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Autore: ladyuchiha23mangasasuk8    14/06/2014    13 recensioni
La storia riprende gli ultimi capitoli di Naruto, poi prende vita la fantasia di tre scrittrici con un unico grande amore; ma questa non sarà una storia tutta baci e romanticherie, c'è ben altro.
Dal Prologo:
"Cosa sta succedendo Sasuke-kun?" gli chiese Sakura portandosi una mano a pugno vicino alle labbra.
"Cosa ti cambia saperlo? Tanto non puoi fare nulla." le rispose con il suo tono acre e duro non preoccupandosi di celare in alcun modo quanto la ritenesse inutile.
Abbassò lo sguardo. In fondo aveva ragione. Dopo aver tentato strenuamente di raggiungerli, era di nuovo un passo indietro ai suoi compagni e guardava le loro spalle.
[I disegni sono di Lady Uchiha 23]
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Capitolo 1 - La scelta di Sakura

"Homo faber ipsius fortunae"
(L'uomo è artefice del suo destino)
Pico della Mirandola


Ciò che rende tale un uomo, o in questo caso, una donna, è il libero arbitrio. Ovvero la possibilità di fare delle scelte che comporteranno conseguenze positive o negative. Lei aveva usufruito poche volte di quel dono nella sua vita, preferendo adeguarsi alle scelte degli altri. Era diventata talmente brava a plasmarsi a seconda delle situazioni da collezionare un'infinità di fallimenti...uno dopo l'altro.

Le decisioni degli altri e soprattutto quelle di Sasuke, avevano condizionato talmente tanto il suo essere da farlo evolvere, come in un gioco di prestigio, in mille versioni di lei. Nessuna delle quali rispecchiava davvero se stessa.

Era diventata l'allieva prediletta dell'Hokage, non per brama di potere, ma per l'esigenza di diventare più forte per riportare indietro Sasuke che aveva scelto di andare via e per raggiungere il livello suo e di Naruto.


Ma come non era riuscita a fermarlo quella notte, non era riuscita a diventare abbastanza forte da essere al pari dei suoi compagni.

Si era convinta che lei dovesse essere colei che avrebbe dovuto portare il fardello della morte dell'Uchiha perché lui aveva scelto di diventare un nukenin.

Non lo aveva neanche lievemente scalfito con quel kunai avvelenato. Aveva provato ad odiarlo, dopo che lui, per due volte di fila aveva cercato di ucciderla...ma non era riuscita stata capace di fare neanche quello. Si era limitata a riempirsi il cuore di amarezza, sperando che, prima o poi, rinsavisse.

Aveva trovato dentro di sé la volontà di fidarsi ancora di lui quando aveva scelto di ritornare, quel giorno, comparendo sul campo di battaglia.

Se non fosse stato per Naruto, probabilmente sarebbe morta. Lui la riteneva solo una seccatura, un peso morto. Ma lei si era fermamente imposta di fidarsi di lui, nonostante tutto. Illudendosi che quei comportamenti dipendessero dalla guerra, dal nemico potente e dall'incerto esito della battaglia.

