Quando parlava, il mondo si fermava.
Sì, perché Regina riusciva a mantenere il silenzio senza alzare la voce.
Notavi tutto di lei senza scomporti: il sorriso, i capelli boccolosi, il modo in cui sposta un ciuffo dietro l’orecchio.
Ma sai che lei è troppo, troppo per te.
Non segui neanche la conversazione, parla piano ma si fa capire.
È timida come te, Jules.
“Esci con qualcuno?” le chiedesti.
Rimase interdetta e rispose di no.
Mentiva e tu lo sapevi: l’avevi vista con un uomo nel solito locale che frequenti.
“A me non pare così” un sorriso cordiale è quello che le concedi.
“Cosa intendi?”
“Lo sai bene cosa intendo” ti maledici per la tua calma, ma non ci puoi fare niente.
“Oh” pausa, in cui fissa il pavimento per poi riprendere a sorridere “intendi Jack, vero? È solo il mio chitarrista”
“Da quando in qua i pianisti hanno dei chitarristi?” chiedesti beffardo.
“Da quando i Moldy Peaches si sono sciolti”
rispose fredda affrontando il tuo sguardo con fierezza “Beh, credo che sia tutto. Ragazzi” chinò il capo verso la band “Julian.”
Uscì dalla porta, sbattendola.
“Jules?”
“Che c’è Nick?” chiedesti irritato.
“Non dovevi dirlo”