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Autore: _Francesco_    16/06/2014    1 recensioni
"Un semplice incontro può stravolgere un'intera esistenza."
*
{9.989 A.C}
[...]Undici anni. Undici anni sono passati dall'inizio dell'interminabile guerra tra Atlantide e Mu.
Una guerra infinita,che porterà alla distruzione completa una mentre la gloria eterna attenderà l'altra.
Entrambe le parti sono distrutte,migliaia di persone morte,adesso rimane solo un modo per concludere la guerra: Due fra i più potenti eroi si scontreranno in un duello mortale. Uno solo sopravviverà,gloria eterna porterà al suo popolo,l'altro rimarrà sconfitto,schiavo perenne del nemico.

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Julian Hackett , semplice ed innocente ragazzino, ignaro dei suoi maestosi poteri. Scoprirà la sua vera natura, cambiando caratterialmente e fisicamente, diverrà un imperioso Ranger. Nascituro e combattente di Atlantide, metterà come posta la sua intera vita pur di difendere la sua patria.
Cyrus Hardey , orgoglioso, sgarbato ed autorevole, fiero della sua strabiliante forza fisica. Principe ereditario al trono di Hyades: capitale del potentissimo esercito di Mu, si allenerà fin dalla nascita per divenire il più grande Aviatore della storia del pianeta, irrompendo nelle vite dei cittadini di Atlantide come se fossero schiavi.
*
STORIA IN RIELABORAZIONE
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 6

Ci sono due cose che non tornano mai indietro: una freccia scagliata e un’occasione perduta.
(Jim Rohn)

 
Incredibilmente la visuale, seppur completamente buia, iniziò a distogliersi prima lentamente, poi sempre più rapidamente. Il buio completo si trasformò in una luce verde che aumentava la luminosità in modo crescente, aumentò fino a diventare un verde talmente lucente da accecarti.
Julian percepiva un senso di tranquillità interiore come poche volte, stranamente non aveva un minimo di paura di quello che sarebbe potuto succedere, nonostante prevedesse ben presto di tornare in uno di quei posti infernali della mente di Lucinda…
Adesso il verde cominciava a dividersi piano piano dal colore compatto che aveva formato, adesso stava formando delle forme, delle forme circolari, delle forme che assomigliavano sempre più a delle chiome di alberi. In modo crescente e regolare, apparvero i tronchi rispettivamente sotto ad ogni chioma. Inizialmente erano solamente due, questi due divennero quattro, poi otto e così via raddoppiando sempre, ogni albero ne formava un altro della stessa grandezza del creatore, fino a formare un intera foresta. Quando gli alberi aumentarono in modo tale da non poterli più nemmeno contare, si stabilizzò la visuale. I due ragazzi erano adesso all’interno di quella foresta apparentemente innocua.
Contrariamente al posto in cui era finito Julian la volta precedente, in questo luogo regnava un’aria più gioiosa, più allegra. C’era un piccolo sole mattutino nascosto tra le nuvole che illuminava parzialmente le chiome degli alberi, e la temperatura era nella media.
Julian ed Arianna si tenevano ancora per mano, impauriti entrambi che potessero capitargli le stesse sventure che gli erano sopraggiunte negli ultimi due incubi creati da Lucinda. Ma invece non successe questo.
Una cosa incredibilmente strana quanto spettacolare, accadde nel bosco.
Una voce, una voce familiare, parlò dal niente, senza presenza umana né niente. Era come se parlasse dall’esterno del bosco, era come se fossero incredibilmente intrappolati, ma non era così.
- Osservate e capirete. Guardate pure, ma vi sarà assolutamente vietato intromettervi in ciò che vedrete ora, non potrete toccare niente e nessuno, solamente osservare. – Era impossibile non riconoscere questa voce, chiara quanto calma, formale quanto precisa: Lucinda.
Adesso tutto era chiaro.
Tutto tornava, tutto era logico. Lucinda li aveva fatti entrare dentro l’albero affinché potessero vedere il suo passato, voleva mostrargli la sua vita.
C’era sempre stato qualcosa di diverso in quella donna, e Julian l’ha sempre saputo, dal primo momento che l’ha vista.
Non appena la voce finì di pronunciare l’ultima lettera, nel bosco calò il silenzio totale, un silenzio che durò per pochi secondi, dopo di che i due ragazzi iniziarono a vedere.
 
