Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: FEDERICAIMBRIALE99    15/06/2014    0 recensioni
'Questa è la storia di un amore diverso. Diverso perchè lontano da tutte le forme di sentimento che si possono provare. Un amore così sciocco da poter essere paragonato al pianto di un bambino, così innocente da lasciarti pensare che non esista niente di più bello al mondo. Un amore che solo a raccontare fa venire i brividi, e che quando provi, non puoi fare a meno di riconoscere. Perchè questo è un amore debole, ma allo stesso tempo forte, la cosa più forte del mondo. Un amore debole, ma così forte da ignorare la sua debolezza per andare avanti e cercare di combattere, combattere veramente, fino allo sfinimento, fino all'esasperazione.'
So a cosa starete pensando: questa è un' altra classica storia d'amore. Vi sbagliate. Sono convinta che leggere di due persone che si conoscono senza chiedersi il nome o l'indirizzo, ma che si ritrovano magicamente il giorno dopo e s'innamorano, vi porti ad afferrare un concetto sbagliato. Leggiamo e guardiamo film su un sentimento all'apparenza così perfetto e innocuo e ci abituiamo a farci quest'idea dell'amore. Ma l'amore non sempre capita per caso, non è tutto rose è fiori. L'amore è diverso, come diversa è questa storia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nei giorni seguenti non ho fatto altro che ascoltarla, e insieme ai miei gusti musicali, anche il nostro rapporto è cambiato. Scherzavamo e ridevamo insieme. Quasi ci conoscessimo da una vita. E, cosa ancora più strana, ha iniziato ad aprirsi con me. Il ragazzo che non parlava apertamente con nessuno se non attraverso una chitarra, si fidava di me. Giorno dopo giorno stavo iniziando a capire la persona meravigliosa che fosse. Ogni pomeriggio mi chiudevo dentro la mia stanza ripensando a quel momento, mentre le note scorrevano veloci.
‘Sì, sei stata sola. Sono stato via per molto tempo. Ma con tutto quello che abbiamo passato, dopo tutto questo tempo sto tornando a casa da te.’
 In quei giorni era come se Domenico fosse la mia casa, la mia unica casa. l’unico posto in cui mi sentivo davvero al sicuro. E non mi ci è voluto molto per capire realmente chi avessi al mio fianco. Il ragazzo vanitoso, superficiale, per me non esisteva più. Lo guardavo e riuscivo a vedere solo la bellezza infinita, quella senza difetti, senza imperfezioni, quella che non esiste. Ma lui era reale, e anche i miei sogni lo stavano diventando. Può sembrare stupido o superficiale, ma non riesco nemmeno a spiegare quanta importanza avesse per me avere una persona sulla quale poter sempre contare, una persona che mi ascoltasse e che non facesse solo finta, insomma, una persona vera. E lui era vero, non troppo bello per esserlo, non troppo surreale per esserlo, ma bello, surreale e vero allo stesso tempo.
E così ho trascorso quei giorni, tra la scuola, i compiti, e le lezioni di pianoforte, nella più totale monotonia. Come tutti gli anni, come tutti i mesi di gennaio. Questa volta però non era uguale alle altre, solo simile. Perché tra tutta questa monotonia, sono riuscita a trovare una via d’uscita, il punto in cui l’anima si tranquillizza e il cervello smette di pensare, in quel luogo che fa venire solo voglia di smettere di pensare, e dissolve i problemi che sembrano quasi inutili. Era così che mi sentivo due volte alla settimana, su quella scalinata giallo limone, con l’unica persona che avrei voluto al mio fianco, l’unico mio desiderio. Mi perdevo tra le dolci note, e a volte mi immergevo così in profondità da non riuscire più a trovarmi. Dopo le lezioni di musica, ci sedevamo e ci raccontavamo tutto quello che ci si può raccontare. Lui suonava per me e mi chiedeva qualche consiglio. Era stupendo che qualcuno mi desse così tanta importanza, era fantastico che a qualcuno stesse tanto a cuore quello che dicevo. Anzi, forse la verità era che lui era fantastico, l’unica persona in grado di farmi sentire così.
Di tutti quegli incontri, voglio ricordarne uno in particolare, che mi ha sconvolta segnata così tanto che nemmeno io saprei dirlo, il primo di una serie d’incontri posti su una via diretta al paradiso che però mi ha portato altrove.
