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Autore: ElianaTitti    13/08/2008    4 recensioni
Da lontano ci potevano scambiare per due pazze che nel bel mezzo di un forte acquazzone si rincorrevano nella grande piazza. Ma noi eravamo due pazze. Due pazze che spesso si chiedevano che vita triste avremmo trascorso se non ci saremmo incontrate. Che vita diversa.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'altra notte in giardino, stese sulle coperte, a guardare le stelle.

Come nei film americani per adolescenti.

Quando sembra andare tutto per il verso sbagliato, e poi all’improvviso, ti senti lucky girl.

Capiterà anche a noi?

Forse aver acquistato quel biglietto potrà rappresentare l’inizio di qualcosa.

Si certo. Contaci come al solito. Immagino che già ti vedi al concerto mentre scambi occhiate di fuoco con Georg.

-Cass?-

-uhm?-

-Abbiamo quindici anni.- dissi con voce rassegnata.

-Ma va?!-

-Loro ne hanno diciotto quasi diciannove, intendo i gemelli.-

Meglio che non dico l’età di Georg se voglio evitare una repentina depressione.

-Allora se vuoi mettere i puntini sulle i, noi ne abbiamo quindici quasi sedici-

-Siamo minorenni...-

Lo dissi in tono sdegnato, come se odiassi la mia età.

Ma io la odio.

-come può succedere qualcosa se siamo minorenni? Questa condizione già ci elimina un casino di opportunità!-

E basta con queste opportunità. Quali poi?

-Mi elimina un casino di opportunità- rettificò l’amica – Bill ha sempre detto che per lui non conta l’età!-

-Ma non potevo nascere nell’ ’89?-

Vedi tu che problemi ti crei. Se potevi nascere nell’ ’89.

Finiamola con queste stupidaggini! Stai diventando una delle tante ragazzine oche che odi!

Che palle...

Dovresti ringraziare che l’ultimo neurone rimasto nel tuo cervello bacato qualche volta si faccia sentire!

-Caschmira, lo sai qual è il problema?-

-Il problema? Secondo me tu ne hai così tanti che ormai hai perso il conto-

-Seriamente- continuai – Io ho sempre pensato: ma non potevo essere una fan normale che si accontenta di andare ad un concerto, e ascoltare le loro canzoni? Devo per forza star male ogni volta che penso che non conoscerò mai il vero Bill? Che non parlerò mai con lui e che non sarà mai a conoscenza di quanto lui conti per me?-

-Non so se questo è un bene o un male, o addirittura normale, ma forse le fan “regolari” non provano quello che senti tu quando ascolti una loro canzone.-

Era vero. Ogni volta che mi lasciavo cullare dalle loro canzoni mi commuovevo sempre.

Scatenavano in me troppe emozioni.

E a volte mi faceva paura tutto questo. Mi chiedevo come fossero capaci di aizzare mille sensazioni tutte in una volta e cambiarmi l’umore a loro piacimento.

-Ca...e se al concerto non succedesse niente?-

Mancava una settimana al concerto e io ero decisa nel rendere note tutte le mie paure.

-Cioè- continuai, volendo essere il più chiara possibile, rendendomi perfettamente conto di risultare al quanto complicata. –..ci saranno troppe persone.-

Ti prego...ancora con questa storia? Ti vuoi rassegnare? Se continui a nutrire tutte queste speranze sarà un colpo eccessivamente enorme anche per te.

Io lo so. Ma sento che deve succedere qualcosa.

Forse è meglio che ci rinuncio.

 

 

Oo●oO

 

 

Cioccolata...c’è. Patatine...ci sono. Tutte le possibili schifezze dolciarie che ti fanno rischiare uno choc diabetico?...presenti.

Adoravo andare al supermercato.

Ok, diciamo che mi piaceva andare al supermercato per acquistare questo genere di alimentari. Se si possono definire così.

Si, si. Alimentano cellulite, brufoli, glicemia e colesterolo.

-Vabbè ...- mi ritrovai a sussurrare iniziando a sentirmi troppo presto pervasa dai futuri sensi di colpa –...per una volta..-

Io propongo di specificare che tutti i tuoi  “per una volta” in questo periodo si ripetono con intervalli regolari di massimo 3 giorni.

Mi rendo conto che le tue proposte nascono sempre da buoni propositi.