Una piccola e apparentemente innocente bambina apparve dal nulla nel bosco, esattamente di fronte ai due ragazzi distante solo qualche metro, una bambina che doveva avere sui cinque anni non di più, ma era una bambina estremamente diversa dalle altre:
Aveva dei capelli viola, ma non viola lucente come gli occhi di Julian, quello era un viola opaco e cupo, un viola sbiadito. Solamente a vedere quei capelli, unici nel mondo, si capiva che dietro quella bambina c’era qualcosa di speciale.
Aveva poi degli occhi neri come le tenebre, neri da incuterti paura solamente a vederli.
La bambina era ferma e immobile appoggiata al tronco di un albero, fissava un punto fisso, ma i due ragazzi non seppero dire con precisione cosa stesse guardando in quel preciso momento, sta di fatto che incredibilmente, solo con la potenza aggressiva dello sguardo, fece incenerire un ratto che passava velocemente davanti a lei.
La potenza di quella bambina era strabiliante, e lo si poteva vedere.
Improvvisamente apparve una donna che arrivava dalla sinistra della bambina, arrivò gridando verso la bambina che doveva essere sua figlia:
- Lucinda! Per l’amor del cielo quante volte ti avrò detto che non devi uccidere gli animali? Loro sono innocenti, piccola mia, non farlo più. – La parlata era simile a quella di Lucinda, incredibilmente calma quanto cattiva.
Lucinda.. solamente una persona poteva avere questo nome.. era lei. La persona con cui viveva adesso, assurdo.
La piccola Lucinda lanciò un’occhiata a sua madre con il chiaro obiettivo di  incutergli paura, senza però riuscirci. Potette resistere ben poco a fissarla. Dopo qualche secondo abbassò lo sguardo in segno di sottomissione.
- Scusa, mamma. – pronunciò la piccola, che adesso pareva innocente.
Esattamente come io con lei adesso.. interessante…
- Mmh, ottimo, adesso andiamocene da qua, la cerimonia di vittoria della Guerra del mare ci sta aspettando, tuo padre non ti vorrà trovare qua.. ad uccidere i ratti. –
Disse la donna, che adesso aveva assunto un tono più severo.
Lucinda parve arrabbiata, ma non accennò una minima protesta e si sottomise.
Lucinda che si sottomette.. strabiliante.
- E va bene.. ma dopo voglio tornare, voglio diventare forte, proprio come te Mamma. –
A soli cinque anni già aspira al potere..  
- Solamente se prometti di non uccidere altri ratti.- Rispose la madre sorridendo.
- Ci sto! –
 
