Ecco
una piccola flashfic che prende spunto da una scena
dell’episodio 2x14, “24
candeline”: Betty, Gio, una scrivania e... il sogno di una
carrozza!
Per il giorno del suo ventiquattresimo compleanno
Betty Suarez ha organizzato una serata speciale, ispirata da un
dolcissimo
sogno fatto durante la notte: cenetta intima insieme ad Henry, concerto
al
Central park e, per finire, fuochi d’artificio!
Di
sogni, prati e carrozze
“Manca solo un
giro in carrozza” sussurra Gio.
“...”
Come?!
“Già...” dico a
fatica. “Aspetta...”
Ehi, un momento! Come ha detto?!
Un
giro in carrozza?! Lo ha detto veramente? Insomma, come fa a sapere che
è
esattamente ciò che ho sognato? Come diamine fa a
saperlo?! Lui non
c’era nel mio sogno. Infatti ero
insieme ad Henry, l’amore della mia vita.
Sbatto
le palpebre confusa, nel vano tentativo di riprendere contatto con la
realtà.
Forse l’ho solo immaginato.
Pensa,
Betty... Cerca una spiegazione razionale... No, non
c’è una spiegazione
razionale. I sogni non sono razionali. Per definizione. Mi risvegliavo
su di un
meraviglioso prato verde, tutto fiorito. Ha, e dove lo trovi nel Queens
un meraviglioso prato fiorito?! E
il cielo?
Così limpido e luminoso, senza neanche una traccia di smog?!
Tutto un prodotto
della mia fantasia. Punto.
Non
c’era nulla di reale in quel sogno perciò, ti
prego, non ti stupire se non
riesci a trovare una spiegazione per quest’ultima battuta di
Gio!
Oddio,
Gio. È sempre qui davanti a me... mi sta fissando...
intensamente, direi.
Calma,
Betty. Probabilmente è perché te ne stai zitta da
un’ora persa nelle tue
fantasie senza neanche prenderti il disturbo di terminare la
conversazione.
“Un
giro... un giro in carrozza?!” ripeto come un automa,
incapace di formulare una
frase originale. “Perché lo hai detto?”
Ecco.
Nel momento esatto in cui pronuncio queste parole me ne pento. Hilda mi
consiglia sempre di non provare ad entrare nella mente dei ragazzi.
Figuriamoci
in quella di Gio. Potrei anche non trovarci assolutamente nulla.
“Non
lo so...”
Bingo!
Poi
mi guarda. Di nuovo quello strano sguardo di prima.
“...
Solo, mi sembrava adatto a te”
Prego?!
Come
diavolo fa a sapere cosa è adatto a me?! Lui non mi conosce.
Non lo può sapere.
Non può sapere cosa sia adatto a me; né, tanto
meno, che cosa si inventi la mia
fantasia durante il sonno. Che poi corrisponde ai miei desideri
più romantici
e, proprio per questo, inconfessabili. Se non altro, a lui non li ho
mai
confessati né li confesserò mai. Ad Henry,
invece, che è l’amore della mia vita,
la mia anima gemella...
Gio
non la smette di fissarmi.
Se
Henry mi vedesse in questo momento, con Gio appollaiato sulla mia
scrivania con
lo sguardo da ebete, di sicuro fraintenderebbe. No, Henry si fida di
me. Non
per niente è la mia anima gemella.
Lui mi conosce
come nessun altro. Del resto, solo
la mia vera anima gemella potrebbe sapere certe cose su di me: per
esempio che,
nonostante io ostenti sempre un comportamento serio e dignitoso, in
fondo sono
un’inguaribile romantica. Per questo sogno prati fioriti e
cieli limpidi. E
giri in carrozza, ovvio.
...
...
...
Giri...
in... carrozza...
?!
Oh-mio-Dio!
~
* ~
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fino in fondo!
Ma
visto che la flashfic è breve per definizione, se vi
è piaciuta, vi chiedo di
impiegare l’energia risparmiata nella lettura lasciandomi un
commentino! ;)
Grazie!
M.