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Autore: Soledad    14/08/2008    1 recensioni
E ora guardati. Che cosa vedi? Che cosa vedi oltre quello specchio? Oltre i tuoi occhi? Oltre il tuo corpo? Oltre mente e anima? Che cosa vedi? Credi davvero possa esserci qualcosa oltre il corpo e l'anima?
AVVISO
Aggiunto il 6 capitolo *-* Finalmente sono tornata U.U
Genere: Romantico, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ademas el cuerpo y el alma
 
Ecco sfornato il quarto cappy ^____^
Come sempre i ringraziamenti: Hachi92, Ichi_chan e due nuove recensitrici:
kittymew e pinkgirl :D
Poi grazie ai miei lettori e a alexis_92, Dubhe92, Hachi92,
Kittymew e pinkgirl per aver aggiunto ai preferiti ^____^
Come mi ha fatto notare Kittymew (e ti ringrazio :D) a volte faccio errori di ortografia...
purtroppo succede o per errore di battitura oppure perchè mi faccio prendere dalla stesura della storia xD
Però cercherò di starci attenta muahahahahahhaha
ps: scusate se aggiorno così tardi ma fra mare e uscite non ho proprio trovato il tempo!
 
Capítulo Cuarto
 
"Che problema?". Ecco, lo sapeva, se lo sentiva. C'era qualcosa che non andava, c'era qualcosa che legava una serie di eventi, un filo invisibile. Ormai era arrivata alla convinzione che l'arrivo di Yuki non era del tutto casuale. C'era un motivo sul perchè era arrivata proprio il giorno precedente, c'era un motivo per cui era arrivata a cambiare tutto. Dannazione a lei, che è venuta giusto per mettere casini, no? Non sapeva perchè ma aveva sin dal primo momento l'istinto di odiarla, di detestarla, come se avesse ammazzato qualcuno. Perchè, diamine, era entrata a fare parte della LORO storia? Lei non c'entrava NIENTE.
 
"Preferiamo parlarne quando ci saranno tutte..." rispose Keiichiro, ancora il viso coperto dalla preoccupazione.
 
