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Autore: EmmaEvans    16/06/2014    7 recensioni
Hope aveva un disperato bisogno di ricominciare una vita normale: per capire chi era davvero e per chi poteva diventare, lasciando perdere il proprio passato. Era stata segnata dall’Ombra e tutti glielo ricordavano appena la guardavano. Sapevano, anche se non c’erano più segni visibili del suo passaggio. E lei non ne poteva più: voleva qualcuno di naturale, qualcuno che non sapesse del suo passato e che la giudicasse per come era adesso, non per come era stata. E Noah, un ragazzo conosciuto su internet e mai visto, è esattamente ciò che cerca. Più o meno.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Epilogo parte 2 – Quello che ti meriti

“Pronto?”

“Liam, dove sei?”

“Un attimo, arriviamo. Lei dov’è?”

“E’ arrivata.”

 

Era sera, due giorni dopo la chiusura dei giochi olimpici, e Tara, Olivia e Alice avevano fatto una sorpresa ad Hope, tornando da Parigi per un paio di giorni. Si erano date appuntamento a Notting Hill, vicino ad un parco.

Faceva freddo.

Quando Hope arrivò alla fontana, luogo dell’incontro, mise le mani in tasca e guardò il cielo. Pensava a lui più spesso di quello che aveva fatto quando erano stati insieme, quasi un anno prima. Si chiedeva se era il caso di ringraziarlo o di scrivergli qualcosa. In fondo, le aveva scritto un’altra canzone. Erano già due, anche se Hope credeva che la seconda non parlasse proprio di lei: aveva raccontato la loro storia, secondo come l’aveva vissuta lui.

 

 

 “Sei una cogliona, Hope, ecco quello che sei.”

Alice non ce la fece più. Era ad un aperitivo veloce con Hope, Olivia e Tara dalle parti di Cambridge molti mesi prima. Il tempo era uno schifo, il cielo stava scaricando tutta l’acqua che aveva trattenuto nelle due settimane precedenti. Per l’Inghilterra era un record. Un gran numero di ragazzi sfrecciava fuori dal bar, per i marciapiedi, diretti alla propria lezione o al proprio appartamento, proteggendosi la testa solamente con la borsa o con dei libri. Ma le ragazze non erano concentrate sul tempo: Hope aveva appena detto loro di aver rotto con Harry. In realtà erano passate già due settimane, ma Alice aveva fatto finta di non saperlo.

Hope guardò Alice, aggrottando la fronte.

“Stai scherzando” disse Olivia con un filo di voce. “ti prego, dimmi che stai scherzando.”

Hope cercò lo sguardo di Tara, pensando di trovare un appoggio. Lei, dal canto suo, invece, aveva un sopracciglio alzato. “In che senso non lo ami più?”

“Forse non l’ho mai amato.”

“Oh be’ si in effetti, e uno ci impiega 7 mesi per rendersene conto” disse Alice, sarcastica. Hope la ignorò: Alice non poteva capire.

“In fondo sono stata la maggior parte del tempo in ospedale” continuò Hope.

“E lui ti è stato accanto…?” Olivia non poteva credere che Hope avesse mollato Harry. Tutto il suo mondo stava crollando: era in piena crisi con il suo fidanzato storico che non si era per nulla rassegnato al suo nuovo gruppo di compagni universitari e Hope aveva appena mollato uno degli One Direction.

“Certo, certo” annuì Hope.

Alice succhiò apposta rumorosamente il suo succo d’arancia dalla cannuccia. Hope stava male, si, di testa, però!

“credo che non abbia mai avuto la possibilità di conoscermi davvero, e io di conoscere lui, in fondo.”

Tara, se possibile, inarcò ancor di più il sopracciglio.

“E poi lui è famoso.”

“Eh?” chiese Olivia, sempre più spaesata.

Hope prese fiato. “Lui ha una vita movimentata, sempre in giro… io voglio pace. Non voglio foto sui giornali, non voglio preoccuparmi per la distanza che ci sarebbe stata se… Insomma. Lui ha una vita che non mi sento di affrontare.”

Silenzio. 

