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Autore: KillerQueen86    16/06/2014    1 recensioni
Rose è nel mondo di Pete, con sua madre e Mickey, deve decider cosa fare della sua vita adesso, ma non è facile con il pensiero del Dottore sempre nella sua mente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jackie Tyler, Mikey Smith, Peter Alan Tyler, Rose Tyler
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autore: Eccovi il terzo e conclusivo capitolo di questa storia, naturalmente questo è solo l’inizio, consideratelo solo un grande prologo, dalla prossima storia si fa sul serio, Rose entrerà davvero in azione.

Spero che vi piaccia e che continuate a seguirmi, anche se in questa serie il Dottore sarà solo nominato. Aspetto le vostre recensioni e i vostri giudizi.

 

Beta: Paolettazza

 

Capitolo III

To go in new life

 

Arrivarono alla Vitex nel pomeriggio, a bordo di una limousine nera, il palazzo non era molto grande c’erano in tutto quattro piani, tutto in vetri, sulla porta d’ingresso una grande scritta “Vitex” dagli stessi colori dell’etichetta sulle varie bibite. Rose seguì Pete e la madre fuori dell’abitacolo, davanti all’ingresso, nel suo completo, c’era Ianto con accanto Mickey, sorrise cordialmente e salutò prima Pete poi Jackie e lei.

“Sono arrivati?” chiese Pete in tono apprensivo mentre si accomodavano nell’atrio del palazzo.

 “Stavamo aspettavo voi” rispose Ianto, Rose si guardava attorno, la Hall era accogliente, colori caldi come l’arancio sulle pareti e il rosso scuro sui divanetti e le poltrone alla loro destra accoglievano i visitatori, al centro in fondo c’era un lungo bancone di legno chiaro dietro il quale sedeva una giovane donna, poco più grande di Rose, lavorava al computer mentre parlava all’auricolare.

Ianto li condusse in un corridoio a sinistra, dove una serie di porte si susseguivano una dopo l’altra ed in fondo c’era una porta trasparente che si apriva sulle scale antincendio.

“Credevo che avessi una fabbrica” disse Jackie guardandosi attorno.

“Infatti, questo è solo il centro amministrativo, la fabbrica vera e propria si trova a qualche chilometro a sud di qui” spiegò Pete con calma.

"Po … potremmo andarla a vedere se ti va” disse un po’ indeciso.

Ianto si fermò davanti ad una porta bianca senza alcuna scritta, sulla parete a destra un lettore per le tessere; Ianto fece scorrere la sua fin quando la luce verde si accese e la porta si aprì con uno scatto, si ritrovarono in una stanzetta con due divanetti uno di fronte all’altro, e un tavolinetto al centro.

“Che cosa dovremmo fare?” chiese Jackie guardandosi attorno.

“Oh, entreremo da quella porta” disse indicando alle sue spalle, “Voi vi accomoderete dietro il tavolo ed io parlerò con i giornalisti” spiegò il ragazzo, Rose iniziò a sentirsi davvero in forte disagio in mezzo a tutta quella situazione, non le piaceva, voleva tornarsene alla villa.

“Tutto bene?” chiese sottovoce Mickey accanto a lei, Rose deglutì e fece di si con la testa cercando di calmarsi. Seguirono ancora una volta Ianto nella stanza accanto, Rose si fermò un attimo e cercò di respirare con calma, si accorse di stare tremando leggermente, strinse le mani a pugni come per calmare il leggero tremore, per poi seguire gli altri, Mickey la stava aspettando, mentre sua madre e Pete si erano accomodati dietro  un tavolo bianco con delle caraffe di acqua. La stanza era molto più grande con delle vetrate che davano sul giardino, il tavolo era rialzato su una piccola pedana di velluto rosso come le sedie sulle quali erano seduti una decina di giornalisti davanti a loro.

Ianto rimase alzato, mentre lei si metteva tra Jackie e Pete, i giornalisti li osservavano e i fotografi si scatenarono con le loro macchinette, tutti interessati a loro, si sentiva a disagio, come un animale in trappola, trovava tutta quella situazione assurda, cosa poteva importargli della loro vita privata, perché dovevano dare spiegazioni?

Ianto sembrava a suo agio mentre parlava tranquillamente, proprio come Pete e Mickey, Jackie si vedeva che sta sforzando un sorriso per nascondere la tensione e lei, beh lei era sempre più un pesce fuor d'acqua, avrebbe dato tutto pure di tornare a essere la semplice Rose Tyler che abitava al Powell Estate con sua madre. Sentiva il tremore aumentare a ondate e un’orrenda sensazione di soffocamento si faceva strada in lei lentamente, sentiva la voce di Ianto soffocata e irreale.

"Che cosa si prova a diventare l'erede principale di una delle aziende più produttive dell'Inghilterra?" chiese un giovane giornalista verso di lei, Rose si sentì in forte disagio, guardò Ianto e poi Pete.

"Niente domande alla famiglia, grazie" disse Ianto, ma non sembrava essere ascoltato.

