Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: NyxNyx    15/06/2014    6 recensioni
Melissa è una ragazza di quasi diciotto anni che si trasferisce in una nuova città.
Sta crescendo, con l'aiuto di suo padre, la piccola Emma.
Ce la farà questa giovane donna a conquistare un po' di felicità, in mezzo a tutte le novità che l'ultimo anno di liceo le sta riservando?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Castiel

Inumidii e dischiusi leggermente le bocca, in attesa di un bacio che non arrivò.

Melissa infatti, deviò la sue labbra all'ultimo secondo, posandole delicate sul mio naso.

Teneva le sue mani ferme sui miei polsi, non che riuscisse ad immobilizzarmi, ma il tentativo diciamo, era quello.

Poi posò un altro bacio sulla mia fronte, sulla tempia, sulla guancia e iniziò a disegnare il contorno della mandibola, con tanti piccoli, umidi baci.

Quando però, arrivò vicino alla mia bocca, si allontanò nuovamente.

Mi sfuggii un sospiro frustrato, e la vidi sorridere soddisfatta.

 

Così e questo il tuo gioco?” - chiesi riducendo gli occhi ad una fessura.

Quale gioco?” - domandò candidamente, mentre si avvicinava nuovamente a me - “Ti ricordo che questa è una punizione” - soffiò sulle mie labbra.

Scese lungo il collo, mentre lo baciava e mordicchiava.

 

Se continua così, non so quanto potrò resistere.

 

Cercai di muovere le braccia, per stringerla a me, ma rafforzò la presa sui polsi impedendomelo, e poco dopo, gemetti appena per il succhiotto che mi stava lasciando sullo sterno.

Non giocare col fuoco” - sibilai.

Sei tu, che lo hai fatto” - mi ricordò - “E se osi lamentarti, me ne vado subito”.

Non mi sto lamentando” - sorrisi malizioso - “Dico solo che stai mettendo a dura prova il mio autocontrollo”.

Non me ne ero accorta” - celiò.

 

Con un colpo di reni, ribaltai le posizioni, schienandola contro il divano.

Hai perso” - esclamò sorridendo soddisfatta.

Mai stato più felice di ciò” - ribattei baciandole il collo.

Ero sopra di lei, ma cercavo di sostenere il peso del mio corpo, con un braccio, per non schiacciarla.

Le sue mani stavano tastando le mie spalle, massaggiandole leggermente.

Intrufolai una mano sotto la maglietta nera, e lei mi lasciò fare, iniziando a intrecciare le sue dita ai miei capelli.

Mi tirò a se, baciandomi finalmente, e mai, avevo desiderato così tanto un contatto simile.

Le accarezzai dolcemente il fianco, facendole venire la pelle d'oca, e lei in tutta risposta approfondì il bacio, facendo aderire ancora di più i nostri corpi.

 

Ancora un attimo, e sono sicuro, che non sarei riuscito a trattenermi.

E... Beh, non è che non fossi pronto a stare con lei...

Ma volevo che fosse indimenticabile e c'erano ancora un sacco di cose, di cui dovevamo parlare prima.

Emma potrebbe svegliarsi” - dissi a malincuore, stampandogli un altro leggero bacio a fior di labbra.

Sembro una madre degenere, se ti dico che non mi importa?” - sospirò appena.

Un po' ” - celiai sorridendole nuovamente.

Quindi per oggi finisce qui?” - domandò ancora.

A quanto pare” - risposi aiutandola ad alzarsi dal divano.

Perché riesci a mandare in stand-by il mio cervello? Non è possibile che, appena mi sfiori, mi fai perdere ogni parvenza di razionalità... E poi... Come diavolo fai tu a trattenerti” - sbuffò contrariata.

Sorrisi.

Sorrisi sinceramente.

Si chiama amore” - risposi facendola accoccolare contro il mio petto - “Tu sei troppo innamorata per resistermi” - spiegai dolcemente, piuttosto soddisfatto dalla cosa - “E io ti amo troppo per rischiare di perderti. Anzi, perdervi”.

Mi baciò di nuovo, appoggiando la testa sulla mia spalla.

Il suo respiro mi solleticava il collo, e il suo profumo mi stava rilassando.

Restammo così, in silenzio, abbracciati per un'infinità di tempo.

