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Autore: Stillnotginger_221b    15/06/2014    3 recensioni
[TOS]
dal testo: Improvvisamente sentì un tocco leggero e umido sulle sue labbra. Era Jim. Spock chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente a lui. Quella notte sentì nascere qualcosa fra loro, qualcosa che si raccontava poco su Vulcano.
Un legame.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-signor Spock, lei che ne pensa?- chiese Kirk con curiosità. Erano appena sbarcati sull’ennesimo pianeta di classe M mai esplorato prima dalla flotta stellare, non considerando due o tre documenti di trecento anni prima trovati in un cassetto di una scrivania abbandonata nella sala macchine. Su quei fogli era descritto come un pianeta spoglio e privo di qualsiasi organismo vivente degno di nota, a parte qualche grosso pesce. Il fatto che, dopo trecento anni la flotta stellare sia sbarcata di nuovo su quel pianeta e si sia trovata davanti ad un drappello di dodici o più soggetti dall’aspetto alquanto bizzarro, coperti di squame arcobaleno, dava da pensare. Che poi questi stessi soggetti tenessero sotto scacco la squadra di sbarco del capitano Kirk con dieci lance e due archi, era alquanto bizzarro. Tuttavia, nessuno si azzardò a muovere un muscolo.
-Spock?- chiamò ancora Kirk, leggermente irritato dall’assenza di commenti da parte del suo primo ufficiale. A poco a poco iniziò a impossessarsi di lui una leggera inquietudine che lo spinse a voltarsi, scoprendo così il motivo di tanto mutismo.
Tra i guerrieri che li minacciavano, era presente una ragazza bellissima. Reggeva con grazia un arco alto come lei, e poco importava agli uomini della flotta se il suddetto arco fosse tenuto teso da una freccia lunga cinquanta centimetri. Tutti erano concentrati sui suoi lunghi capelli ondulati color del miele e sui suoi occhi scuri, che evidentemente avevano qualche strano potere come quello di inchiodare ogni sorta di uomo nel raggio di cinque/sei miglia nel punto esatto dove si era fermato.
Kirk guardò ogni volto del suo equipaggio e per la prima volta si pentì amaramente di non essersi portato dietro il tenente Uhura. Lo sguardo dei due guardiamarina in completo rosso e nero era degno del più in salute degli stoccafissi. Guardò il dottor McCoy e vide una leggera bavetta scendere dalle sue labbra socchiuse, gli occhi spalancati in totale contemplazione di quell’essere alla stregua di una dea. Si voltò speranzoso verso Spock, certo di poter trovare in lui qualcuno immune a quella stregoneria. Sovvertendo tutte le previsioni dell’aitante capitano, lo sguardo di Spock era totalmente e incondizionatamente calamitato da quella guerriera misteriosa. Per la prima volta nella sua vita, Kirk si sentì perduto.
-ALIK DEY SJOLPWE!- gridò la sconosciuta, e tutti (tranne il nostro coraggioso capitano) annuirono, pur non avendo capito neanche una parola. Kirk sbuffò, seccato da quell’atteggiamento, e tentò di prendere il comunicatore per cercare di tradurre quella strana lingua, pur sapendo che non avrebbe ottenuto i risultati sperati. Perso tra questi pensieri, e altri riguardanti un dannato alieno dalle orecchie a punta, si accorse di ciò che gli accadde solo perche un dolore fortissimo gli esplose nel braccio e si ritrovò lungo e disteso a terra.
Una delle frecce della ragazza lo aveva colpito al braccio, conficcandosi ben bene. Kirk urlò, e questo sembrò ridestare il primo ufficiale. Spock si voltò verso il suo capitano ferito a terra e divenne, se possibile, ancora più cinereo del solito.
-dottor McCoy!- chiamò, senza tuttavia girarsi verso il diretto interessato, ma tenendo gli occhi fissi su Kirk. Il dottore si girò, ancora intontito, ma quando vide Jim disteso a terra con un dannato bastone appuntito nel braccio, si ridestò completamente dalla visione.
-DANNAZIONE!- gridò, precipitandosi accanto a Kirk, che mugolava di dolore. Senza guardarlo negli occhi, gli estrasse la freccia con un movimento preciso, provocando al povero capitano un altro urlo di dolore.
