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Autore: Misaki Ayuzawa    16/06/2014    6 recensioni
Chi è Tessa Gray? Ve lo dico subito. Tessa Gray è una povera sedicenne in crisi. Perchè, non solo frequenta il terzo anno di liceo, e si sa, il liceo è un problema per tutti, ma anche perchè non riesce a trovare il libro giusto... si avete capito, è una lettrice appassionata che non riesce a trovare un libro appassionante e questo è un problema per qualunque lettore che si rispetti! Questa, signori è la storia di Tessa Gray e della sua caccia alla "trama perfetta" ma non solo la sua perchè compariranno, con la stessa importanza, gli altri personaggi che fanno di Shadowhunters il ciclo di romanzi che è!
Dal 7° cap.: Il blu si fuse col grigio per diventare tempesta.
Dal 9° cap.: "E che cosa cerchi?"
"Romanzi. Ce ne sono pochissimi. O poesie ... Ci sono soltanto enciclopedie e storici!"
Will si sentì ferito nell'orgoglio. Quella era la sua biblioteca e nessuno la poteva offendere!
Dal 13° cap.: "Ah non preoccuparti! In caso scacciamo via Will!"
"Chissà perchè non credo prenderebbe la cosa con diplomazia ..."
"Mmmm ... forse no" Rise.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Theresa Gray, William Herondale
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 39: Essere saggi e innamorati

Il viaggio fino all’Istituto fu, per Tessa, un’esperienza traumatica che non sarebbe mai riuscita a dimenticare. La moto di Jordan era un’enorme Yamaha nera e lucida. Fu molto difficile trovare una posizione conveniente per le condizioni di Will ma, in qualche modo, dopo dieci minuti, riuscirono a partire.
Mentre Jordan sfrecciava a tutta velocità senza casco (il suo lo aveva ceduto a Tessa), la ragazza si era aggrappata ai suoi fianchi con tutte le proprie forze. Will, invece, sembrava abbastanza a suo agio.
Doveva essere abituato a simili spericolatezze, pensò Tessa.
Non appena Jordan spense il motore, Will saltò giù dal veicolo e si avviò zoppicando verso i cancelli dell’Istituto. Tessa fece per corrergli dietro, ma Jordan le afferrò prontamente il polso, impedendole di proseguire.
“Che c’è?” Chiese Tessa, sconvolta. “Lasciami andare, voglio vedere Jem!”
Jordan scosse la testa. “Dagli un po’ di tempo … Deve stare solo con Jem. Potrebbe non esserci un’altra occasione, per loro.”
A quel punto gli occhi della ragazza erano diventati lucidi, le lacrime minacciavano di scorrerle sulle guance come un fiume in piena, e Tessa non trovava una fonte di luce abbastanza forte da bloccarle.
“Non c’è speranza, allora …” Sussurrò, il petto improvvisamente svuotato di tutta l’aria.
“Non ho detto questo, è solo che … meglio prepararsi subito al peggio, piuttosto che illudersi.”

Will fece irruzione nella camera di Jem senza neanche bussare, senza perdere tempo a chiedere il permesso. Lo spazio era buio, con le tapparelle abbassate e le tende chiuse. Will fece qualche passo, per poi chiudersi la porta alle spalle. Gli ci volle qualche secondo per capire che Jem era sveglio e che lo stava fissando, gli occhi socchiusi ma più brillanti che mai. Merito della febbre, probabilmente.
A grandi passi coprì la distanza tra la porta e la sedia vuota accanto al letto, certamente occupata, fino a non molto tempo prima, da Charlotte Fairchild. Ogni volta che Jem dava segno di stare peggio del solito, Charlotte se ne prendeva cura personalmente, proprio come una madre, ed era riluttante ad andarsene, quando Jem la pregava di farlo perché la vedeva stanca.
Will si accomodò. Il piede gli doleva in maniera innaturale e, dunque, fu un sollievo non doverlo più poggiare a terra.  