É davvero avvilente prendere coscienza di ciò, quando ormai sai che non avrai più la possibilità di essere davvero te stessa. Quando senti dentro di te un corpo estraneo che alberga nelle tue viscere e che non aspetta altro che una tua debolezza per annichilirti. In poche ore aveva sostituito l'incapacità di scegliere con una serie di decisioni che avevano portato alla morte dei suoi genitori e alla salvezza del mondo ninja. Aveva scelto di accogliere dentro di sé Kaguya, confidando nella sua forza e nel suo animo puro che sperava avrebbero potuto tenere testa a quell'essere demoniaco. E così era stato. Ma Kaguya ora era una parte di lei che era l'unico contenitore ospitale non essendoci altre discendenti Haruno. Se non fosse esistita più, neanche Kaguya sarebbe sopravvissuta. Ogni singola persona racchiusa in quei bozzoli stava vivendo un sogno, un desiderio mai realizzato o mai espresso. Lei avrebbe voluto essere una di loro. Avrebbe voluto ritornare alla sua infanzia, quando tutto era più semplice. Il caldo e protettivo abbraccio dei suoi genitori che l'aspettavano fuori dall'Accademia ninja, i battibecchi con Ino per chi avrebbe conquistato Sasuke, i dispetti di Naruto che non si sentiva accettato, gli insegnamenti del maestro Kakashi... e poi lui... Sasuke...con la sua aria triste e pensierosa. A quel tempo il suo unico pensiero era farsi crescere i capelli perché Ino aveva saputo, da fonti attendibili, che a Sasuke piacessero lunghi. Ricordava ancora il giorno in cui li aveva tagliati... con quel veloce e sofferto fendente , aveva messo fine alla sua infanzia e aveva iniziato a fare i conti con quella che da quel momento sarebbe stata la dura realtà. Lei era una ninja. All'epoca con quel gesto, avrebbe potuto dare davvero un taglio al passato... Sasuke non era già più se stesso e forse avrebbe dovuto capire, immaginare, prevedere che le cose sarebbero solo potute peggiorare. Era stata una povera ingenua. Anche quando aveva cercato di evitare che lui combattesse contro Rock Lee, aveva fallito. Nella lista delle priorità di Sasuke non aveva mai ricoperto le prime tre posizioni... dedicate a suo fratello, alla vendetta e al dolore. Forse non era neanche tra le prime dieci, dato il suo comportamento durante la guerra. La sua evidente inutilità, veniva costantemente sottolineata dalle sue freddure. Quando si era scagliata contro Madara alla cieca, volendo dimostrare chissà cosa, sapeva che il sigillo del Byakugou l'avrebbe protetta, ma inconsciamente sperava in cuor suo che il colpo fosse inspiegabilmente mortale. Se non poteva essere d'aiuto, era meglio perire con onore ingaggiando uno scontro che venire costantemente protetta da Naruto. Sasuke le era andato in aiuto e lei aveva quasi sperato che lo avesse fatto perché teneva a cuore la sua vita. Era stata una speranza vana ed effimera, scomparsa immediatamente dopo, quando non l'aveva neanche degnata di uno sguardo, facendola sentire piccola e ridicola. Che fine aveva fatto quel ragazzo che si era frapposto tra lei e i ninja della nebbia durante la loro prima missione, che l'aveva presa al volo quando attaccata da Gaara aveva perso conoscenza e che, in preda al segno maledetto, desidera uccidere coloro che avevano osato alzare un dito su di lei? Cosa significava adesso lei per lui? Il suo amore l'aveva fatta sopravvivere a tutte le avversità. Quando aveva affrontato Sasori, con le gambe che le tremavano, lo aveva addirittura minacciato, sapendo che lui avrebbe potuto avere informazioni sul covo di Orochimaru.
