Salve a tutti^^. Questa è la mia prima ff su Hunter X Hunter e spero davvero che vi piaccia! Per
prima cosa mi devo scusare per due cose: la prima è che la mia ff non ha dei capitoli quindi se notate che alcuni chappy sono troppo corti o troppo lunghi è semplicemente perché
non riesco a dividerli bene. Scusatemi, scusatemi! La seconda
è un po’ più grave… preparate le mazze e i fucili… ecco, io posso andare su
Internet solo un’ora alla domenica, quindi non posterò
prima di una settimana… PERDOOOONOOOO ç.ç
Ora vi lascio alla lettura!! Yooooooooo
^o^
Buio.
Oscurità.
Sensazione di adrenalina, di
paura.
Le gambe continuano a correre senza fermarsi.
Uno sguardo al di dietro.
Una decina di mostri corrono
dietro me.
Mi prenderanno!
Quattro sagome davanti a me.
Chi sono?
Devo raggiungerle.
Non c’è tempo, devo andare.
Corro senza sentire fatica.
Niente respiro affannato.
Niente stanchezza.
Solo oscurità.
Poi davanti a me una luce.
Vuol dire che mi salverò!
Corro più forte.
La speranza aumenta.
Ce la farò, lo sento.
Le sagome davanti a me avanzano imperterrite.
Incespico e perdo terreno.
No, non posso mollare proprio ora.
La luce è lì, a pochi passi.
Sono fuo… NO!
Dei denti aguzzi calano sulla mia spalla.
Non sgorga sangue.
Non sento dolore.
Solo una fitta al cuore.
Le sagome sono già fuori.
Al salvo.
Io no.
Il mostro mi trascina verso il buio.
Verso le tenebre.
-No… NO, KILLUAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!-
-KILLUA!-
Apre gli occhi di scatto. Li
richiude un secondo dopo, sentendo un’abbagliante luce sugli occhi.
-Sono…. uscita?-
Un’immensa gioia la invade
per poi svanire poco dopo. Appena gli occhi si sono abituati alla luce, li
richiude, osservando le chiazze verdi e rosse che gli si formano sotto le
palpebre. Le osserva svanire e cerca di rincorrerle con le pupille ma scappano
e sono sempre un po’ più avanti dove il suo sguardo cade. Come un attimo prima
stava facendo con le sagome, dentro a quel tunnel. A
proposito, era poi riuscita a salvarsi? Forse… era in Paradiso, poiché era
stata sbranata dai demoni. Solo dopo un po’ si accorse di essere immersa in
qualcosa. Aprì gli occhi e guardò. Era acqua. Semplice acqua. E il suo contenitore era una vasca… la SUA vasca. Finalmente
si decise a guardarsi intorno e notò di essere in una stanza illuminata,
vagamente familiare.
-Il Paradiso? IL MIO BAGNO!-
Era immersa nella vasca del
suo bagno! Ma ora, dov’erano le sagome, i demoni e il
tunnel? Era stato un sogno? No, era impossibile. Poi si ricordò tutto. Era a casa sua e poco prima aveva voluto fare un bel bagno
rilassante… forse TROPPO rilassante! Aveva acceso una stufetta
per riscaldare l’ambiente e si era immersa nella vasca. Solo quando capì
totalmente la situazione si accorse che l’acqua in cui
era immersa era GELATA e l’aria nel bagno era BOLLENTE!
-AH!-
Con un balzo saltò fuori dall’acqua e aprì violentemente la porta del bagno
uscendo a respirare l’aria più gradevole dell’ingresso.
-T-TESORO!-
Quando alzò lo sguardo voleva urlare dalla disperazione.
Nell’ingresso stavano sua madre, suo padre, suo
fratello minore e un signore baffuto, di mezz’età. E
LEI ERA NUDA!
-S-scusate…-
Rientrò nel bagno,
completamente rossa in viso e si vestì in fretta e furia.
