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Autore: Avah    15/06/2014    1 recensioni
Al molo di Portland, una donna fa una scoperta raccapricciante: un uomo è stato barbaramente ucciso e bruciato. Sembrerebbe un normale omicidio se non fosse per un dettaglio: dal corpo parte una lunga spaccatura nel cemento e prosegue per un centinaio di metri. Non c'è nessuna spiegazione logica, e Nick e Hank devono trovare una risposta prima che quel qualcuno (o qualcosa) colpisca di nuovo...
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nick Burkhardt, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Una… cacciatrice?- esclamarono entrambi, quasi all’unisono.
Lei si rialzò in piedi e sospirò -E’ una cosa complicata, non potreste capire- fece per andarsene, ma Hank la afferrò per un braccio, costringendola a rimanere dov’era.
-Sarà meglio che inizi a spiegare, invece-.
-Mi prendereste per pazza- sbuffò, liberandosi dalla presa.
I due detective si scambiarono uno sguardo eloquente; cosa poteva esserci di più pazzesco rispetto a quello che poteva vedere Nick?
-Non lo faremo, te lo prometto- asserì lui, con sguardo serio.
Amber gli lanciò una lunga occhiata, non sapendo se fidarsi o meno; alla fine decise di vuotare il sacco, dal momento che non aveva nulla da perdere -Non sono una cacciatrice come potreste pensare voi. Caccio… cose diverse, non umane. Fantasmi, demoni, vampiri… Cose del genere-.
-Anche tu sei una Grimm?- chiese Hank, sconcertato da quella rivelazione -Puoi vedere i Wesen?-.
-Cosa?- ribatté l’altra, non capendo a cosa si stesse riferendo -E poi, perché “anche tu”?-.
Nick alzò uno sguardo penetrante sul collega, poi capì che non poteva più nascondersi -Io sono un Grimm- rivelò.
-E che diamine significa?-.
-E’ una specie di cacciatore, immagino- rispose lui, inarcando un sopracciglio -Posso vedere il mostro dentro le persone, ed è mio dovere cacciarle. Sai, Blutbaden, Daemonfeuer, Hexenbiest…-.
Amber lo guardò malissimo; e lei che credeva di essere pazza! Invece era più che evidente che quel Nick aveva qualche rotella fuori posto; chi altri darebbe dei nomi del genere ai mostri che lei quotidianamente cacciava?
-Tu hai sbattuto la testa da qualche parte, vero?- domandò, aggrottando la fronte.
Stavolta fu il detective a guardarla male -Perché scusa?-.
-Chi mai darebbe dei nomi tanto strani a esseri il cui istinto è quello di uccidere? Tanto vale classificarli tutti come mostri, come farebbe la gente normale-.
-Ma non tutti uccidono- obiettò Nick -Per esempio gli Eisbiber o i Reinigen…-.
L’altra sbuffò -Tutti prima o poi uccidono. Sono tutti della stessa risma, non puoi decidere chi lasciare in vita e chi no. Sono esseri diversi, e come tali vanno eliminati-.
-Sei davvero sadica- mormorò Hank, convinto di non farsi sentire, ma non fu così.
Amber alzò le spalle -Che ci vuoi fare. Sono fatta così- detto questo, si voltò di nuovo e, strappata di mano a Hank la parrucca e se la rimise, allontanandosi.
I due guardarono la donna che se ne andava senza dire una parola, solo scambiandosi uno sguardo di tanto in tanto; chi l’avrebbe mai detto che sotto quelle sembianze così eleganti si nascondeva una terribile macchina da distruzione? Nick non aveva guardato in profondità in lei, ma aveva avuto la curiosa sensazione che non avesse detto loro tutto e che taceva un terribile segreto.
-Che ne pensi?- la voce del collega lo fece riprendere dalle sue meditazioni.
-Non ne sono sicuro- rispose lui, avviandosi per tornare alla centrale -Ma se è davvero quello che dice, potrebbe darci una mano con questa cosa-.
 
Amber era tornata nella sua stanza del motel dopo essere stata sulla riva del fiume. Si cambiò velocemente quegli abiti così eleganti con la sua solita divisa da caccia: top corto e shorts di jeans. Guardò il proprio riflesso nello specchio, osservandosi attentamente: era la prima volta che qualcuno la smascherava. Di solito era lei che rivelava la propria identità, com’era successo in passato quando aveva conosciuto altri cacciatori; quella volta invece la situazione si era capovolta. Forse quel Nick diceva davvero la verità, forse riusciva davvero ad intuire la vera natura di una persona. Rabbrividì, pensando a cosa avrebbe potuto scoprire su di lei.
Con un sospiro, tornò al suo tavolo di lavoro e osservò i fogli sparpagliati sopra. Era vicino, ne era sicura; laggiù, nel parchetto vicino al fiume, ne aveva captato l’odore, ma non si era arrischiata a seguirla per paura che quei due potessero farle domande sconvenienti.
Ripensò al detective e al suo dono; era come lei, dotato di un sesto senso come era capitato a lei. Forse era tempo che unisse le forze con qualcuno che poteva capire bene cosa voleva dire vivere con un fardello del genere.
  
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