Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: rose_jh    14/06/2014    3 recensioni
- Tu lo sapevi! - dissi isterica a bassa voce. Alzò le spalle ridendo ancora.
Lo colpii di nuovo. - Tu lo sapevi e non mi hai detto niente! - sbottai poi, a tono normale. - Ho sbagliato a darti fiducia, sei solo un egocentrico del cavolo, ti odio troppo Mal… -
- Sssh! - mi tappò la bocca con una mano, con l’altra avvicinò il mio viso al suo attraverso la mia nuca e mi baciò a lungo la guancia, provocando degli “uuh” e delle risate dei ragazzi. - Penso di preferirti mentre dormi. - appurò sorridendo sulla destra.
Provai ad allontanarlo da me con le mani, inutilmente, quindi mi arresi e gli morsi un dito. - Cazzo - imprecò ritraendo la mano e massaggiandosela. - devo chiamarti leoncino. - fece poi ridendo.
Mi sistemai i capelli e mi allontanai leggermente da lui, incrociando le braccia, senza neanche degnarlo di uno sguardo.
- Non dirmi che ti sei arrabbiata davvero! - esclamò accarezzandomi la schiena con una mano.
Mi girai a guardarlo e scostai la sua mano da me, incavolata. Alzai lo sguardo ai suoi occhi, ritrovando il suo viso in un’espressione infantile, con tanto di labbro sporto. Risi. - Vaffanculo, idiota! -
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogue. 

31 december, 6 pm
Zayn’s pov

 
Continuavo a litigare con la mia cravatta rossa marcata Hermes nel vano tentativo di creare un nodo decente. Mi ero davvero impegnato per rilassarmi e non arrivare alla festa già innervosito, giusto per evitare discussioni con Rose, ma ovviamente doveva per forza esserci qualcosa di storto. Mi sfilai violentemente la cravatta dal collo e la gettai sulla poltrona accanto lo specchio sibilando un’imprecazione a denti stretti. Avere una stilista con le relative assistenti aveva pochi aspetti negativi, e non saper fare un nodo alla cravatta, o ripiegarsi i pantaloni e le maniche di giacche e camice in modo guardabile, erano alcuni di questi.
Dopo un paio di occhiate alla figura riflessa dallo specchio per autoconvincermi che avrei potuto fare a meno di quell’accessorio, dovetti ammettere di averne bisogno. Quanto avrei voluto poter fare come Harry: una giacca classica, una t-shirt sportiva ed aveva un look tutto suo, armonioso. Se avessi fatto lo stesso sarei sembrato al massimo un barbone che aveva recuperato vestiti sconnessi tra loro dalla spazzatura.
Sospirai. Per il resto ero pronto: mi spruzzai il mio Ferrari Black ed uscii dalla mia stanza dopo aver recuperato quel pezzo di stoffa dalla poltrona. Lo guardai con disprezzo. Stavo per dirigermi al piano inferiore ma la porta socchiusa della stanza di Rose attirò la mia attenzione: riuscivo ad intravederla mentre sbuffava, fissando il suo riflesso allo specchio. Riuscì a togliermi il fiato. Era avvolta in uno splendido vestito rosso scarlatto in macramé che contrastava nettamente la sua pelle chiara, scoperta da uno scollo molto largo sulla schiena. I lunghi capelli scuri ricadevano sul seno in larghi boccoli ordinati, facendo risaltare la dolcezza del suo viso. Il davanti era interamente coperto, uno scollo a barca abbastanza stretto, e le maniche lunghe fino all’avambraccio. Quel vestito le donava particolarmente: risaltava le curve che nascondeva ogni giorno con maglioni e felpe oversize, probabilmente non le considerava un granché, eppure dovetti ammettere di trovarle magnifiche. A confermare la mia supposizione fu l’ennesimo sbuffo: spostò tutti i capelli sulla destra e abbassò la cerniera posta sul lato del vestito, facendo per svestirsi.
- Non toglierlo - mormorai entrando in camera, la porta scricchiolò leggermente. Si girò verso di me sorpresa, rimanendo immobile. - ti sta benissimo. - continuai beandomi della visione della sua figura. Il mio sguardo la imbarazzò a tal punto che non proferì parola, ormai la conoscevo a memoria. Mi avvicinai a lei sorridendole appena, soffermandomi a guardare i suoi occhi scuri e le sue gote arrossate. Spostai delicatamente la sua mano, tirando di nuovo la cerniera verso l’alto, facendo attenzione a non distogliere il mio sguardo dal suo. Con lei ero attento praticamente a tutto, sapevo che avesse bisogno dei suoi tempi - per avere le sue labbra ci erano volute settimane e settimane, figuriamoci come avrei potuto mettere gli occhi su qualcosa che non avrei dovuto guardare o addirittura toccarla dove non avrei dovuto nemmeno sfiorarla. Volevo che capisse che la rispettavo, ma spesso diventava difficile resistere ai miei istinti. Deglutii. - perché non ti piace? - posai leggero le mani sui suoi fianchi, avvicinandomi a lei.