-ETCHÌ!!!-
-Salute, tesoro.-
-Grazie.-
-Dunque, incominciamo le presentazioni. Lui è il signor Misitae Kiryo. Lei è nostra
figlia Taysa, ha dodici anni.-
-Mmh… dodici anni ha detto, eh? Potrebbe andar bene per il
minore.-
-Piacere.-
-Piccola, ci dispiace di non
avertelo detto e sappiamo che è una cosa importante e molto, molto delicata.-
La madre della ragazzina si alzò
dal divano e si sedette di fianco alla figlia.
-Sappiamo che sei molto
piccola ancora però… dobbiamo farlo. Noi siamo una delle poche famiglie ricche
in questa regione e, per legge, dobbiamo farlo.-
La figlia aveva già sentito
puzza di guai, così stava rannicchiata in un angolo del divano e ascoltava la
madre fissando il pavimento in attesa della
dichiarazione. Sentiva un nodo in gola e il suo cuore batteva forte. Poche
volte sua madre girava intorno agli argomenti e se lo faceva doveva essere per
forza una cosa grave o dolorosa per lei.
-Hai mai sentito parlare
della famiglia Zaoldyeck? L’avete studiato a scuola?-
Taysa annuì gravemente.
Cosa vogliono farmi?
Mi manderanno là come schiava?
Oppure dovrò sacrificarmi per loro?
In alcuni paesi sacrificano le persone per i propri
dèi.
La famiglia Zaoldyeck può
considerarsi così?
Non lo so.
Ma ho tanta paura.
Forse il mio incubo era un presagio…
Il demone che mi mordeva…
vorranno torturarmi in qualche modo.
A proposito del sogno… ho gridato un nome alla fine…
-Quella è la famiglia più
ricca del paese, ma che dico? della regione. In quella
famiglia si deve scegliere… una moglie per i propri figli, anche se sono ancora
piccoli e questa si sceglie fra le famiglie più ricche del paese.-
Ma qual’era?
Ah, non ricordo…
Vediamo… incominciava con… la F?
No… con la D? Forse!
-So che in una coppia deve
prevalere l’amore e non le regole del paese ma…-
-Signora, si può sbrigare?-
-Sì, mi scusi, ma è una
faccenda delicata per una dodicenne!-
Dartya? No, no, sono ancora lontana.
Doryo? Che schifo,
no!
-In poche parole…-
Doria? Dirsyo? Duriyo?
-… dovrai andare in sposa ad
uno dei figli della famiglia Zaoldyeck!-
-DIRLLUA!!!!-
-…-
Il silenzio calò nella sala.
-COOOOOOOOOOOOOOOSA???????? Che vuol dire questo? Che dovrò
andarmene di casa? Dovrò stare da loro? DOVRÒ SPOSARMI A DODICI ANNI CON UN
TIZIO CHE NON CONOSCO???-
-Tesoro, so che sei
sconvolta, ma porta rispetto alla famiglia Zaoldyeck.
È grazie a lei che possiamo vivere in questa zona.-
-Sì, sì, lo so, LO SO! Ma… ma… mi manderete
davvero là? Non vi servo più? Non mi volete più bene?-
-Scherzi? Certo, che ti
vogliamo bene, tesoro, sei la cosa più preziosa che abbiamo… ma questa è la
legge.-
-La legge?-
Taysa era sconvolta. Per una dodicenne andar via di casa e
sposarsi significavano impegni molto difficili. Di sicuro non sarebbe durata un
giorno senza i suoi adorati genitori.
Andrò a vivere a palazzo…
Non è una bruttissima idea ma…
Non voglio.
NON VOGLIO!
La legge non conta nulla in confronto al bene che si
vuole ad una figlia.
Dovrebbero preferire me che una stupidissima legge!
Taysa se ne andò in camera sua
dove rifletté e guardò e riguardò la sua stanza per cercare di non scordarsela
mai più. Se fosse andata là avrebbe cambiato stanza,
casa, amici… e avrebbe dovuto sposarsi.
Poche ore dopo scese per la
cena e nel corridoio incontrò il suo fratellino minore.
-Ciao. Sei felice che me ne
vado?-
Il fratello la guardò un poco poi rispose convinto.
-Sì!-
Taysa inarcò le sopracciglia.