Eravamo seduti sul marmo gelido e lui accordava la chitarra. Io mi impegnavo a fissare il pavimento e a contarne le piastrelle, intorno a noi c’era il silenzio. Nessuna parola, nessuna nota. Era una cosa che odiavo. Odio il silenzio, perché quando la bocca non parla parla l’anima, parlano gli occhi. E queste sono le emozioni più sincere: non puoi fingere se parli con gli occhi. Ho sempre avuto paura di lasciarmi andare, ma con lui ogni paura era superflua, quasi inutile, riusciva a spazzare via qualsiasi timore prendesse il sopravvento su di me. Domenico era la mia atmosfera, mi proteggeva da tutto e da tutti senza rendersene conto. Io non gliel’ho mai detto perché non riuscivo a dirglielo, ma infondo era giusto così, c’erano tante cose che ancora non sapeva. Pensavo a tutto questo e intanto lo fissavo, e quando si girava tornavo a guardare il pavimento, solo che non era bello quanto lui. Infatti nel pavimento osservavo il suo riflesso che trovavo in ogni cosa, in ogni circostanza diversa. L’immagine però era sempre uguale, sempre sorridente e con le braccia tese, come se volesse dirmi ‘non sei più sola, ci sono io qui a salvarti’.
Cinque, dieci minuti, e ancora silenzio. Stava diventando davvero strano e imbarazzante, anche se l’avevo capito da subito che qualcosa non andava. Quando sono riuscita a fissarlo senza interruzioni, ho notato che il suo volto era spento. Il suo viso non emanava la stessa luce e felicità di sempre, era gelido. Gli ho chiesto come mai fosse così giù, e non ho avuto niente in risposta se non lacrime, salate e fredde come lui. Non so dirlo con esattezza, ma vedendolo piangere in quel modo, ho sentito come se qualcosa dentro di me si fosse spezzata e avesse scaraventato i pezzi tanto lontano da rendere impossibile la sua riparazione. Era come se, in qualche modo, la sua tristezza si riflettesse su di me, e il fatto di sapere di non poterci fare niente mi faceva ancora più male. E’ stata come una coltellata, schietta, veloce. Le ferite continuavano a sanguinare, e facevano quasi più male a me che a lui. All’improvviso ho sentito il dovere di fare qualcosa per farlo stare meglio, non l’impossibile, ma tutto ciò che in qualche modo avrei potuto fare. Avrei voluto chiedergli spiegazioni, fargli sapere che forse anche io potevo salvarlo come mi aveva salvata lui, ma la mia bocca non emanava nessun’suono, era ferma, immobile, insicura come me. Le mie labbra non rispondevano più ad alcun comando, non riuscivo a pensare ad altro che a lui e alla ‘nostra’ tristezza, che era la sua esasperazione e la mia angoscia. Sono riuscita ad appoggiargli una mando sulla spalla in segno di conforto. Quasi tremavo. Si è girato e ci siamo guardati negli occhi, i suoi rossi e lucidi, i miei vuoti e pieni di compassione. Sono rimasta a fissarlo per molto tempo in cerca di spiegazioni, non so dire quanto, ma a me è sembrato un eternità. Dopo qualche minuto, fortunatamente ho ricevuto quella risposta che tanto attendevo.
‘Scusami, davvero’- Disse con un filo di voce, e improvvisamente si interruppero i singhiozzi.
C’è stata una breve pausa. Non sapevo cosa dire. Il mio obbiettivo era quello di consolarlo e di farlo sentire a suo agio, ma quest’impotenza mi rendeva ancora più debole di quanto non fossi già.
‘Posso sapere perchè stai piangendo? So che parliamo da poco e magari non ti fidi di me, e io non voglio assolutamente sembrarti invadente…’
Mi fissava e il suo viso si faceva sempre più buio e triste. Era sul punto di piangere di nuovo.
‘Vedi, il fatto è che sono convinta che nessuno dovrebbe soffrire così, nessuno dovrebbe farti sentire così.’
‘Te ci riesci però.’