Io proporrei invece di specificare che le mie delusioni in questo periodo si ripetono con intervalli regolari di massimo 3 ore.

E poi chi sei tu per mettere in discussione le mie tecniche anti-depressive?

Sono quell’ adorabile parte di te stessa a cui tu, hai dato erroneamente addio tempo addietro.

Sai, la parte normale e responsabile. Per chiariti meglio le idee sono il tuo unico, ultimo, indispensabile neurone sano. Chiamami pure Ultimo, come Raul Bova nell’omonimo film.

Che ne pensi invece di “SchiaccianteProvaDelMioPreoccupanteSquilibrioMentale”?

 

Scandalosamente occupata a sproloquiare con la parte semi-conosciuta del mio instabile cervello mi accorsi di essere ferma con il carrello davanti alla sezione libri-dvd-cd da più di 10 minuti.

Decisi allora di potermene permettere anche altri due, in modo da sbirciare qua e là nuovi titoli.

Poi qualcosa mi attirò. In un grande cesto di metallo più di cento cd di diverso genere disposti alla rinfusa, in offerta.

Poi il mio cuore emise un urlo silenzioso, coordinato a quello altrettanto privo di suoni del ragazzo immortalato nell’immagine che contemporaneamente osservavo.

So che poteva sembrare strano ma non avevo mai comprato un cd originale. Mai.

Preferivo scaricare le canzoni che più mi garbavano tramite dei programmi assolutamente gratuiti.

Non ero tirchia.  Direi oscenamente attenta a qualsiasi uscita ed entrata nel mio portafoglio, spaventata più che altro da giorni come quelli in qui il mio motto era “Si vive una volta sola, ed i soldi non te li porti nella tomba”.

Motto assurdo. Ma che vi potevate aspettare da me?

Accarezzai quella copertina un infinità di volte. Con gli occhi esageratamente dilatati e smarriti.

Sicuramente non giovò al mio stato semi-comatoso la brillante idea di qualche deejay della stazione radiofonica trasmessa dagli altoparlanti gracchianti del vecchio supermarket,  di diffondere per una di quelle rare volte la voce di Bill e le note di tutti quegli altri dei che si dilettavano nel strimpellare der letz tag.

Solo il messaggio di Cass, che si voleva informare come stesse procedendo la mia giornata mi permise di scrollarmi dallo stato in cui ero entrata dieci minuti dopo la fine della canzone.

Sono quei momenti che mi preoccupano. Quei momenti che mi confondono e mi fanno pensare di essere una povera scema.

 

 

 

A volte sentivo la mancanza di Bill.

Non so com’ era possibile, ma a volte percepivo una voragine dentro di me, quando mi rendevo conto che lui era lontanissimo.

-Perché devo fare sempre doppio lavoro?- sbottai un giorno.

-Cosa?- mi chiese non più di tanto confusa Caschmira, abituata ai miei ormai frequenti deliri.

-Cantano in Tedesco. E va bene, li capisco è la loro lingua madre. Ora cantano anche in Inglese, li capisco è la lingua internazionale. Ma per i fan come me è un casino!-

-Non ti seguo..-

-Le loro canzoni sono più belle nella versione tedesca, perché secondo me le “sentono” di più. Solo che quando si esibiscono in Italia Bill canta in Inglese. Non posso imparare due versioni!-

-Guarda che non sei obbligata!-

-Lo so, ma se ascolto sempre quelle in tedesco, poi quando vado al concerto non posso cantare con lui!-

-Senti perché non giochiamo a The Sims invece di parlare sempre dei TH?-

Ha ragione, ha ragione, ha ragione. Sembro quasi ossessionata.

Neanche cinque minuti di gioco, perché un Sim accende la radio e la prima canzone che si sente è Ich bin da.

-Cazzo!- scoppiai alzandomi dalla sedia.

Cazzo cazzo cazzo.

-Cass perché non sono normale?- chiesi con voce disperata. –Perché ogni volta che sento una loro canzone devo per forza avere un mal di pancia fortissimo?- continuai iniziando a girare in tondo alla mia stanza. –Io non ce la faccio più. Mi stanno rubando il cervello!-

Finalmente ci sei arrivata!