-Così la casa sarà tutta mia
e io dominerò tutto e tutti.-
-Ah, è così?-
Taysa gli rispose a tono.
-Beh, sai che ti dico? Che io
mi sposerò con uno dei figli della famiglia Zaoldyeck
e diventerò principessa.-
-Non è vero…-
-Sì, che è vero e quando
moriranno i loro genitori diventerò regina di tutta la regione e comanderò su
tutti.-
-Non è
vero, stai dicendo una bugia.-
-Invece è tutto vero. Quando sarò
regina comanderò tutto quanto e comanderò anche questa casa. I nostri genitori
li tratterò bene, mentre a te ti farò pulire le stalle
di corte.-
-NON È VERO CHE COMANDERAI
TUTTI! LO DICO ALLA MAMMA!-
-Diglielo,
tanto è vero!-
Il fratellino zampettò subito
in cucina. A pensarci bene Taysa non aveva mai
pensato a questo lato della faccenda. Dopotutto il suo nome voleva dire proprio
“colonnello”!
Andò in cucina anche lei per
assistere alla scenetta. Il fratello era già arrivato dalla madre, che stava
mescolando chissà cosa in una pentola. Il profumino giunse
subito al naso della nostra “futura reginetta”.
-Mamma, mamma, Taysa ha detto che quando diventerà regina comanderà su
tutta la regione.-
-È vero, tesoro. Sposare un
figlio della famiglia Zaoldyeck significa ricevere un
grande potere.-
Il bimbo guardò la madre e
poi la sorella. Poi prese fiato per prepararsi a
dichiarare una notizia di gran valore.
-Allora sposerò anch’io un
figlio della famiglia Zaoldyeck!-
Taysa e la madre si guardarono… e
scoppiarono in una gigantesca risata liberatoria. Dopo che la madre ebbe ripreso fiato guardò il bimbo dolcemente.
-Purtroppo non si può, per
vari motivi. Per prima cosa tu sei un maschietto e non potrai mai sposare un
altro maschio! Per seconda cosa solo la figlia maggiore di una famiglia può
andare in moglie ad un Zaoldyeck.-
Taysa fece una boccaccia al fratellino che guardò deluso la
madre.
-Però quando diventerai
grande come Taysa forse potremo farti sposare una
delle figlie, che ne dici?-
Al fratellino si illuminarono gli occhi.
-Sì, sì, che bello. Visto Taysa? Anch’io diventerò potente come te!-
Taysa stava per protestare quando vide l’occhiolino della
madre. Però lei sapeva che non sarebbe mai potuto
accadere perché le figlie Zaoldyeck erano più grandi
di lui e poi perché solo gli eredi al trono potevano diventare re. Lo aveva
imparato a scuola.
A cena nessuno fiatava,
finché Taysa riuscì a farsi venire in mente una
domanda sensata.
-Quando
dovrei partire?-
-Domani mattina tardi. Infatti arriverai al castello a mezzogiorno e pranzerai là.-
-Mmh, chissà quante delizie raffinate ed eleganti mi
faranno assaggiare!-
-Ti faranno ingrassare come
un’oca… e poi ti divoreranno per Natale…-
-CARO!-
Il padre di Taysa era molto contrariato che la figlia se ne andasse di casa e prendesse marito. Era contrario fin
dall’inizio, anche se sapeva che non poteva di certo protestare contro la
famiglia reale. Lo avrebbero subito imprigionato o mandato direttamente alla
forca. La famiglia Zaoldyeck era di sicuro una
famiglia potente che governava sulla zona, ma erano anche tutti quanti
mercenari! Esperti in omicidi senza lasciare la minima traccia.
Taysa avrebbe dovuto convivere con loro? Con una famiglia di ASSASSINI???? E se avesse
rifiutato di sposarsi? L’avrebbero di sicuro fatta
fuori. Povera Taysa… che destino
ingrato la aspettava. Certe volte essere ricchi non porta proprio la
felicità.
