi?
Che noia, mamma mia.
Lo sarà di sicuro anche il mio futuro marito.
Voglio tornare a casa.
Taysa piantò i piedi per terra. Voleva farsi rispettare, se
avesse dovuto far qualcosa che almeno qualcuno si degnasse di parlarle. Se il
maggiordomo non le avesse detto niente non si sarebbe
mossa da lì! Sapeva di rischiare molto perché con una famiglia di mercenari non
c’è da scherzare ma non aveva paura di morire. Avrebbe
preferito essere uccisa pur di non stare con quei musoni. Incrociò le braccia
al petto e aspettò. Il maggiordomo si allontanava sempre di più finché non lo
vide sostare. Si voltò con quel suo viso cadaverico e la fissò con quei due
occhietti vispi e incavati che si ritrovava. Taysa
aveva recepito il messaggio… forse era meglio darsi
una mossa!
Si spostarono in varie facce
del castello esterno finché entrarono da una porticina. Si fermarono dopo aver
percorso un corridoio assolutamente normale, senza alcuna decorazione o quadro
come se l’era immaginato. Il maggiordomo la fece
entrare in una stanza e le chiuse la porta in faccia.
MI HANNO CHIUSA DENTRO!
Forse non c’era soluzione che
aspettare. La sala era non troppo spaziosa, per terra stava
un tappeto di velluto rosso e una sedia. Le tende erano molto raffinate ma la
stanza era prevalentemente vuota. Taysa provò ad
aprire la porta (anche se sapeva che non avrebbe tentato di uscire) ma scoprì,
con delusione, che era stata chiusa a chiave. Erano prevenuti! Non poté far
altro che sedersi sulla seggiola ed aspettare.
Dopo circa una decina di
minuti sentì la porta aprirsi. Sta volta, davanti a lei,
stava una donna, una cameriera. Anche lei aveva
tratti molto pallidi ma la sua espressione era dolce.
-Ciao.-
L’aveva salutata!
-C-Ciao…-
-Sarai spaventata, povera
piccola. Mi dici il tuo nome?-
-Il mio… nome? È Taysa, signorina.-
-Bene, Taysa.
Io sono una domestica di questo palazzo e mi occupo soprattutto dei figli della
mia padrona. Sono una tutrice. Ho avuto a che fare con parecchie aspiranti
mogli di questa famiglia e tu non sei neppure la più piccola. La moglie
assegnata più piccola che ho potuto accudire aveva soli sei anni.-
-SEI ANNI… oh, mi scusi.-
-Non ti preoccupare. Per
quindici giorni potremo darci del “tu” poi tu dovrai chiamarmi semplicemente
“domestica” e io ti darò del “voi” chiamandoti “principessina”.-
-Mi sposerò fra quindici
giorni???-
-No, stai tranquilla. Prima
del matrimonio dovranno passare anni, mia cara. Dovrai imparare tutte le regole
di comportamento e molte altre cose. Vieni, ti accompagno
nella tua stanza.-
Con passo spedito sparì
dietro la porta. Beh, almeno questa era meglio!
-Stiamo entrando nel vero e
proprio palazzo. Rimarrai estasiata dalla bellezza di qui.-
-Mi scusi, anche lei… ehm,
anche tu sei un mercenario?-
-Io? Oh, no, no. Io non farei del male ad una mosca, ma se mi farai
arrabbiare potrò darti delle punizioni più o meno
severe. La più severa sarebbe portarti dal Re in persona. Sei un tipo
eccentrico?-
-No… non credo.-
-Lo sospettavo. Hai l’aria di
una bambina tranquilla e penso che non ti darò mai punizioni di
alcun tipo.-
-Hai mai dato punizioni ad un
componente della famiglia?-
-Anni fa sì, poi hanno
cambiato tutore. Ora i figli sono già addestrati per
l’omicidio e gli agguati, quindi li segue un maestro professionista. Io
li ho accuditi tutti e cinque fino all’età di tre anni. Per voi “mogli in erba”
devo pensarci sempre io.-
-Capi… wow!-
Erano entrati nel castello
vero e proprio e lo spettacolo che le si parava
davanti era incomparabile. I muri erano decorati in rosso e
in oro, i soffitti pitturati con disegni maestosi, i quadri raffiguravano
personaggi colti e raffinati. L’unica cosa inquietante era che regnava
l’oscurità. Nessuna luce era accesa e neppure i raggi del sole potevano
filtrare.
A mano a mano che salivano si
scorgevano sempre più domestici che andavano da una parte all’altra ed erano,
come sospettava Taysa, tutti molto tenebrosi, pallidi
e misteriosi.
-Scusa, ma tutti qui avete un aspetto così macabro?-
La domestica si fermò e la
osservò per un poco.
-Davvero? Siamo così
spaventosi per te?-
-Oh… ehm… no, è che siete molto
più pallidi della gente delle nostre parti.-
-Per quanto riguarda il
nostro pallore è perché sul Monte Kukuru non può
filtrare il sole e noi viviamo nelle tenebre dalla mattina alla sera. Per quanto riguarda “le vostre parti”…-
Il suo sguardo si rabbuiò.
-… devi scordarti il tuo
villaggio.-
Eccomi
di nuovo a voi con un nuovo chappy!!! Spero davvero che vi
piaccia anche questo^^
A
proposito: sono stata davvero felice di aver ricevuto qualche commento! Ero
convinta che fosse stato un fiasco totale e invece… RINGRAZIO
DA MORIRE Dragon Girl31 (ihih,
l’idea è sembrata curiosa anche a me e mi sono divertita un mondo a scriverla!
Continua a seguirmi, mi racco!), bily (sono really contenta che ti
piaccia^^) E CHIHIRO (già, già, ora vedrai, non anticipo niente… ù.ù)
PER AVER COMMENTATO E TUTTI QUELLI CHE HANNO SOLO LETTO!!!
Al
prossimo capitolo… ciaoooooo!!!!