Will allacciò il suo sguardo con quello del suo migliore amico, non sapendo esattamente cosa dire … “Ehi?”, oppure “Sono scappato dell’ospedale come Magwitch dall’Australia?”
Si sporse sul bordo del letto, scorticandosi le pellicine intorno alle unghia.
“Jem …” Con voce strozzata fu tutto quello che riuscì a dire.
“William, mi aspettavo un’eloquenza maggiore da parte tua. Negli ultimi giorni tutti hanno continuato a sussurrare il mio nome, sai.”
Stava tentando di buttarla sul ridere, ma Will non ci trovava nulla di divertente. Avrebbe tanto voluto piangere, ma aveva dimenticato anni addietro come si faceva.
“Cosa vuoi che ti dica?” Si schiarì la voce con un colpo di tosse e accese il lume sul comodino. Una luce soffusa si espanse nel giro di un metro e mezzo, troppo debole per riuscire a raggiungere gli angoli più lontani.
“Non saprei.” Ammise Jem. “Potresti raccontarmi di come sei arrivato qui.” Osservò.
Jem aveva decisamente notato che, a parte per l’unica scarpa da tennis al piede sinistro, Will indossava ancora il pigiama dell’ospedale.
“E’ un’informazione top secret, verrà rivelata quando pubblicherò le mie memorie.”
“Saranno in rima?”
“Saranno in rima.” Confermò Will. Ci aveva provato, ma non era in vena di scherzare.
“Dovrei avere il diritto di ascoltarne un pezzo ora. Probabilmente nella prossima vita sarò abbastanza intelligente da tenermi lontano dai libri scritti da un certo William Herondale.”
Will stette in silenzio. Se avesse parlato, la voce sarebbe uscita rotta.
“William, posso chiederti qualcosa?” Cominciò, poi, Jem.
“Qualsiasi cosa.” Assentì Will.
“Dopo che …” Lasciò ben intendere, pur senza dirlo, a cosa si riferisse. “Potresti prenderlo tu il violino? So che non lo utilizzerai mai, però mi piacerebbe che lo tenessi tu. Se la cosa non ti infastidisce.” Si affrettò ad aggiungere. Come poteva Jem anche solo immaginare che non avrebbe fatto qualsiasi cosa lui gli avesse chiesto? In quel momento, per lui, avrebbe scalato l’Himalaya o attraversato a nuoto l’Atlantico.
“Com’è possibile che lo yin fen sia finito?” Chiese all’improvviso. “Ricordo perfettamente che, l’ultima volta che l’abbiamo comprato, ne avevamo preso sette confezioni, e non è stato molto tempo fa … Di solito una ti basta per un mese …”
Ci volle qualche minuto, prima che Jem trovasse la forza per rispondere.
“Verso Gennaio, con la sessione sportiva, ne ho dovuto prendere di più. In poco tempo avevo bisogno del triplo della dose solo per reggermi in piedi.” Confessò.
“Ma perché?” La voce di Will uscì disperata. “Potevi semplicemente essere esonerato, e continuare a vivere.”
Jem parve arrabbiarsi, il volto contratto. “Vivere è qualcosa di più che sopravvivere. Io non vivo da quando avevo dodici anni. Vuoi rimproverarmi perché ho deciso che, ad un certo punto, fosse meglio bruciare velocemente, piuttosto che scomparire lentamente?”
“Cosa ti ha spinto?” Will poteva capirlo. Sì, decisamente la sua mente capiva le parole dell’amico; era il suo cuore, però, a rifiutarsi di accettarle.
Jem abbassò lo sguardo e le guance si fecero color porpora. “Credo che tu possa facilmente immaginarlo.”
Will scosse la testa. Cosa poteva essere successo? C’era forse stato qualche cambiamento?
Il ragazzo stava per sbottare che no, non ne aveva la benché minima idea, ma poi un volto comparve nella sua mente, occupandola per intero.