Dopo che Lucinda ebbe detto l’ultima frase, l’immagine scomparve tanto rapidamente come quando si era presentata.
Al suo posto comparve un’altra scena tanto velocemente che i due non se ne accorsero nemmeno.
Cambiò completamente l’ambientazione: Adesso si trovavano  nell’abitazione dove viveva in quel momento Lucinda con sua madre Asia.
Lucinda era cresciuta a vista d’occhio; adesso aveva all’incirca una decina di anni, forse un po’ di più. Era ancora più tenebrosa e cupa. I capelli e gli occhi esprimevano sempre più paura, per non parlare dello sguardo perfido che dimostrava di avere, Lucinda era sempre più cattiva e aggressiva, cresceva sempre in modo da diventare una potenza maligna, esattamente come voleva la madre.
Asia che invece era sempre uguale, non era cambiata come Lucinda, era sempre la solita. Capelli neri, occhi ugualmente neri. Una vera strega nera.
Asia e Lucinda stavano parlando, tuttavia parlavano talmente sottovoce che  i due ragazzi non riuscirono a percepire cosa stessero dicendo. Si poteva capire però, che il dialogo tra madre e figlia nascondeva qualcosa di molto importante.
In un momento, spostò lateralmente leggermente la mano destra, e mostrò a Lucinda un canarino, un canarino totalmente giallo, leggermente più piccolo di quello che adesso è in camera di Lucinda.
Impossibile, questo è.. il canarino di Lucinda.. come può essere..
Poi Asia alzò leggermente la voce, e i due potettero sentire.
- Lascia che ti presenti Blu, il canarino che ho appena preso nella Foresta Nera.
Era lì, evidentemente lasciato solo da sua madre, per terra, incapace di volare, incapace di nutrirsi, incapace di vivere. Se non fossi arrivata io sarebbe morto sicuramente a giorni. –
- E’ bellissimo, mamma! – Rispose Lucinda apparentemente compiaciuta e allo stesso tempo eccitata per il nuovo arrivo.
- Ma cosa intendi farci? – Aggiunse infine sempre la figlia.
- Sai Lucinda, Ad alcuni predestinati, la Foresta Nera permette di trovare un’ animale. Un animale che deve essere obbligatoriamente ancora in fase nascente. Si dice che questi animali siano leggendari, che siano estremamente potenti. A loro puoi insegnare qualsiasi forma di magia oscura, puoi renderlo incredibilmente forte, incredibilmente magico, incredibilmente invincibile. Solo ad alcuni prescelti è data la fortuna, questi prescelti si chiamano Ranger. Essi sono uomini o donne dotati di incredibile forza magica, tale da trasmetterla anche al proprio animale. –
- Come è possibile che esistano persone con poteri tali?– La figlia era perplessa.
- Nessuno sa chi sia stato il primo Ranger, è incerta la nascita di tale potenza magica. Come questi poteri vengano tramandati è una cosa estremamente genetica e casuale. Un Ranger può nascere dopo una generazione o dopo cento. Nessuno sa stabilirlo con precisione, ci sono stati pochissimi casi di Ranger in tutto il mondo, ecco mia cara Lucinda; io sono uno di questi. – pronunciò Asia totalmente fiera e soddisfatta di sé stessa.
Ma la figlia continuava a non capire, non credeva di avere una madre così potente, ma soprattutto non capiva perché invece di rispondere semplicemente ad ogni sua domanda ogni volta ci girasse intorno, evitando sempre la risposta diretta. Così continuò con le domande.
- E come può un semplice animale diventare così potente? Non capisco.. –
- E’ semplice: mano a mano che esso cresce, si affeziona sempre più a te. Devi dimostrargli amore, affetto e tenerezza, più viene trattato con essi e più sarà affezionato a te e di conseguenza più magie sarà in grado di imparare, e più nemici sarà in grado di abbattere. –
Asia aveva parlato tanto di amore e tenerezza, ma alla piccola Lucinda pareva solamente che l’unico scopo realmente valido per cui aveva preso il canarino era quello di insegnargli magie e fargli uccidere nemici su nemici.. ma come può un canarino uccidere un uomo?
- Mamma, io non capisco.. tu il canarino l’avresti “salvato” solamente per insegnargli magie e fargli uccidere nemici, dove sta l’amore? –
Asia parve un po’ spiazzata dopo questa domanda, ma non perse la tranquillità di sempre, la tranquillità che ha passato a sua figlia.
- Cara Lucinda, non è come pensi. Tu credi che noi Ranger siamo scelti così, a caso? Mmh, io non penso. Se gli dei hanno scelto me come Ranger un motivo c’è, ed io di certo non voglio sprecare questa occasione. Penso che abbia tutte le potenzialità per far divenire Blu un enorme potenza incantata. – Disse fiera di sé stessa.
Ma Lucinda non la pensava in questo modo. Per quanto ci aveva capito l’animale diventava forte solamente se accudito con amore e sacrificio, ma da come conosceva sua madre non avrebbe mai avuto tempo per farlo. Non crebbe mai che Asia avrebbe fatto di Blu una potenza, e difficilmente Lucinda si sbaglia, fin da piccola era dotata di un intelligenza sovrumana.
- Pensi di riuscire ad addestrare Blu per renderlo così autorevole come hai detto? –
Domandò Lucinda, con molto coraggio, visto che non sapeva come avrebbe potuto reagire sua madre. Asia invece reagì con molta calma e pazienza. Una risposta secca.
- Certamente, dubiti forse di me? –
Dopo l’ultima risposta di Asia la visuale della stanza di Lucinda scomparve.
 