Spock si avvicinò, irrequieto. –Dottore, il suo intervento è stato alquanto illogico. La punta della freccia avrebbe potuto spezzarsi e rimanere incastrata nel…-.
-taci una buona volta, dannato goblin dal sangue verde! Non c’è tempo per stare qui a discutere su queste cose, dobbiamo fasciargli la ferita prima che si infetti ulteriormente!-.
A quelle parole il vulcaniano si sfilò la maglia blu come se nulla fosse e la porse al dottore, che lo guardò con tanto d’occhi.
-SPOCK! Cosa diamine sta facendo?!-
-dottore si risparmi i suoi rimproveri: a lei serviva qualcosa per fasciare il braccio ed io gliel’ho dato, ora si sbrighi!- replicò l’alieno, con un tono che non ammetteva repliche.
Nel frattempo, la sconosciuta si era avvicinata furtivamente, attratta da quello strano colloquio tra i due vestiti di blu attorno a quello che presumibilmente doveva essere il loro capitano. Quando il tizio con le orecchie a punta e un orribile taglio di capelli si levò la casacca per porgerla all’altro tizio dagli occhi color del cielo, Myra rimase affascinata da quel comportamento. Da quello che aveva potuto osservare, questi uomini avrebbero fatto di tutto per salvare il proprio capitano, l’uomo dalle orecchie a punta in particolare.
Fece segno ai suoi uomini di abbassare le armi, e si affiancò al terzetto.
-salve- esordì.
Sia Bones sia Kirk si voltarono verso di lei come se avesse appena detto una parolaccia impronunciabile e proibita in quasi tutti i pianeti della federazione. Spock si limitò a girarsi e basta.
-vorrei scusarmi con voi per questo inconveniente, ma non riceviamo molte visite qui, e il più delle volte sono di gente cattiva. Io sono Myra, principessa del regno di Horyaek. Permettetemi di ospitarvi nel mio castello finché il vostro capitano non si sarà rimesso.-
-grazie per la sua offerta, ma siamo costretti a declinare. Il mio capitano necessita di cure adeguate e la strumentazione del dottor McCoy è rimasta sulla nave.- rispose Spock con tutta la calma e la compostezza che può avere un vulcaniano aitante senza maglietta.
Myra rise, e Bones fu certo di vedere gli occhi dei guardiamarina diventare a forma di cuore.
-mi dispiace di non essermi espressa correttamente. Il mio non era un invito, era un ordine. Dobbiamo essere certi che nessuno venga a conoscenza della nostra civiltà- concluse.
Spock sollevò un sopracciglio, sorpreso. –avete intenzione di ucciderci?- ribadì, in tono neutrale.
-se sarà necessario- rispose secca Myra. Poi si voltò, e fece cenno ai suoi guerrieri di seguirla con i prigionieri.
Bones e Spock aiutarono a sollevare il capitano, e procedettero all’interno della foresta.
***
-ahi! Bones, mi fa male!- si lamentò il capitano.
-sta zitto Jim, sto facendo il mio lavoro!- rispose seccato il povero dottore.
Finito di fasciare la ferita del suo capitano, McCoy si alzò dal letto per dirigersi verso camera sua a riposare.
-Bones…- lo chiamò Kirk. Il dottore si voltò.- Grazie- disse il capitano, e sorrise.
Bones scosse il capo -se non ci fossi io…- e chiuse la porta dietro di sé. Kirk si distese sul letto e ricominciò per l’ennesima volta a pensare allo sguardo perso del suo primo ufficiale per quella principessa. Sentì una gradevole sensazione allo stomaco, e un crescente senso di abbandono. Era rimasto solo in quel campo, perfino Spock, la sua roccia, lo aveva abbandonato. Quella sera erano stati invitati a uno stupido banchetto di corte ma Kirk non aveva la minima voglia di andarci, non per vedere ancora Spock perso in contemplazione di quella ragazza.
Si voltò dall’altra parte e si addormentò.
Venne ridestato dal suo riposo senza sogni da un baccano infernale fuori dalla sua porta.
-JAMES TIBERIUS KIRK SE NON TI ALZI DA QUEL LETTO E NON PORTI LE TUE CHIAPPETTE GIU’ A CENA VERRO’ A PRENDERTI IO PERSONALMENTE!- La voce di Bones risuonava imperiosa dal corridoio.
