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Autore: Meli_mao    13/08/2008    11 recensioni
"“Nami.., se dovessi decidere con chi avere un’avventura fra i due, chi sceglieresti?”(...) “Sanji…” risposi senza esitazione, lasciando Zoro davvero stupito a guardarmi mentre io gli sorridevo con aria di sfida." una ZoNami per la vostra felicità...commentate!!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il tempo passa inesorabile per chiunque. I pirati poi sono ancora più soggetti a quello perché in mezzo al mare, bruciata dal sole e dalla salsedine, la pelle invecchia prima.
Per questo motivo io, Nami, La più famosa navigatrice e tre le persone con la miglior preparazione e intelligenza, ho sempre fatto attenzione a ogni particolare per ritardare il più possibile il mio processo di invecchiamento.
Abbiamo navigato per circa un anno senza mai toccare terra. È stato terribile.. poche provviste, solo pesce che grazie a Sanji rimaneva sempre delizioso, alla fine non avevamo più un liquore e io e Zoro ammetto stavamo impazzendo, non ho più comprato un vestito per tutto quel tempo e nemmeno tagliato i capelli.
Quando abbiamo avvistato terra eravamo in uno stato pietoso e solo Usopp e Rufy hanno avuto le forze per festeggiare.
Ci siamo precipitati tutti a fare le nostre compere…non li ho più rivisti per due giorni circa se non in giro di tanto in tanto e alla sera a cena.
Rido ora…ripensando che ho obbligato Zoro ad accompagnarmi per saldare il suo debito, uno dei tanti che aveva con me.
La prima cosa che volevo fare era tagliare i capelli… ma quando entrai nel centro di bellezza ebbi un grande ripensamento.
“Dici che dovrei?” avevo chiesto al mio accompagnatore.
“Fai quello che vuoi basta che ti sbrighi..”  fu la risposta secca che gli costò un calcio proprio nelle parti basse.
“Sono seria, idiota”
“Anche io..” ma vedendo il mio sguardo, ancora accasciato a terra, si sbrigò a continuare:
“Ti stanno bene ora...”
i miei adorati rossi capelli erano cresciuti quasi fino al fondoschiena, sempre fin troppo lisci..
“Forse dovresti tagliarli un po’, non corti come un tempo..” si era fatto più gentile. Li ho accarezzati e mi sono decisa, sarei tornata la nami di sempre.
“Come preferisci le donne?” gli avevo chiesto mentre aspettavo il mio turno, io e lui seduti su delle poltroncine di pelle nera nel salone di attesa. Lui con le mani dietro la nuca nella solita posa.
“Che domande sono…” era arrossito. Io sghignazzavo…sapevo che certi discorsi lo mettevano in imbarazzo.
“Beh che ne so…io preferisco i ragazzi misteriosi, alti, capelli scuri, occhi profondi…muscolosi..”
e lui era scoppiato a ridere..
“Che c’è?” gli avevo chiesto offesa.
“Ho capito che Sanji si sta solo illudendo con te…”
“Lui si illude con tutte le donne..” commentai.
“E che è per questo che ti metti sempre nei casini.. iniziavo a pensare che portassi semplicemente sfiga..” concluse come nulla fosse.
“Che stupido..” dissi mettendo un broncio.
Lui mi fissò, aprì la bocca come per dire qualcosa, poi la richiuse. Lo fissai anche io:
“Di quello che devi dire, finisci di insultarmi tutto insieme così le prendi una volta sola..” dissi scontrosa.
Lui non tolse gli occhi da me, e questo mi fece esitare. Ero dura e lo picchiavo spesso, come facevo con gli altri, ma ora aveva davvero paura di lui, che volesse vendicarsi.
“Ho sempre pensato che la mia donna ideale fosse come Kuina..” già, quella per cui lui ora combatteva e dava il massimo di sé.
“Anche quando mi sono trovato contro quella Tashigi, che tanto le somiglia, ho creduto di poter finalmente pensare a lei anche in quel senso..” e fece un gesto con la mano a cerchio, non so cosa significasse. Poi continuò:
“Ma il problema è che non ero legato a lei come persona, ma solo alla promessa che c’era fra di noi…mi ancoravo al suo ricordo perché avevo paura..”
sono rimasta ad ascoltarlo con attenzione. Lui soppesava ogni parola, come se gli costasse molto, o forse era solo poco convinto di dirlo a me.