I pensieri di Julian dopo questa scena furono molteplici.
Quindi è questa la potenza dei Ranger che tanto mi dicevano? Io sarei uno di questi?
Non credo di essere capace di addestrare un animale per renderlo forte.. andiamo non so nemmeno che cosa sia la magia.. sono solo un ragazzino non posso sopportare tutto questo.. non posso.
Ancora prima che Julian potesse finire di riflettere sulla scena appena vista, una nuova scena gli si presentò davanti agli occhi.
 
Adesso si trovavano nella casa attuale dove attualmente vive Lucinda con Julian ed Arianna.
Non c’erano persone, né Lucinda né Asia, solo la casa, casa era identica ad adesso.
Il colore delle pareti, il prato verde perfetto, le quattordici pietre che facevano strada all’entrata ed il muretto che la proteggeva, solamente l’albero non c’era.
Lucinda ed Asia arrivarono dalla stessa parte in cui era arrivato Julian con i suoi genitori.
Lucinda era incredibilmente cresciuta, adesso aveva all’incirca la solita età che avevano i due ragazzi adesso.
Era diventata una ragazza incredibilmente bella e affascinante. Si era colorata quei capelli viola opachi e tenebrosi in dei capelli biondi spettacolari e lucenti, rimanevano solo gli occhi, quegli occhi neri come il buio. Aveva un fisico da far invidia a chiunque: incredibilmente slanciata, robusta quanto serve.
Asia che invece era rimasta completamente uguale alla prima scena del bosco.
Era incredibile e fiabesco come Asia rimanesse sempre e solamente uguale, non cambiava mai, l’unica cosa che aveva di diverso è che aveva il canarino sulla spalla, canarino che pareva non muoversi mai da lì.
- Bene, mia carissima Lucy, io e te ci trasferiremo qua. Tuo padre ha deciso che vivrà a Lexon, con il Re del posto, non vuole più vederci, ma questo già lo sapevi.
- Si, tranquilla mamma. – rispose Lucinda con un tono alquanto sottomesso e rassegnato.
Lucinda non deve mai aver conosciuto il padre.. questo l’avrà resa così irritabile?
- Ottimo, rallegriamoci! Prima di entrare per mostrarti le varie stanze, voglio farti vedere cosa ho deciso di farne di una parte del giardino. –
- Che cosa? – rispose Lucinda, che ormai era responsabile delle sue azioni e parole, era cresciuta, e lo si vedeva bene.
- Adesso vedrai. – concluse Asia, con la solita tranquillità interiore di sempre.
Le due si avvicinarono verso la parte del giardino che tendeva alla Foresta Nera, la parte in cui adesso viveva l’albero.
- E’ qua.. – bisbigliò Asia tra sé e sé. – E’ qua che nascerai.. è qua che vivrai. –
Pronunciò delle parole incomprensibili a Lucinda, delle parole incomprensibili a chiunque, Lucinda capì che si trattava di una magia estremamente potente, una magia che solamente lei era in grado di fare. 
Una fossa si creò nel terreno verde. Una fossa profonda una cinquina di metri e larga circa due metri in larghezza. Era incredibile come si era formata, dal niente, in pochissimi secondi. Ma quella non era una normale fossa in cui vi si pianta semi, era una fossa magica. Asia tirò fuori dalla tasca un piccolo seme interamente bianco con scaglie verdi. Un seme piccolo quanto la lunghezza di un pollice di un bambino appena nato, ma quello non era un seme come gli altri.
- Vedi questo Lucinda? – disse Asia, mostrando il seme a sua figlia.
- Questo non è un semplice seme. Questo è l’ultimo seme di Alberi Fatati, un inattendibile e fantastico Salice Piangente, questo ci proteggerà dagli attacchi dei nemici, dalle insidie del male, ci proteggerà da ogni genere di perfidie, fino a quando sarò in vita. Benissimo, mia cara Lucinda, dai il benvenuto a Dessy, l’ultimo degli Alberi Fatati.- non appena ebbe finito la frase, Asia alzò la mano al cielo, guardò stranamente il cielo per qualche istante, dopo di che gettò il seme magico nella fossa.
Non appena il seme cadde dentro la fossa, la visuale scomparve istantaneamente.
 
