Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: conteedilmare    14/06/2014    2 recensioni
«Torno sub…» Il resto della frase si disperde nell’aria, proprio come la mia borsa che mi scivola dalla mano e cade a terra.
I miei occhi si posano sul ragazzo riccio che si trova accanto ad i miei amici e sta guardando me con il mio stesso stupore.
Quando i suoi occhi verdi incontrano i miei, vedo il tredicenne con le mani sudate a causa dell’ansia, che sta per baciarmi sul muretto della spiaggia.
Giorgia corre verso di me e raccoglie la mia borsa.
«Era quello che volevo dirti, Ems. Harry è qui.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Non finisco di capire,
non finisci di stupire,
come non dovesse mai finire."


2: Again.

Improvvisamente, mi sento in una bolla di sapone, come se tutto attorno a me ondeggiasse. Non sento più niente, o meglio, sento la voce di Giorgia ma è come se mi stesse parlando da lontano.
L’unica cosa che riesco a focalizzare, è quella chioma riccia illuminata dal sole e quel paio di occhi verdi.
Ho paura che io stia per vomitare il mio stesso cuore, specialmente quando sembra come se non potessi più reggere l’aria attorno, come se all’improvviso fosse diventata troppo pesante.
L’ultima cosa che vedo prima di piombare nel vuoto assoluto, è Harry che pronuncia il mio nome come solo lui sa fare.

