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Autore: BebaTaylor    14/06/2014    1 recensioni
«I Westlife... sono nel tuo salotto!» mormorò Veronica mentre Rebecca chiudeva la porta e accendeva la luce, «Kian, Mark, Brian, Nicky e Shane.» disse, «Nel tuo salotto.»
Rebecca annuì, «Sì, li ho visti.» rispose, «Non sono cieca.»
«Perché i Westlife sono seduti di là e parlano con tuo padre?» strillò Veronica.
«Shh, abbassa la voce!» disse Rebecca prendendole le mani. «Vedi... ecco... hai presente i miei cugini di Dublino?»
Veronica annuì, «Sì, i figli della sorella di tua mamma.» rispose, «Conoscono Brian o Nicky?»
«No.» esclamò Rebecca. «Nicky è mio cugino.» ammise sussurrando.
«Cosa?» strillò Veronica, «Tu e Nicky Byrne siete cugini?»
Rebecca le mise una mano sulla bocca. «Sì, siamo cugini.» disse, «Scusa se non te l'ho detto prima, ma avevo promesso di non dirlo a nessuno adesso che sta diventando famoso.»
Veronica annuì, «Sì, va bene, capisco.» mormorò.
Rebecca sorrise, «Ti sei calmata?» Veronica fece di sì con la testa, «Bene, torniamo di là.»
«Perché mi hai portato nel sottoscala?» chiese veronica guardandosi attorno.
Rebecca alzò le spalle, «È la prima porta che ho trovato.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.
Show me the road back to your heart


Capitolo Sette


Giovedì 12 Luglio 2007, Dublino

Veronica afferrò il trolley dal nastro dei bagagli e allungò il manico telescopico. «Saranno già qui?» domandò.
Rebecca annuì, «Sì.» rispose e individuò la sua valigia, «Sicuramente.» disse prendendola, «Andiamo?» 
Veronica sorrise e s'incamminarono lungo i corridoi. «Mi mancava.»
Rebecca rise, «Che cosa, l'aeroporto?»
«No!» squittì l'altra, «Dublino.»
«Anche a me.»
Pochi minuti dopo erano al piano terra e Rebecca iniziò a guardarsi attorno, alla ricerca dei visi dei suoi zii.
«Rebecca!»
La ragazza sorrise e si voltò, toccò il braccio di Veronica e le indicò sua zia. La raggiunsero e Rebecca rimase sorpresa nel vedere suo cugino Adam e non suo zio. «Zia!» cinguettò abbracciandola e rimanendo stretta a lei. «Lo zio?» chiese e fece un passo indietro per salutare il cugino.
«È a casa.» rispose la donna, «Siamo con Nicky.»
«E dov'è?» domandò Veronica dopo aver baciato le guance di Adam.
«Fuori, stava cercando parcheggio.» rispose Yvonne.
Adam afferrò il trolley di Rebecca e i quattro uscirono dall'aeroporto e andarono nel parcheggio. Nicky era appoggiato all'auto, le braccia conserte, sorrise quando vide Rebecca e si tolse gli occhiali da sole e li gettò sul sedile attraverso il finestrino abbassato.
«Bex!» esclamò abbracciandola, le baciò la guancia e la strinse ancora di più. «Mi sei mancata!» disse.
«Anche tu!» fece lei, «Però adesso lasciami, che mi stai stritolando!» rise.
Anche Nicky rise e la lasciò, abbracciò Veronica mentre Adam e Yvonne sistemavano le valigie nel bagagliaio. Salirono in auto e Nicky partì. «Allora... qualche novità?» chiese mentre si fermava allo stop.
«Niente di particolare.» rispose Rebecca che era seduta sul sedile posteriore, fra Veronica e Adam, «Tranne per la bambola qui presente.» scherzò indicando Veronica che arrossì.
«Bambola?» domandò Nicky e Rebecca vide che era perplesso.
«È come mi chiama Tommy.» borbottò, «Il mio ragazzo.» disse sorridendo.
Nicky sorrise. «Dev'essere un santo, per sopportarvi.» scherzò.
«Veramente è più matto di noi!» replicò Rebecca e sorrise, rilassò le spalle e guardò fuori dal finestrino. Era tornata in Irlanda.

***

«Ma come sono carini!» cinguettò Veronica guardando i gemelli che dormivano tranquilli nei loro ovetti posati sul tavolino del salotto, «Sono così... tranquilli.» sospirò.
«Solo quando dormono.» sorrise Georgina. 
Rebecca sorrise e sfiorò la manina di uno dei bambini, «Dormono alla grande.» disse e guardò Veronica, «I regali.» le sussurrò in italiano e l'altra annuì e tornò a guardare i gemelli. 
«Torno subito.» disse Rebecca e si alzò, salì al piano di sopra e salì nella camera degli ospiti; anche se aveva detto di no Nicky aveva insistito che lei e Veronica rimanessero lì con loro. Rebecca aprì l'armadio e afferrò da un sacchetto il pacchetto che aveva preparato il giorno prima e tornò al piano di sotto e lo porse a Georgina, poi si sedette fra lei e Veronica.
«Non dovevate.» disse lei e sorrise sedendosi sul divano accanto a Rebecca, lo scartò lentamente e aprì la bocca, stupita, quando vide i due bavaglini e i piccoli accappatoi, «Sono bellissimi!» disse, «Li avete ricamati voi?»
«Lo ha fatto Rebecca.» rispose Veronica, «Io lo aiutata a sceglierli.»
«Grazie.» disse Georgina e si sporse verso la cugina e le baciò le guance, fece lo stesso con Rebecca e fissò i regali.
«Quando avresti imparato a ricamare?» chiese Nicky.
Rebecca scrollò le spalle, «Da quando ho iniziato a lavorare alla merceria.» rispose e fissò i bavaglini, erano identici, bianchi e blu, con un orsetto marroncino che mangiava, con un cucchiaio, una scodella di miele. L'unica cosa diversa erano, ovviamente, i nomi: Rocco e Jay, ricamati con del filo blu scuro.
Gli accappatoi erano blu con il bordino bianco, i nomi erano ricamati sul cappuccio.
«Ah.» commentò Nicky, «E sei fare anche la maglia?» chiese, «Non me l'hai mai detto che sapevi farlo.»
«Non me l'hai mai chiesto.» replicò lei, «E comunque, se vuoi una sciarpa storta come una strada di montagna... posso farla.»
«Ah, bhe... no!» disse Nicky e sorrise, «Non voglio una sciarpa storta.»
Rebecca scoppiò a ridere e si fermò, lanciò una breve occhiata agli ovetti e guardò i bambini che continuavano a dormire. «Vado a prendermi un bicchiere d'acqua.» disse e si alzò in piedi.
«Rebecca...» la chiamò Nicky, «Che cos'è quello?» chiese e la indicò.
«Cos'è cosa?» domandò lei, anche se un'idea ce l'aveva, le era bastato sentire il tono di voce del cugino.
«Quel coso che hai sulla schiena.» rispose Nicky.
«Ah... il tatuaggio.» rispose Rebecca e si girò, e sorrise nel vedere Georgina e Veronica trattenere un risolino. 
«Sì, il tatuaggio.» esclamò lui e incrociò le braccia al petto. «Bex...»
«Nico, ho venticinque anni, non sono piccola!» sbuffò Rebecca e sorrise quando Georgina ridacchiò.
Nicky aprì la bocca, «Lo so quanti anni hai, è solo che...» fece e prese un respiro profondo, gonfiando le guance prima di far uscire l'aria, «Non è un po' troppo grande e colorato?»
Rebecca lo ignorò e andò in cucina, aprì il frigo e afferrò la bottiglia d'acqua frizzante, si riempì il bicchiere che aveva lasciato sul bancone e bevve.
«Bex...» borbottò Nicky comparendo in cucina.
«È una fata seduta su una foglia sopra dell'acqua.» spiegò Rebecca e alzò la maglia voltandosi, dando la schiena a Nicky, per fargli vedere il tatuaggio.
«Ma... Bex!» esclamò lui, «Un pezzo è sul.. è sul tuo...» boccheggiò mentre Rebecca gli sfilava accanto sorridendo.
«Sulla mia chiappa destra?» fece lei, «Guarda che lo so.» disse e si sedette al suo posto, «Guarda che c'ero anche io, mentre il tatuatore lo faceva.»
Nicky sbuffò e si sedette incrociando le braccia al petto. «Perché non me lo hai detto?» 
Rebecca alzò gli occhi al cielo, «Perché tu non me lo hai chiesto.» rispose e sorrise al cugino.
«E quando l'avresti fatto?» chiese lui.
«Tesoro, vuoi piantarla?» lo reguardì Georgina, «È un tatuaggio, lo hai anche tu.»
Nicky sbuffò nuovamente e roteò gli occhi, mentre le tre ragazze ridacchiavano.
«A gennaio 2004.» rispose Rebecca, «È stato il mio regalo di Natale.» disse e sorrise a Nicky, il quale rilassò le braccia e sorrise a sua volta.