Si morse un labbro e non rispose, io sospirai. - Sei bellissima, Rose. E a me piaci più di qualsiasi altra cosa. -
Accennò uno dei suoi sorrisi, ed io appoggiai la mia fronte alla sua, chiudendo gli occhi. Lasciai che avesse su di me il suo solito effetto calmante, mi aiutò a scacciare, anche se solo momentaneamente, quelle sensazioni spiacevoli che mi stavano opprimendo il petto.
- Per caso sai come annodare una cravatta? - sussurrai poi ridendo, mostrandole la cravatta implorante - Ci sto provando da mezz’ora. -
Una risatina la scosse appena. - Sei un incapace - alzò gli occhi al cielo e me la sfilò dalle mani. Portò la cravatta ad avvolgere il mio collo, alzando quello della camicia e adagiandovela, per poi iniziare ad incrociarla e annodarla. Agiva lentamente, in modo preciso e attento, mordendosi un labbro, senza nemmeno accorgersi di ciò che stava provocando dentro me. Guardavo con desiderio le sue labbra, sperando che se ne accorgesse e mi baciasse. Per una volta volevo fosse lei a prendere iniziativa, ma era fin troppo impacciata, distratta e con la testa fra le nuvole. Ed io lo adoravo.
Feci un passo in avanti e posai le mani fredde sulla sua schiena nuda; sussultò interrompendosi all’improvviso, inchiodò i suoi occhi nei miei incerta. Riprese ad annodare la cravatta guardandomi, smettendo finalmente di lambire il suo labbro inferiore. Io mi avvicinai ulteriormente, abbastanza da sentire il profumo lieve dei suoi capelli. Lei però distolse lo sguardo per guardare soddisfatta il risultato; strinse meglio il nodo al mio collo. - Grazie piccola - sussurrai, avvicinandomi infine da lasciare che i nostri corpi si adagiassero l’uno all’altro. Con un altro sussulto spostò lo sguardo ai miei occhi. Respiravamo all’unisono, senza smettere di fissarci. Restò ancora coi gomiti appoggiati sul mio petto, adesso giocando col collo della mia camicia mentre nessuno dei due trovava il coraggio di interrompere quel momento.
Aspettai che prendesse iniziativa, inutilmente. Passarono secondi interminabili finché poggiò una mano alla base del mio viso, col pollice sfiorò le mie labbra. Mandai al diavolo l’orgoglio e con il respiro che accelerava, come fosse la prima volta che ci trovassimo in una situazione simile, mi sporsi deciso a lasciarle un lungo e casto bacio sulle sue labbra. Un brivido mi attraversò la schiena. Rose si ritrasse e mi guardò. Immaginai leggessimo l’uno negli occhi dell’altra quanto ci desideravamo. Lasciai scivolare le mani alla base della sua schiena stringendo il suo corpo minuto a me, lei lambì delicatamente il mio labbro inferiore. La sentii sorridere appena prima che iniziasse a baciarmi con estrema lentezza. Ricambiai ed ero sul punto di approfondire il bacio quando la voce di Niall dal piano inferiore che ci richiamava a darci una mossa scosse entrambi.
- Devo finire di prepararmi - annunciò con un filo di voce, la guardai implorante ma mi afferrò per le braccia allontanandomi da lei. Scivolò dalla mia stretta senza guardarmi per andare ad indossare le scarpe alte che la aspettavano sulla loro scatola affianco lo specchio. La lasciai scappare, nonostante tenerla fra le mie braccia fosse una cosa che avrei fatto praticamente ogni minuto della mia vita.
- Ti aspetto qui - risposi sedendomi sul suo letto ed osservandola mentre sceglieva gli orecchini, i bracciali e gli anelli andando da un lato all’altro della stanza per recuperare ciò di cui aveva bisogno. Spruzzò del profumo sul collo, sui polsi e con le dita sporcava la pelle dietro l’orecchio. La guardavo, stregato dai suoi gesti. Si voltò a guardarmi, imbarazzata dai miei occhi su di lei, quasi avesse udito i miei pensieri; mi fece scegliere tra due rossetti, unici vincitori di un’accurata selezione. Scelsi tra i due rossi quello più scuro, e rivissi un flashback quando per la seconda volta applicò il rossetto sulle sue labbra praticamente sotto ai miei occhi.
- Sai che non lo faremo durare a lungo, giusto? - la stuzzicai, ricevendo uno sguardo misto tra l’imbarazzato e il divertito dal riflesso dello specchio.
- Per questo le donne hanno sempre un rossetto in borsa - ribatté fintamente saccente.