«Io... Io ti catturerò! E ti gonfierò di botte finché non mi avrai rivelato tutto ciò che sai su Orochimaru! E sappi che lo farò anche a costo di perdere gli arti in un'esplosione o di rimanere paralizzata per il veleno! » gli aveva detto con una determinazione di cui non credeva di essere capace. In quel preciso momento aveva preso coscienza di essere diventata forte, una kunoichi capace di affrontare il nemico faccia a faccia mettendo a rischio la sua stessa vita. Poco dopo l'arrivo di Sasuke sul campo di battaglia aveva sviluppato il Byakugou e aveva dato prova della sua nuova forza. Il suo desiderio più grande era stato, da sempre, ottenere la sua approvazione e pensava di esserci finalmente riuscita. Non aveva previsto che i suoi due compagni oltre ad essere gli eredi di due sennin, proprio come lei, fossero anche le reincarnazioni divine dei figli dell'eremita. Si disse che non era importante, che la cosa fondamentale era porre fine a quella terribile guerra, ma in cuor suo pensava di essere di nuovo dietro di loro. Per quanto si fosse sforzata, allenata, loro l'avevano di nuovo superata e lei era ritornata la Sakura da proteggere, incapace di aiutarli in alcun modo. Aveva potuto tastare la loro potenza quando si erano scagliati contro di lei, non riconoscendola nelle vesti di Kaguya. Neanche il Rinnegan di Sasuke era riuscito a scorgerla in quel corpo, o forse se ne era accorto e non aveva indugiato a provare a ucciderla per porre fine alla guerra. Sarebbe stato da lui. Ora erano entrambi distesi tra la polvere. Kaguya era più potente di quanto pensassero. Neanche loro erano riusciti minimamente a colpirla, ciò significava che se avesse accumulato altro chakra e se lei, anche se non sapeva ancora come, non fosse riuscita a riappropriarsi del suo corpo, li avrebbe sicuramente uccisi e avrebbe vinto. Guardò intorno a sé quello che rimaneva del suo Villaggio, un cumulo di macerie informi sorvolate dai bozzoli che ricordavano vagamente quelli delle crisalidi. Le passarono davanti agli occhi i visi dei suoi compagni, della sua maestra... il suo viso... Non avrebbe festeggiato da Teuchi la fine della guerra, non avrebbe potuto sapere cosa Ino aveva visto nella sua illusione,  se Temari e Shikamaru alla fine si sarebbero messi insieme, se Sai avrebbe imparato a sorridere spontaneamente, se Hinata e Naruto avrebbero superato la loro timidezza e ...se tra lei e Sasuke ci potesse ancora essere speranza. Avrebbe eliminato Kaguya dalla faccia della terra...e con lei, se stessa. Formò i sigilli per la tecnica del Kishō Tensei, ovvero il trasferimento della vita. Il suo corpo cominciò a essere tracciato dalle strisce nere del Byakugou. Avrebbe utilizzato tutto il chakra accumulato nel sigillo per poter resuscitare più ninja possibili.
"Cosa stai facendo stolta?"
La voce sibilante di Kaguya le rimbombò nella testa. Cercò di non perdere la concentrazione e iniziò a passare in rassegna tutti coloro che erano morti ingiustamente durante quella assurda guerra: Neji in primis.
Era stato un shock vedere lo Hyuga morire, era uno di loro, un compagno di Accademia e un amico. Erano praticamente cresciuti tutti insieme.
Lo avrebbe riportato in vita per consentirgli di continuare a proteggere Hinata e realizzare il loro sogno di far coesistere la casata principale e la cadetta.
Asuma e Kurenai...avrebbe ridato al Team 8 e al Team 10 i loro maestri.
Obito...che si era redento, doveva avere modo di chiarire con Kakashi e provare a ricostruire la loro amicizia nel ricordo di Rin.
L'aveva supplicata di asportargli il Rinnegan e se lei non avesse tentennato forse non si sarebbe arrivati a quel punto.
Era sempre una questione di scelte...e di conseguenze.
Jiraya...l'erosennin che era stato come un padre per Naruto. Forse avrebbe scritto un libro sulla sua storia.
Itachi, il suo nii-san, l'uomo che aveva inseguito tutta la vita, il bersaglio della sua vendetta che, infine, si era rivelato un eroe. Lo aveva protetto, supplicando Danzo di lasciarlo in vita. Meritavano una seconda possibilità.
Mikoto, Fugaku che da piccola identificava come i suoi futuri suoceri arrossendo ogni qual volta l'incontrasse.
Gli avrebbe ridato tutta la sua famiglia e il suo Clan, per dargli quella seconda possibilità che a nessuno viene donata di rivivere al loro fianco.
Poter godere ancora del caldo abbraccio di sua madre, poter apprendere come essere un buon padre dal suo otosan e confidare le sue paure e i suoi dubbia al suo nii-san. Era questo l'ultimo dono che gli avrebbe fatto. L'ultimo gesto di amore verso di lui.