‘Cosa?’- All’improvviso un altro sentimento aveva preso il posto della tristezza. Era paura, incertezza? Non direi, piuttosto una sorta di senso di colpa. Non riuscivo a perdonarmi il fatto di non aver fatto niente per alleviare il suo dolore, e adesso scoprire di essere la causa del suo male mi aveva fatta sentire inutile com’ ero sempre stata. I miei occhi erano lucidi. Ho fissato il soffitto e contato fino a tre per cercare di non piangere. Avevo finito. Amavo il fatto che qualcuno fosse riuscito a cogliere solo gli aspetti positivi della mia persona, ed ora io ai suoi occhi apparivo un mostro più che una fata. Un terribile mostro contro il più bello e dolce degli angeli. Gli avevo spezzato le ali senza sapere il perché.
‘Non avrei mai pensato di riuscire ad affezionarmi così tanto ad una persona in così poco tempo. Ma con te è tutto diverso. Non so perché ti sto dicendo tutto questo, tu mi fai stare davvero bene e non lo dico per farti un piacere, le mie sono le parole più sincere che sia mai riuscito a dire e che abbia sentito dire. Sono stato deluso tante volte in passato. Mi ero giurato che non avrei mai più permesso che la mia felicità dipendesse da una singola persona, perché tanto se ne vanno tutti. Però con te è diverso, semplicemente perché te non sei come ‘tutti’. Hai un qualcosa di diverso, di speciale o non lo so. Qualsiasi cosa sia la maledico e la adoro allo stesso tempo perché ora buona parte della mia felicità dipende da te. E sento che mi sto illudendo davvero, quindi ti prego di non giocare con il mio cuore: è stato sbattuto e calpestato troppe volte, non lo reggerei più. Quello che stiamo vivendo ora, tutti questi piccoli momenti, hanno un’importanza per me che nemmeno puoi immaginare. Sono davvero importanti, tu sei importante. E ti chiedo di non lasciarmi andare, perché io non lo farò’
Con quelle parole mi ha spiazzata. All’improvviso la stanza è stata attraversata da un’ondata di vento bollente e io sudavo di felicità e paura allo stesso tempo. Come se il mio corpo ne contenesse troppa e avesse bisogno di eliminarne un po’ per non esplodere.
‘Te lo prometto.’
Sì, è stato tutto quello che ho saputo dire. Ma in quel momento le mie parole erano superflue, avevano poca importanza per me perché in testa ripetevo ancora le sue. Però risi, risi tanto, e un sorriso vale molto di più perché inganna meno facilmente delle parole. E non amo nemmeno le promesse, ma come ha detto lui, questa volta era diverso. Era come se mi avesse fatto sbattere la testa così forte da pensare che tutto quello che ho passato l’abbia passato per arrivare a quel momento, e che tutto il mio futuro sarebbe stato solo una sua conseguenza. Mi ha spiegato che il motivo di questa sua grande insicurezza in realtà sta nel suo passato. Nel suo triste passato. Prima aveva tanti amici, persone su cui contare, ma quando si è trasferito, in un piccolo paesino tra Pesaro e Fano, ha perso i rapporti con tutti e persone alle quali aveva affidato la sua stessa vita l’hanno abbandonato lasciandolo solo, sbattendolo in mezzo alla strada come un rifiuto, un sacchetto di spazzatura, una fotocamera usa e getta  che non ti serve più e della quale puoi solo sbarazzarti.
Passiamo anni interi a cercare di scoprire chi siamo, di trovare il nostro posto nel mondo. Io il mio l’avevo trovato, ed era accanto a lui. Ho giurato a me stessa che avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per riuscire a fargli credere di nuovo in qualcosa. Qualcosa come l’amore, l’amicizia, cose che per lui erano del tutto prive di significato. Nessuno si salva da solo, non ce l’avrebbe fatta. Sarebbe sprofondato sempre di più negli abissi della malinconia. Ho deciso che il mio compito sarebbe stato quello di riportarlo a galla, di salvarlo, come lui aveva salvato me. E chissà, magari un giorno ce lo saremmo detti, che ci siamo salvati a vicenda. Magari con le guance più rosse del mondo e il cuore che batte come un martello su un’asse che non vuole essere riparata. Non importa come, l’importante era che succedesse. La cosa essenziale per me era sapere che la sua felicità era nelle mie mani: l’avrei coltivata e fatta fiorire all’infinito. 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: FEDERICAIMBRIALE99