“Col tempo mi sono fatto un’idea del tipo di donna che vorrei come madre dei miei figli…” Zoro padre? Mi scappò un sorrisino malizioso immaginandolo fra i pannolini. Lui se ne accorse e stette zitto, non aggiunse altro.
“E allora?” lo incitai.
“Allora cosa?” chiese tranquillo.
“Quale sarebbe questo ideale?”
“Il tuo opposto..” ammise divertito. Io divenni tutta rossa dalla rabbia.
“Ma come siamo carini oggi..” sospirai, da lui non potevo aspettarmi altro.
Lo sentii ridere, ma non lo guardai.
“Ci sei rimasta male?” mi chiese poco dopo con più gentilezza piegandosi in avanti per vedere il mio viso.
“Avrei dovuto? In fondo io non avrei nessuna intenzione di diventare madre dei tuoi figli” dissi con ovvietà voltandomi verso di lui.
“Assolutamente…iniziare una storia con te poi! Neanche a parlarne… fare dei bambini significa avere dei rapporti lo sai? Figurati se farei sesso con uno così imbranato che ha la segatura nel cervello..”
“Ci sei rimasta male..” sospirò lui rassegnato tornando ad appoggiarsi alla poltrona.
Il problema di Zoro è che non chiede scusa, anche se ha torto marcio, su questo Sanji ha ragione.
E calò il silenzio, finché arrivò una ragazza che mi disse che era il mio turno.
Mi alzai velocemente per allontanarmi. Mi aveva ferito e siccome ancora mi chiedevo perché mai avrei dovuto rimanerci male, volevo stargli più lontana possibile.
“Torna migliorata..” quasi urlò per farsi sentire e io strinsi il pugno perché se solo fosse stato più vicino gli avrei fatto molto male.

Avevo cambiato di nuovo. La Nami di sempre avrebbe tagliato i capelli corti? Quella di ora li avrebbe lasciati lunghi. Fino sotto le spalle, non di più. Il liscio non andava più di moda, così mi faci fare dei boccoli. Mi feci anche truccare e sistemare le unghie. Ora si che mi sentivo me stessa.
Mi precedette la ragazza di poco prima.
“La sua ragazza è un incanto..” disse in direzione di Zoro che per poco non si ingozzò con la saliva. Quando mi vide non disse nulla, ma ero talmente arrabbiata che non lo notai.
Uscimmo sempre in silenzio.
“Devo prendere dei vestiti, se vuoi puoi andare a prendere quello che devi..” dissi secca.
“No ti aspetto.. anche perché è un posto che non conosco e posso perdermi..”
“Solo perché è un posto che non conosci? “ soffocai le risa.. lui non notò nulla.
Presi dei vestitini, qualche maglietta, 5 gonne e 4 paia di scarpe… e ovviamente i pacchi li portò lui.
Era  ancora presto, tornammo alla nave deserta per lasciare i pacchi e decidemmo di fare un pausa.
Il bar più vicino era una specie di buco sudicio
“Vuoi davvero entrarci?” mi disse lui guardando gli uomini all’entrata poco convinto.
“Si…hai paura che ti facciano male?”
“Scherzi col fuoco ragazzina” stranamente si fece più vicino a me e entrammo.
Ci sedemmo al bancone e ordinammo due birre. Non passarono nemmeno dieci minuti che uno strano tipo si avvicinò, in cerca di guai. Zoro se ne stette zitto e osservò la scena.
“Posso offrirti da bere?” mi chiese avvicinandosi pericolosamente.
“No” dissi tranquilla.
“Andiamo.. solo una bibita, scegli tu..” e tentò di toccarmi. Nemmeno il tempo di realizzare che una lama mi passò davanti e si fermò all’altezza del collo del tipo.
“Ti ha detto di no..”
mi sentii più tranquilla.
“Era…era solo per fare conversazione..” cercò di scusarsi quello.
Poi venne affiancato da degli altri individui e si fece coraggio.
“Sei il suo cane??? Lasciala a noi qualche ora, poi te la ridiamo..”
Zoro si era già alzato in piedi e appena quello mi afferrò il polso tirandomi e costringendomi a scendere dallo sgabello lui gli tirò un sonoro pugno in faccia.
“Non si toccano le donne con delle mani tanto luride!” disse con ancora in pugno la sua katana.
Gli altri uomini lo stavano circondando.
“Cerchi rogne? E’ solo una donna, l’isola ne è piena…poi ti ha detto che te la riportava..” disse uno fra i tanti. Gli occhi di Zoro erano ridotti a due fessure.