Domenica 15 Luglio 2007, Malahide, Dublino.

Rebecca scese dall'auto e si girò, in attesa di Veronica. Erano davanti alla chiesa dove si sarebbe tenuto il battesimo. Anche Veronica scese e si affiancò all'amica.
«Non sono ancora arrivati.» notò Veronica guardandosi attorno e Rebecca la guardò di traverso, lei sorrise e alzò le spalle. 
Rebecca la ignorò e si avviò verso il sagrato, l'ultima cosa a cui voleva pensare era che, entro una manciata di minuti, si sarebbe ritrovata faccia a faccia con Shane e non era sicura di essere pronta, anzi, era certa di non essere pronta. Inspirò a fondo, inalando il profumo dei fiori e si girò verso Veronica. «La smetti di sistemarti il vestito?» le disse, «Se continui così ti ritroverai con le tette di fuori nel bel mezzo della cerimonia!»
Veronica sbuffò e si sistemò la parte superiore del vestito senza spalline, tirandola verso l'alto. «Prima di entrare mi allaccio il golfino, contenta?» ribatté lei e fece una linguaccia e si bloccò per un istante, prima di chiudere la bocca.
Rebecca la fissò e si girò lentamente e rimase bloccata, aprì la bocca e la richiuse, sentendosi la gola secca; fissò il ragazzo davanti a lei e cercò di fare un sorriso.
«Rebecca...» esclamò Mark e si avvicinò a loro, sorridendo, «Ti trovo bene.» disse e la strinse in un breve abbraccio. «Ciao, Veronica.» aggiunse abbracciandola.
Rebecca si rilassò, era Mark e con lui era sempre andata d'accordo; non erano mai stati grandi amici, ma almeno lui non la odiava come Shane o Kian. «Come va?» chiese e si accorse che la sua voce aveva tremato leggermente.
«Bene.» rispose lui e sorrise.
«Nicky vi vuole per le foto.» l'interruppe Adam e Rebecca sospirò dal sollievo, sorrise a Mark, prese la mano di Veronica e seguì Adam.
«Prendi Jay.» le disse Nicky quando lo raggiunse.
«Cosa?» squittì lei, «E se mi cade?»
Nicky rise, «Non ti cade, lo so.» disse e le diede il bambino, sistemandolo fra le sue braccia prima che lei potesse replicare o allontanarsi.
Rebecca deglutì la saliva e si girò verso Veronica che teneva in braccio Rocco, tenendo la schiena e le spalle rigide e guardando il bambino come se dovesse trasformarsi in un mostro a due teste.
«Rilassati e sorridi, Veronica.» esclamò Georgina.
«E se mi morde?» pigolò Veronica.
«Non li ha, i denti.» replicò Rebecca e abbassò il viso, vide Jay che la fissava e sorrise. «Veronica, rilassati e fai un bel sorriso.» disse e si mise in posa accanto all'amica.
Dopo un paio di foto Veronica passò il bambino a Georgina e sospirò, rilassandosi completamente. «Veronica, era solo un neonato!» sbuffò Rebecca dando il bambino a sua zia, «Sembrava che tenessi in braccio un mostro!» aggiunse in italiano
«Anche tu non eri del tutto entusiasta, eh.» fece l'altra e si sistemò l'abito. 
«Io avevo solo paura che mi scivolasse.» disse Rebecca, «Sai com'è, i bambini non sono palle che rimbalzano.»
Veronica la fissò e sbuffò. «Avevo paura che mi mordesse!»
«Ma hanno tre mesi!» le ricordò Rebecca, «Non li hanno i denti.» disse, «Credo.»
«Come credi?» squittì Veronica, «Vuoi dire che poteva mordermi?»
«Uff, quanto la fai lunga!» sbuffò Rebecca, «Rilassati!»
«Vedo che voi due non avete cambiato abitudini.»
Entrambe si voltarono e si trovarono davanti a un Kian sorridente. «Oh... Kian... ehm... ciao.» balbettò Rebecca sentendosi arrossire e guardò Veronica, che era rimasta immobile e le diede una piccola gomitata.
«Kian... ciao.» disse Veronica e fece un piccolo sorriso.
«Come state?» domandò lui e si avvicinò alle due e le abbracciò e Rebecca rimase così sorpresa che se in quel momento fossero scesi gli alieni sulla Terra per conquistarla, lei avrebbe pensato che fosse normale. Quello che non era normale era Kian che l'abbracciava e che le chiedeva come andasse la sua vita. Quello non era normale. 
«Tutto bene, grazie.» rispose Rebecca guardando il ragazzo e chiedendosi dove fosse il vero Kian, perché era sicura che quello davanti a lei fosse un altro Kian, visto com'erano i loro rapporti l'ultima volta che si erano visti.
«Ma è normale?» sussurrò Rebecca a Veronica mentre entravano in chiesa.
Veronica osservò Kian e fece un piccolo sospiro. «Sembra felice.» disse, «Forse ha trovato qualcuno.»
Rebecca annuì piano e si sedette un paio di panche dietro quella dov'erano i suoi zii e cugini; appese la borsetta al gancio e fece per prendere il libretto della messa quando si sentì toccare e sussultò. «Shane.» mormorò sorpresa.
Lui la guardò per alcuni istanti senza dire nulla, «Rebecca. Veronica.» le salutò e a Rebecca mancò un battito nel vedere il suo viso serio, senza l'ombra di un sorriso. 
«Come va?» bisbigliò Veronica.
«Bene.» rispose Shane con un mugugno e si voltò, fissando lo sguardo sull'altare.
Veronica alzò gli occhi al cielo e sbuffò piano, afferrò la mano dell'amica e la strinse.

