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Autore: Arya Tata Montrose    14/06/2014    2 recensioni
Si sedette alla scrivania, cominciando a squadrare la miriade di fogli che le si presentavano d’innanzi. Ancora sbuffando, si mise al lavoro, leggendo, a volte superficialmente, i rapporti delle varie squadre. Passò poi ai rapporti che Sakura le aveva mandato dall’ospedale, circa il paziente denominato “X”.
Leggendo dei suoi valori stabili, la donna non poté che rassicurarsi. Prese un rotolo da un cassetto della scrivania e prese a rileggerlo.
Era il rapporto che Sakura stessa aveva stilato quando, circa due settimane prima, l’aveva mandata in missione assieme a Sasuke. La missione prevedeva il ritrovamento di uno dei nascondigli di Orochimaru e il furto dei documenti riguardanti i suoi esperimenti.
[OroTsuna]
~~~
Questa mattina mi sentivo ispirata e questo è stato il risultato.
Spero passerete e che possa piacere.
Tata
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Orochimaru, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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.: Sentimenti Lontani :.
Amici

 
- Sakura, va a riposarti. – era stato l’ordine di Tsunade appena era entrata quella mattina.
 
Aveva trovato la sua allieva a scribacchiare qualche appunto, con l’intento di non scordarsi nulla a causa del sonno e della stanchezza che l’affliggevano.
 
- Sì, Tsunade-sama. – la lanconica risposta della ragazza si udì appena nell’asettica stanza, prima che lei chiudesse la porta e si dirigesse nel suo ufficio a dormire un po’.
 
Orochimaru guardò prima la ragazza, appena scomparsa dietro la porta chiusa, e poi la donna che nel frattempo gli si era seduta accanto. Non riusciva a capire tanta dedizione al lavoro – o al paziente – da parte della rosa per non dormire un’intera settimana.
 
- Perché? – domandò dunque alla Godahime.
 
Tsunade, di fatto, dapprima non capì la sua domanda. Puntò lo sguardo nella stessa direzione dell’uomo: il tavolo da lavoro della sua allieva, dove erano poste le sue famose, nonché disgustose, pillole alimentari.
 
- Non lo so. – poté rispondere l’Hokage. Si avvicinò al tavolo e lesse il biglietto che Sakura scribacchiava poco prima: “Orochimaru deve prendere almeno una pillola al giorno.”
 
- Per questo lo devi chiedere a lei. – prese il cestino delle pillole e con esso si avvicinò al moro. Gliene diede in mano una e riposò il cesto al suo posto.
 
Orochimaru intanto guardava la sfera marrone con sospetto, e, sotto lo sguardo incoraggiante di Tsunade la ingerì. Vero che la bionda voleva che si ristabilisse nel migliore dei modi, ma un po’ di sano sadismo non l’aveva perso con l’età: non gli aveva parlato del sapore delle pillole.
 
Con sua enorme sorpresa però, l’uomo non emise lamento o qualsivoglia forma di insulto o minaccia contro la sua allieva. Tutt’al più teneva il viso contrito nella solita inesperssione.
 
- Com’era? – s’azzardò lei.
 
- Insapore, perché? – Orochimaru pensò che sotto la domanda della prosperosa Hokage doveva esserci qualcosa, ma pensò bene di chiederlo direttamente al suo medico.
 
- Nulla, nulla. – rispose prevedibilmente la donna. Fece per alzarsi dalla sedia posta accanto al tavolo e andarsene. Appena ritornata nel suo ufficio a palazzo avrebbe certamente ordinato un referto medico del fantomatico paziente “X” dato che non aveva il tempo di curarsene personalmente.
 
- Prima che tu te ne vada, Tsunade, ho un’altra domanda. – pronunciò il Signore dei Serpenti quando la donna era ad un soffio dalla porta. La sua voce era serissima e non sibilante. Tsunade si preoccupò per questo.
 
- Perché hai permesso a quella ragazza… -
 
- Sakura. – ci tenne a precisare.
 
- … a Sakura di portarmi al Villaggio e curarmi? So che ti ha informato con una lumaca. –
 
La donna rimase spiazzata a tale domanda poiché non aveva una risposta precisa – o almeno l’aveva, solo che non l’aveva ancora accettata. Rivide spezzoni della sua vita mentre parlava al nonno e al fratellino, ai genitori e allo zio del suo amico con la mania dei serpenti. Ricordò che una volta l’aveva chiamato così in sua presenza, tanto per scherzare.
 
- Perché… sei il mio amico con la mania dei serpenti. – Tsunade pronunciò quella frase in un soffio, con le labbra lievemente increspate verso l’alto e senza aggiungere nessuna parola – che sarebbe stata superflua, inutile, che avrebbe rovinato l’essenza magica ed effimera di quel momento – sparì oltre la porta.
 
Anche Orochimaru sorrise. Non di quel ghigno che era solito mostrare, ma di un sorriso vero, di quelli sottili e appena percepibili. Come quello che gli aveva colorato il volto pallido il giorno che Tsunade lo aveva chiamato in quel modo, poco tempo prima del suo abbandono.
 
Sorrise al ricordo di come la chiamava la sua balia all’orfanotrofio, unica persona a cui il riservato e freddo Orochimaru aveva raccontato della compagna: La bella bionda di Orochi-kun.
 
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[614 words]
 
Salve gente!
Ecco qui che con un fortuito lampo d’ispirazione aggiorno con questo capitolo.
Spero sia piaciuto e mi scuso per i lunghi tempi di aggiornamento, ma purtroppo ho gli esami.
Ringrazio molto gabriella92 e merly watase che hanno recensito lo scordo capitolo e hanno messo la storia tra le preferite.
Vi lascio con un bacio e queste belle fan art che ho trovato su internet.
Ciau <3
 


 
   
 
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