Taysa sapeva questo. Sapeva tutto. Sapeva che non avrebbe
dovuto essere scortese, che avrebbe dovuto comportarsi in maniera signorile e…
che se anche avesse mosso un passo al di fuori della reggia sarebbe morta fra mille
torture. La piccola si era rinchiusa in casa con un groppo in gola e
singhiozzava dalla paura. Non sarebbe resistita un giorno, se lo sentiva. Se non ammazzata da un componente,
sarebbe morta di dolore e di sofferenza. Probabilmente avrebbe tentato di
scappare già dal primo giorno così l’avrebbe fatta finita e sarebbe
morta subito, senza rimpianti.
Pesanti colpi alla porta
d’ingresso si fecero sentire facendo saltare dallo spavento la Taysa tremolante e singhiozzante.
Oh no, sono loro.
Vogliono portarmi via.
Ma è presto, è sera.
Forse la mamma si è sbagliata a dirmi gli orari.
Mi devo comportare bene.
Non devo piangere.
Non devo avere paura.
Sono forte.
Sono forte.
Si asciugò in fretta le
lacrime e andò in corridoio. Aprì la porta col fiato sospeso e quando vide chi
aveva bussato scoppiò in un pianto liberatorio. Alcuni suoi compagni di classe
erano venuti a trovarla, augurandole una buona permanenza al castello. Taysa cercò di ricomporsi e invitò quella decina di
ragazzine dentro casa sua. Si rifugiarono nella camera da letto dove scoppiò la
baraonda. Migliaia di vocette strillavano e parlavano
tutte in una volta, così da far capire poco e niente alla già abbastanza
confusa Taysa. Quando con un
grido le acquietò, una ragazza dai lunghi capelli corvini ricominciò a parlare.
-Oddio, ma non sei
emozionata? Andrai alla corte regale!-
-Emozionata? Poverina, sono
tutti dei mercenari là dentro! La uccideranno.-
-Ma si sposerà capite? Ma non
con il più figo della scuola… CON UNO DEI PRINCIPINI!
Chissà se saranno carini.-
-Certo che sono carini! Hai
visto le loro foto sui libri di storia?-
-Ma quelli saranno stati i
loro trisavoli, vecchi di cent’anni a dir poco.-
-Ragazze, vi prego, vi prego, un po’ di ordine. Guardate com’è
sconvolta la povera Taysa. Tutte queste
emozioni la stanno corrodendo nel profondo. Come sei
pallida, amica mia, rilassati, andrà tutto bene.-
-Ma… non ne sono sicura…-
-Ma tu sei fortunata, pochi
hanno questo onore!-
-Fortunata? Questa poveretta
sta andando a morire e tu dici “che fortuna”? Prepariamogli una tazza di the,
per farla star meglio.-
-No, ragazze, non vi
disturbate.-
-Taysa, sei la nostra migliore amica e… stai per lasciarci
tutte. È naturale che siamo premurose con te, lasciaci trascorrere questi
attimi con te e farti scordare, almeno per un poco, tutte le
tue insicurezze.-
Taysa annuì tristemente. Era vero. Un’altra sofferenza che
stava per dimenticare: doveva lasciare tutti i suoi parenti, i suoi amici…
tutto! La vita era proprio ingiusta con lei.
Passarono ore e ore a
parlare, a ridacchiare e a sorseggiare quel buon the, ma sembrava che nulla
riuscisse a far star meglio la ragazza. Arrivò così il momento di lasciarle e
furono consumate molte altre lacrime. Il cuore di Taysa
ora era proprio al limite. Si sarebbe
suicidata pur di non soffrire mai più così.
La notte dormì come un sasso,
senza pensieri, né sogni che poté ricordare. Nulla. Solo il buio assoluto. Proprio come se fosse morta.
Fiuuuu… il
primo cap è andato. Come avrete notato la famiglia Zaoldyeck,
nella mia fic, è sì una famiglia di mercenari ma è
anche la famiglia che comanda tutta la regione, quindi sono come dei sovrani.
Spero che vi abbia incuriosito almeno un po’! Mi
raccomando, commentate in tanti, sia con commenti belli che brutti, perché devo
ancora imparare… sono un’artista in erba, io!
Alla prossima allora, ciauuuuuu!!!