- Io non voglio provare queste cose. Io non li conosco. Come fai ad amare una persona che non conosci? Forse conosco la sua maschera. Provo tutte queste cose, cose che non ho provato mai per una maschera.

La cosa più triste è che non lo conoscerò mai, che rimarrò con il rimpianto, non saprò mai per chi provo tutti questi sentimenti di merda. Sembra impossibile ma c’è una cosa ancora più triste.

La cosa più triste è che lui non hai la minima idea di chi sono io. La minima idea che esisto.-

-Io non voglio sentirmi male quando ascolto una loro canzone! Non voglio smettere di fare tutto appena sento la sua voce o vedo una sua immagine! Non voglio nutrirmi di un sogno che non si avvererà mai!-

-Altea…- provò a interrompermi con la sua voce comprensiva.

-No, Cass, davvero. Sono nauseata. Io dovevo mantenere le distanze, e invece non l’ho fatto. Non dovevo diventare come tutte le fan oche che noi critichiamo sempre!- spiegai, provocando un mega “puff” lasciandomi cadere sul divano.

-A volte, e ti giuro che mi dispiace moltissimo pensarlo, non so quale sia la cosa migliore. Conoscerli o non conoscerli. Loro fanno bella musica, anzi bella è dir poco, mi hanno conquistato con la loro spontaneità e con le cazzate che fanno come per dimostrarci che sono esattamente come noi. Poi però viene la parte brutta della storia. Non dico di essere ossessionata, ma quasi. Ci penso sempre ,e a volte mi chiedo se sia normale idolatrare persone che effettivamente non conosci.- proseguii nel mio monologo.

-Mi secca, ma non so cosa dirti.- rispose allora Cashmira.

 

 

Oo●oO

 

Mi sento molto sola.

Per quanto possa sembrare il contrario, io non ho veri amici.

A Cass non le dico tutto. Le parlo dei miei angeli.

Ma non le dico tutto.

Parliamo del sole, della luna, di cose in generale, dei nostri sogni, ma io non le ho mai detto tutto di me.

Sono una persona diffidente e cinica. Non ci posso fare niente.

Sono molto restia dal fidarmi degli sconosciuti. Ma anche delle persone che conosco da tanto tempo.

Il problema è che alterno momenti di puro scetticismo a momenti in cui ho una voglia matta di fermare qualcuno per strada e chiedergli di diventare il mio migliore amico.

Ho avuto periodi decisamente orribili, e uno di questi è inerente alla separazione dei miei genitori.

In quei momenti, e tuttora, mi è sembrato come se i Tokio Hotel, e in particolare Bill, fossero gli unici che inconsapevolmente mi capissero e mi dessero una mano.

Ed è molto triste quando litigo brutalmente con mia madre, e ho voglia di morire perché penso che non c’è nessun motivo per vivere, pensare che l’unico motivo per cui accantono l’idea sono loro. Persone che non hanno mai fatto niente (volontariamente) per me. Che quando ne ho bisogno, non mi possono abbracciare.

Non mi sembra normale.

Intanto non mi sembra neanche giusto pensare queste cose. Ci sono persone che darebbero di tutto per vivere ancora un solo attimo. Chi si aggrappa con le unghie alla vita.

E io, che non sono neanche adulta, penso di voler morire.

Che poi lo penso senza neanche avere dei validi motivi.

Il fatto è che a volte la solitudine mi opprime.

Cioè,  non avere nessuno che conosce tutto di me, al quale dire tutto.

Posso avere tanti pseudo amici, è vero.

Ma io ne ho bisogno di veri.

Purtroppo gli amici non si cercano, si trovano.

In ogni caso, sarà stato che il tutto mi ha colto in un momento un po’ particolare, ma il fenomeno Tokio Hotel mi ha travolto.

Mi ci sono rifugiata.

Leggendo una fan fiction. Ecco l’ origine.

E poi è un attimo.

Su internet trovi foto, informazioni…e ti lasci inghiottire dal vortice.
E poi, scaricare video ed esibizioni.
Ecco, sinceramente quello che proprio mi ha fatto precipitare nella fissazione, è stato vederli muoversi sul palco, sono stati i loro movimenti, il loro sguardi, le loro interpretazioni.
La sua interpretazione.