 

Era quasi ora di cena, stavo per proporle di mangiare qualcosa, ma mi accorsi che si era addormentata.

Cercai di farla accomodare sul divano, senza svegliarla, e le posai un bacio sulla fronte.

Catiel” - sentii chiamarmi la vocina di Emma.

Shh” - le feci segno con il dito davanti alla bocca, mentre sorridevo andandola a prendere in braccio - “Ciao piccolina. Hai dormito bene?” - le chiesi sottovoce.

La vidi annuire, mentre si stringeva più forte al mio collo.

Mi aiuti a preparare la cena?” - le chiesi posando un bacio anche sulla sua fronte.

” - disse convinta.

 

 

Melissa

Mi svegliai con un profumo inebriante nell'aria.

Accidenti, mi sono addormentata sul divano di Castiel.

Lo ammetto, la scorsa nottata, non era stata delle più tranquille, ma fortunatamente il pranzo era andato bene, e sono sicura che da domani, anche Cas sarà molto più sereno a scuola.

Un po' temevo la reazione di Ambra, decisamente, non avevo fatto molto per farmi amare da lei, ma ero sicura che Castiel, mi avrebbe difeso.

A proposito... Dov'è ora?

 

Mi alzai e, dal profumo, intuii che fosse in cucina.

Quando arrivai sulla soglia, non potei fare a meno di fermarmi e guardarlo incantata.

Stava cucinando, e Emma era stretta contro di lui, rilassata completamente sulla sua spalla.

Se la stavano chiacchierando allegramente, mentre la bambina gli raccontava cosa aveva imparato all'asilo quel giorno.


Castiel e Emma
 

Castiel si, che sarebbe stato un padre perfetto, altro che Filippo.

Ricordo ancora la discussione con mio padre, dopo l'incidente.

Eravamo tutti in ospedale, io avevo il braccio in trazione, per via della spalla slogata e un ginocchio completamente immobilizzato.

Mi avevano imbottita di morfina, per questo non potevo sentire male, ma le parole di Filippo furono peggio delle lame.

Non voglio saperne niente” - aveva esclamato la sua voce - “Io... Io... Non l'ho riconosciuta quando è nata, che cosa ti fa pensare che me ne prenda cura ora!?!”.

Per l'amor del cielo” - rispose mio padre - “Hai vent'anni... Non sei un bambino. Sei un uomo e dovresti prenderti le tue responsabilità. Emma ha bisogno di te!”.

E' stata tua figlia a decidere di tenerla” - ringhiò il ragazzo - “Gliel'ho detto subito che per me era uno sbaglio, e ora non puoi pretendere di affidarmela. E poi... Dopo quello che è successo oggi, ho deciso... Me ne vado. Fai di quella bambina ciò che vuoi. Dalla in adozione se per te è un peso. Non mi interessa. E non guardarmi così. Di quello che è successo oggi, la colpa è di Melissa... Non mia”.

Non c'erano parole, per rispondere a quello stronzo.

Ed è quello che pensò anche mio padre, che infatti lo stese con un destro in pieno volto.

Trauma cranico e setto nasale fratturato, fu il responso del medico, ed è inutile dire che questo non portò a nulla di buono.

Ci fu una causa, ma fortunatamente, il giudice diede ragione a mio padre, viste le condizioni psicologiche in cui versava e le parole di quell'idiota, il giudice gli diede persino una diffida.

Le parole di Filippo, mi segnarono molto di più, di quello che voglio ammettere. I miei sensi di colpa, derivano anche da quell'episodio.

 

Mi ridestai dai miei pensieri, e vidi Castiel che mi fissava, mentre impediva ad Emma di guardarmi.

Che succede?” - mi chiese preoccupato.

Niente” - risposi abbozzando un sorriso.

Si avvicinò e passò delicatamente la mano sulle mie guance, prima la destra e poi la sinistra. Solo in quel momento mi resi conto che stavo piangendo.

Strofinai in fretta gli occhi, e presi Emma in braccio coccolandola un po'.

Che cosa avete cucinato di buono?” - chiesi cercando di sembrare il più tranquilla possibile.

Riso panna, piselli e prosciutto” - rispose Cas continuando a guardarmi spaesato.

Lo hai aiutato anche tu Em?” - domandai alla piccola, accarezzandole la testa.

Si” - esclamò contenta - “Ho messo la panna”.

