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Autore: WhiteMistake    17/06/2014    2 recensioni
- La supernova avrebbe sancito la fine di tutto e l'inizio di un nuovo cammino. -
"Le Pretty Cure 5 torneranno in azione per proteggere il mondo da un antico male risvegliato dopo secoli, che minaccia di conquistare l'universo stesso."
"Tutto ciò in cui credevano sarà messo a repentaglio, il male vero non l'hanno ancora visto."
White is back!
Perdonatemi già adesso per eventuali errori, era da troppo, troppo che non scrivevo.
White
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karen Minatsuki/Cure Aqua, Komachi Akimoto/Cure Mint, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 1 – Alea iacta est
 
( Komachi )
 
Un libro scivolò giù dalle coperte del letto e cadde delicatamente sul pavimento.
Un rumore leggero, non violento, quasi a ridosso dell’impercettibile, eppure riuscì lo stesso a svegliare Komachi.
La ragazza si tirò su lentamente, ancora intontita dal risveglio improvviso, fece un mezzo sbadiglio e iniziò a sbattere le palpebre, in modo da eliminare ogni sorta di appannamento.
Girò leggermente la testa cercando la causa di quel rumore e vide, steso per terra, il libro che stava leggendo prima di addormentarsi.
- Miti e leggende dell’antica Grecia. - Così recitava sulla copertina.
Raccogliendolo si accorse di aver lasciato un segno nel punto in cui era arrivata.
L’ascesa del Vuoto..” Disse la ragazza fra sé e sé “Non credevo di aver letto fino a questo capitolo.”
Appoggiò il libro sul comodino e si alzò per andare al balcone: la vista che le apparve fu magnifica.
Le prime luci dell’alba si riflettevano spavaldamente sulle acque del golfo del Pireo formando uno strabiliante effetto ottico di colori; il giallo, l’arancio e il rosa pallido sfrigolavano lungo le onde marine per poi infrangersi contro le bianche abitazioni greche, tipiche della zona.
“Che spettacolo…” Disse Komachi rimanendo a bocca aperta per l’emozione.
I candidi occhi verdi della fanciulla non riuscivano più a staccarsi da quel meraviglioso gioco di colori, erano come attratti, richiamati da una forza magnetica assoluta, quasi perfetta.
Finalmente Komachi, dopo aver dato un’ultima occhiata al golfo, rientrò nel suo appartamento.
Era un’abitazione molto suggestiva, a dir la verità, rispecchiava appieno il carattere della ragazza, tre cose infatti saltavano subito allo sguardo a chi entrava per la prima volta: la biblioteca, seppur piccolina; il tavolo da lavoro con computer, porta lettere, carte geografiche e via dicendo; ed infine, lo scrittoio.
Komachi non aveva mai abbandonato il sogno, avuto in gioventù, di poter diventare una scrittrice di fama mondiale e aveva pubblicato anche qualche libro, ma non aveva mai avuto troppa fortuna in quel campo così, purtroppo, al momento aveva preso un’altra strada.
 
Essendosi laureata in letteratura europea antica e specializzandosi, in seguito, in quella greca/romana, decise di andare a vivere per qualche anno in Italia ed in Grecia, in modo da poter affinare la propria conoscenza lessicale del latino e del greco classico riuscendo, nello stesso tempo, a visitare i meravigliosi luoghi dove i rinomati scrittori del passato trascorsero la loro esistenza.
E così fece: trascorse infatti un anno in Italia, soggiornando sei mesi a Roma e sei mesi a Mantova, patria del celebre Virgilio, migliorando discretamente sia la sua abilità nella comprensione del latino che in quella dell’italiano; l’anno seguente, invece, si trasferì a Salonicco, dove rimase sei mesi, ed infine ad Atene, più precisamente nel Pireo, gigantesca città/quartiere di Atene, dove è situato il porto più grande dell’intera Grecia.
 
