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Autore: Ashura_exarch    13/06/2014    2 recensioni
Cosa fareste se veniste trasformati in pokemon? Nessuno saprebbe rispondere con certezza, nemmeno i pokemon stessi saprebbero cosa fare se venissero trasformati in umani. Matt ed Allyn sono due studenti di Litiopoli, nella regione di Annor, e durante una gita nel bosco succede loro qualcosa di inaspettato.
Nonostante non sia riuscito a finire di leggere "Il signore degli anelli", sono rimasto affascinato dallo stile di scrittura di Tolkien, che descrive tutto per filo e per segno. Per questo nella mia storia non troverete né descrizioni mancate né salti temporali. Per cui buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Epilogo - Decisione

Allyn si svegliò. Era nella sua camera da letto, nell'appartamento di Litipoli che divideva con Matt. Per un attimo restò a scrutare il buio, confuso.
- E' stato tutto un sogno? - disse ad alta voce senza volerlo.
Tirò un sospiro di sollievo, e si portò una mano alla fronte. Era madida di sudore. Allyn guardò la sveglia sul comodino accanto al letto. Erano le quattro del mattino.
"Ah, che mal di testa!" pensò Allyn portandosi le mani alla testa per massaggiarla. Sembrava che qualcuno gli ci stesse camminando sopra, tanto gli faceva male. Il giorno dopo sarebbe dovuto anche andare a lezione. "Meglio che torno a dormire". E si rimise giù.
La sveglia suonò tre ore più tardi, e quando Allyn si svegliò la tenue luce del mattino illuminava debolmente la stanza. Il mal di testa era ancora prensente, anche se in maniera meno pressante rispetto a qualche ora prima. Ancora assonnato, Allyn fece per alzarsi dal letto.
- Dormito bene, Matt? - chiese al suo compagno di stanza. Non arrivò nessuna risposta.
- Matt? - fece Allyn voltandosi mentre sbadigliava. E non credette a quello che vide. Anzi, a quello che non vide.
Allyn condivideva la stanza con Matt, e c'erano due letti, uno per ognuno (oltre a comodini, una scrivania e un armadio). Solo che quello che Allyn vide fu uno spazio vuoto. In quella parte della stanza non c'era più nulla.
- Matt? - chiese dubbioso, e anche leggermente turbato - Se è uno scherzo falla finita, non mi piace.
Ma ancora non ci fu nessuna risposta. Allyn allora cominciò a perlustrare tutto l'appartamento. Di Matt e delle sue cose nessuna traccia. Già, perché anche tutti i suoi effetti personali erano spariti. Possibile che se ne fosse andato? Così di punto in bianco?
"No" pensò Allyn "Che motivo aveva di portarsi via anche il letto? Non è suo, è del proprietario del palazzo."
Allora il ragazzo si mise a guardare le foto al muro e sui comò. E lì cominciò ad avere paura per davvero. In tutte le foto in cui si ricordava di aver scattato con Matt presente anch'esso, ora c'era soltanto lui. Solamente lui. In. Ogni. Singola. Foto.
"Dev'essere un incubo" pensò, e prese a darsi dei pizziocotti, ma nulla. Allora corse in bagno, aprì il rubinetto dell'acqua, aspettò che il lavandino si fosse riempito e vi immerse la testa. L'acqua fredda l'avrebbe sicuramente aiutato a svegliarsi. Ma quando riemerse si rese conto che nulla era cambiato, si trovava sempre lì.
Allyn si mise a sedere, sconvolto. Che razza di stregoneria era mai quella? Matt era stato assieme a lui fino al giorno prima, e adesso era sparito, non c'era più traccia di lui. E le foto...
Un pensiero cominciò a farsi strada nella mente del ragazzo. Era come se Matt... non fosse mai esistito.
Afferrò il cellulare e controllò nella rubrica. Il numero di Matt era sparito. Visto che se lo ricordava a memoria, lo compose e premette il tasto per chiamare. Una voce pre-registrata gli disse che il numero selezionato era inesistente.
Si vestì in fretta e furia ed uscì di casa. Corse a rotta di collo per le scale, uscì dal portone del palazzo e controllò le etichette dei campanelli. Su quella del suo appartamento, dove si ricordava ci fossero sia il suo nome sia quello di Matt, ora c'era soltanto il suo nominativo.
Tornò mogio al suo appartamento, e si sedette di nuovo, portandosi le mani al viso.
"Devo essere impazzito".
Controllò l'ora: le sette e mezzo. Alle otto sarebbero cominciate le sue lezioni. Fece una colazione rapida, ed uscì di casa, senza prendere nemmeno il suo materiale per studiare.
Arrivò all'università che mancavano dieci minuti all'inizio delle lezioni. Per fortuna gli inservienti facevano entrare gli studenti già prima delle lezioni. Una volta entrato, Allyn si diresse di filata verso la sala professori per cercare il professor Spencer. Il signor Spencer era colui che faceva lezione quotidianamente alla classe sua e di Matt, oltre che essere il vice-preside.
Allyn quasi sfondò la porta della stanza, e vi trovò dentro solo Spencer.
- Rewell, cosa fai qui?
- Signor Spencer, ho bisogno di lei.
- Calmati figliolo, sembri agitato.
- Ha per caso visto Matt Dawson? Non è che è venuto a lezione oggi?
- Matt Dawson? Aspetta, fammi controllare.
