Elleboro - Forza e Rinascita
Comunemente chiamato rosa di Natale,
l’Elleboro è il fiore da regalare a chi si appresta
a iniziare una nuova avventura o ha voglia di cambiamento.
Il suo significato è quello di liberazione:
liberazione da un dolore, da uno stato di angoscia, e dunque rinascita.
l’Elleboro è il fiore da regalare a chi si appresta
a iniziare una nuova avventura o ha voglia di cambiamento.
Il suo significato è quello di liberazione:
liberazione da un dolore, da uno stato di angoscia, e dunque rinascita.
Capitolo 12 , Sotto la neve che cade.
Hinata, come ogni pomeriggio, aspettò il fischio perpetuo e petulante che annunciava che il thè era pronto per sollevare la testa dai suoi documenti, sospirando stanca. Diede un bacio veloce sui capelli di Akira, che emise uno squittio contento, per poi alzarsi e andare in cucina. Versò in una tazza il suo thè al mirtillo, per poi tornare in salotto, dove suo figlio teoricamente studiava concentrato il suo manuale dell’accademia mentre in pratica non faceva che sbuffare annoiato e sbirciare fra i documenti del clan. Gli scompigliò i capelli infilando le dita in quei sottili raggi di notte, rimproverandolo dolcemente.
Uno sbraitare improvviso la fece sussultare, richiamando la sua attenzione di giovane madre. Dal giardino proveniva il suono di due voci alte e conosciute, così la Hyuga si accostò alla finestra, incuriosita. Stava cadendo la neve, il sole stava calando e, fintanto che il paesaggio cambiava intorno a loro, Daisuke, fotocopia in tutto e per tutto di Sasuke, e Yukiko litigavano con foga nel vialetto.
Non era insolito vederli litigare, anche perché, favoriti dall’amicizia fra i loro genitori e dal fatto che erano praticamente vicini di casa, avevano vissuto sempre fianco a fianco. Haruto e Daisuke erano migliore amici, Yukiko e Ayumi erano inseparabili, Akira e i due gemelli Daichi e Daiki fingevano di odiarsi a morte anche se a volte dormivano nello stesso letto.
I più grandi fra loro si trovavano spesso insieme, uscivano insieme, a volte erano nella stessa squadra per le missioni. Tutti erano a conoscenza della loro vicinanza e del loro affetto, ma era raro vedere Yukiko e Daisuke insieme, da soli.
Sembrava che sua figlia fosse davvero arrabbiata e, nonostante gridasse, non riuscì a distinguere bene ciò che diceva. Daisuke, coetaneo di Haruto e più grande di lei che era appena maggiorenne di circa quattro anni, la guardava con in volto la solita espressione indecifrabile, senza dire una parola.
Lei gesticolava, a tratti lo prendeva per il bevero, poi cominciava di nuovo a gridare. Lui non sembrava nemmeno ascoltare, anzi, appariva più attento al modo in cui i capelli biondi di Yukiko svolazzassero leggeri raccogliendo al volo piccoli fiocchi di neve.
All’improvviso lui afferrò le sue mani e la baciò, calmandola all’istante. Hinata riuscì a scorgere facilmente il sorriso accennato di Daisuke mentre sentiva il corpo di lei rilassarsi istantaneamente sotto il suo tocco.
L’espressione stupita della madre, che per poco non si mise a ridere, incuriosì Akira, che si voltò a guardare nella sua stessa direzione.
<< Oh, cavolo. >> mormorò, con una faccia orripilata << Credo che mi si sia appena bloccata la crescita, ‘kaa-chan. >>
A quel punto Hinata sbottò in una risata e Haruto, che stava scendendo le scale proprio in quel momento, attirato da quelle risa, li raggiunse con un’aria confusa.
<< Cosa c’è da ridere, ‘kaa-chan? >> chiese, guardando sia lei che il fratello di tredici anni.
<< Da quando nostra sorella patteggia con il nemico? >> chiese invece il bambino, guardandolo interdetto.
<< Il nemico sarebbe… ? >> indagò lui, prendendogli il quaderno dalle mani per controllare i suoi compiti.
<< Daisuke. >> affermò il bambino, con un’aria schifata.
<< Oh, da quando sono stato in ospedale pare si siano messi d’accordo per farmi impazzire. >> poi finalmente si voltò verso il giardino e all’improvviso sgranò gli occhi, vedendo i due approfondire quel bacio << Cavolo. Ci stanno riuscendo alla perfezione. >>
Rimase per un attimo a guardarli e poi restituì il quaderno al proprietario. Andando via si portò una mano sulla bocca, probabilmente per trattenere un conato. << Credo che andrò in bagno a vomitare un po’… >>
<< Che schifo. >> concordò il minore << Non oso pensare alla faccia di papà quando lo saprà. >>
Hinata, invece, ci pensò. E rise, rise di gusto.
Ecco qui come è andata a finire: adesso sapete come sta Haruto,
ma soprattutto, c'è il primo amore *.* Capitolo allegro, per far felice
crazyfrog95 ! Spero che vi sia piaciuto, commentate!