Olivia si guardò le mani non sapendo bene cosa dire. L’unica cosa che pensava era che, porca miseria, la sua amica non stava più con Harry Styles. Era un segno? Un segno per il suo futuro e per il suo rapporto con lo storico ragazzo?

Tara guardò Alice, la quale le rispose con uno sguardo duro.

“Una vita che non ti ha praticamente mai sfiorata” disse Alice.

Hope la guardò interrogativa. “Mai sfiorata…?”

“Si. Harry ti ha sempre protetta. Praticamente era come se fosse una persona qualunque. La sua vita da ‘persona famosa’, come la chiami tu, poteva anche non esistere.”

Hope storse il naso. “Be’ non proprio. Cioè fa parte di lui, no?”

“Si, ma quando mai ti ha dato motivo di preoccupartene? Quando sono comparse le vostre foto, Harry non ha esitato nel proteggerti.”

“Me lo avrebbe dato, il motivo. Prima o poi tutto sarebbe ricominciato…E che senso aveva aspettare? Meglio finirla qua, prima di affezionarmi troppo.”

Alice sbuffò. ‘Affezionarmi troppo’. Come un cane.. ma dai!

“E poi credo che anche lui non mi abbia mai amata davvero”

“Prego?!” chiese Alice, stringendo più forte il bicchiere di plastica vuoto.

“Mi spiego: io credo che lui sia stato molto influenzato dal fatto che mi ha vista malata. Mi ha trattato come se rischiassi di finire in ospedale tutti i giorni, da un momento all’altro.”

Alice non credette alle proprie orecchie. Ancora. Con questa storia. Con la SOLITA storia.

“E chiaramente una storia così non può funzionare. Dai…” Hope fece un piccolo sorriso. Tara non seppe identificare se fosse un sorriso per i ricordi felici con lui o un sorriso tirato di circostanza. “Mi è venuto a trovare tutti i giorni quando sono stata in ospedale, quando sono uscita ho trovato la stanza letteralmente ricoperta di fiori… e ha organizzato quella mega cena con tutti, mi ha portato a Penzance a vedere l’alba guidando tutta la notte…Io non voglio un ragazzo che mi renda speciale e che mi dica sempre di sì…”

“L’intero genere femminile si sta rivoltando sul lettino dell’estetista per ciò che stai dicendo, lo sai, vero?”

Hope ignorò Alice e terminò la frase “…solo perché sono andata a tanto così dal morire. Non abbiamo MAI litigato in sette mesi…”

“E ti lamenti?” la interruppe di nuovo Alice.

Hope strinse le labbra, cercando di essere paziente. “Non ci siamo mai trovati in disaccordo su nulla. E’ impossibile una cosa del genere!”

“Ma non vi siete mai neanche baciati sul serio” fece notare Olivia.

“BRAVA!” disse Alice. “E non siete mai andati a letto. Questo vuol dire pure qualcosa.”

“Certo che vuol dire qualcosa” rispose Hope. “Io non mi sentivo per niente sicura. Non di me stessa. Ma di lui. Ogni cosa che lui faceva, mi chiedevo se lo stesse facendo perché mi voleva bene sul serio o perché… provava pena. Quando mi diceva che avevo ragione, mi chiedevo se lo pensasse davvero.”

“Continuo a non capire.” disse Alice annoiata. “Volevi litigarci più spesso? SUL SERIO?”

“No. Io…” Hope si morse il labbro inferiore. “Io volevo la normalità. Volevo essere trattata per come mi merito, non per cosa sono stata, cioè una malata di cancro. Io voglio essere amata per ciò che sono, Ali. Non per ciò che sono stata. Ne ho il diritto. Come facevo ad amarlo, come facevo a baciarlo o ad andarci a letto insieme se sapevo che lui mi trattava così solo perché mi aveva vista malata? Solo perché ancora era attaccato alla visione della piccola e debole Hope, sull’orlo di un burrone? Come facevo ad accettare i baci, se sapevo perfettamente che lui me li dava solo perché gli facevo pena?”