Detto ciò, preso l'elenco con i nomi degli alunni, e cominciò a sfogliarlo. Allyn divenne perplesso. Per guardare gli studenti presenti c'era apposta il registro elettronico online, perché consultare l'elenco degli iscritti?
- Mi scusi, ma che sta facendo?
- Sto controllando se in questa scuola è iscritto questo Dawson, ma non mi pare.
- Eh?
Allyn non credette alle proprie orecchie. Per un attimo fece uno sguardo stupito, poi si girò, e cominciò a camminare lentamente verso la porta.
- Rewell? Vai già via?
Allyn si voltò un'ultima volta.
- E' sicuro che nell'elenco degli iscritti non sia presente Matt Dawson?
- Certo, ho controllato due volte.
Allyn si voltò di nuovo e uscì dalla stanza. Camminava lentamente, quasi non sapeva dove andare. Gli sembrò un'eternità il tempo impiegato per uscire dall'università e ancora di più quello per raggiungere casa. Una volta che fu rientrato, si sedette. Per un bel po' non fece niente, stette seduto a fissare il vuoto e basta.
Guardò l'orologio. Erano le nove passate. Allyn decise di tentare un'ultima volta.
Prese la cornetta del telefono fisso, e compose il numero di casa sua. A rispondere fu sua madre.
- Pronto?
- Ciao ma'.
- Allyn! Tesoro mio! Come stai? Tutto bene?
- Sì - rispose lui con voce roca - Senti, ti ricordi di Matt?
- Chi?
- Matt Dawson, il mio amico.
- E chi sarebbe? E' un tuo compagno di università? Non dirmi che è venuto qui a Nobilia e non mi hai detto niente, lo potevo ospitare io.
- Lascia perdere. Ora devo andare.
- Come, già mi lasci? Non mi racconti come vanno le cose là?
- No, sul serio, ora devo proprio andare.
- Va bene. Telefona più spesso però!
Allyn riattaccò. Anche l'ultima speranza era svanita. Nessuno sembrava ricordarsi di Matt. Possibile che il suo sogno in fondo non fosse poi tale? Oppure Matt era sempre stato una sua allucinazione?
"No" si rispose fermamente "Matt esiste, ne sono sicuro. Il problema è che non sono sicuro che il mio non sia stato un sogno."
Allyn passò tutto quel giorno a riflettere, marinando le lezioni. Si barricò dentro casa e non ne volle sapere di uscire, nemmeno sul terrazzino per prendere una boccata d'aria. Quella sera i suoi sogni furono irrequieti, e si svegliò più volte nel cuore della notte. E solo allora gli venne in mente.
In realtà c'era un'ultima cosa che Allyn poteva fare per vedere se tutto quello che pensava di aver sognato fosse successo per davvero.
"Non posso aspettare, lo devo fare adesso".
Si vestì senza nemmeno badare a cosa si metteva addosso, prese le chiavi della macchina e se ne andò di casa. Accese l'auto e partì. Prese l'autostrada verso ovest, in direzione di Lidargento e del Lago Onestà. Visto che erano appena le cinque c'era ancora poca gente che guidava. Lo sguardo di Allyn era allucinato, sembrava quasi un pazzo. - Ti troverò, stanne certa - borbottava tra sé e sé - ti troverò.
Arrivò a Lidargento poco dopo le sei, e il sole stava cominciando ad emergere dall'orizzonte. Parcheggiò la macchina ai limiti della città, e munito di torcia elettrica si immerse nel bosco ancora buio pesto. Poco dopo trovò il sentiero che era sicuro che lui e Matt avessero percorso poco prima della loro trasformazione. Man mano che il sole si alzava tutto diventava più charo, e Allyn poté riporre via la torcia.
Dopo varie ore di camminata arrivò agli stagni degli Yanma. Si mise a cercare freneticamente attraverso i canneti immersi nella semi-oscurità degli alberi, senza nemmeno accendere la torcia. E dopo poco la trovò.
La pozza che aveva dato inizio a tutto, con il suo colore marrone striato di verde, si stendeva davanti a lui.
"Allora non è stato un sogno!" esultò Allyn mentalmente "E ciò vuol dire che Matt... è veramente restato in quelle condizioni. Aspetta, ciò vuol dire... che Matt esiste, ed è vivo!".
Allyn impose a sé stesso di calmarsi e si sedette su una roccia. Doveva pensare a cosa fare adesso. Restò per un po' a riflettere, finché la decisione gli apparve chiara e concisa in testa. Si spogliò e ripose tutti i suoi indumenti, e piano piano cominciò a immergersi in quella pozza. Prima i piedi, poi le gambe, la vita, il tronco, poi le braccia, ed infine, prendendo un lungo respiro, la testa.
La sensazione della trasformazione, ora che la faceva di sua spontanea volontà, ora era molto più piacevole, e sembrava che la pozza non fosse per nulla dispiaciuta di accoglierlo dentro di sé, quasi avesse una volontà propria. Ma ad Allyn ora non era questo che importava.
Il Chespin che emerse dalla pozza aveva un obbiettivo ben definito in testa, e non aveva intenzione di tornare indietro.
"Ti troverò" si disse, per poi urlare: - TI TROVERO' MATT, STANNE CERTO!!!

Angolo dell'autore
E questo è il primo epilogo. E' narrato dal punto di vista di Allyn, stavolta in terza persona. Sarà, ma mi trovo bene in entrambi. Anche il prossimo capitolo sarà in terza persona. Preparatevi, sarà anche l'ultimo!
  
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