-nooo Bones, vattene!- replicò il capitano con la voce ancora impastata dal sonno.
-JIM! ALZATI DA QUEL LETTO O IO…- ma la sua arringa venne bruscamente interrotta da qualcuno che il capitano non riuscì a identificare. Bones parlottò per qualche minuto con l’estraneo, per poi tacere.
Kirk esultò interiormente per la vittoria riportata sul fronte “bambinaia”, e sprimacciò bene il cuscino per tornare a poltrire.
Troppo concentrato su quel morbido cuscino, non si accorse che la porta della sua camera si era socchiusa, e una figura era scivolata al suo interno. L’ombra si avvicinò fino al letto, dove vi giaceva il capitano, ignaro dell’intrusione.
-capitano- chiamò poi lo sconosciuto con voce decisa.
Kirk fece un salto di qualche centimetro sul materasso, voltandosi poi verso la fonte del suo disturbo con gli occhi spalancati per lo spavento.
-SPOCK! Che diamine ci fa qui!?- chiese in tono isterico Kirk.
-sono venuto ad aggiornarmi sulle sue attuali condizioni di salute.- replicò il vulcaniano.
Nel buio, Kirk roteò gli occhi, ancora offeso dal comportamento di quella mattina dell’alieno.
-sto bene, Spock, grazie per l’interessamento.-
-noto un certo… astio nella sua voce.- commentò Spock.
Kirk sbuffò e si voltò dell’altra parte, per nulla intenzionato a mandare avanti quella conversazione.
-capitano?-
-se ne vada, Spock!-
-vorrei sapere cosa la turba tanto.- chiese candidamente l’elfo.
Kirk sbuffò di nuovo, ma rimase zitto.
Spock osservò quel comportamento, e decise di prendere misure drastiche. Si levò gli stivali e si distese sul letto accanto a Kirk.
-Spock, ma cosa…-
-staremo qui anche tutta la notte, se necessario.- disse il vulcaniano.
Kirk sbuffò per l’ennesima volta e si rigirò, per nulla intenzionato a perdere quella gara di cocciutaggine. Rimasero in silenzio per un tempo indefinito, ognuno restio a cedere per primo.
Ma si sa, l’esasperazione umana è una brutta bestia.
-insomma Spock, cosa diavolo vuole sapere!?- esplose Kirk.
-vorrei sapere se il mio interessamento nei confronti della principessa Myra l’ha turbata.-
-se proprio ci tiene a saperlo, SI, mi ha dato dannatamente fastidio vederla guardare quella ragazzina snob con uno sguardo da triglia!- rivelò Jim.
Spock si voltò sorpreso verso il suo capitano, che dal canto suo ringraziava il buio che li circondava, sentendosi avvampare fino ai capelli.
-capitano, io…- cercò di articolare Spock, per la prima volta in difficoltà.
-taci Spock…- sussurrò Kirk, vergognandosi di quello che aveva appena detto. Praticamente si era dichiarato al suo primo ufficiale, aveva appena ammesso di essere geloso di lui. Se questa la veniva a sapere Bones, era la volta buona che la sua reputazione andava persa per sempre.
Con sua grande sorpresa, Spock allungò una mano verso il suo viso, e lo sfiorò in più punti. Istantaneamente, un mare di emozioni si riversò dentro la sua testa. Per la prima volta, sentì i sentimenti che Spock provava per lui, chiari e limpidi come un fiume. Guardò il viso del vulcaniano, ma lo trovò impassibile come sempre. Tuttavia vi era una scintilla diversa nei suoi occhi scuri.
L’altra mano libera di Spock andò a cercare la mano del suo capitano, del suo Jim, andando a stringerla in un bacio vulcaniano. Interruppe il contatto tra le loro menti, lasciando che Jim si abituasse a tutti quei nuovi sentimenti che aveva scoperto. Non era stato facile per Spock arrivare a questa totale dichiarazione al suo capitano, ma l’evento di quella mattina gli aveva improvvisamente ricordato quanto rischiavano la vita ogni giorno.
Improvvisamente sentì un tocco leggero e umido sulle sue labbra. Era Jim. Spock chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente a lui. Quella notte sentì nascere qualcosa fra loro, qualcosa che si raccontava poco su Vulcano.
Un legame.
 
  
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