Ecco cos’è veramente quell’albero.. io lo sapevo che non era come gli altri.. sensazionale..
Julian rimaneva sempre più esterrefatto dalle scene che stava vedendo.
Ma non aveva tempo di pensare, non ancora.
Un ultima scena apparve davanti ai due ragazzi.
Una spiaggia, una spiaggia vuota e deserta. Si sentiva solamente il fragore delle onde morire sulla spiaggia giallognola. Il sole stava tramontando, emetteva una debole luce arancione che segnava la fine del suo ciclo giornaliero.
Sulla spiaggia c’erano solamente due persone, due persone alquanto familiari a Julian: Asia e Lucinda.
Lucinda adesso era diventata una donna, una donna adulta e responsabile. Doveva avere sui venticinque anni, tuttavia aveva sempre la solita faccia da bambina cresciuta, bellissima e sempre allegra, al contrario di sua madre, Asia che invece era interamente uguale alla prima visione, con il canarino sulla spalla sinistra.
Le madre e la figlia erano sedute sulla spiaggia che guardavano le onde e ogni tanto si scambiavano parole.
- Mamma, se mai avrò dei figli come pensi che dovrò educarli ed addestrarli? – Domandò Lucinda in preda a dei pensieri sconosciuti a sua madre.
- Esattamente come ti ho educato io. Con la giusta autorevolezza: quando serve mostrati severa. Se è necessario, mostrati addirittura aggressiva tanto da sembrare cattiva. Ricordati, se un bambino viene preparato alla sofferenza e al dolore, (sia psicologico che fisico)quando da grande riceverà uno di questi, il dolore subito sarà minore, in quanto era abituato a subirlo. Per cui raramente mostrati buona e permissiva, non gli servirà a nulla.
Se gli vuoi veramente bene fa come ti ho detto e quando saranno grandi e saranno fieri di te, mi ripenserai. –
Lucinda, fiera della risposta della madre, non rispose e si mise a contemplare gli ultimi raggi di sole della giornata.
Tutto era finalmente chiaro. Il motivo delle scene infernali a cui ci sottoponeva, il motivo della sua severità. Tutto chiarito.
E poi, accadde il peggio, quello che entrambe non volevano che accadesse.
Lucinda scorse una nave da lontano, e non esitò a chiedere a sua madre cosa fosse.
- Mamma, che cos’è quella barca che si muove verso di noi, là a nord? – Disse Lucinda leggermente impaurita.
In lontananza, si poteva scorgere un veliero, un veliero che sicuramente era pilotato da pirati. Ma quello non era un semplice vascello di pirati, quello era il Grey Revenge. Il vascello era interamente nero, nero oscuro e cupo. C’erano solamente due vele, entrambe solo ed esclusivamente nere. Solamente la prima vela (quella di poppa) aveva il simbolo dei pirati, dipinto probabilmente dalla ciurma, interamente in bianco, che spiccava sul nero opaco della vela.
Tutto dipinto di nero, da poppa a prua, dal sottoscala al primo livello.
- Sapevo che sarebbero venuti.. – Asia aveva un’aria rassegnata e sottomessa, sapeva che stava per succedere qualcosa di brutto, molto brutto.
- Lucinda devi andartene da qui. Sono venuti per me, ma se ti vedranno, ti uccideranno. Non abbiamo speranze di salvezza, devi andartene. – Breve e precisa, coincisa e concreta, Asia era realista su cosa stava per succedere, ma Lucinda non si dava per vinta, voleva combattere.
- Non esiste. Se io scappo tu scappi da me. Non ti lascio da sola a morire. E’ quel pirata famoso di cui mi avevi parlato? Perché sei voluta venire proprio qua se sapevi che sarebbe venuto? Sai bene che non può scendere a terra!-
- Avrebbe distrutto tutta Salax e ucciso migliaia di innocenti, per trovare me. Ed io non voglio questo, se devo morire voglio farlo da sola, giocandomi le mie carte in battaglia. Per favore scappa, rifugiati da Dessy, lui ti proteggerà come sé stesso, lì nessuno ti farà del male. –
- Non puoi essere sicura che ti avrebbe trovata! Perché non vieni anche tu dall’albero? Lui potrà proteggerci entrambi! Andiamo Mamma, non puoi fare così..-