- Uhm… - finsi di riflettere, alzandomi dal letto con lentezza e puntando verso di lei, la cui attenzione era fissa sulle sue labbra - quindi non ti dispiacerà ripassarlo più volte stanotte - arrivai a stringerla fra le mie braccia, sussurrando le ultime parole sulla sua spalla scoperta. Respirai a pieni polmoni il profumo appena spruzzato sulla sua pelle, godendo della dolcezza della fragranza. Mise via il rossetto, facendo scivolare le braccia lungo i fianchi. - Mh? - domandai. Le sue ciglia svolazzarono quando iniziai a lasciare una scia di baci dalla spalla alla clavicola, dalla clavicola risalii lungo il collo e spostai con le mani i suoi voluminosi e morbidi capelli d’intralcio alla mia opera; ripresi a baciare la sua pelle, lanciando un’occhiata al suo viso: gli occhi ormai chiusi, il capo all’indietro sostenuto dalla mia spalla, le vene del suo collo appena evidenziate. - Non ho ragione? - continuai ad insistere, mentre sempre più soddisfatto notavo quanto fossi capace di privarla addirittura della forza di parlare, e soprattutto di causarle la pelle d’oca. Sospirò, le labbra dischiuse. Continuai a baciare senza fretta il suo collo e raggiunsi la sua guancia. Spostò appena il viso nella mia direzione per facilitarmi il lavoro e riuscii a baciarle un angolo della bocca, prima che la voce di Liam richiamasse il nome di Rose. Sussultò impercettibilmente tra le mie braccia e sorrise, scappando alle mie labbra che richiedevano disperatamente delle sue, avvicinandosi ripetutamente quando queste insistevano ad allontanarsi, per dispetto, per farmi impazzire. I ruoli di quel giochetto si erano improvvisamente capovolti e provai senza risultati a soffocare una risatina, Rose si girò nella mia stretta, appoggiò gli avambracci sul mio petto toccandomi il viso con le dita e sfiorando il mio naso col suo. - È tardi Zayn, dobbiamo andare. - dichiarò calma a voce bassa. Avvertii tuttavia il battito accelerato del suo cuore, che andava a tempo col mio.
Mugolai qualcosa in disaccordo provando a catturare rapidamente le sue labbra in un bacio, ma riuscì a sfuggirmi per l’ennesima volta ritraendosi prontamente. Mi mordicchiai un labbro frustrato, guardando la sua bocca e poi i suoi occhi, che mi osservavano divertiti e soddisfatti, diciamo almeno quanto lo ero io poco prima che si ribaltasse la situazione.
Inarcai un sopracciglio. - Che stronza - scossi la testa lasciandomi sfuggire un sorriso.
Ammiccò, bagnandosi ironicamente le labbra per provocarmi. La strinsi forte a me con uno scatto e forzai uno sguardo sexy stringendomi un labbro fra i denti; si abbandonò ad una risata fragorosa, ed io mi unii a lei. Tornammo seri ed io annullai pericolosamente parte della distanza fra i nostri volti, all’improvviso, cogliendola di sorpresa. - che ti piaccia o no, riprenderemo più tardi. - provai a farla apparire una minaccia, mentre parlavo la mia bocca si muoveva contro le sue labbra.
- Siete pronti o no? - urlò nuovamente Niall spazientito dal piano inferiore, quindi lasciai che per la seconda volta una Rose leggermente impacciata mi scivolasse dalle braccia a malincuore. Non c’era altra sensazione che avrei preferito a quella che provavo quando la stringevo a me, quando la guardavo sorridere o ridere, quando i suoi occhi erano incastrati nei miei, quando riuscivo a sentire l’odore della sua pelle e il profumo dei suoi capelli, quando le nostre le bocche si incontravano e le nostre lingue si toccavano, quando il suo corpo era contro il mio, quando vivevo di lei, respirandola, assaporandola, tenendola fra le mie braccia.
Mi prese la mano guardandomi adesso con malizia. - Andiamo - mi sorrise con un sopracciglio inarcato, afferrò la borsa, spense la luce e mi trascinò al piano di sotto, contenta del ruolo prevaricatore che stava avendo. Permettevo che si divertisse a giocare in quel modo, mentre nuove idee si facevano spazio nella mia mente.
 
31 december,  7 pm
Rose’s pov
 
Dovetti faticare per trattenermi dallo spalancare la bocca come una bimba davanti un gigantesco albero di Natale con fiumi di regali; le porte dell’ascensore si aprirono sopra l’attico di Joe, e rimasi deliziata da ciò che vedevo. C’ero già stata una volta, ma adesso sembrava ancora più grande, la disposizione dei mobili era stata decisamente cambiata. Il salotto era gremito di gente vestita di tutto punto, bellissime ventenni chic in abiti lunghi -che probabilmente costavano più del mio appartamento a Londra- e per niente volgari, ragazzi in smoking e cravatte, eleganti e raffinati, con flute di champagne e bicchieri di cocktail raffinati tra le mani. Fui lieta di notare che effettivamente avevamo azzeccato l’abbigliamento, quella sera.
- Hey bimba! - una voce familiare arrivò a me, sovrastando la musica non troppo alta che faceva da sottofondo al vociare educato degli invitati.
Mi guardai intorno spaesata finché da quella che riconobbi come la cucina vidi uscire Joe, che stava avanzando verso di me con un ampio sorriso sul viso, una camicia blu notte spuntata dei primi bottoni, un pantalone bianco e dei mocassini abbinati.
- Joseph - ricambiai il sorriso e gli feci un cenno mentre lo guardavo avvicinarsi - complimenti, è una festa bellissima -
- Ora che siete arrivati voi lo è ancora di più - fece solare quando mi fu di fronte, baciandomi la guancia. Oscillò lo sguardo tra la mia mano intrecciata con quella di Zayn, e il viso del moro. Il mio cuore batteva forte dall’agitazione ma cercai di calmarmi. - Zayn - fece cortese, senza traccia di sarcasmo. O almeno così immaginai.
Osservai i muscoli tesi del volto di Zayn, la sua mano lasciò la mia per stringere formalmente quella di Joe. - Bella festa amico - restituì la cortesia, tornando ad afferrare saldamente la mia mano.