“Ma lui ti voleva bene sul serio…ti amava.” tentò ancora Olivia.

“Io non credo che mi amasse sul serio. Mi amava come si ama un cane, un gatto, una sorella… un malato. Mi voleva bene. Ma non come si ama la propria ragazza.”

Alice cercò con tutte le forze di non sembrare arrabbiata o infastidita. “Hope, scusa…” cominciò con la voce un po’ più acuta e sarcastica del solito. “non è che ti è passato per la mente che, PER CASO…per caso eh…  lui ti trattasse come ti ha trattato perché era effettivamente pazzo di te?”

Hope la guardò: Alice era chiaramente dalla parte di Harry. Sapeva che lei e Louis avevano stretto una bella amicizia.

“Certo che mi è passato per la mente” rispose mentre pensava che probabilmente lei e Louis avevano parlato del fatto che si erano mollati. “Ma mi sono anche chiesta: se non avessi avuto il cancro, se lui non mi avesse vista stare male, si sarebbe comportato allo stesso modo? Avrebbe ricoperto la mia stanza di fiori? Avrebbe seriamente preso la macchina e mi avrebbe portato a Penzance? Avrebbe fatto tutto quello che ha fatto? Secondo me, no. O comunque avremmo sicuramente litigato più spesso. Lui… Lui associava me al cancro e viceversa. E io non sono più la ragazza con il cancro. Lo ero, certo, fa parte del mio passato. Ma non lo sono più. Non sono IL cancro.”

“Appunto!” esplose Alice. “Non sei il cancro, ma è come se lo fossi!”. Alcuni ragazzi al tavolo accanto si voltarono e Alice fu costretta a ritrovare la calma. “Hai fatto diventare il cancro la scusa perfetta per mollare un ragazzo come Harry!” continuò a voce più bassa, cercando di controllare la rabbia. “Hai fatto diventare il cancro ciò che non hai mai voluto che diventasse, ovvero, una scusa! Cosa ne sai che lui non avrebbe fatto certe cose se non lo avessi avuto? Come diavolo fai a saperlo? Gliel’hai chiesto per caso? La tua ‘prova’ che lui fingesse si limita alla stronzata che ‘non avete litigato per sette mesi’? Ma sei fuori???”

Hope la guardò e scosse la testa. “Io gli ho voluto bene…”

“Esattamente" Alice puntò un dito contro la superficie del tavolo. Era in piena ispirazione da discorso. “E’ questo il punto. TU gli hai voluto bene. LUI ti ha amata. Tu sei talmente spaventata da questa cosa del cancro, sei talmente spaventata da come la gente ti tratta quando sa del cancro, che credi che chiunque sulla faccia della terra ti dia ragione, lo faccia solo ed esclusivamente PER IL CANCRO. E quindi sei prevenuta. Ma sei prevenuta TU, non il resto del mondo. BASTA con questa storia. BASTA. Con Harry, sei stata cieca, mi spiace dirtelo. E hai sbagliato, Cristo se hai sbagliato.”

Hope, di nuovo, scosse la testa. “tu non capisci…”

“Capisco benissimo Hope. Capisco fin troppo, credimi.”

“Louis ti può aver detto che…”

“No. Io e Louis ci siamo ben guardati dal parlare di te e di Harry.” Ed era vero. Louis non aveva neanche provato a tirare fuori l’argomento. L’aveva avvertita e basta, chiedendole di non chiedere niente. Ma lei se l’era fatta un’idea del perché fosse finita. In fondo, lo si annusava da un pezzo: da come Hope evitava di parlare di Harry, quando Alice, affamata di pettegolezzi, le chiedeva qualcosa del loro rapporto; e di come, da circa…uhm…sei mesi, Hope scappava dalle braccia di Harry appena lui tentava solo di abbracciarla; dai pochi baci a stampo rubatole, sempre d’improvviso a cui Hope rispondeva con davvero troppo poco trasporto. “Prova a pensare. Prova a pensare un attimo a come ti trattava prima che tu ti ammalassi” continuò tentando di far ragionare la sua amica. Ma sapeva già di aver perso.