Lucinda era in preda alla disperazione ed al panico più totale, stava urlando e disperandosi, temeva la morte non per lei, ma per sua madre, e se avrebbe perso sua madre avrebbe perso tutto, tutta la sua vita.
- Lucinda, il veliero sta arrivando. Darius non si fermerà di fronte a nulla pur di uccidermi, lo sai bene. Devi fuggire, fallo per me. Non sopporterei che tu morissi, che tu morissi per salvare me, ed in ogni caso sai bene che io me ne andrei comunque. Darius è troppo forte, non può essere sconfitto. Sappi che ti ho voluto bene, onora il mio nome, figlia mia. –
Il veliero era ormai alla costa, le scialuppe erano scese ed un branco di uomini vestiti interamente di nero ed incappucciati si muoveva verso di loro.
- Dov’è lui.. devo trovarlo ed ucciderlo. – bisbigliò Asia..
Gli uomini sbarcarono a terra. Un piccolo esercito: Più di cento uomini; tutti uguali, vestiti di nero ed incappucciati fino alla nuca, era impossibile riconoscere il loro capo, la loro luce, Darius.
- Lucinda fuggi, ORA! – ordinò severa Asia.
- Non se ne parla, io combatto al tuo fianco. – Disse, poi si tirò su le maniche, pronta a sferrare magie.
- Non volevo essere costretta a farlo. – Asia enunciò la sua ultima frase in presenza di Lucinda, poi sua figlia non vide più niente.
Un secondo dopo era all’interno di Dessy, l’albero protettivo.
Asia aveva praticato il più potente degli incantesimi, il teletrasporto. Il teletrasporto richiede un enorme potenza magica, solamente un mago di altissimo livello può riuscire ad attuare questo incantesimo, tuttavia persino ad un mago di prestigio richiede uno smisurato sforzo fisico e mentale, e difficilmente dopo questo potrà riuscire ad effettuare altri incantesimi almeno per le prossime due ore.
Spiegando meglio, Asia aveva sacrificato interamente la sua vita, affinché Lucinda si salvasse senza il bisogno di combattere. Ha preferito la sua stessa morte per salvare sua figlia dal combattere un nemico che probabilmente avrebbe vinto comunque.
Asia aveva effettuato un gesto talmente eroico, che sarebbe rimasto per sempre nel cuore di Lucinda.
Incredibile.. la dimostrazione suprema dell’amore. Dare la propria vita per salvare quella di sua figlia, Asia senza ombra di dubbio è stata una mamma splendida.
Julian rifletté sul gesto eroico appena compiuto da Asia, e ripensò a tutto ciò che aveva visto fino ad adesso, Adesso era scontato perché Lucinda si comportava in questo modo con loro, era ovvio: Lei voleva solamente prepararli a ciò che c’è fuori dalle mura protettive della casa, voleva solamente prepararli alla violenza del mondo esterno.
 
L’ultima scena scomparve dagli occhi dei due ragazzi, lasciandoli senza parole.
Si ritrovarono istantaneamente nel punto in cui Lucinda li aveva lasciati prima che iniziassero a vedere le parti della sua vita che lei aveva deciso di mostrargli: All’interno di Dessy. Tuttavia stavolta il silenzio cupo e tenebroso durò solamente qualche istante, e imprimeva certamente molta meno paura della volta precedente, i due ragazzi avevano finalmente capito: Lucinda voleva veramente bene a loro.
Una volta usciti all’esterno dell’albero, c’era Lucinda, lì pronta ad aspettarli.
Aveva il solito sorriso sulla bocca, che stavolta pareva leggermente più soddisfatto.
Una volta usciti disse solamente delle parole, con la quale si dileguò:
- Avete visto e capito tutto adesso? Molto bene, vi aspetto in sala grande; si è fatto tardi e dobbiamo cenare. Julian sarà stanco dopo tutta questa giornata estremamente lunga e faticosa.
Non appena ebbe parlato si voltò e si incammino verso casa, lasciando i due ragazzi nuovamente da soli.
Ma questa era una solitudine diversa: I due ragazzi non avevano più paura.
 
 
 
 
 
 
  
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