Davvero?” - chiesi dandole un piccolo bacio sulla guancia - “Ma sei stata bravissima”.

La bambina gongolò e la sistemai sulla sedia.

 

Iniziammo a cenare tutti insieme, ma vedevo che Castiel era piuttosto preoccupato, non riusciva a capire il perché stessi piangendo, e di certo non potevo spiegarglielo davanti alla piccola.

Così con un leggero labiale, cercai di dirgli che più tardi gli avrei spiegato tutto.

Lo vidi annuire, e posò la sua mano sopra la mia, accarezzandone dolcemente il dorso con il pollice.

Sorrisi e lo ringraziai in silenzio.

Potrà sembrare una sciocchezza, ma nei miei confronti e in quelli di Emma, aveva sempre una dolcezza che spiazzava.

Riusciva a togliermi il fiato, anche solo sfiorandomi. Era una cosa destabilizzante per me, ma non ci avrei rinunciato per niente al mondo.

 

Quando finimmo di mangiare, lo aiutai a sparecchiare la tavola, mentre Em era intenta a colorare ancora seduta al tavolo.

Diventerai una piccola artista” - le disse Castiel accarezzandole i capelli.

La piccola sorrise soddisfatta e gli porse il disegno, ormai completo.

Per me?” - chiese il rosso.

Em annuì energicamente.

Vidi Cas prendere il disegno e arrossire leggermente mentre sorrideva.

Un sorriso puro, genuino, felice, e poi si asciugò una lacrima solitaria.

Ora ero io quella preoccupata.

Lo affiancai sfiorandogli la schiena con una mano, e guardai il disegno.

Emma aveva disegnato tutti e tre, lei in centro, mentre ci teneva per mano. Alla mia destra c'era anche mio padre, mentre alla sinistra di Cas, c'era Demon.

Ma quello che aveva colpito il rosso, era probabilmente quello che la bambina aveva cercato di scrivere, con una scrittura stentata e tremolante.

Nonno, sopra a Emilio, mamma, sopra di me, io, sopra di lei, cane, sopra Demon, e papà sopra Castiel.

Non sapevo bene come comportarmi, quando vidi Cas accucciarsi verso di lei.

E' bellissimo” - disse - “Posso tenerlo?”.

” - rispose Emma contenta.

Piccola” - aggiunse poi, prendendo un profondo respiro - “Lo sai, che non sono il tuo papà vero?”.

La bambina lo guardò seria - “Non vuoi essere il mio papà?” - domandò.

Mi piacerebbe molto” - rispose lui accarezzandole una guancia - “Sei una bimba stupenda, ma perché vorresti che sia il tuo papà?” - provò a chiedere, per capire a cosa stesse pensando.

All'asilo tutti i miei amici hanno una mamma e un papà. Anch'io voglio un papà. Mi vieni a prendere a scuola, mi prepari la merenda, giochi con me, mi coccoli e fai sorridere la mamma. Sono le stesse cose che fanno i papà dei miei amici. Anzi tu ne fai anche di più” - rispose candidamente.

 

Era disarmante, ascoltare la semplicità logica, che quella bambina aveva messo in atto.

Ed era difficile contraddirla, in parte infatti, aveva ragione, Castiel si stava comportando come un perfetto papà, probabilmente faceva davvero molto di più, di quanto un normale genitore avrebbe fatto, infondo io e lui dovevamo pensare solo alla scuola, e non lavorando, avevamo parecchio tempo da dedicarle.

 

Cas mi guardò. Io non sapevo davvero cosa dire, non riuscivo ancora a formulare un pensiero logico. Mi limitai a sorridere alzando le spalle.

Qualunque cosa avessimo detto ad Emma, sapevo che difficilmente saremmo stati in grado di farle cambiare idea, ma dalla reazione di Castiel, non mi sembrò contrariato alla cosa, anzi.

Speravo solo che si rendesse conto, di cosa significasse una cosa simile.

 

Emma sei davvero sicura di volere me come papà?” - chiese guardandola negli occhi.

” - rispose sincera lei.

Quindi farai la brava, mi ubbidirai e non farai capricci?” - domandò il rosso serio.

La bambina ci pensò un attimo, e poi annuì convinta.

Promesso?” - chiese Cas porgendogli il mignolo.

Promesso” - esclamò Emma stringendolo con il suo.