***

Rebecca aveva perso di vista Veronica non appena erano entrate nella sala del buffet; afferrò una tartina al salmone e ripensò all'ultima mezz'ora. Shane non le aveva rivolto la parola, anche se si erano ritrovati —  loro due, Veronica, Mark, Kian, Nicky e Georgina —  fuori dalla chiesa. Rebecca sospirò e diede un morso alla tartina, ringraziò il cameriere e prese il bicchiere di spumante.
«Come stai?»
Rebecca quasi sobbalzò, quando senti quella voce, ingoiò la tartina e bevve un sorso di spumante mentre si voltava lentamente. «Sto bene, Shane.» rispose e lo fissò, domandandosi perché Shane fosse così serio. “Forse il divorzio è effettivo.” pensò e lo guardò, ingoiò un sorso di spumante per impedirsi di guardare Shane.
«Mi dispiace per prima.» disse Shane, «Ero solo sorpreso di trovarti qui.»
«Nicky non ti ha detto nulla?» chiese lei, anche se era evidente che suo cugino non aveva detto a nessuno del suo arrivo insieme a Veronica. Almeno, a Kian e Mark non l'aveva detto, visto la loro sorpresa quando le avevano viste.
«No.» rispose Shane e scosse brevemente la testa, «Non ha detto nulla, anche se me lo sarei dovuto aspettate.»
Rebecca annuì e afferrò un'altra tartina, ai gamberetti questa volta, e ne mangiò un pezzo. 
«Va tutto bene, Rebecca?» chiese Shane e fece un piccolo sorriso.
Rebecca annuì e bevve ancora, pensò che se avesse continuato così, si sarebbe ubriacata prima di sera. «Sì, tutto bene.» rispose accorgendosi di avere la voce un po' rauca, sorrise e finì lo spumante. «Ho... un lavoro.» disse sentendosi sempre più in imbarazzo, «In una merceria.» aggiunse e posò il bicchiere vuoto sul tavolo.
«Mi fa piacere.» disse Shane e sorrise. «Senti...» esclamò dopo un po' quando si accorse che Rebecca aveva fatto un passo indietro, quasi avesse voluto scappare —  e lo avrebbe fatto più che volentieri, in effetti —  «Mi dispiace.» mormorò e guardò Rebecca.
Lei lo fissò e respirò a fondo e rimase in silenzio prima di trovare il coraggio di dire qualcosa, «Ah... grazie.» biascicò, «Anche a me.» disse e si guardò attorno e respirò dal sollievo quando vide Veronica poco lontano. «Io... devo... andare da Veronica.» borbottò, «Ci vediamo.» disse e si allontanò, sentendosi stupida.