- Mi fa davvero piacere avervi qui, siete i benvenuti - il mio amico rispose con un cenno, cordiale. Tenne per qualche secondo i suoi occhi in quelli di Zayn. Tornai a respirare lentamente quando Joe iniziò a presentarsi ai ragazzi che ancora non conosceva e salutava le ragazze.
- Rose, affido a te la presentazione della casa, tanto ormai la conosci. - la mano del moro rafforzò la stretta sulla mia all’udire quelle parole; sussultai. - Per qualsiasi cosa mi trovate in giro, buona serata - Joe ci sorrise un’ultima volta, lasciandoci per accogliere altri invitati. Mi scambiai uno sguardo strano con Zayn.
- Non è male, avresti potuto farci un pensierino - intervenne Louis. Zayn lo fulminò con gli occhi, e risero tutti della situazione, io più nervosamente. - scherzavo Malik, lo sai che vi ho sempre voluti insieme - Tommo fece una smorfia di sufficienza, scuotendo la testa.
Guardai con apprensione il moro, che non voleva tornare a guardarmi. Mi faceva impazzire quando era geloso, nonostante a volte i suoi atteggiamenti mi preoccupassero o infastidissero. Non aveva motivo di esistere, quella sua gelosia: non avrei mai preferito qualcun altro a lui, non ci avrei neanche lontanamente pensato. Era fuori discussione. Mi era difficile guardare qualsiasi altra persona senza cercarvi i suoi occhi, le sue labbra, i suoi atteggiamenti, la sua voce, la sua risata, il suo profumo, o ogni minimo particolare tipico di lui.
Per quanto potessi provarci, non riuscivo ad immaginare me senza di lui ormai.
 
Dopo circa un’oretta eravamo tutti un po’ più sereni e meno lucidi, avevamo bevuto, chiacchierato e conosciuto gente nuova e simpatica. La tensione riguardo Joe era sparita insieme a lui, e le cose sembravano procedere lisce.
Sentii una mano afferrare il mio polso con gentilezza e mi voltai, ritrovando due occhi nocciola a pochi centimetri dai miei. Indietreggiando, mi allontanò dagli altri verso un punto più tranquillo della festa, distanti dai nostri amici. Sorrisi a Zayn, e distraendomi con un sorriso avvolse un braccio attorno alla mia vita.
- Noi avevamo qualcosa in sospeso - alzò un sopracciglio e si avvicinò alle mie labbra con lentezza, dandomi tutto il tempo per respingerlo. Tuttavia qualcosa mi spinse a lasciarlo fare, finché deviò la traiettoria puntando al mio collo. Affondò il viso tra i miei capelli baciandomi ripetutamente appena dietro l’orecchio, sembrando vi stesse semplicemente sussurrando qualcosa.
- Malik - mormorai subito, sorpresa, e provai a spingerlo via per un fianco, lottando contro il mio corpo che l’avrebbe pure lasciato fare.
- Cosa? - finse di non capire, mordendo piano la mia pelle e riprendendo poi a baciarla. Rabbrividii e faticai per ritrovare il respiro. 
- Smettila - riuscii a ribellarmi, allontanandomi. Lo guardai severa, perdendo credibilità appena alle mie guance affluì abbastanza sangue da farmi arrossire come se avessi dodici anni.
Sorrise, non facendo altro che irritarmi. - Ho bisogno di te, in ogni momento. - 
Esitai. Avrei tanto voluto dirgli che per me era lo stesso, sentivo la mancanza delle sue labbra un secondo dopo averle lasciate. Ovviamente non l’avrebbe saputo, almeno non da me.
- Non qui. - dichiarai, facendo nascere l’ennesimo sorrisino sul suo viso. Stavolta non mi irritò. Dovetti ammettere di desiderare un bacio, in quell’istante, e se non l’avessi avuto subito sarei impazzita.
- Vieni - mi ordinò con sicurezza e mi prese la mano, ma qualcosa ci interruppe.
- Rose! - Una voce femminile richiamò il mio nome. Mi guardai intorno, e individuai una ragazza dagli inconfondibili occhi verdi infondo all’enorme salotto di quell’attico. Le sorrisi, immaginando l’espressione del moro dato il suo tempismo. Lo sentii sospirare.
- Oh mio Dio, Vanessa! Da quanto tempo - esclamai andandole incontro e facendo scivolare la mia mano dalla stretta di Zayn. Ci abbracciammo in modo composto, anche lei indossava un vestito elegante ed ammisi di trovarla ancora più bella.
- Che ci fai qui? Abbiamo così tante cose di cui parlare! Dio, sei ancora più bella… questi capelli ti stanno d’incanto! Ti sei trasferita qui in America? È da tanto che non ti vedo in giro a Londra -
- Oh no, sono qui per le vacanze con.. uhm, dei miei amici - balbettai, guardandomi indietro. Feci cenno a Zayn di raggiungermi. - lui è Zayn - mi sentii in dovere di presentarlo.
Si strinsero la mano, lui mi guardò confuso per un paio di secondi. - Frequentavamo lo stesso corso di Scrittura Creativa - rispose lei al mio posto. Zayn mi indirizzò il secondo sguardo interdetto, da cui colsi tu hai frequentato un corso di scrittura ed io non lo sapevo?