"I nostri lettori saranno davvero incuriositi da lei" continuò il giovane, Rose si guardò in giro, tutti quei giornalisti aspettavano una sua risposta, questo la metteva in crisi. Era strano, aveva sempre avuto la risposta pronta per tutti, non importava chi erano, ma in quel momento sentì la bocca impastata, sudava freddo, le mancava fiato e il cuore sembro aumentare vorticosamente il battito, non sapeva che fare, come reagire a tutto quello quindi seguì il suo istinto, si alzò e corse via, uscì dalla sala da una delle due porte a due ante, salì le scale antincendio cercando di calmarsi senza successo, corse per diversi piani, fino a quando non arrivò sul tetto, e fu una liberazione, l’aria fresca contro il viso sembrò ristorarla, prese un respiro profondo riprendendo il controllo del suo intero corpo, si lasciò scivolare contro il muro fino ad arrivare a terra, il cuore sembrava rallentare lentamente, e il suo respiro ristabilirsi, il tremore stava lentamente andando via.

Già immaginava i titoli dei giornali il giorno dopo, giovane ereditiera scappa dalla conferenza stampa. Sentì la porta aprirsi e Pete fare capolinea.

"Tutto bene?" chiese preoccupato sedendosi accanto a lei.

"Adesso sì, grazie" rispose lei sorprendendosi nel sentire la sua voce un po’ tremante.

"Mi dispiace, so che era importante, non capisco cosa mi sia preso" si scusò sentendosi tremendamente in colpa.

"Tranquilla, hai avuto solo un attacco di panico, può capitare a tutti" spiegò Pete.

"Non mi era mai successo" disse ancora appoggiando la testa al muro, sentendo ancora le mani tremanti.

"Un attacco di panico, dio è così assurdo" continuò incredula.

"Io ho affrontato di tutto in questi ultimi anni, Dalek, Cybermen, Sicorax, ho visto la fine del mondo nel futuro, sono stata intrappolata in una televisione negli anni 50 e sono stata insignita del titolo di Dame dalla Regina Vittoria in persona dopo averle salvato la vita da un lupo, ed ero ho avuto un attacco di panico perché un giornalista mi ha fatto una domanda diretta, non ha alcun senso" disse senza fermarsi con tono ironico, Pete sorrise.

"Beh prima di oggi non avevi perso una persona così importante" spiegò l'uomo.

"E’ successo anche a te?" chiese lei guardandolo, l'uomo abbassò lo sguardo

"Alla prima uscita pubblica dopo la morte della mia Jackie" disse con tristezza.

"Quando hai smesso di avere questi attacchi?" chiese la ragazza cambiando argomento.

"Non ho mai smesso" disse sinceramente.

"Bugiardo" lo accusò sorridendo.

"Ti ho visto in mezzo alle persone, sei così calmo e tranquillo, ti viene quasi naturale" disse Rose.

"E' solo una facciata, devo esserlo, la mia posizione lo richiede, non ho mai avuto il coraggio di seguire l'istinto di scappare, come hai fatto tu oggi" le spiegò sorridendo.

"Devi Imparare solo a conviverci e poi andrà meglio" continuò in tono rassicurante.

"A volta credo che invece sarà una cosa impossibile" disse la ragazza sinceramente.

“Dipende solo da te, Rose, da come affronterai la cosa, io e gli altri ti saremo sempre vicino” continuò.

“Io non so cosa voglio, questa non è la vita che volevo, avrei continuato a viaggiare con lui per il resto dei miei giorni”.

“E tutta questa situazione mi terrorizza, perché non sono niente senza di lui, non mi sento in grado di affrontare nulla” continuò la ragazza tremante.

“Non essere ridicola, sei Rose Tyler, sei la ragazza coraggiosa che è a discapito di tutto, è entrata con me nella fabbrica dei Cybermen” la incoraggiò l’uomo.

“Sarà” disse non molto convinta.

 “Su avanti, torniamo da tua madre, o saremo entrambi nei guai” disse alzandosi e porgendole una mano.

“Allora vieni?” chiese sorridendole, la ragazza accettò l’invito di Pete e si alzò.

“Grazie Pete” disse con gentilezza abbozzando un piccolo sorriso.

“Grazie, per prenderti cura di lei, di entrambe” continuò sinceramente colpita dall’atteggiamento dell’uomo che aveva di fronte.

“E’ un vero onore avere questa secondo possibilità con voi” disse lui con la sua solita calma e il suo sorriso incoraggiante, le circondò le spalle con un braccio e insieme andarono alla porta che portava all’interno dell’edificio.

“Sai penso che dovresti invitare mamma ad un primo appuntamento romantico” suggerì la biondina, Pete scosse la testa sorridendo a quella prospettiva. Sarebbe andato bene, doveva solo impegnarsi un po’, accettare l’aiuto di chi aveva attorno, e un giorno sarebbe andata avanti per la sua strada.

Questo era il primo passo verso una nuova vita, una vita senza il suo amato Dottore, le faceva paura certo, ma era certa che poteva rialzarsi, glielo doveva, per tutte le volte in cui le aveva salvato la vita e aveva creduto in lei.

 

Fine

   
 
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