 

Castiel la prese in braccio, e se la strapazzò per bene, facendole il solletico, scatenando così, una sonora risata della piccola.

Catiel” - richiamò la sua attenzione la bimba - “Posso chiamarti papà?”.

Può?” - chiese lui rivolto a me, che ero rimasta in silenzio fino a quel momento.

Che potevo dire?

Solo quando siamo a casa, o quando siamo da soli” - risposi, continuando a chiedermi se fosse la cosa giusta.

La bambina sorrise contentissima, e si accoccolò ancora di più contro Castiel.

Appendiamo il tuo disegno sul frigo?” - chiese il ragazzo prendendo il foglio in mano.

La piccola annuì, e insieme lo appesero grazie a dei magneti.

 

Cercai di rilassarmi, ma fu piuttosto difficile, e Cas ne era pienamente consapevole purtroppo.

Quando finalmente Emma si addormentò fra le mie braccia, Castiel mi guardò prendendo un profondo respiro.

Lo interruppi, ancora prima che potesse iniziare a dire, o pensare qualcosa.

Va bene così” - dissi piano, per non svegliare la piccola - “Non sono arrabbiata, un po' spaventata forse... Ma Em ti vuole davvero bene, e ha ragione quando dice, che ti stai comportando come se fossi suo padre”.

Davvero ti sta bene?” - mi chiese dubbioso.

Sorrisi, accarezzando la testolina della piccola.

Di solito non si scelgono i genitori... Lei è un eccezione” - risposi - “A te sta bene?”.

So che non è una cosa facile. Nessuno ti insegna ad essere padre, e di sicuro a diciassette anni, era l'ultima cosa che avrei pensato. Ma... Sono sicuro che se tu mi aiuterai, io a mio modo, riuscirò ad aiutare te. Sono davvero felice, onorato e orgoglioso, che sia diventato così importante per lei, e so quanto questo ti spaventi... Però ci sono, e voglio esserci”.

 

Come sempre, le sue parole erano ciò che volevo, e avevo bisogno di sentire.

Gli feci segno di avvicinarsi, e gli stampai un tenero bacio sulle labbra.

Mi tirò piano a se, e appoggiò la sua testa contro la mia, poi mi cinse le spalle con un braccio.

Si... In questo momento potevamo davvero sembrare una famiglia.

Ora mi dici perché prima stavi piangendo?” - sussurrò accarezzandomi dolcemente.

Quando vi ho visti, così teneri e complici, non sono riuscita a trattenermi” - risposi.

Mi baciò il capo sorridendo - “Non c'è altro?” - chiese ancora.

Niente di cui tu debba preoccuparti” - dissi tranquilla, rilassandomi contro di lui.

 

||

 

Armin

Le lezioni del sabato mattina, non erano mai entusiasmanti.

E oggi sembrava tutto ancora più noioso.

Era già la seconda ora, e di Melissa nemmeno l'ombra.

Mel è silenziosa, e non chiacchiera praticamente mai durante le lezioni, ma nonostante questo, si sentiva la sua mancanza.

Chiesi a Rosalya e gli altri, se qualcuno l'avesse sentita, ma non ebbi nessuna risposta.

Decisi di scriverle un messaggio - “Ciao Mel =) Tutto ok?”.

Ciao Armin ^_^” - lessi in risposta poco dopo - “Sono a letto con l'influenza, mi dispiace ma per qualche giorno non potrò venire a scuola. Cercate di non combinare troppi casini in mia assenza u.u”.

Sorrisi. Altruista come sempre.

Li tengo d'occhio io, promesso. Rimettiti presto =)” - risposi.

Grazie :3

 

Durante la pausa, lo comunicai agli altri.

Accidenti” - esclamò Iris - “L'influenza è proprio una seccatura”.

Già” - rispose Alexy - “Prendete per bene gli appunti, così possiamo darglieli quando torna”.

Annuimmo tutti convinti, quando verso la fine della ricreazione, vedemmo spuntare la testa di Castiel dalla porta.

Ciao ragazzi. Avete visto Mel?” - chiese.

E' a casa con l'influenza” - risposi io - “L'ho sentita poco fa”.

Lo vidi sgranare leggermente gli occhi dalla sorpresa, mi ringraziò e sparì subito dopo.

Tra quei due c'è qualcosa” - esclamò mio fratello.