Tuttavia si limitò ad annuire. - Capisco - le sorrise gentile.
- Quindi è il tuo ragazzo? - domandò la ragazza, innocente. Boccheggiai come un’idiota, Malik ebbe la stessa reazione. Vanessa oscillò lo sguardo fra entrambi. - Oh, ho capito, scusate l’invadenza - rise leggera, intavolando in fretta un nuovo argomento ed invitandomi ad accompagnarla a prendere un altro drink. Avevo sempre apprezzato la sua loquacità, era difficile starle dietro talmente quanto parlava.
- Andate pure, ci vediamo dopo - fece Zayn sorridendo ad entrambe e liquidandosi in fretta. Chiedendomi perché si fosse vaporizzato in quel modo, seguii la mia amica verso gli alcolici. La serata era appena iniziata.
 
 
Zayn adorava i muri. Più precisamente, adorava baciarmi chiudendomi tra lui e una parete, e per quanto fossi claustrofobica non mi dispiaceva per niente scomparire dietro il suo corpo e lasciarmi stringere dalle sue braccia.
Dopo una lunga chiacchierata con la mia ex compagna di corso, ci eravamo salutate ripromettendoci di rivederci più tardi e stavo tornando da Liam e Niall, gli unici che ero riuscita ad intravedere tra la folla. Una mano familiare però si posò sul mio fianco, dalle mie spalle. Mi fermai; l’avrei riconosciuto fra mille.
- Vieni con me - mi sussurrò. Sapevo avrebbe voluto aggiungere prima che qualcun altro ci interrompa.
Mi girai a sorridergli ed annuii.
- Rose, Zayn, come procede la serata? -
Non può essere vero pensai, trattenendo una bestemmia in turco. - Hey Joe - sorrisi al mio amico dopo che ci fosse spuntato davanti, dal nulla.
- Meravigliosamente - ribatté probabilmente sarcastico Zayn.
- Mi fa davvero tanto piacere - gli occhi cristallini di Joe si incastrarono in quelli scuri e profondi del moro, si fissarono per un paio di secondi. - mi ricorda vagamente quella festa in maschera a scuola dove ci travestimmo da pirati, ricordi? -
- Non penso la dimenticherò mai - risposi ridendo, senza aggiungere altro. Guardai il ragazzo che mi stava affianco e mi schiarii la voce. - comunque dobbiamo lasciarti perché Alex ci cercava, ci vediamo più tardi - inventai.
- Certo, divertitevi - mi fece un occhiolino e si allontanò.
- Era ora - Alzai un sopracciglio guardando male Zayn, ma lasciai perdere. Mi prese per mano, attraversammo la sala e ci infilammo in un corridoio deserto con le luci spente, che ricordavo portasse ad una stanza che Joe usava come studio, evidentemente chiusa. Si fermò e finalmente mi rivolse lo sguardo; non mi piaceva l’espressione seria sul suo viso e stavo per aprire bocca ma mi precedette, posando le mani sui miei fianchi e spingendomi delicatamente contro il muro. Gli avvolsi le braccia al collo, senza distogliere lo sguardo dal suo. Lui chiuse gli occhi e sospirò, toccando la sua fronte con la mia.
- Che succede? -
- Nulla -
- Zayn. - Strinse i denti, le vene del suo collo apparvero per qualche secondo.
Aprì gli occhi e mi guardò. - Quel tipo mi irrita, lo sai. - mi mordicchiai un labbro nervosa, rimanendo in silenzio per un po’ a guardarlo apprensiva.
- Sono contenta di essere qui con te, stasera. - sussurrai, lui accennò un sorriso: non riuscii a trattenermi dall’avvicinarmi alle sue labbra. Dischiusi le mie e aspettai che prendesse iniziativa, poi mandai a quel paese la timidezza e lo baciai. Infilai le dita fra i suoi capelli decisa a non lasciarli quando le nostre lingue si toccarono, ed istintivamente mi distaccai dal muro per avvicinarmi a lui. Avvolse le sue braccia intorno al mio corpo, facendole vagare lungo la mia schiena nuda provocandomi una serie di brividi. Posò una mano alla base della mia schiena respingendomi contro il muro attraverso il suo corpo, ma evidentemente quando si accorse di essersi lasciato trasportare, si interruppe bruscamente, indirizzandomi uno sguardo esitante.
- Non preoccuparti - lo rassicurai appena ebbi recuperato il respiro, non riuscendo a fare a meno di sorridere. - sei così carino e premuroso - ridacchiai, giocando ancora coi suoi capelli.
Vidi i suoi muscoli rilassarsi, sorrise appena. - Dov’è finita l’antipatica moretta che mi insulta ogni due secondi? -
- È sempre in agguato, potrebbe tornare da un momento all’altro - alzai un sopracciglio, sfidandolo con lo sguardo. - Narciso - aggiunsi. Mi rispose con una smorfia divertita. Era bellissimo.