Sentì le forze venirle meno mentre la pelle delle sue mani cominciava a raggrinzirsi. La vita lentamente la stava abbandonando.
"Stupida ragazzina!! In questo modo ci ucciderai!!!" urlò Kaguya.
"È questa la mia scelta." le rispose con determinazione e un sorriso amaro in volto.
In ogni dove, i corpi delle persone da lei resuscitare, riaprirono gli occhi. Mikoto e Fugaku si guardarono perplessi, non riuscendo a capire cosa fosse successo. L'ultima cosa che ricordavano era Itachi. Jiraya, Neji, Asuma e tutti gli altri si risvegliarono come da un lungo e profondo sonno. Itachi, nel covo di Madara, avvolto da un lenzuolo bianco, lo scostò e si rimise in piedi disorientato. Sentì poi un potentissimo chakra e si diresse verso quella forza straordinaria, sperando in cuor suo che l'esito della guerra fosse stato a favore dell'Alleanza. Gradualmente anche i bozzoli cominciarono a cedere. La sua ipotesi era giusta, indebolendosi avrebbe di conseguenza limitato il potere di Kaguya.

I capelli rosa le divennero prima grigi, poi bianchi e le sue labbra rosee si scurirono fino a diventare violacee. Anche se avrebbe tanto desiderato farlo, non resuscitò i suoi genitori. Se l'avesse fatto Kaguya sarebbe potuta ripassare al corpo di sua madre e il suo sacrificio sarebbe stato vano.

"Perdonatemi" sussurrò prima di cadere al suolo.
"Nooooooo!!!" urlò Kaguya  Maledetta!!!"

Un accecante bagliore illuminò il cielo. I resuscitati alzarono lo sguardo non riuscendo quasi a tenere gli occhi aperti. Sakura stessa assistette al colorarsi prima di giallo, poi di rosa, del cielo e sperò che la vita dei suoi amici, da quel momento, potesse essere felice. Persino in punto di morte, il suo unico pensiero era volto agli altri e a...lui che forse non aveva tutti i torti a chiamarla "noiosa". Fu proprio il suo viso, l'ultima immagine che si figurò nella sua mente prima di perdere conoscenza. Un costante sussurro continuava a ronzarle in testa.
"Non te lo permetterò...non te lo permetterò" ripeteva Kaguya con voce flebile.
Esalò, quindi, quello che credeva fosse l'ultimo respiro con il sorriso sulle labbra.
Alla fine c'era riuscita...era lei l'eroe per una volta.
Sentì la sua anima abbandonare il corpo.
L'aveva sempre terrorizzata l'idea di morire, anche se, come ninja avrebbe dovuto essere preparata a quell'evenienza.
Si meravigliò che, in fondo, non era stato poi tanto doloroso.
Il suo cuore era fermo e il suo volto rilassato e sorridente.
Intorno a lei...il silenzio.

Sasuke aprì gli occhi riprendendo conoscenza. Gli parve di assistere per un attimo a una specie di aurora boreale. Si portò una mano alla fronte cercando di ricordare ciò che era accaduto. '
'Kaguya" ringhiò dentro di sé.
Si guardò intorno e vide il corpo di Naruto riverso a terra. Gli si avvicinò temendo il peggio e si accovacciò vicino a lui. Prese a spintonarlo e poco dopo, l'amico aprì gli occhi.
"Sas'ke" mormorò "Cosa è successo?"
"Non lo so." rispose il moro.
Naruto balzò in piedi ricordandosi della guerra, di Madara e di Kaguya.
"Dov'è?" chiese allarmato.
Sasuke non rispose, continuando a guardarsi intorno.
"Come mai loro due erano vivi? Dov'era Kaguya?" pensò.
La sua attenzione fu rapita dal grande albero. Dai bozzoli in decomposizione poteva scorgere i visi dei loro compagni.
"L'albero sta morendo." fece notare all'amico che volse, a sua volta, lo sguardo verso esso.
"Allora ce l'abbiamo fatta Sas'ke!!! La strega è morta!!!" esclamò con un gran sorriso.
Con il Rinnegan, il moro fece una panoramica della zona circostante.
"Il suo chakra è sparito." comunicò non riuscendo a trattenere un ghigno.
Si. Ce l'avevano fatta. La potente esplosione che li aveva sbalzati via doveva averla uccisa.
"Dattebayo teme!!! " esultò Naruto ancora incredulo.
"Tsk " rispose il moro con aria soddisfatta.
"Ma Kakashi-sensei e Sakura-Chan dove sono?" chiese il biondino preoccupato.
Scorsero in lontananza la zazzera grigia di Kakashi. Si avvicinarono a lui e dopo alcuni tentativi anche il sensei si svegliò. Mancava solo Sakura all'appello. La rosa era distesa sul polveroso terreno. Sembrava che dormisse... Le punte dei suoi capelli cominciarono a ricolorarsi di rosa, le sue unghie lunghe e ingiallite, tornare corte e chiare, le grinze sulle mani ritirarsi e le sue labbra ritornare del colore delle ciliegie.