Decisamente” - annuì Iris.

Lasciateli in pace” - dissi sbuffando - “Sapete che quando la gente si intromette, combina solo disastri. Se avete ragione, lo sapremo presto”.

 

 

Castiel

Sta male e non mi ha nemmeno scritto.

Brava Melissa... Mi farai prendere un colpo così.

Mi rinchiusi nei bagni.

Avanti... Rispondi” - bisbigliai mentre sentivo il telefono squillare.

Ciao cucciolo” - rispose tranquilla.

Hey pulce... Mi ha detto Armin che hai l'influenza” - esclamai un po' contrariato - “Potevi dirmelo”.

Non io... Ma ad Emma è salita la febbre” - rispose sconsolata - “Quando ho chiamato l'asilo, mi hanno risposto che oggi sono rimasti a casa in tanti”.

Povera piccola, mi dispiace” - dissi - “Posso fare qualcosa? Ti serve una mano?”.

No, tranquillo. L'ho già fatta visitare dal pediatra e ha detto che ha solo bisogno di riposo. Vista la stagione è normale. Mio padre è andato in farmacia a prendere quello che ha prescritto il medico, perciò... Tutto ok” - rispose.

Appena finisco scuola vengo a da te” - le dissi.

Grazie” - esclamò, e potevo immaginare il suo sorriso mentre pronunciava quelle parole - “Ti aspetto per pranzo”.

Oddio, cucini tu?” - chiesi per prenderla un po' in giro - “Non vorrei che mi avvelenassi”.

Idiota” - sbottò ridendo - “Questa me la paghi”.

Oh sì” - dissi soddisfatto - “Mi piacciono le tue punizioni”.

Ok smettila di fare il cretino, che non posso nemmeno prenderti a sberle per telefono” - ridacchiò.

Bene, a dopo allora, scrivimi se hai bisogno” - mi premurai di ricordarle.

Va bene. A dopo” - rispose.

Ti amo” - sussurrai piano prima di attaccare.

Anch'io” - la sentii dire timidamente - “Anche noi”.

 

Restai per un attimo nel bagno, a sorridere come un ebete, ma quando suonò la campanella, uscii per tornare nella mia classe.

Quando aprii la porta, trovai Alexy appoggiato alla porta d'uscita, con un espressione sorridente, da chi ha capito tutto.

Credo di essere sbiancato sul momento, ma non potevo di certo mettere Mel nei casini per così poco, e poi sono quasi sicuro, che dalla conversazione non si potesse capire niente di Emma.

Lo sai che è maleducazione origliare” - dissi cercando di informarmi, su che cosa aveva capito.

Nasconditi meglio la prossima volta” - ridacchiò - “Sei stato fortunato, perché questa volta c'ero io... Ma non so, se Nathaniel, la prenderebbe bene come me”.

Che cosa vuoi Alexy? Perché sei qui?” - chiesi diretto.

Il giovane rise - “Niente rilassati. Sono contento per te e Melissa... Tutto qui”.

Avanzai verso di lui, per uscire dai bagni, ma quando lo affiancai, tendette un braccio davanti al mio volto, impedendomi di proseguire.

Tu prova a farla soffrire, e Nath e Ambra saranno l'ultimo dei tuoi problemi” - ringhiò.

Carino da parte sua...

Sono contento che abbia trovato un amico come te” - esclamai sincero.

Probabilmente, quella era l'ultima frase che avrebbe pensato di sentirmi dire, in quel contesto.

Ma lui, non poteva sapere, tutto quello che c'era dietro a un nostro sorriso, o a un nostro silenzio.

Ti pregherei di tenerlo per te, per un po' però” - continuai prima di uscire - “Stiamo cercando un modo carino e non troppo traumatico per dirvelo” - spiegai.

Ti semplifico troppo le cose, se ti dico che lo abbiamo praticamente capito tutti, che tra voi c'è qualcosa?” - disse trattenendo una risata.

Immaginavo” - sospirai - “Ma Mel ha le sue idee... Se però vuoi prepararci il terreno, con discrezione, non abbiamo niente da ridire”.

Alexy sorrise divertito, e mi diede due leggeri colpi sulla spalla.

Sei davvero cambiato, Castiel” - disse.

Melissa è un uragano. E' difficile conoscerla, e non farsi stravolgere la vita” - risposi con una leggera alzata di spalle.