«Perché lo hai fatto?» le chiese Veronica, «Era la tua occasione per chiarire con lui!» la rimproverò.
Rebecca sospirò, «Ero in imbarazzo!» squittì, «Temevo di dire qualche stronzata.» si giustificò guardandosi i piedi.
«Però così hai fatto la figura dell'imbecille.» esclamò Veronica.
«Tu dici?» pigolò Rebecca guardando l'amica.
Veronica sospirò e la sua espressione si addolcì e sorrise. «Imbecille proprio no.» disse, «Diciamo un pochino stupida, ecco.» aggiunse e le strinse brevemente la spalla.
«Sempre a confabulare in italiano, voi due.» esclamò Mark. «Di cosa state parlando, questa volta?»
Veronica e Rebecca si guardarono e sorrisero, «Stiamo parlando del nostro piano per conquistare l'universo.» rispose la seconda.
Mark sorrise, «Bhe, da voi due mi aspetto questo e altro.» disse e poi si voltò verso Kian, Nicky e Shane. Rebecca li fissò e si costrinse a mantenere il sorriso sul suo volto. «Tua cugina sta cercando di conquistare l'universo!» scherzò Mark.
«Dopo quell'enorme tatuaggio mi aspetto di tutto, da Rebecca.» esclamò Nicky.
«Enorme tatuaggio?» fece Mark.
«Non è enorme!» replicò Rebecca, «Circa dieci centimetri per quindici!» disse.
«E metà è sulla tua chiappa destra.»
«Nicky!» strillò Rebecca e arrossì imbarazza e divenne ancora più rossa quando si accorse che Shane era dietro di lei. «Vuoi ripeterlo più forte? Credo che quelli dall'altra parte della sala non ti abbiano sentito!»
«Nicky, ti comporti ancora come se avesse diciassette anni!» disse Mark, «Dai, ha venticinque anni.» aggiunse e sorrise a Rebecca che lo fece a sua volta.
«Mi preoccupo.» borbottò Nicky e si allontanò, ritornando da sua moglie.
Rebecca inspirò lentamente e si accorse che Shane era al suo fianco, «Sembra che mi sia tatuata chissà che cosa, invece è solo una fata.» disse e guardò Veronica e la vide intenta a leggere un SMS sul cellulare. «Ehi, bambola*, cosa leggi d''interessante?»
«Come l'hai chiamata?» chiese Kian, «Non ho capito.»
Veronica infilò il cellulare in borsa e lanciò un'occhiataccia a Rebecca, che ridacchiò, «Bambola.» disse ritornando a parlare in inglese, «È così che la chiama il suo ragazzo.»
«Vuoi sbandierarlo ai quattro venti?» replicò Veronica e fece un'espressione arrabbiata, anche se un realtà stava nascondendo un sorriso.
«Bhe, Nicky ha praticamente urlato che mi sono fatta tatuare il culo, per cui non vedo il problema.» disse.
«Come si chiama il fortunato?» chiese Shane.
«Tommaso.» rispose Veronica e sorrise, felice, riprese in mano il cellulare e mostrò la foto del suo ragazzo agli altri.
«Sembra un armadio.» commentò Kian.
«Vedi che non sono l'unica a pensarlo?» disse Rebecca.
«Ma non è vero!» esclamò Veronica e mise il cellulare in borsa.
«Ma Tommy è alto due metri e cinque!» fece notare Rebecca.
Veronica sbuffò, «Andiamo, ho ancora un po' di fame.» le disse prendendo le mano di Rebecca che la seguì senza dire nulla. Le due si allontanarono e raggiunsero uno dei tavoli del buffet.
«Prima mi dai dell'imbecille perché sono scappata da Shane e adesso sei tu che scappi?» esclamò Rebecca e afferrò una delle tartine e la morsicò per poi fare un'espressione quasi schifata quando si accorse che era al carciofo.
«Fra il tuo culo e Tommy diciamo che eravamo tutte e due in imbarazzo, ecco.» replicò Veronica. «Perché quella faccia schifata?» chiese, «Ti si accorta anche tu che Shane ti stava guardando il culo?»
«È ai carciofi.» rispose Rebecca, «Non mi piacciono, lo sai.» disse e Veronica alzò le spalle, prese due bicchieri di un aperitivo analcolico e ne diede uno a Rebecca. «Grazie.» disse lei e ne bevve un paio di sorsi, «Aspetta... cosa hai detto?» chiese, «Shane mi stava guardando il culo?» starnazzò.
Veronica sorrise e annuì. «Sì.» rispose, «Sembrava essersi improvvisamente interessato al tuo sedere, come se non l'avesse mai visto...» aggiunse e bevve anche lei, e sorrise all'espressione di Rebecca. «Non puoi dire di no, eh, Becky.»
Rebecca non disse nulla e si voltò, dando le spalle all'amica e inspirò a fondo, prima di girarsi tenendo il labbro inferiore fra i denti. «Sei sicura che me lo stesse guardando?» domandò.
Veronica sorrise e annuì —  per un attimo aveva pensato che Rebecca le avrebbe urlato contro, arrabbiata, o che si sarebbe messa a singhiozzare — , le si avvicinò e le toccò il fianco. «Sì, dico di sì.» rispose, «Voi due dovete farvi una bella chiacchierata.»
Rebecca annuì e aprì la bocca per parlare ma la richiuse quando si accorse che il cellulare di Veronica stava squillando. «È quella rompi di mia madre.» sbuffò Veronica. «Vado un attimo in giardino.» aggiunse e Rebecca annuì prima di alzare la mano destra, sporca di salsa ai carciofi e sussurrale che andava in bagno; Veronica annuì, rispose a sua madre e si allontanò.
Rebecca sorrise e si avviò al bagno, e sospirò quando posò la borsetta sulla mensolina, si lavò le mani guardandosi allo specchio. «Sei stupida, Rebecca.» si disse, «Tanto stupida. Vai da lui e parlaci, evitando di dire cose scontate e banali.»
Afferrò delle salviette di carta e si asciugò le mani, fissando il braccialetto che le aveva regalato Shane tanti anni prima. Sopirò e uscì, scorgendosi solo allora di quanto fosse spazioso l'antibagno.
«Capisco che tu sia ancora arrabbiata, no, incazzata con me. Ma potresti anche parlarmi.»
Rebecca si voltò, lentamente, e fissò Shane senza sapere cosa dire. Aprì la bocca e la richiuse un paio di volte, incapace di dire qualsiasi cosa. Sospirò e abbassò il viso. «Sei tu che non mi parli.» disse, infine, rialzando il viso e guardando gli occhi di Shane.
«Non ne ho avuto l'occasione.» replicò Shane e si avvicinò a lei, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni. «O sei con Veronica oppure scappi.»
Rebecca tacque, non sapendo cosa dire o cosa fare. «Non so cosa dire.» confessò dopo qualche secondo di silenzio e sobbalzò, quando Shane le strinse la mano sinistra e le sfiorò l'interno del polso con due dita, partendo dal palmo della mano finendo ai braccialetti. Rebecca sentì il rumore del respiro di Shane, come se fosse amplificato, come se ci fosse solo quello di rumore; deglutì, incapace di muoversi.
«Tu non sai mai cosa dire.» mormorò Shane, senza smettere di accarezzarle il polso e Rebecca per un attimo temette che lui se ne andasse, che la lasciasse lì. «Ma tu sei così.» aggiunse e sorrise, con la conseguenza che il cuore di Rebecca batté più velocemente, «Non posso farci nulla.»
Rebecca si limitò ad annuire, incapace di fare qualsiasi cosa, quasi come se lo sguardo di Shane, il suo sorriso e le sue dita la incantassero. «Mi dispiace.» mormorò.
Shane sfiorò il braccialetto e le sorrise, ancora, guardandola con la testa piegata di lato. «Non devi dispiacerti.» disse, «Lo hai ancora.» aggiunse sfiorando il braccialetto
Rebecca annuì e sorrise, «Sì.» disse, «Mi piace.» aggiunse, evitando di dire che non lo aveva indossato per quasi un anno, dopo che se ne era andata da Dublino, quasi quattro anni prima.
Shane le lasciò andare il polso e le sorrise. «Ci vediamo.» disse, le sfiorò il viso ed entrò nel bagno degli uomini. Rebecca lo guardò sparire dietro la porta e si lasciò andare a un profondo respiro, e uscì di corsa, ritornando nella sala, vide rientrare Veronica e la raggiunse. 
«Dobbiamo parlare.» le disse.
«Di cosa?» chiese Veronica, «Stai bene?» domandò, iniziando a preoccuparsi, «Devo chiamare Nicky?»
Rebecca scosse la testa, «No.» rispose, «Sto bene.» aggiunse e sospirò. «Ci ho parlato.» disse, «Con Shane.»
Veronica la fissò per qualche istante e poi sorrise. «Sono contenta.» esclamò, «Dimmi tutto.»