“Non mi importa delle altre donne.. lei non si tocca!” e mi lasciò senza fiato. Frasi di circostanza? Forse, ma i miei occhi si fecero lucidi dalla felicità. Allora valevo qualcosa per lui..
Poi lentamente senza rimettere la spada a posto e mi prese in vita, trascinandomi fuori di li.
Quando fummo abbastanza lontani mi lasciò.
“Visto? Sei una stupida…pensavi non capitasse? Nami, non sei più una ragazzina, dovresti sapere come gira il mondo in quei luoghi..” e quelle parole così dure mi ferirono davvero. Non più rabbia, solo delusione per me stessa.
Scoppiai in singhiozzi e mi inginocchiai a terra. Lui si grattò la nuca e dispiaciuto sussurrò un “Mi dispiace” poi si chinò e mi strinse con delicatezza.
Mi abbracciò, si…e io mi aggrappai a lui.
“Nami…dai… scusa…” cercava in continuazione di calmarmi ma senza risultato.
“Sei una bellissima ragazza, vuoi che lo noti io e non loro…” e fu quello che mi calmò.
Se ne accorse e sorrise sfiorandomi la testa con le labbra.
“Andiamo mocciosa, volevi sentirti desiderata? In un posto del genere apprezzano chiunque abbia un bel culo..” e sospirando “Gli uomini come quelli non sanno riconoscere la vera bellezza..”
“Tu.. si?” chiesi sottovoce, ma mi sentì.
“Ho detto che sei bella no? Ho forse detto male..?”
“No..” sorrisi  arrossendo e staccandomi da lui, che mi asciugò le ultime lacrime sul viso.
“Bene…strega, era un diversivo per farmi perdere tempo e non comprare quello che mi serve?” e scoppiammo tutti e due a ridere.
Passammo  un bel pomeriggio, io e lui insieme. Comprammo del materiale per le sue spade e lo obbligai a comprarsi delle magliette e una camicia. Verso sera, quando ormai dal fondo della via centrale che conduceva al mare si vedeva il tramonto, incontrammo Sanji e Robin.
“Nami-san.. come sei bella oggi…hai fatto qualcosa al viso? Ai capelli? O ma tu sei sempre bella…”
Robin sorrise:
“Ciao navigatrice, spadaccino..” e solo quando lei lo nominò Sanji si accorse di Zoro.
“E tu che ci fai con Nami-san?” l’espressione arrabbiata.
“Non sono affari tuoi  quello che faccio io, cuoco.”
“Si se riguarda Nami-san…” insistette.
“Cerchi rogna? Io e la tua “Nami-san” abbiamo passato il pomeriggio insieme” e sorrise in segno di sfida al cuoco, mettendo la mano sull’impugnatura di una spada.
Sanji parve scioccato. Guardò me con le lacrime agli occhi.
“Nami è vero?? Sei stata con lui?” e prima che potessi rispondere Zoro mi aveva anticipato:
“Siamo stati all’hotel Smeraldo, quello in cima alla collina… volevamo riposare un po’, ma sai quello che capita in questi casi, soli in una camera stupenda, con una vasca da bagno grande quanto la nostra nave..” io arrossii perché, anche se non era vero, non mi sarebbe per niente dispiaciuto.
“Dannato..” urlò il cuoco attaccandolo “Hai approfittato del mio amore.. Morirai..”
e iniziarono a litigare. Mi misi in mezzo, fermandoli a serio rischio di vita:
“Sanji, ti stava prendendo in giro… non esiste nessun hotel Smeraldo…abbiamo solo fatto shopping..” e gli sorrisi. Lui cominciò di nuovo a piangere di felicità.
“Davvero, mio tesoro? Non mi tradiresti mai, lo sapevo..” e questo gli costò un pugno.
Ci dirigemmo insieme verso il porto e prima che io potessi affiancare Robin, Zoro si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio:
“Spero che sulla prossima isola ci sia anche solo una locanda” e mi fece arrossire tant’è che anche Robin se ne accorse e gli rispose al posto mio:
“Io faccio il turno di vedetta stanotte” e sorrise a entrambi col suo modo distaccato. E se prima ero rossa ora ero bordeaux.
“Che significa?” si intromise Sanji…”Spadaccino della malora ti controllerò a vista, non violerai mai la mia Nami-san…”
Zoro alzò le spalle e non gli rispose. Sapevo che voleva solo provocarlo, ma perché con me..
“Accetta il fatto che la tua adorata non ti ama idiota..!” gli urlò contro.