Hope sporse il labbro inferiore. “Non saprei” disse lei “Non ci conoscevamo di persona…”

“Oh ma per favore. Ti ha scritto una canzone, ricordi?”

Hope venne presa in contropiede. “Io non credo che…”

“Tu non credi cosa? Dai, ti è stato vicino tutto il tempo, ha sofferto come un cane quando eri in ospedale riuscendo a tener duro e a stringere i denti, ha noleggiato un cazzo di furgoncino per tutti quei fiori, ti ha portato a Penzance guidando tutta la notte… Ti ha scritto due canzo… una canzone.”

Gli occhi di Olivia guizzarono su Alice. Stava per dire ‘due canzoni’ o aveva sentito male?

“E quella canzone te l’ha scritta PRIMA che scoprisse del cancro. Non ti ha MAI baciata perché TU non ti sentivi pronta e PER LUI andava bene. Ti ha aspettata 7 mesi. Ti avrebbe aspettata anche tutta la vita, tesoro. Cazzo se non è amore questo, cos’è?”

Hope scrollò le spalle.

Alice non poteva credere all’indifferenza di Hope. “Hope ti sei fatta influenzare da questa storia del cancro. Non siamo più al liceo, dove tutti credono che tu sia fatta di cristallo. E Harry non l’ha mai pensato perché lo sapeva, ti conosceva. Ti ha trattato come una persona, non come una malata, come una persona speciale, CERTO, ma perché per lui eri la sua ragazza. Fin da subito. Anche dopo che ha saputo del tuo cancro. Ti amava davvero per come eri, per come sei.”

“Abbiamo punti di vista differenti” disse Hope con un’altra scrollata di spalle.

Alice pensò che, su questo, non c’era dubbio. Aveva parlato con Liam visto che Louis faceva la parte del migliore-amico-solidale. Lui le aveva detto che si erano lasciati e le aveva mandato in anteprima la loro nuova canzone. Le aveva detto di prestare attenzione alle loro parole. E Alice aveva dovuto fare un grandissimo sforzo per non correre dalla sua amica e sbatterla contro il muro, dicendole che era stata una COGLIONA galattica.

Se solo Hope avesse potuto ascoltarla….

“io sto cercando qualcosa d’altro” aggiunse Hope. “Qualcosa di più.”

Alice guardò l’amica, basita. L’avrebbe presa a schiaffi sul serio. Quasi la odiava. E odiava Harry per non averla presa a schiaffi lui stesso, due settimane prima, quando Hope aveva detto che non potevano stare insieme. Qualcosa di più? QUALCOSA DI PIU? Ma vogliamo scherzare!

Ma porca miseria.

E quel cretino ci aveva pure creduto alla cazzata che ‘non appartenevano allo stesso mondo’. Idiota. Bastava vedere come Harry la guardava ogni volta che Hope sorrideva, parlava o semplicemente respirava, per capire che Hope stava dicendo un mucchio di cazzate. Harry l’aveva amata e l’amava ancora, ci avrebbe scommesso l’intera collezione di cd, magliette e libri dei Beatles. Ma Hope, forse, su una cosa aveva ragione: lei non l’aveva MAI amato. Ma non perché non l’amasse sul serio, ma perché non ci aveva MAI neanche provato, non si era lasciata andare, non era riuscita a scrollarsi di dosso il cancro, anche se era guarita. Ed era vero anche che Harry non l’aveva amata come si ama la propria ragazza. Ma piuttosto, come si ama la propria vita. E forse anche di più.

 

 

 

L’aveva lasciato andare per i motivi più idioti: primo perché lui era Harry, Harry Styles. Quante volte si era mangiata la lingua per non dire, neanche per sbaglio, il suo cognome? Perché facendolo, dava concretezza a ciò che lui era veramente e lei non voleva nemmeno parlarne; la spaventava da morire. Secondo perché era sicura che Harry non la trattasse come meritasse. Non l’aveva mai amato, no di certo. Non ci aveva neanche provato. Harry si meritava più di una stupida riflessione fatta in solitaria, da un’egoista quale era stata. Lui le era stato accanto, l’aveva consolata e protetta. L’aveva amata e lei aveva finto di non accorgersi. E aveva finto che non significasse nulla. Come poteva essere stata così idiota? Harry, HARRY STYLES, porca miseria, meritava almeno un paio di tentativi, ma VERI tentativi.