Komachi si sistemò leggermente davanti allo specchio: fece in modo che le sue lunghe ciocche di capelli castani, che facevano risaltare il verde dei suoi occhi, terminassero in un’unica coda, come era solita portare fin da diversi anni.
Soddisfatta aprì l’armadio, piccolo ma capiente, prese una canotta color azzurro pallido, un paio di jeans chiari e delle scarpe alte di tela, splendenti di un bianco acceso; si cambiò rapidamente, voleva approfittare della frescura mattutina per uscire e andare a fare la spesa, ormai aveva il frigo deserto.
“Dunque ho bisogno di gamberi, olio, pomodori, feta e poi cosa… Oh.”
Il campanello iniziò a suonare, la fanciulla si sistemò leggermente il risvolto dei pantaloni e andò al citofono.
“Sì?” Domandò delicatamente.
“Komachi, sono Athanasios, ho qui un pacchetto per te, avrei bisogno di una firma.”
“Certamente, scendo subito, grazie mille.” Rispose educatamente la ragazza.
“Dimenticavo che qui fanno le consegne alle sei di mattina” Pensò Komachi sorridendo, ma poi ritornò seria scendendo le scale “Non mi sembrava di aspettare un pacco, chissà chi potrebbe avermelo mandato?”
Dopo aver firmato e salutato il postino, la fanciulla ritornò in casa, voleva vederci chiaro il più presto possibile a proposito del contenuto di quel misterioso pacchetto.
Prese un tagliacarte e lo aprì delicatamente, al suo interno trovò una scatolina grigia, a prima vista anonima, con sopra una lettera.
Incuriosita iniziò a leggere la misteriosa lettera:
 
Cara Komachi,
 non ci sentiamo da tanto, forse da troppo, come stai? Ti stai trovando bene in Grecia? Mi manchi.
Ad ogni modo io sto partendo da Caracas, sto tornando a casa.
Il mio apprendistato è finito, è vero, ma non è per questo che sto rientrando in Giappone.
Mi ha chiamato Nozomi qualche giorno fa, era preoccupata, sembrava avesse paura di qualcosa e dopo pochi minuti ha buttato giù.
Ho provato a richiamarla ma niente da fare: irraggiungibile.
Stessa cosa con Rin.
Urara invece credo sia ancora a Los Angeles, sai, per via della carriera cinematografica.
Non mi convince, ho un brutto presentimento, magari alla fine non sarà nulla di grave, mi auguro, ma per il momento preferisco vederci chiaro.
PS: nella scatolina capirai il motivo delle mie preoccupazioni.
Karen
 
“Karen…” Sussurrò Komachi una volta finito di leggere.
Quelle parole l’avevano scossa, le parole dell’amica sembravano quasi trasmetterle ansia, preoccupazione, dolore.
Non le piaceva quella sensazione così inquietante eppure sentì il bisogno di aprire lo stesso la scatola misteriosa.
Al suo interno trovò una collana con un ciondolo: il ciondolo era a forma di farfalla, la farfalla era di color verde.
La ragazza lo prese fra le mani e lo guardò attentamente, toccandolo e rigirandolo fra le dita.
“Karen, non starai mica insinuando che…” Pensò Komachi incredula.
La testa ormai le scoppiava, troppe notizie, troppi stravolgimenti, forse Karen allegandole quel ciondolo alludeva ad un possibile loro ritorno come Pretty Cure? Non riusciva proprio ad immaginarselo.
Presa dalla foga alla fine si convinse di una cosa assolutamente certa: doveva tornare a casa.
Tirò fuori la valigia ed iniziò a buttarci dentro vestiti a caso, quasi in preda al panico, ma ad un certo punto si fermò, quasi inconsciamente, si voltò e lo sguardo le cadde verso il comodino, era tutto così strano, sembrava quasi che il libro, adagiato sul mobile, la stesse chiamando.
Si sentì attratta, folgorata dal pensiero di sfogliare le pagine del tomo, ansiosa nel riprendere di leggere dal punto in cui si era fermata.
“L’ascesa del Vuoto.” Continuava a ripetere la fanciulla dirigendosi con il libro in mano verso la scrivania, postazione dalla quale leggeva durante il giorno “Dai… magari sfoglio due o tre pagine, in fondo cosa sarà mai? Posso uscire anche dopo per prendere il biglietto, Karen aspetterà, non è così grave… mmh, dov’era il segn… oh, eccolo, bene.”
E così iniziò a leggere, attentamente.
Il piano aveva avuto inizio.
Il dado era tratto.


Note di White:
Sì, ho dovuto ripubblicare il capitolo, mi sono messo sotto e l'ho riscritto, non mi piaceva proprio com'era strutturato.
Vabbè poco male, ho aggiunto diversi dettagli che, a mio avviso, rendono tutto molto più interessante.
Ah, prima che mi scordi, sì, Komachi ha i capelli castani e Karen, come si vedrà, li ha neri, volevo distaccarmi un pochino dall'anime riguardo a quest'aspetto e cercare di renderlo il più reale possibile dhdbhskbsd, bene basta.
Il prossimo capitolo è in produzione, don't worry!
Alla prossima!
White
  
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