“Non ama me, ma non amerà mai nemmeno te..” gli rispose quello sperando di fregarlo.
“Bene, allora facciamo una cosa..” si girò verso di me, e Sanji lo guardò confuso.
“Nami.., se dovessi decidere con chi avere un’avventura fra i due, chi sceglieresti?”
 E vedendo che anche Robin ascoltava lo chiese anche a lei.
“Credo lo spadaccino..” rispose con indifferenza l’archeologa. “Forse è più il mio genere di uomo” e poi sorrise a Sanji che la guardava come se lo avesse appena pugnalato.
Una fitta di gelosia mi colpì il petto.
Sono orgogliosa, lo sono sempre stata, e la frase detta dalla sorellona mi fece innervosire.
“Sanji…” risposi senza esitazione, lasciando Zoro davvero stupito a guardarmi mentre io gli sorridevo con aria di sfida.
“Ah si?” e si avvicinò lentamente “Bene mocciosa, non c’era che aspettarselo… ti piacciono di sicuro i ragazzini immaturi come lui, non andresti mai con un vero uomo” era una cosa fra me e lui, lo sapevo.
Sanji però si intromise pieno d’amore per me.
“O mia adorata.. lo sapevo.. io sono un uomo dentro, mica come questo mollusco che finge di esserlo..” e con gli occhi a forma di cuore cadde a terra troppo felice.
Ma nessuno dei due sembrò badarci.
“I veri uomini non si vedono dai muscoli, lascialo dire a chi se ne intende..” e sorrisi maliziosa.
“Invece le vere donne si vedono dal portamento.. Robin di certo lo è…tu…tu no!” disse con tono di sfida.
Ribollivo dalla rabbia, ma con charme gli accarezzai il torace e, aprendo un po’ di più la camicetta, mi avvicinai al suo viso. Lo vidi deglutire a fatica, sudare e concentrarsi per non cadere sotto l’arma della seduzione.
“Lasciati andare.. uomo..” sussurrai alla sua orecchia. Quelli che passavano si giravano curiosi, alcuni con la bava alla bocca. Robin sorrideva divertita.
E poi quello che nemmeno avevo lontanamente immaginato: un bacio. Rude in principio, poi sempre più dolce. Fu così inaspettato che non ebbi nemmeno il tempo di chiudere gli occhi. Le mie labbra si schiusero subito per lui. Combaciavano alla perfezione. Erano così morbide, anche calde.. sapevano di Rum e la cosa mi eccitò parecchio.
Quando si staccò avevo il fiatone, mi allontanai di un passo e lo guardai accarezzandomi le labbra con la punta delle dita. Anche lui era piuttosto confuso, non si accorse nemmeno che Sanji dietro di lui stava attentando alla sua vita, circondato da un alone di fuoco, trattenuto a fatica dalle mani di Robin comparse sul suo corpo.
“Bene…” dissi.
“Bene” rispose lui.
“Se credi di avermi fatto cadere ai tuoi piedi ti sbagli di grosso, idiota!” dissi risoluta.
“Lo stesso vale per te, isterica”
“Bene!”
“Bene!”
“Volete andare avanti in eterno?” si intromise l’altra.
“Siete attratti l’uno dall’altro tutti e due!” e poi si allontanò trascinandosi dietro il cuoco distrutto dal dolore. Era sempre molto schietta.
Ci guardammo un po’, poi lui sbuffò e mi circondò il collo con un braccio incamminandosi e costringendomi a fare lo stesso.
“Ha ragione…” e sbuffò di nuovo.
“Già..” e lo guardai di sott’occhi per vedere meglio il suo viso.
Senza paura io gli circondai la vita con il braccio. Non sapevo cosa mi aspettava né nella vita, né in questa storia.. però ero tranquilla stretta a lui, mi sentivo realizzata.

A distanza di due anni da allora dirò solo una frase:
“Ne è valsa la pena” e rido..
Mentre sento Usopp urlare: “Isola in vista..”, un gran movimento al piano di sopra e Zoro sulla porta appoggiato allo stipite che mi osserva con un sorrisino.
“Isola” dice.. annuisco e lo raggiungo. Un leggero bacio sulle labbra e insieme saliamo sul ponte della Sunny.




Una cosa un po’ così…credo di aver scritto in troppo in questi giorni, pur avendo altro da fare…
Anche se ora mi manca solo una Rufy Nami sdolcinata…e la voglio scrivere, si si..spero vi sia piaciuta. Lasciatemi un commento…baci!
   
 
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