Sorrise ancora e mi lasciò tornare in classe.

Spero solo che non ci creerà problemi.

 

||

 

Lys” - dissi al mio migliore amico, mentre uscivamo in cortile - “Mi dispiace, ma oggi non credo che avrò tempo per provare. La piccola si è presa l'influenza, perciò vado da lei”.

Mi dispiace” - rispose sincero - “Ha preso freddo dopo il temporale di ieri?”.

Non credo... Mel mi ha detto che all'asilo mancano in molti, probabilmente è un virus” - spiegai.

Allora salutami Mel e prenditi cura della piccola, e fammi sapere come va” - disse piano, per non farsi sentire dagli altri.

Certo, ci sentiamo dopo” - sorrisi.

 

Presi la moto, infilai il casco, e poi andai dritto a casa. Lasciai li i libri, diedi da mangiare a Demon, e poi mi diressi di corsa verso casa della ragazza.

Inutile dire, che quando passai davanti al frigorifero, il mio stomaco fu attanagliato in una morsa di piacevole tepore, alla vista del disegno di Em.

I bambini sono davvero una cosa meravigliosa, e quella bambina era ancora più speciale per me.

 

Quando fui davanti a casa sua, le scrissi un breve messaggio, non volevo svegliare Emma, nel caso stesse dormendo, con il suono del campanello.

Ben arrivato” - sorrise Mel, baciandomi mentre ero ancora sulla soglia di casa.

Decisamente una bella accoglienza.

Come stai?” - chiesi - “Come sta?”.

“Io bene grazie, un po' stanca forse, ma è più la preoccupazione per Em, che per altro. Lei ha ancora un po' di febbre, trentasette e otto. Sta riposando sul divano, se non ti dispiace mangiamo in soggiorno, così la tengo d'occhio”.

Certo” - risposi abbracciandola e cullandola tra le mie braccia - “Sei davvero una mamma stupenda”.

La vidi arrossire leggermente e sprofondare contro il mio petto.

E' imbarazzante” - pigolò.

E' la verità” - ribattei io.

Beh, smettila o prenderò fuoco per autocombustione” - celiò.

Posso aiutarti a fare qualcosa?” - chiesi cambiando discorso.

No, siediti. Arrivo subito” - disse sciogliendo l'abbraccio e dirigendosi in cucina.

 

Andai verso Emma, che dormiva avvolta in una coperta morbida morbida.

La testolina appoggiata su cuscino, e la pelle madida di sudore, per via della febbre.

Povera la mia piccolina” - sussurrai, asciugandole la fronte con una carezza.

Si mosse appena nel sonno, e afferrò l'indice della mia mano, tenendolo stretto.

Sorrisi, riscaldato da quel contatto.

Vidi Melissa tornare dalla cucina con i piatti del pranzo, e una minestrina in brodo per Emma.

Devo svegliarla?” - chiesi.

Il dottore ha detto che deve mangiare, per ristabilirsi. E poi sarà contenta di vederti” - mi sorrise.

Posai un leggero bacio sulla fronte della piccola, e la chiamai piano per nome.

Emma” - sussurrai - “Svegliati” - continuai accarezzandole la testa.

Il risultato fu uno sbuffo quasi contrariato.

Emma” - la chiamò Melissa guardandomi negli occhi - “E' arrivato papà”.

La piccola aprì immediatamente gli occhi e mi si gettò praticamente al collo, per quelle che erano le sue possibilità.

Papà” - esclamò ancora assonnata, stringendosi a me.

 

Fui travolto da una moltitudine di emozioni, anche se le principali erano amore e tenerezza.

Amore, che sentivo scorrere nel abbraccio della piccola, e che vedevo negli occhi di Melissa, che ci guardava intenerita, fino quasi alle lacrime.

Hai deciso di farmi piangere oggi?” - le chiesi mimando un labiale.

Scrollò la testa, ridendo appena, e allo stesso modo mi disse - “Ti amo”.

 


Ciao a tutti ^^
Come state?
Vi è piaciuto questo capitolo? Spero proprio di si :D
Papà Castiel è adorabile... Ho rischiato di commuovermi seriamente mentre scrivevo :')
Vi auguro una buona domenica ^^

Qui, continua la mia raccolta di one-shot originali ;)

Un bacione Nyx

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: NyxNyx