***

Rebecca fissò Shane, e si chiese cosa dovesse dire. Lui era lì, davanti a lei, e la guardava sorridendo, gli occhi scintillanti. «Allora... come stai?» chiese e si ricordò che Veronica gli aveva già fatto quella domanda, e si sentì stupida.
«Bene.» rispose Shane, «Adesso va meglio.» aggiunse e le regalò un sorriso, si avvicinò a lei e tolse le mani dalle tasche, sistemò la giacca e posò la mano sulla spalla di Rebecca, «Volevo tanto rivederti, Rebecca.»
Lei lo guardò e si morse la lingua per non replicare: “Sai dove abito, potevi anche venire.” Fece un piccolo sorriso e rilassò le spalle, sapendo che era inutile rivangare il passato, non in quel momento, almeno, non al battesimo dei gemelli. «I tuoi come stanno?» chiese, anche se avrebbe voluto chiedergli come mai aveva divorziato da Gillian.
«Bene.» rispose Shane e tolse la mano dalla spalla di Rebecca, «Le cose stanno tornando a posto, fra di noi.»
Rebecca lo fissò, sorpresa, avevano appena ricominciato a parlare —  del più e del meno, fra l'altro —  come potevano essere di nuovo a posto, le cose fra di loro, con tutto quello che c'era stato? Fece per aprire la bocca per ribattere quando capì che Shane, con quel “noi”, intendeva lui e la sua famiglia. Non doveva essere stato facile, per Mae e Peter, reagire al divorzio di Shane e Gillian. «Mi fa piacere.» disse.
Shane sorrise e abbassò la testa, sospirò e chiuse per un'istante gli occhi. «Per loro avrei dovuto fare di tutto per salvare il matrimonio.» disse e alzò il viso, «Peccato che fosse iniziato nel peggiore dei modi.» aggiunse e guardò Rebecca con la testa piegata di lato. Sospirò nuovamente e sorrise, «Non parliamo di questo.» esclamò, «Raccontami qualcosa di te.»
Rebecca annuì, lentamente, e lo fissò, senza sapere cosa dire. «Ho chiuso una storia da poco.» disse e abbassò la testa, sentendosi in colpa, poi cambiò idea, dicendosi che non aveva nulla di cui sentirsi in colpa.
«Mi dispiace.» commentò Shane e infilò le mani nelle tasche, «Come mai?» domandò.
Rebecca lo guardò, non sapendo cosa dire; di certo non poteva dirgli la verità —  non l'aveva ancora detta a Nicky o Georgina —  e si costrinse a sorridere e a rimanere lì —  il suo istinto le suggeriva di scappare —, «Divergenze caratteriali.» disse infine, optando per quella mezza verità che aveva già accennato a Nicky.
Shane la guardò e Rebecca temette per un istante che lui non le credesse o che volesse saperne di più. «Capisco.» disse lui e Rebecca neanche si accorse di aver sospirato dal sollievo, a quelle parole.
«Mmh... grazie.» disse lei e sorrise, alzando la testa e sentendosi più tranquilla, «Sono cose che capitano.» aggiunse.
Shane si appoggiò al muro dietro di lui, «Sì.» mormorò, «Ma non dovrebbe capitare.» aggiunse, «Non a... te.» disse e sorrise.
Rebecca lo guardò, rimanendo sorpresa ancora una volta dalla gentilezza —  forse troppa —  di Shane, e si scoprì a fissare incantata le labbra di Shane, «Ah... grazie.» disse.
«Nicky ti vuole per un'altra foto.»
Rebecca si voltò verso Adam e gli sorrise, quasi gli fosse riconoscente di quell'interruzione. «Arrivo.» disse, tornò a guardare Shane e lo fissò. «Io vado.» esclamò e si allontanò prima che lui potesse dire —  o fare —  qualsiasi cosa.
Raggiunse Nicky, Georgina e Veronica e trattene una risata quando si accorse dell'espressione di Veronica mentre Georgina le porgeva uno dei bambini. «Guarda che non morde.» disse e si fermò, mentre Nicky gli sistemava fra le braccia l'altro gemello. «E lui è...» chiese.
«Bex, lui è Rocco!» rispose Nicky, quasi indignato dal fatto che Rebecca non distinguesse i bambini.
Lei annuì e guardò il bambino che decise di aprire gli occhi in quel momento, e fissò Rebecca prima di emettere un suono simile a un miagolio e tornare a chiudere gli occhi. 
Fecero altre foto e sistemarono i bambini nelle loro carrozzine.
«Veronica, è solo una bambino, non un mostro.» esclamò Mark, «Sembrava che avessi paura che gli spuntassero dei tentacoli dal pannolino!»
Veronica gli scoccò un'occhiataccia prima di andare a sedersi sul divanetto e rilassarsi, senza nessun bambino fra le braccia. «Lo so che non è un mostro, eh.» disse, «È che sembrano così piccoli e innocenti...»
«Forse perché lo sono?» fece notare Rebecca, «Hanno tre mesi, mangiano dal biberon, dormono e fanno la cacca, non fanno nessun piano su come morderti.»
Veronica  sbuffò e guardò Rebecca, «Anche tu hai paura a prenderli in braccio!» replicò, piccata, e voltò la testa, incrociando le braccia al petto.
«Ho paura di farli cadere.» disse Rebecca e si spostò di qualche centimetro per far posto a Mark, «Sono bambini, non bambolotti.»
«Almeno quelli non mordono.» mugugnò Veronica e Rebecca sospirò, mentre Mark ridacchiava.
«I miei bambini non mordono nessuno!» s'intromise Nicky, «Non ancora, perlomeno.»
Veronica lo fissò ed espirò lentamente, prima di sciogliere le braccia e posare le mani in grembo. «Avvertimi quando iniziano a mordere.» disse.
Nicky alzò un sopracciglio e sorrise, «Certo, come vuoi.» acconsentì, «Ma solo dopo averteli messi in braccio.»
Rebecca ridacchiò. «Te la sei cercata!» squittì e sorrise a Veronica prima di distogliere lo sguardo e posarlo su Shane, a pochi passi da loro e gli sorrise, piano, con tranquillità, sentendosi bene —  felice —  con Veronica e Nicky che discutevano di bambini, denti e morsi, con Mark accanto a lei che rideva alla loro finta discussione, con Kian —  e si sorprese anche lei di questo pensiero —  che parlava con Georgina, guardandoli ogni tanto e, infine, con Shane, lì davanti a lei, che la fissava sorridendo. Si sentì felice e non si pentì neppure per un secondo di essere tornata a Dublino.
Di essere tornata a casa.


Martedì 17 Luglio 2007, Malahide, Dublino.