Non si erano mai baciati veramente. Non avevano mai passato una notte insieme. Perché lei si era creduta superiore. Superiore nel valutare la loro storia, come se fosse un’esperta, come se la sapesse lunga su di lui, su di loro e sul mondo in generale. Come se lui fosse stato un povero scemo.

Si, decisamente, avrebbe dovuto scrivergli qualcosa. O chiamarlo.

Ma cosa avrebbe potuto dire?

Guardò verso il cielo. C’erano poche stelle quella sera.

“Ehi.”

Per poco Hope non cadde nella fontana.

“Che spavento” disse Hope, voltandosi. Ma anziché trovarsi di fronte alle sue amiche, si ritrovò accanto ad un ragazzo. 

“Faccio questo effetto di solito.” La voce, sarcastica, era stata inconfondibile; quando lo guardò, lo furono anche i suoi occhi e i suoi capelli.

Hope istintivamente fece un passo indietro. Come aveva sempre fatto. Come si era appena rimproverata di aver fatto durante tutta la loro relazione. Erano troppo vicini.

 

Lui la guardò tristemente: si era accorto di quel piccolo passo. Come si era accorto che la loro storia era finita molto prima che lei aveva deciso di lasciarlo.

Dato che Hope non parlava, con gli occhi sgranati come se avesse appena visto un fantasma, aggiunse: “Poi di solito svengo…”

Non finì la frase, gli fu impossibile.

 

 

‘Fanculo me e il cancro’ si disse Hope, poco prima di buttarsi sulle sue labbra. Gli prese il viso, coprendo la distanza del passo con una maggiore in modo da trovarsi letteralmente addosso a lui. Posò le labbra su quelle di lui e dopo un attimo dischiuse la bocca.

Harry questa volta, però, la avvolse tra le sue braccia, prima che lei potesse scappare via come aveva fatto l’ultima volta che lei lo aveva baciato, lasciandogli solo il ricordo del sapore delle sue labbra. Ricambiò il bacio, mantenendo la promessa di un anno prima: mettendoci tutto se stesso per renderlo indimenticabile. In fondo era bravo, quando si impegnava.

L'emozione che si sprigionò tra i due fu indescrivibile. L'adrenalina dolce cominciò a scorrere a fiumi nelle loro vene, al ritmo di quel bacio, tanto desiderato da entrambi. Lei affondò le mani nel nido di capelli di Harry, lasciandosi andare completamente, e lui, sentendo quel tocco, sorrise nel bacio e la strinse ancora più forte, sapendo nel profondo che solo in quel momento la storia della loro vita poteva realmente cominciare; probabilmente, se fosse stato possibile, i loro corpi si sarebbero fusi insieme.

Hope si staccò dopo un tempo che gli sembrò allo stesso tempo infinito e brevissimo. Gli studiò il viso, come aveva sempre fatto e a come ad Harry era mancato.

Harry stava per dire qualcosa ma Hope gli mise un dito sulla bocca. “No, tocca a me.”. ‘Mi ha aspettata.’ si disse ricordando le parole di Alice. Si prese ancora mezzo minuto per guardargli il viso.

“Mi dispiace, sono stata davvero stupida.. Ma adesso è ciò che ti meriti.”

Harry la guardò divertito e perplesso, non capendo le parole di lei che, ancora, non avevano acquistato un senso preciso.

Hope prese un bel respiro e disse: “Ti amo Harry Styles.”

 

Nelle loro vene non scorreva più il sangue. Scorreva qualcosa che se avesse avuto un colore,  sarebbe stato, di certo, brillante.

Qualcosa di cui entrambi avevano bisogno, per vivere, semplicemente, la storia della loro vita. Qualcosa che facesse della vita, un inno alla vita stessa.

Adrenalina Dolce.