Dopo un'estenuante ricerca in quella landa desolata, Naruto esclamò "Eccola!!"
I tre accorsero al suo capezzale. Come loro, anche lei sembrava aver perso i sensi.
"Sakura-Chan ?" la chiamò Naruto non ottenendo risposta.
Riprovò più volte scuotendola,ma lei non reagì. Sasuke era rimasto in piedi e la guardava dall'alto...in silenzio.
"Non c'è battito." comunicò Kakashi sentendole il polso per poi voltare lo sguardo da un lato per mascherare il dolore. Naruto cominciò a disperarsi, portandosi entrambe le mani nei capelli.
"Sakura-Chan, ti prego svegliati!" la implorò trattenendo a stento le lacrime.
Sasuke era immobile come una statua di cera. Perché Sakura non si svegliava? Sentì il suo stomaco contrarsi in una stretta che quasi gli tolse il fiato. Focalizzò lo sguardo sul piccolo rombo in mezzo alla fronte, sembrava opaco. Per quel che ne sapeva, era lì che si concentrava il chakra e la forza vitale dei possessori del Byakugou.
Che fosse...? No, non poteva essere.

"Sakura." mormorò involontariamente stringendo i pugni.
Lei udì delle voci che pronunciavano il suo nome...sembravano così lontane...
Una in particolare, poi, la sentì forte e chiara.
"Tu-Tum"
Il suo cuore mosse un battito... Ne seguì un altro e un altro ancora.
Il torace le si alzò impercettibilmente e i polmoni le si riempirono di nuovo di aria. Sbarrò gli occhi verdi sentendo la sua anima e la sua vita ritornare in lei e il sangue scorrerle nelle vene.
"Aahhh!" urlò prendendo aria, come se avesse rischiato di soffocare.
"Sakura-Chan!!!" esclamò Naruto con sollievo e gli occhi umidi.
Sasuke rimase impassibile...
Sakura li guardò spaesata. Come poteva essere possibile?
"Sakura come stai?" le chiese Kakashi.
Le si portò una mano alla fronte incredula di essere lì, viva, in loro presenza.
"Non lo so." farfugliò cercando di razionalizzare.
"Abbiano vinto, sai?" le disse Naruto sorridendole.
Lei sbatté le palpebre e si toccò il viso, guardò le sue mani e i suoi capelli. Era se stessa. Ma come...?
"Credevi davvero che te lo avrei permesso?" La voce di Kaguya...
La rosa cominciò a piangere disperatamente.
"Dai Sakura-Chan non fare così!!!" la consolò Naruto "Io e Sas'ke abbiamo sconfitto per sempre quella strega malefica, non c'è più nulla che tu debba temere!"
Sakura preferì tacere e non contraddirlo. Era meglio per tutti che non sapessero, che pensassero che fossero stati loro a batterla.
Kaguya era ancora viva e dentro di lei.
Cercò di asciugarsi le lacrime mentre Sasuke, giratoso di spalle, mormorò "Tsk! Noiosa." facendo spallucce.
Ora ne aveva la certezza...
Sarebbe stato meglio se fosse morta. 

Sasuk8
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