“Tessa …” Mormorò. L’unica variabile in tutto quel tempo era stata lei. Quella ragazza, evidentemente, non aveva intaccato soltanto la sua quotidianità, ma anche quella di Jem e, improvvisamente, ricordò di come l’avesse trovata in camera dell’amico con indosso solo la camicia di quest’ultimo (in quell’episodio, la sua concentrazione era stata tutta per le gambe della ragazza, ma aveva notato, senza rendersene veramente conto, che Jem la guardava già allora con affetto, pur avendola appena conosciuta). Ricordò anche di avere visto spesso che i due correvano insieme durante le ore di Lightwood e, ancora, li rivide passeggiare per i corridoi per andare insieme a lezione.
“Non credevo che ti piacesse così tanto.” Aggiunse Will, sentendosi un idiota.
“Non ci ho mai contato granchè, Will. Sei una frana a capire le persone.”  Jem sorrise.
Will non riuscì a ricambiare il sorriso. La sua testa era un turbinio di pensieri. Che Tessa ricambiasse i sentimenti di Jem? Era questo il motivo per cui, in ospedale, gli aveva chiaramente detto che non gli interessava? Eppure, c’erano stati dei momenti, innegabili in cui …
Scosse la testa; si sentiva malissimo, non tanto per la confessione di Jem, quanto per la reazione che stava avendo. Jem e Tessa formavano il suo cuore , e se uno fosse morto e l’altra si fosse allontanata, a lui non sarebbe rimasto nulla. Quanto egoistici erano i suoi pensieri!
“E tu hai ragione di pensare che lei, ecco … che lei corrisponda?”
“Non lo so. Forse sì, o forse no. Non le ho mai detto nulla.”
Will, contro ogni logica, si sentiva come se avesse tradito Jem.
“Per quale motivo?” Chiese. La sua voce risultava atona alle sue stesse orecchie.
“Non avrei mai voluto che stesse con me per pietà, o che si sentisse vincolata in qualche maniera ad una persona che non raggiungerà mai la maggiore età. E, contemporaneamente, temevo un rifiuto, per le medesime ragioni.”
Will prese un respiro profondo. Non avrebbe turbato il sentimento di Jem con il proprio. Dopo tutti quegli anni, quello era il minimo.
Prese la mano dell’amico tra le sue.
“Se ne sei innamorato, vuol dire che conosci Tessa e che sai che non farebbe mai qualcosa per pietà, ma perché vuole farlo. Soprattutto se si tratta di una persona a cui tiene.”
Jem lo guardò con la speranza negli occhi. “Tu credi che lei possa ricambiare?”
Will annuì. “E se non lo facesse, la costringerei. Considerando come ti sei ridotto.” Aggiunse con un mezzo sorriso.
“Oh, ti prego, non fargliene una colpa. Non è qualcosa che ha scelto lei per me.”
“Tutto questo sarebbe più da me, che da te. James, quando, esattamente, ti comporti come un personaggio di Shakespeare?”
Jem scoppiò in una roca risata presto interrotta dalla tosse sanguinolenta.
“Lei è qui?” Sussurrò in un soffio.
“Sì. La vado a chiamare?”
“Grazie, Will.”

Angolino dell'autrice: Allora, questo è un capitolo che vorrebbe, ma non è, essere drammatico. Ci sono riuscita? A voi il giudizio! Come avrete sicuramente notato, il titolo è uguale a quello di un capitolo de La Principessa. Ho voluto provare anche io a scrivere qualcosa di intenso, ma con evidenti scarsi risultati ... Sono ben lontana, mio malgrado, alla magnificenza dell Clare ... Ad ogni modo, vi volevo ringraziare tantissimo perchè le recensioni e le aggiunti della ff alle storie preferite, seguite e ricordate, aumentano di giorno in giorno. Senza di voi, e, ovviamente, senza i lettori silenziosi, non sarei mai arrivata fino a questo punto! Grazie!
Prima di salutarci, vi propongo la mia nuova ff, molto più nel mio stile e quindi mooooolto più leggera. Si chiama "La pericolosa curiosità di Lucie Herondale" Spero che vi piaccia e qui c'è il link: 
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2661464&i=1

  
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