E’ quando cominci a guardarti i backstage, i video rubati, le immagini “dietro le quinte” e quando leggi le interviste o vedi le interviste video, che scatta proprio la molla definitiva.
E’ li che capisci che è incredibile come in una sola persona, Bill Kaulitz, si riescano a conciliare così la bellezza, la timidezza, la dolcezza, lo stupore di un ragazzino, la purezza delle sue risate e il “battito animale” che riesce a provocare quando è on stage.

E ti innamori. O forse no. Provi affetto quasi.

Ma, e so che mi ripeto, come fai a provare del vero e proprio affetto (per non parlare di un sentimento come l’amore) per un ragazzo così distante? Per una persona che non ci sarà mai per te? Per una persona che comunque non conosci?

A quel punto io mi sono chiesta se ero normale. Se mi stesse succedendo qualcosa. Se era normale piangere guardando i video o sentendo le loro canzoni. Così, di punto in bianco, senza pensare a niente. Ti senti soltanto imbambolata e le lacrime che scendono sul tuo viso.

Non ti sei ferita, non hai sbattuto contro nessuno spigolo, non hai ricevuto schiaffi né botte.

Il tuo cuore è soltanto un po’ più gonfio e lavora un po’ di più.

Perché anche se non te ne accorgi il tuo subconscio, o comunque il mio neurone sano si ribella e quelli rimanenti, i pazzi assatanati e drogati da 4 ragazzi tedeschi rispondono.

Una piccola guerra insomma.

Tra razionalità e fantasia.

E a volte non so davvero per chi fare il tifo.

 

 

 

Mi scuso per il ritardo, ma l’ispirazione non c’era.

Voglio ringraziarvi tutte per aver letto questo e il precedente capitolo.

Soprattutto grazie per le recensioni. Mi tirano su il morale, e soprattutto m incoraggiano a continuare, nonostante io scriva anche per me stessa.

 

_ToMSiMo_: Spero che ora tu abbia capito la storia. Ovviamente all’inizio non era molto facile comprenderlo, in particolar modo il primo capitolo. In ogni caso grazie per la recensione!

moonwhisper: un mega-grazie anche a te, specialmente a te. Spero vivamente che questo capitolo non ti abbia deluso. Questa parte della storia è un po’ riflessiva, scava e descrive l’animo e le sensazioni di Altea, a cui io tengo molto. Sono lusingata, compiaciuta, troppo contenta. Grazie davvero, ma davvero per la tua recensione. Non so, quando l’ho letta mi sono sentita come…compresa. Come se tutto quello che volevo trasmettere con la mia fanfic fossi riuscita a trasmetterlo. Ed è una sensazione bellissima. Grazie. Spero davvero che commenterai anche questo capitolo, se ti ha deluso, ti prego di dirmelo, e di far presente quello che secondo te non va. Io non ho molta esperienza nello scrivere e pubblicare fanfiction, per questo spero in tutti i vostri consigli, i modo da migliorare pian piano. Ti ringrazio un’altra volta. Sei un amore.

broken93: sono contenta che ti piaccia la fanfic per ora. Fammi sapere se continui a pensarla così! Grazie ancora! XD

Sarah92: Grazie anche a te Sarah. Che dire, più che lusingata dal tuo commento. Soprattutto perché è un commento fatto da una grande scrittrice, oltre che da un’amica. (eh si, ormai ti considero tale! XD) Sono felice che il capitolo e che la storia in generale ti piaccia, in particolar modo per il fatto che anche tu hai capito il senso della storia e che ti incuriosisce. Grazie davvero. Mi hai reso felice (si, so anche di ripetermi continuamente, ma che ci vuoi fare…). Spero che troverai un altro minutino per recensire questo nuovo chap.

Antonellina: Grazie tantissimo per la tua recensione. Comunque no, non sei stata tu a darmi l’ispirazione, ma ti assicuro che questo periodo di intensa amicizia mi ha aiutato per la tanta aspettata ispirazione. Grazie anche a te. Per tutto. Anche per le tue cazzate. Ora sei al concerto di Marco. E mi dispiace non sai quanto di non essere là. La con te. Aspetto ovviamente con ansia anche il tuo commento. Grazie ancora.

 

Ok, ora vi lascio davvero.

Un ultimo grazie a tutti.

Soprattutto a chi vorrà lasciarmi un piccolo commentino.

Un bacio. Auf widersehen.

 

Eliana.

  
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