Rebecca si chiese come avesse fatto a cacciarsi in una situazione del genere, poi si ricordò: era ospite di Nicky e non poteva andarsene se lui invitava qualcuno, soprattutto se quel qualcuno erano Kian, Mark e Shane.
Inspirò a fondo e chiuse gli occhi per un istante, prima di aprirli e fissare la sua immagine allo specchio. Sorrise debolmente e si disse che non poteva stare chiusa lì dentro per sempre, così uscì, e andò in cucina. 
«Era ora, pensavo che ci fossi caduta dentro.» la accolse Veronica e Rebecca alzò gli occhi al cielo, prima di sbuffare e andare a sedersi sullo sgabello, accorgendosi troppo tardi —  o forse no —  di essere capitata al fianco di Shane.
«Cadere nel cesso e rovinare il mio bel tatuaggio è l'ultima cosa che voglio.» disse, lo sguardo fisso su Nicky, che la fissò, prima di alzare gli occhi al cielo e sbuffare. «Che c'è?» ridacchiò, «Vuoi che la mia fatina si rovini?»
«Voglio evitare di pensare a quel tizio che ti ha tatuato,» replicò Nicky, «mettendoti le mani sul culo.»
«Guarda che avevo su un perizoma di carta, eh.» sbuffò Rebecca, «Non ero completamente nuda.» aggiunse e guardò Mark e sorrise nel vederlo trattenere una risata.
«È la stessa cosa.» borbottò Nicky e riempì il suo bicchiere e quello di Rebecca con dell'acqua.
«Ne parli come se avessi fatto sesso con il tatuatore.» ridacchiò Rebecca, incominciando a rilassarsi.
Nicky arrossì e smise di bere. «Tu mi farai invecchiare prima del tempo.» esclamò.
«Uh, adesso ci sono anche i gemelli, per cui diventerai vecchio prima di quanto tu pensi.» rise Veronica e Nicky sbuffò, prima di posare il bicchiere sull'isola della cucina.
«Allora, Bex, vuoi dirmi cosa ti ha spinto a lasciare quel cretino?» chiese Nicky.
«Quello che non voleva che tu venissi qui?» domando Mark. «Quello che lui chiama “il coglione”?»
«Nicky!» sbottò Rebecca, «A quanta gente lo hai detto?»
Nicky alzò le spalle prima di sorridere a Georgina. «Rispondi.» disse, tornando e guardarla e ignorando palesemente la domanda.
Rebecca sospirò e gli strinse le mani, «Io te lo dico ma prima promettimi che non t'incazzerai.»
«Eh, però se mi dici così mi incazzo ancora prima di sapere il motivo.» disse lui e Rebecca gli strinse ancora di più le mani. «E va bene!» esclamò mentre Georgina si sedeva accanto a lui.
Rebecca inspirò a fondo e tolse le mani da quello del cugino. «Ecco, una sera io e Giorgio eravamo a cena in un ristorante con alcuni nostri amici.» iniziò, «Con i suoi amici,» si corresse, «E io gli ho detto di nuovo che volevo venire qui, lui mi ha detto di no, e che stava con me perché ero orfana e senza parenti, io gli ho rovesciato la birra in testa, gli ho lanciato l'insalata addosso, e me ne sono andata. Poi ti ho mandato il messaggio.» disse e alzò lo sguardo, trovando quello furioso di Nicky.
«Lui ti ha detto cosa?» chiese Nicky, scandendo bene le parole. «Penso di aver sentito che lui stava con te perché sei orfana.»
Rebecca sospirò e annuì, «Hai capito bene.» disse, e lo guardò, per poi spostare lo sguardo su Mark, che la fissava a bocca aperta, per poi passare a Kian, che sembrava trovarsi davanti a un alieno, e guardò brevemente Shane, che teneva le labbra contratte e la testa bassa. 
«Io lo ammazzo. Giuro che vado lì e lo prendo a calci nel culo. Dimmi dove abita, che salto sul primo aereo e vado a prenderlo a sberle.»
Si voltarono tutti sorpresi verso Georgina, che si era alzata in piedi. «Ditemi dove vive, che vado ad ammazzarlo.»
«Tesoro... calmati.» disse Nicky posando una mano sulla spalla della moglie, «E per fortuna che ero io quello che non doveva incazzarsi.»
«Io non mi calmo.» esclamò Georgina, «Ho solo voglia di andare da lui e dargli un calcio nelle palle!»
«Sarebbe una bella soddisfazione.» s'intromise Veronica, «Fidati, io l'ho fatto.»
«Gli hai dato un calcio nei coglioni?» boccheggiò Kian.
«Se lo meritava.» rispose Veronica e incrociò le braccia, «Pensava di non aver detto nulla di male.»
«È veramente uno stronzo.» commentò Shane. «E ha detto una cosa terribile.»
Mark annuì, «È stato davvero insensibile.» disse.
Georgina respirò a fondo e bevve il suo bicchiere d'acqua in due sorsi. «Sono calma, sono calma.» borbottò e si sedette di nuovo sullo sgabello. «Insomma, non sono totalmente calma, ho ancora voglia di prenderlo a schiaffi.» disse. 
Rebecca la guardò e pensò che non l'aveva mai visto così... furiosa, si sarebbe aspettata una reazione del genere da Nicky, non da Georgina, che appariva sempre calma e tranquilla, anche quando i gemelli si svegliavano insieme, alle tre del mattino, strillando a pieni polmoni. 
«E io che ero convinta che sarebbe stato Nicky quello che avrebbe voluto saltare sul primo aereo per Milano.» disse e si bloccò, quando sentì il braccio di Shane che la sfiorava, e lo guardò prima di tornare a posare lo sguardo su Nicky.
«Oh, io ho una voglia matta di farlo, eh.» disse Nicky, «E minacciarlo che se ti si avvicina ancora gli spezzerò le gambe.»
«Ci ha già pensato Tommy.» esclamò Veronica.
«Veramente gli ha detto: “Se dai fastidio a Rebecca ti uso come straccio per pulire il motore della mia bimba.”» replicò Rebecca, citando le parole del ragazzo, «Bimba è la sua moto.» spiegò.
«Bhe... vedendo la sua foto e sentendo queste parole mi sa che starò attento a non toccarti nemmeno un capello e nemmeno per sbaglio.» scherzò Kian. 
«Ma Tommy non è cattivo.» protestò Veronica, dipingendosi in faccia un finto broncio, «È solo il suo aspetto che lo fa sembrare...»
«Un armadio a quattro ante?» disse Shane e sorrise, voltandosi verso le due.
Veronica sbuffò e posò le mani sul ripiano, «Non è così grosso.» borbottò e sorrise di rimando, e Rebecca intuì che non era arrabbiata —  anzi, lo sapeva che non era arrabbiata con loro —  e si rilassò, sopratutto perché Georgina parve essersi calmata, o forse faceva finta di essere tranquilla mentre osservava lo sportello del forno dove dentro c'erano le lasagne che avevano preparato Veronica e Rebecca quel pomeriggio.
«Sono quasi pronte.» disse Georgina, «Andate di là.» aggiunse, «Nicky, rimani qui ad aiutarmi.»
Gli altri andarono nella sala da pranzo e si sedettero, e Rebecca finì accanto a Shane,  con davanti a lei a Mark, il posto alla sua destra —  uno dei due capotavola —  era ancora vuoto.
«Possiamo vederci?» le chiese Shane, la sua voce era quasi un sussurro, «Da soli, così parliamo un po'.»
Rebecca lo guardò e per un attimo, mentre fissava i suoi occhi, capì cosa doveva provare un cerbiatto quando veniva accerchiato da cani che abbaiavano e i cacciatori con i fucili puntati. Respirò piano e annuì, «Va bene.» mormorò.
Shane sorrise e le prese la mano —   sotto al tavolo, protetti dagli sguardi degli altri —  le sfiorò il palmo con il pollice per un paio di secondi, prima di lasciargliela e rispondere a una domanda di Kian.
Rebecca lo guardò, fissò la sua mano e si accorse di aver trattenuto il fiato mentre Shane la toccava e adesso la sua pelle sembrava bruciarle. Respirò e alzò il viso quando Nicky le posò davanti un piatto fumante.
Sarebbe andato tutto bene, doveva solo ricordarsi di respirare quando  Shane la guardava o la sfiorava o le parlava a bassa voce. Sarebbe stato facile, respirare è una cosa che si fa in automatico, pensò.
Forse.