Apro lentamente gli occhi e l’unica cosa che vedo è un bianco candido.
Che io sia morta e che ora mi trovi in paradiso?
Mi rendo conto che il “paradiso” si tratta probabilmente dell’infermeria, cosa che deduco dai banconi pieni di medicinali e dei letti vuoti accanto al mio.
«Grazie al cielo!»
Mi giro e vedo Gio alzarsi da una sedia all’angolo della stanza e correre verso di me.
Mi metto seduta e finalmente prendo coscienza di quel che è successo.
«Non è nulla, Ems. Hai avuto solo qualcosa molto simile ad un attacco di panico e probabilmente, il caldo avrà aggravato la situazione.» Mi sorride e si siede al mio fianco, accarezzandomi il braccio.
Ma conosco quel sorriso, non è sincero, perché so che nasconde tanta preoccupazione.
«Poi evidentemente stamattina neanche avrai fatto colazione, no? E poi..» Si alza e comincia a camminare avanti e indietro, parlando velocemente, ma io la fermo.
«Possiamo passare al punto in cui parliamo del vero motivo perché mi ritrovo su questo letto?» Le dico.
Lei si volta, sospira e si butta a peso morto accanto a me.
Sta per parlare, ma qualcuno bussa alla porta ed ecco che mi ritrovo seduta fra Giorgia e Louis, come i vecchi tempi.
Cala un silenzio imbarazzante ed io non riesco a distogliere lo sguardo dal bordo della sedia, di fronte a me.
«Sapevate che era qui.» Dico.
«Avevamo paura che se te l’avessimo detto, non saresti più venuta qui.» Mi spiega Louis.
Gio fa uno dei suoi sospiri profondi e rumorosi, prima di parlare.
«Siamo stati egoisti, avremmo dovuto pensare prima a quello che volevi tu, non a quello che volevamo noi. Però, mettiti nei nostri panni, non vedevamo l’ora di riaverti qui. E poi, non avrei neanche saputo come dirtelo tramite telefono, dato che il suo nome è impronunciabile ed è sempre stato l’argomento debole, che da mesi evitiamo.»
Finalmente riesco a staccare gli occhi dal bordo della sedia e butto la testa all’indietro, stendendomi fra i due che sono ancora seduti.
«Non ce l’ho con voi.» Sussurro.
Li sento entrambi sospirare e se la situazione fosse meno tesa, probabilmente mi verrebbe anche da sorridere.
«Sapeva che avrei passato l’estate qui?» Chiedo.
Giorgia scuote la testa per dirmi di no e a quel punto mi chiedo come si sia sentito lui, vedendomi.
«Sicuramente vorrà parlarti.» Continua Lou.
Io lo fulmino con lo sguardo, come se avesse appena bestemmiato.
«E cosa vorrà dirmi? Ha avuto anni per parlarmi. Il settata per cento delle volte l’ha fatto nel modo sbagliato, il restante trenta non l’ha fatto proprio!» Esclamo.
Gio sta per intervenire, quando il bussare della porta la interrompe di nuovo.
Sulla soglia, comprare una donna bassa e grassottella. I capelli sono rossi e le punte le sfiorano le spalle e sembra che le guancie siano accese, dello stesso colore.
«Ragazzi, dovreste uscire. C’è una persona che vuole vederla e poi la dovrò visitare di nuovo, prima di farla uscire dall’infermeria.» Sorride incoraggiante e, non so perché, ma ha un viso rassicurante.
Giorgia e Louis mi salutano con un cenno della testa ed escono.
Io mi rimetto seduta sul letto, a gambe incrociate e afferro il cellulare dal comodino, aspettando che la porta si riapra di nuovo, sicuramente per far entrare Zayn che vorrà vedermi.
Ripenso a quello che ha detto Louis e mi rendo conto che Harry non verrà a parlarmi perché è sempre stato insicuro e non saprebbe neanche come cominciare una conversazione con me, dopo tutto quello che è successo.
Ciò mi rassicura perché non voglio affrontarlo.
Non ora che nella mia vita tutto è al proprio posto.
Come in risposta ai miei pensieri, la porta dell’infermeria si apre leggermente e prima di tutto, vedo comparire la punta di un paio di vans rosse e mi dico che non può essere lui, fin quando sollevo lo sguardo sui jeans scuri e attillati, sulla polo e infine sul suo viso.
Rimango in silenzio, mentre lo osservo avvicinarsi e sedersi di fronte a me, con un gesto normalissimo.
Quante cose sono cambiante?
Un anno intero ad aspettare il momento di poterlo rivedere ed ora eccoci qua, in silenzio, a sfiorarci unicamente con lo sguardo, senza il coraggio di toccarci o aprire bocca.
Spingo il tasto superiore del mio cellulare per accenderlo e lui sposta gli occhi verso le mie dita, perché sono le uniche a muoversi in questa stanza.
«Come stai? Come ti senti adesso?» Chiede.
La sua voce riecheggia nella stanza ed è come se quel suono così familiare mi stesse accarezzando le orecchie.
«Sono due domande diverse. Vuoi sapere come sto o come mi sento adesso?» Gli chiedo, continuando a guardare lo schermo del telefono e sperando che capisca ciò che intendo.
«Entrambe le cose.» Risponde.
Finalmente trovo il coraggio di sollevare gli occhi e posarli sui suoi.
Sento di nuovo il battito cardiaco accelerare e mi chiedo per quale motivo sia così fottutamente bello.
«Per la prima domanda, sto bene. Londra mi ha fatto capire che alcune cose del passato, vanno solamente conservate nei ricordi e si va avanti.» Deglutisco. «Per la seconda, meglio, ho solo un leggero mal di testa e…» Non so che altro aggiungere, di certo non posso dirgli che sto per vomitargli il cuore addosso.
«E mi odi perché sono l’ultima persona che avresti voluto vedere.» Mi dice.
Lo fisso per qualche secondo e sono meravigliata. Non è mai stato lui quello a voler arrivare dritto al punto, non con le parole.
«Ciò che hai detto è in parte vero. E’ vero che sei l’ultima persona che avrei voluto vedere ma non ti odio, non potrei mai odiarti.» Rispondo, secca.
«Non sei riuscita ad odiarmi quando ti distruggevo i castelli di sabbia, figuriamoci adesso. Il problema sta proprio in questo.» Dice.
Nonostante la situazione seria, improvvisamente mi ricordo dello stesso Harry, alto un metro e venti, che si spalma sulle mie torri di sabbia e scoppio a ridere, pensando alla sua espressione soddisfatta.
Quando lui ha la mia stessa reazione, capisco che stiamo pensando la stessa cosa.
Nell’istante esatto in cui ride, mi si attorciglia lo stomaco perché quasi non ricordavo più come il suo viso si illuminasse e si aprisse, durante una risata.
«E tu come stai? Come ti senti adesso?» Imito le sue parole.
«Da me è tutto normale e monotono. Scuola, compiti e la sera amici e Sarah. Inv..»
Lo fermo.
«Sarah?» Fingo che quel nome non mi dica nulla.
«E’ la mia… la mia fidanzata.» Si gratta la nuca, nervoso. «Louis mi ha raccontato di Zayn.» Aggiunge, come se volesse giustificarsi.
Io annuisco.
Subito mi viene in mente l’ennesima sera in cui presi la decisione di dimenticarlo, quando vidi una foto sua dove teneva in braccio una ragazza bionda, snella e sorridente, con lo stesso nome che ha pronunciato cinque secondi fa.
«Posso farti una domanda?» Chiede.
«La stai già facendo.» Rispondo.
«Allora posso fartene altre due?»
«Si e una delle due te la sei già giocata, chiedendomelo.»
Lo vedo ridere leggermente.
«Ecco perché ho detto “altre due”» Ridiamo entrambi e non posso far a meno di ricordarmi che ogni volta che parliamo, ce ne andiamo da un discorso all’altro. «C’entro qualcosa con il tuo svenimento?»
«No.» Mento. «E’ stato il caldo e anche perché non ho fatto colazione.»
«Quindi che effetto ti ha fatto, rivedermi?» Continua.
«Mi dispiace, ma avevi finito le due domande.»
«Non importa.» Ribatte.
Lo guardo e cerco le parole giuste da usare, ma non mi viene molto in mente.
«Mh… nulla di che. Ti ho detto che ho cambiato capitolo.» Nel momento stesso in cui pronuncio quella frase, mi rendo conto di mentire.
Lui rimane in silenzio.
«Tu?» Gli chiedo.
Ma la risposta non arriva, perché in quel momento Zayn fa irruzione nella stanza.

 

Buongiorno belle :)
Ho pubblicato così presto perchè oggi pomeriggio parto. Scriverò, però tornerò il 25 quindi pubblicherò quel giorno il terzo.
Spero vi piaccia e scusate se vi farò aspettare un po' ahahah
Un bacio,
-Marti
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: conteedilmare