 

Harry & Hopr

Eh insomma, è finita, è andata. E, perdonatemi, ma mi prendo un paio di righe per salutarvi tutti/e come si deve. Spero di non avervi annoiato e spero che questa storia vi abbia fatto emozionare come ha fatto emozionare me scrivendola. Hope e Harry adesso stanno insieme e, se ci tenete proprio a saperlo, stanno bene: litigano qualche volta più che altro perchè lui è sempre in giro e a lei manca terribilmente e perchè lei si è buttata nel pattinaggio di coppia e lui è abbastanza gelosetto del suo compagno. Ma quando si trovano... quando si trovano, il mondo potrebbe anche scomparire che a loro non importerebbe. Potrebbe realmente scoppiare la terza guerra mondiale, con cataclismi naturali e atterraggio degli alieni, che loro non se ne accorgerebbero neanche, impegnati a 'consumare' la storia della loro vita (NO, non c'è sottointeso alcun soppio senso... O forse si XD). 
E ora, se non vi dispiace, vorrei ringraziare alcune persone: Olivia, quella vera, la prima che ha letto questa storia, la quale non credo sia iscritta su efp ma fa niente, è lei che mi ha spinto a pubblicarla su efp, quindi GRAZIE anche se non mi leggi U.U; poi Fede, la mia prima piccola 'lettrice' di efp che ha recensito la mia storia e mi ha fatto sentire davvero importante implorandomi di far finire bene la storia (ahahah, penso di averti accontentata :D); poi Castiga Akirashi, la mia beta degli ultimi 4 capitoli, ma in realtà anche di tutti gli altri, con le recensioni-correzioni fatto con il suo nazigrammar (credo che in quest'ultima parte dell'epilogo io ti abbia DAVVERO tirata scema, facendoti partecipe di ogni mio 'piccolo' dubbio, quindi GRAZIE); Chiara che si è lasciata prendere dalla storia, dagli 1D e da tutto questo anche se non è proprio il suo 'campo' e che si prende sempre il tempo per leggere le mie chilometriche email e per rispondere con altrettante chilometriche email (potremmo farci un diario sul serio! Oddio.... chissà cosa direbbero gli psicologi se finissero nelle loro mani: saremmo sicuramente oggetto delle loro ricerche, a volte siamo MEGA profonde); ed infine per ultimo, assolutamente non importanza, chiunque sia arrivata/o qui leggendo la mia storia, chiunque si sia emozionato, chiunque sia rimasto indifferente, chiunque si sia arrabbiato con Hope e il suo menefreghismo, chiunque abbia tifato per Alice e i suoi discorsi, chiunque abbia letto tutto nonostante non sia fan degli 1D,  chiunque si sia lasciato incuriosire dalla mia storia. Davvero, sembra che stia scopiazzando un po' quello che ha fatto JK Rowling nel suo libro finale di HP, ma davvero, voglio spendere due righe per qualsiasi persona ci sia dall'altra parte dello schermo: sei stato/a fantastico/a! Ah, e poi ringrazio gli One Direction, OVVIAMENTE, che senza la loro canzone, probabilmente non avrei avuto nessuna ispirazione e ovviamente non avrei scritto la storia di Hope.
Vi lascio, infine, con una frase di Harry Styles, quello VERO, che mi ha colpita un sacco sopratutto perchè collima, in alcuni tratti, con l'Harry Styles  della mia storia. 

Tanti abbracci stritolatutto a tutti, Directioner o meno (tanto quelli che non lo sono, lo diventeranno presto, me lo sento U.U) 

Emma ;)  

Hope & Harry  <3
Alice :)  
Olivia e Tara
Liam, Louis, Niall e Zayn
Siete tutti, nessuno escluso, parte di me. Siete stati e sarete per sempre un prolungamento della mia anima. Grazie.

I don't like people saying 'you are famous'. They destroy you with the words. It just gives you like no substance. Yes, it's not like "he is a really nice guy" or "he is really funny". You like, it becomes distinguished like 'you are famous'. It's just like a.. weird. I hate it.

Harry Styles – One Direction – This is Us

  
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