Venerdì 20 Luglio 2007, Dublino

Shane sfiorò la mano di Rebecca e con l'indice accarezzò il dorso della mano. Avevano appena ordinato il pranzo e, dopo che il cameriere aveva preso i loro ordini, erano rimasti in un silenzio carico d'imbarazzo per alcuni minuti. 
Rebecca lo fissò e ritrasse la mano e non notò —  o fece finta di farlo —  lo sguardo deluso di Shane. «Torno a casa il Cinque Agosto.» disse rispondendo alla domanda che lui le aveva fatto prima che arrivasse il cameriere. «Veronica torna il venticinque luglio.»
Shane annuì e pensò che avrebbe potuto invitarla qualche giorno a Sligo, sempre se lei avesse detto di sì, ovvio; la cosa al momento gli sembrò impossibile se guardava bene come procedevano le cose fra di loro. Non parlavano più come un tempo. “Sono tre anni e mezzo che non parliamo.” pensò, «Cosa pensi di fare quando Veronica se ne va?» chiese e sorrise.
«Non ne ho idea.» rispose lei. «Un giro nei dintorni, magari.»
Shane sorrise ancora di più, posò i gomiti sul tavolo, intrecciò le dita e posò il mento su di esse. «Potresti venire a Sligo.» propose, «È da tanto che non vieni lì.» disse e guardò Rebecca che lo osservava in silenzio. «Magari potresti farmi vedere se ti ricordi come si va a cavallo.»
«Forse.» mormorò Rebecca e tolse le mani dal tavolo quando il cameriere tornò con le bevande.
Shane inspirò lentamente, leggermente deluso, ma poi pensò che un “forse” era molto meglio di un “no”. Forse aveva una speranza. Forse le cose potevano tornare come prima, quando parlavano per ore di tutto e niente, quando ballavano insieme, abbracciati, e lui poteva respirare il suo profumo, quando prendevano in giro Nicky. Quando erano solo loro due e basta.
«E comunque mi ricordo come si cavalca.» disse Rebecca e strinse il suo bicchiere d'acqua. 
Shane la fissò, sorpreso. «Cosa?» mormorò.
Rebecca sbuffò e alzò gli occhi al cielo, bevve un sorso d'acqua e alzò lo sguardo su Shane. «Mi ricordo come si cavalca.» disse, «Io e Veronica siamo andati al maneggio un paio di volte.»
«E non sei caduta?» chiese Shane e sorrise spostando le mani in grembo.
«Quella volta mi hai spinto te!» replicò lei e fece una smorfia quasi offesa, ricordando l'episodio accaduto nel 2001.
«Non è vero!» si difese Shane e prese un pezzo di pane dal cestino. «Come potevo pensare che fossi dimagrita così tanto? Ho solo usato troppa forza!»
«Stai dicendo che prima ero grassa?» disse Rebecca e se il suo sguardo poteva incenerire, Shane si sarebbe trasformato in un mucchietto di polvere.
«No!» esclamò Shane, «No.» ripeté e sospirò, pensando alle parole giuste da dire. «Non sei mai stata grassa.» disse, «Mi sono spiegato male. Intendevo... volevo dire che non mi ricordavo che fossi così magra.» continuò e alzò il viso dal panino a Rebecca e sorrise quando la vide più serena e sorridente.
«Così va meglio.» disse lei e sorrise ancora di più, «Perché io non sono mai stata grassa, nemmeno quando sono nata.»
«Dalle foto che mi ha fatto vedere Nicky direi di no.» esclamò Shane e ridacchiò quando vide la faccia sorpresa —  e quasi furiosa —  di Rebecca.
«Nicky ti ha mostrato le foto di quando ero piccola?» squittì lei, «Solo alcune o tutte?»
Shane alzò le spalle. «Non so se me le ha fatte vedere tutte, ma ne ho viste un bel po'.» bevve la sua acqua e guardò Rebecca, «Compresa quella in cui facevi il bagnetto in un catino.»
Rebecca impallidì, «Cosa?» mormorò, staccò un pezzo di pane e le briciole si sparsero sulla tovaglia. «Io ammazzo Nicky.» disse, «Lo uccido.»
Shane rise, «Io gliela avevo detto che non era il caso ma lui ha insistito.» disse, «Stava sistemando una tua foto con i gemelli nell'album e me le ha fatte vedere.»
«Quando è successo?»
«Ieri pomeriggio, mentre tu e Veronica eravate fuori.» rispose Shane, «Ho visto anche una foto di voi due. Tu avevi un mese, credo, eravate sul divano e Nicky ti fissava come se fossi un piccolo mostro.»
Rebecca rise, «Ho capito che foto intendi.» disse, «Nicky aveva quasi quattro anni, probabilmente aveva paura che cadessi.»
«O che gli vomitassi addosso!» rise Shane e quando vide Rebecca ridere e rilassarsi pensò che, nonostante tutto, le cose fossero perfette.