- So come ricacciarla - mormorò, trattenendo il mio corpo contro il muro e liberando con una mano il collo dei miei capelli. Immaginai il suo intento, e non riuscii a ribellarmi in tempo. Baciò l’angolo della mia bocca, poi l’attaccatura della mascella al collo, risalì dietro l’orecchio sfiorando il lobo con il labbro inferiore. Lasciò baci umidi lungo tutto il collo, arrivando allo scollo del vestito all’altezza della spalla. Lo tirò via abbassando una manica, sorprendendomi, e baciò la spalla ora scoperta. Il mio torace si sollevava insieme al suo, in un ritmo complice; sentii i suoi denti lambirmi la pelle e strinsi la presa nei suoi capelli, mugolò qualcosa quando lo allontanai con forza per sottrarmi a quella tortura. La manica scivolò di nuovo al suo posto, Zayn mi guardò negli occhi soddisfatto. Quel giochino non ci avrebbe stancati mai: il nostro lato superbioso e presuntuoso usciva sempre fuori in quei momenti. Mandai tutto al diavolo e tirai il suo viso verso il mio per la nuca, baciandolo con foga. Mi posò una mano sul viso, l’altro braccio cingeva ancora i miei fianchi. Morsi il suo labbro intento a sorridere di me, quasi per punizione, e lui ricambiò il favore catturando il mio fra i suoi denti. Sussultai dal dolore, ritraendomi poi dal bacio e guardandolo male.
- Scusa - sussurrò accarezzandomi le labbra col pollice. Scacciai via la sua mano.
- Fanculo Malik - mi imbronciai, e lo spinsi via cogliendolo alla sprovvista. Provai a scappare dalla trappola delle sue braccia ma riuscii a fare giusto due passi in avanti prima che le sue braccia mi catturassero e spingessero nuovamente contro il muro mentre un - dove pensi di andare? - venne mormorato al mio orecchio.
Evitai il suo sguardo. - A rifarmi il rossetto. - risposi fintamente offesa, e cercai di spostarlo.
Costrinse i miei occhi nei suoi, forzando dolcemente il mio viso dritto verso il suo. Rabbrividii, lasciando che mordesse il mio labbro inferiore, per poi baciarlo e distaccarvisi.
 - Credo che tue labbra siano già impegnate con altro, signorina- sorrisi - per un bel po’. -
 
 
Non potevo osservare quella situazione senza provare un profondo senso di malinconia. Era parte del mio carattere, tendevo a rovinarmi la vita per inclinazione: pensavo.
Cosa sarebbe successo dopo la mezzanotte? Nonostante la serata stupenda, cosa avrebbe significato lo scoccare del nuovo anno?
Ero una di quelle persone che ha costantemente paura di essere lasciata sola, non che avessi avuto particolari perdite importanti, ma in genere sentivo sempre il pericolo di un abbandono imminente, in particolare quando tutto sembrava aver preso la piega giusta. Avevo trovato cinque nuove persone a cui dare quello che avevo da offrire, una in particolare a cui avrei donato volentieri tutta me stessa. Sembrava che tutti i pezzi del contorto puzzle che era la mia vita fossero scivolati da un giorno all’altro ai loro posti, una strana quiete alloggiava in me, ma avevo l’impressione che non sarebbe durata a lungo. D'altronde è così che succede: ogni volta che la vita si accorge che ti sta andando tutto bene, decide di buttare una buccia sul tuo percorso per farti scivolare e perdere la strada giusta, quella che stavi percorrendo con serenità senza intoppi o distrazioni.
Ricacciai indietro le lacrime e sorrisi guardando Zayn ridere fragorosamente ad una battuta di Niall, la luce della meravigliosa luna di quella notte gli illuminava il volto, incorniciato dai candidi fiocchi di neve che cadevano sullo sfondo della magica Times Square, alle sue spalle. Mi domandavo come facesse ad emanare quel tipo di luce con un solo sorriso.
L’enorme gazebo ricopriva gran parte del terrazzo, era stato arredato davvero con raffinatezza per l’occasione e forniva un’atmosfera intima e riservata rispetto alla festa che si stava svolgendo all’interno dell’appartamento. Osservai sottecchi Zayn accendersi una sigaretta, e spostai il mio sguardo sulla situazione in genere: i ragazzi e le ragazze ridevano e scherzavano l’uno con l’altra, per la prima volta l’aria era assolutamente tranquilla, serena e rilassata.
Ecco cos’avevo paura di perdere: non era l’aria ad essere tranquilla, serena e rilassata. Lo ero io. E non essere sicura sul futuro era la cosa che più odiavo al mondo, avrei voluto poter controllare tutto ciò che accadeva, e controllare anche ciò che sarebbe accaduto. In quelle settimane le cose, nel complesso -e drammi a parte- andavano talmente bene che non riusciva a sembrarmi vero: Zayn, i ragazzi, le mie migliori amiche, le vacanze, l’America, la magia natalizia, il Capodanno insieme, mi sembrava di vivere in una favola. Come se con l’inizio del 2012, potesse improvvisamente svanire quel sogno ed io fossi costretta a ritornare alla realtà.
Avevo lo sguardo fisso sulle mie mani ed ero talmente persa nei miei pensieri da non accorgermi della voce di Zayn che sussurrava il mio nome.
- Rose - alzai lo sguardo a lui, che ora stava al mio fianco, guardandolo interrogativa. Mi restituì uno sguardo confuso. - stai bene? Sei più silenziosa del solito. -
- Sì, stavo contando le ore di fuso orario con l’Italia, nel caso in cui dovessi chiamare i miei, sai… -
- Rose. - Sospirai. Con lui fingere veniva impossibile. Oppure ero semplicemente una cattiva attrice.
- Zayn? - ribattei tuttavia ironica. Mi guardò insistentemente ed esitai per qualche secondo, forse dirglielo non avrebbe fatto male. - Pensavo. - ammisi poi a testa bassa.
- A cosa? -
- A domani -
- Che intendi? -
Mi morsi un labbro. - Nulla.. lascia perdere, vado a prendermi un drink - feci per oltrepassarlo ma il suo braccio afferrò il mio fianco, riportandomi al mio posto con fermezza e decisione. Quell’atteggiamento mi faceva sentire piccola come una formica.
Si avvicinò a me con lentezza e prese il mio viso fra le mani, sfiorandomi il naso col suo. - Puoi dirmi tutto, ricordi? - mormorò, adesso con delicatezza. Annuii e lasciai che un suo dolce bacio calmasse il tornado di emozioni che mi aveva appena travolto. Quando si allontanò, mi sentii tranquilla.
- Pensavo a cosa succederà una volta tornati in Inghilterra… -
- Cosa deve succedere? - domandò, un velo di preoccupazione aleggiò sul suo viso; sembrò non capire.
Presi qualche secondo per respirare a fondo. - Rose, stai cercando di dirmi che… insomma, hai deciso… -
Spalancai gli occhi davanti quell’incomprensione. - No, nulla del genere! - sorrisi tristemente - Almeno non da parte mia - sibilai poi, cercando qualcosa nei suoi occhi. Assimilò quelle parole e capì finalmente il senso di quel discorso.
Alzò un angolo della bocca, cercando di sembrare malizioso, ma seppe solo come rassicurarmi. - Non ti libererai di me facilmente, va bene? - prese la mia mano e la strinse alla sua, senza mai distogliere i suoi occhi dai miei. Mi attirò a sé, cingendo i miei fianchi. - non vado da nessuna parte senza te. Una volta tornati in Inghilterra sarà tutto come adesso. -
- Sei famoso. - allacciai le braccia al suo collo, per una volta ci differenziavano pochi centimetri e quella posizione era più comoda. Riuscivo a guardarlo perfettamente negli occhi.
- Non vuol dire che non posso avere una ragazza. E visto che tu sei la mia ragazza, ti presenterò ai miei manager come tale, e loro dovranno accettarlo, che gli piaccia o no. -
Deglutii. - Sappiamo entrambi che non sarà così semplice Zayn, so come funzionano queste cose. I contratti, la fama, il management… -
- Ssh - mi interruppe, avvicinando le sue labbra alle mie. - ti fidi di me? - mormorò sopra di esse.
Annuii lentamente. Io mi fidavo di lui.
- Non vado da nessuna parte. Sono qui, e sarò qui anche dopo. Qualunque cosa succeda. - assaporai quelle parole non appena iniziò a baciarmi, e quando chiusi gli occhi mi resi conto di quanto suonassero come una promessa.
Io mi fidavo di lui.  E sarebbe stato così, qualunque cosa fosse successa.
 
Dopo aver abbondantemente chiarito lo spaventoso “dopo” , ero riuscita a rilassarmi abbastanza da essere pronta a godermi il countdown finale. Mancava poco ormai, ma ora la mia mente era sgombra di tutti i cattivi pensieri. Insieme al resto dei ragazzi avevamo discusso sul da farsi con l’arrivare del nuovo anno, e sembravamo tutti d’accordo a voler restare insieme. Avremmo ripreso le nostre normali vite, aggiungendo a quella normalità un pizzico di novità che le avrebbe stravolte positivamente.
Mi guardai intorno: ognuno sembrava sentirsi al proprio posto, cioè accanto alla persona di cui avevano bisogno.  In qualche modo avevamo tutti trovato quella serenità in qualcosa di talmente semplice e bello che potevamo davvero definirci fortunati. Nel giro di pochi mesi era nata una nuova me, avevo iniziato anche a vivere diversamente.
E tutto ciò non mi dispiaceva.
Strinsi la mano di Zayn eccitata quando il coro generale iniziò a raggiungere la decina, i nostri sguardi si incrociarono e ci sorridemmo.
Nove.
Il moro si morse un labbro e si avvicinò a me.
Otto.  - La leggenda dice che allo scoccare della mezzanotte ci voglia un bacio - sussurrò al mio orecchio, riuscii a cogliere le sue parole nonostante il rumore.
Sette. - con l’augurio di aver affianco quella persona per tutto l’anno - gli sorrisi sincera.
Sei. - vuoi essere il mio bacio, Rose? -
Annuii, più sicura che mai. Era tutto quello che desideravo.
Cinque.
Si avvicinò a me, io gli allacciai le braccia al collo.
Quattro.
- E che le tue labbra siano mie anche il prossimo Capodanno. - Sentii gli occhi pizzicare dalla gioia; rimasi in silenzio, col cuore che mi usciva dal petto.
- Tre - contò; la sua voce melodiosa mi fece rabbrividire.