Shane prese di nuovo la mano di Rebecca —  la destra, questa volta —  e sorrise mentre le sfiorava il dorso della mano con il pollice. «Credevo che il tuo ex non fosse così importate.» disse quando il suo dito sfiorò l'anello che la ragazza portava all'anulare.
«Infatti non era così importate.» mormorò Rebecca, «L'anello me lo ha regalato... papà, all'ultimo Natale.»
Shane gli strinse la mano, «Scusa.» disse. «Mi piace.» mormorò guardando l'anello, senza smettere di accarezzarle la mano.
Rebecca sorrise, «Grazie. Non potevi saperlo, quindi non devi scusarti.» disse e sorrise.
«C'è dell'altro, vero?» chiese Shane che aveva notato quell'impercettibile cambio d'espressione di Rebecca quando aveva nominato Giorgio.
«Cosa intendi?» squittì Rebecca, «Non c'è nient'altro!»
Shane la guardò e strinse la presa sulla sua mano. Era certo che ci fosse qualcos'altro. «Rebecca...» soffiò, «Non sono stupido.»
Rebecca sospirò rumorosamente. «Non c'è nulla.» ripeté.
«Ti ha picchiato?» chiese Shane, «Lui ti ha...» lasciò in sospeso la domanda e gli venne voglia di andare in Italia e prendere a pugni quel tizio che aveva fatto soffrire Rebecca.
«No!» disse lei, «Lui non mi ha mai picchiato o fatto... quella cosa!»
Shane le sorrise dolcemente. «Però qualcosa ti ha fatto, oltre ad averti detto la frase che gli ha fatto guadagnare il premio per lo stronzo dell'anno.»
Rebecca sospirò a fondo e fissò la tovaglia rosa salmone sotto le sue mani, trattenne l'aria dentro di sé per qualche istante e la lasciò uscire fuori mentre rialzava la testa, guardando un punto oltre Shane, alla ricerca del cameriere che doveva portarle il profitterol. Ma i suoi occhi trovarono solo il separé beige. «Lui era geloso.» mormorò, «E prepotente. Gli davano fastidio un sacco di cose, a partire da Veronica.» aggiunse e lo guardò e Shane continuò a stringerle la mano. 
«Giorgio voleva decide per me, sempre, anche quello che mangiavo e bevevo. Gli dava fastidio che dormissi solo con una maglietta e le mutande...» continuò Rebecca e Shane fu per un attimo spiazzato e la immaginò raggomitolata sul letto con indosso una t-shirt striminzita e un paio di mutandine. «Gli dava fastidio se mi svegliavo con i segni del cuscino sulla faccia, che avessi foto mie e di Veronica nella mia stanza, che mi fermassi ogni mattina a bere il cappuccino o il caffè al solito bar...»
«Ho capito.» esclamò Shane interropendola, «Un vero stronzo, in pratica.» disse, «E comunque i segni del cuscino in faccia sono carini.» aggiunse. 
Rebecca sorrise. «Dovresti andare a dirglielo.»
«Lo farei, ma porterei anche Georgina con me.» scherzò Shane o almeno tentò di farlo. Lui sarebbe andato a dirglielo ma solo dopo averlo preso a sberle e averlo lasciato nelle mani di Georgina per qualche minuto.
«Lo ucciderebbe.» replicò Rebecca e Shane sorrise.
«Già.» confermò, «Non mi aspettavo una reazione del genere da lei. Di solito è così calma e tranquilla... l'altro giorno era una vera furia!»
Rebecca annuì e fece scivolare via la sua mano da quella di Shane quando arrivò il cameriere con il suo dolce e lui fissò un po' deluso ma non disse nulla e la lasciò mangiare il dolce, guardandola sorridendo.
«Allora... ci vieni a Sligo?» chiese lui rilassandosi contro lo schienale.
«Non demordi, vero?» disse Rebecca con un sorriso e leccò la forchettina.
«No.» rispose Shane e sorrise.
«Non lo so.» disse lei e mangiò un ricciolo di panna montata. «Forse.» aggiunse e il viso di Shane s'illuminò, «Se la smetti di chiedermelo.»
«Va bene.» esclamò Shane senza smettere di sorridere e alzò le mani in segno di resa, «Non lo chiederò più.» disse, «Lo giuro.» promise e la guardò, sperando che lei gli credesse.
Rebecca si limitò ad inarcare le sopracciglia con aria dubbiosa e lo guardò, prima di tornare a dedicarsi al suo dolce, «Va bene.» disse.
Il cuore di Shane mancò un battito, «Va bene... cosa?» domandò e sperò che lei rispondesse: “Va bene, verrò a Sligo”.
«Va bene nel senso che ti credo.» rispose. «Dio mio, è una vera delizia!» aggiunse e ruppe una delle palline del dolce, facendo fuoriuscire il ripieno alla crema.
Shane sorrise, non era la risposta che desiderava ma era gli andava benissimo, lei gli credeva e per lui era una cosa bellissima; rilassò le spalle e fece un respiro profondo. 

***

«Nicky!» esclamò Rebecca entrando nella casa del cugino, e andò nel salotto a grandi passi. «Nicky!» ripeté.
«Non urlare, Bex.» le disse lui.
«Io urlo quanto voglio.» replicò lei, «A quante persone hai mostrato le mie  foto di quando ero piccola?»
Nicky sorrise e arrossì un poco, «Bex, non prendertela.» disse, «Sei così carina in quelle...» non finì la frase, sorpreso dallo sguardo inceneritore di Rebecca.
«Lo so che sono carina, ma puoi anche evitare di mostrare le foto in cui facevo il bagnetto nel catino, eh.» replicò lei e sorrise quando Nicky tornò a sedersi sul divano.
«Scusa.» mormorò lui e fissò Rebecca, «Non lo farò più, giuro!» disse e Rebecca sorrise ancora di più mentre si sedeva accanto a lui.
«E va bene.» disse lei.
«Almeno potrò farle vedere ai gemelli quando saranno più grandi?» chiese Nicky e Rebecca annuì.
«A proposito... perché non fai vedere a Veronica quella foto in cui mi tieni in braccio come se fossi un piccolo mostro?»
Nicky sbiancò e boccheggiò come un pesce, «Non ti tenevo come se fossi un mostro!» replicò, «Avevo quasi quattro anni, ero solo un bambino!» squittì.
Rebecca lo fissò e inarcò un sopracciglio, prima di increspare le labbra in un sorriso. «Questo ti giustifica, in effetti.» disse, «Ma solo in parte.»
Nicky la fissò, quasi contrariato, e sbuffò, borbottando sottovoce.
«Guarda che ti sento.» ridacchiò Rebecca, «Anche se eri piccolo potevi evitare di fissarmi in quel modo.» aggiunse, «Visto che praticamente non volevi neppure tenermi in braccio.»
Nicky non replicò e si limitò a guardare Veronica che cercava di non ridere.
«E poi, di punto in bianco, hai iniziato a starmi sempre addosso.» continuò Rebecca e guardò Nicky. «E continui a farlo.»
«Io mi preoccupo.» replicò lui e si sporse verso la cugina, per poi abbracciarla. «Ti voglio bene.» 
«Anche io.» mormorò lei.

   
 
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