- Due - disse ancora, e poi guardò sopra di noi. Feci lo stesso e spalancai appena la bocca, sorpresa, nel trovare un mazzetto di vischio sopra le nostre teste, non capendo se fosse stata opera sua o una casualità.
- Uno… - ridemmo entrambi, gli occhi dell’uno incastrati in quelli dell’altra.
- Buon anno piccola. -
- Buon anno Zayn. -
 Scoppiò un trambusto generale; su urla, applausi, fuochi d’artificio e canzoni da Capodanno Zayn baciò le mie labbra a lungo nella mezzanotte che inaugurava l’anno 2012, e fra le sue braccia mi resi conto che tutto quello contro cui avevo lottato fino a quel giorno mi aveva portata a quel punto, a scoprire cosa volesse dire provare per la vera prima volta la felicità.
Ci separammo e risi, serena.
- Rose - mi richiamò.
- Mh? - feci, inizialmente distratta da quello che mi circondava: mi persi a guardarmi intorno, poi tornai sul suo viso trovandolo improvvisamente serio.
Deglutì, esitando un paio di secondi, e poi un - ti amo. - fu sibilato, ma riuscii a capirlo chiaro e tondo.
Sentii le gambe cedere e il cuore immobilizzarsi, un - cosa? - uscì spontaneo dalle mie labbra in quella confusione generale, mi domandai tuttavia se avessi capito male.
Stavolta sorrise cristallino, l’adrenalina iniziò a scorrermi nelle vene. - Ho detto che mi sono innamorato di te. -
Mi portai una mano alla bocca, incredula. Lo abbracciai di getto.
Dopo interminabili secondi mi convinsi e proferii parola. - Anch’io Malik - sussurrai al suo orecchio. Ci separammo ed immobilizzammo, lo sguardo dell’uno incatenato a quello dell’altra, senza lasciarci scalfire da quello che succedeva intorno a noi.
Un sorriso furbo si aprì sul suo viso. - A quanto pare ho vinto io - si avvicinò al mio viso, mordendosi un labbro. - alla fine sono riuscito ad ottenerti. -
- Attento, potrei scappare da un momento all’altro - lo minacciai con un sorriso risultando per nulla credibile, e mi allontanai quando le sue labbra provarono a posarsi sulle mie.
Rise. -  Ed io ti inseguirei per sempre. -
Mi inumidii le labbra, ed infilando le mani nei suoi capelli portai il suo viso più vicino al mio, lasciando che arrivasse a quel bellissimo mio secondo bacio dell’anno, secondo -immaginai- di una lunga serie.
 

 
ehm, ciau. 
allora, la storia "give love a try, one more time" è ufficialmente giunta alla fine. e questo è l'epilogo.
lo sto ripetendo per autoconvincermene, non mi sembra vero.
iniziai a scrivere questa storia nel mio periodo -ahimé- da bimba infantile innamorata della figura di cinque cantanti, le carote, i cucchiai, la perversione di harry, liam coi capelli ricci e roba del genere. parliamo di ben due anni e mezzo fa. 
la storia si è evoluta insieme a me, credetemi. siamo cambiate entrambe, e la maggior parte degli avvenimenti raccontati qui sono stati presi direttamente dalla mia vita e trasformati in qualcosa di più adatto ad una 'fan fiction', beh forse per questo non sono mai stati chissà quanto speciali.. ma per me significavano tutti qualcosa. molti gesti, parole, li ho vissuti io in prima persona, sia prima che dopo che li scrivessi. perché dovete sapere che c'è qualcosa di molto inquietante legato alla mia scrittura.. vi prego di credermi, spesso mi sono ritrovata in situazioni fin troppo simili a quelle che avevo inserito nella storia, DOPO averle scritte. e questo sì, fa paura. 
ma comunque, non voglio parlare di me. piuttosto vorrei ringraziare tutte le lettrici, perché senza i vostri commenti positivi e senza che voi mi spronasse non avrei mai continuato. mi dispiace se questo capitolo non soddisferà a pieno la vostra voglia di un finale, perché effettivamente non è nulla di che.. l'ho scritto giusto perché aspevo che questa storia, dopo tutto quello che ho passato, non meritasse di rimanere incompiuta.
infine, per non portarla a lungo, ringrazio la mia migliore amica, perché è stata fonte di ispirazione per questa storia dal primo capitolo. mi ha sempre aiutata e dovete ringraziare anche lei se ora sono qui, all'ultimo capitolo della mia prima storia qui su efp.
concludendo, vi chiederei un piccolissimo favore.
chiusa questa, stavo cercando di iniziare un'altra storia. vi prometto, sarà decisamente migliore di questa, in tutti i sensi! più matura, scritta meglio, credetemi.. per ora c'è solo il prologo, quindi mi chiedevo se vi andasse di leggerlo, dura tipo un quinto dei miei soliti capitoli ahahah quindi non perderete troppo tempo.
ve la linko qui.
(
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2658306 )

p.s. cambierò il mio nickname da "_hesonlymine_x" a "rose_jh" al più presto, se doveste notare un cambiamento sappiate che sono sempre io. lol

e vabbe, sembra che sia proprio finita. mi viene da piangere.
ma ora la smetto di blaterare, giuro. grazie ancora per tutto. 

sincerely yours,
rose. xx
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: rose_jh