Ichigo prese il cellulare e iniziò a chiamare le sue amiche. Ognuna di loro reagì prima in maniera stizzita, in fondo quello era il loro giorno di pausa, ma non appena la mew rossa diceva "c'è un problema" allora avevano perso la loro rabbia.
Chiamò tutte e cinque, poi tornò ad osservare Ryou e Yuki.
Che cosa nascondevano?
Cosa c'era oltre quei loro occhi trasparenti?
Che cosa c'era oltre a Ryou e Yuki stessi?
Sì, perchè c'era qualcosa oltre loro stessi, oltre il loro rapporto, oltre al loro corpo, oltre alla loro anima, c'era qualcosa, qualcosa che nascondevano con accurata malizia, qualcosa che giaceva sul fondo dei loro cuori, anzi, qualcosa che affogavano nel fondo dei loro cuori perchè, di solo una cosa era certa: se solo avessero potuto, sapeva, ne era certa, avrebbero pianto.
Sì, avrebbero pianto. Perchè con ostinazione cercavano di affogare il dolore nell'odio, finendo per farsi ancora più male, finendo per annegare nel loro stesso odio, finendo così di vedere la vita con gli occhi di una persona che ha voglia di vivere.
Le compagne ci misero poco ad arrivare, messe in allerta dalla strana notizia.
"Allora? Ci volete dire che cosa succede?" incalzò di nuovo Ichigo.
"E' successo qualcosa di grave?" chiese a sua volta Berii, effettivamente nè Keiichiro nè Ryou avevano una bella cera, sembrava fosse morto qualcuno.
"A dire il vero i problemi sono due" rispose Keiichiro togliendo gli occhiali.
Ebbe un brivido, in quel momento, Yuki; un déjà-vu, solo uno dei tanti, ma questo era diverso, era come un coltello conficcato nel cuore, era come cadere e battere forte la testa. Era come rivedere la propria fine. Anzi, l'inizio della fine.
"Di cui uno non sappiamo ancora niente" continuò Ryou.
"Spiegateci, diamine!" disse Minto, tutta quella tensione la stava facendo andare fuori di testa. Nel tempo era cambiata tantissimo, ma rimaneva il fatto che era sempre tremendamente orgogliosa e impaziente.
Ryou e Keiichiro si scambiarono un'occhiata. Ryou guardò Yuki. Yuki guardò Ryou. Ma non come si guarda una persona, ma come si guarda una persona per vedere se pure lui aveva paura. E quegli occhi azzurri erano un po' più scuri. Come una storia che si ripete, di nuovo. Distoglie lo sguardo, non ce la fa più a guardarlo. Quanto fa male, davvero.
"Se manterrete la calma DOPO..." disse Ryou, non stava per dire una bella cosa.
"Ok, staremo calme, diccelo!". Anche Purin era agitata. Non stava capendo più niente.
"Il vostro DNA... ha cominciato un processo contrario" disse Keiichiro abbassando lo sguardo. "Nel senso che... se prima vi rendeva primo diverse dagli altri esseri umani quindi più forti... ora è come se vi stesse uccidendo piano piano".
"Quindi ci stai dicendo che c'è il rischio di MORIRE?!". All'improvviso anche Zakuro perse la sua figura ferma e di pietra. Eppure in quel momento aveva paura, come non aveva mai avuto.
"Se non troviamo in fretta la soluzione, se non ci sbrighiamo...".
"Ci state dicendo che moriremo!".
Alle parole di Ichigo iniziarono ad agitarsi. Sì, insomma, come ci rimarresti se ti dicessero: il tuo tempo sta per scadere? La cosa più dolorosa era però il fatto che non avevano ancora trovato una soluzione, quindi era soprattutto questo a divorare le sei ragazze.
Si stavano agitando, anche troppo, quando sarebbero scoppiate a piangere?
Se lo stava domandando, Yuki, cosa stavano aspettando a piangere? Come facevano ad essere così relativamente tranquille? Perchè da quegli occhi non spuntava il dolore tramutato in materia? Come facevano a trattenersi.
"Qua...quanto tempo abbiamo?".
"Non lo sappiamo, Ichigo... potrebbe essere una settimana come un anno... quando avremo più certezze vi faremo sapere" disse Keiichiro, non sopportava vedere le sei eroine così.
Il suo sguardo era basso. Lo alzò su quello di Yuki. Aveva cambiato qualcosa nella sua espressione, sembrava triste, era la prima volta che aveva un'espressione diversa da quella solita statica. Teneva anche lei lo sguardo basso, come se pure lei stesse per morire, e invece lei era sana, non rischiava niente, lei avrebbe vissuto, lei sarebbe stata bene, lei avrebbe avuto la sua vita.
Se solo avesse saputo quanto si sentiva in colpa, quanto in realtà fosse morta dentro. E sapere quelle cose le distrussero un'altra parte del suo cuore, lentamente stava andando sbriciolandosi, inevitabilmente.
Poi vide che alzò leggermente lo sguardo, un "scusate" a fior di labbra e uscì. Per lo meno, uscì dalla stanza, probabilmente stava andando in camera sua. Non poteva reggere quell'aria di morte, non ce la faceva veramente più.
Stava accadendo di nuovo, era certa che quello su cui nè Ryou nè Keiichiro erano certi era quello che era già successo in passato, qualcosa che stava inesorabilmente riaccadendo. E quello la faceva tremare di paura.
 
"Nonostante tutto state certe che faremo di tutto per trovare una soluzione ragazze, non permetteremo mai che questo accada" crecò di rassicurarle Keiichiro, non le aveva mai viste così spaventate, nemmeno di foronte a Deep Blue ed ai Saint Rose Crusaders.
Eppure sia per lui che Ryou era un film già visto, ma non era bastato vederlo una volta per togliere ogni timore nel rivedere diapositiva dopo dispositiva, sentire sciogliersi nell'aria parola dopo parola, sentire sgretolarsi mille speranze e anche mille illusioni. Era come un colpo al petto.
"Posso farvi una domanda?" domandò Berii rivolgendosi ovviamente a Ryou e Keiichiro.
"Sì, certo, Berii" rispose Ryou, non la guardò negli occhi, non voleva vedere il velo di morte che avrebbe visto attorno.
"Il brusco arrivo di Yuki qua, proprio ora... ha qualcosa a che fare con questa storia?".
Le altre cinque ragazze si voltarono verso Ryou e Keiichiro, in effetti Berii aveva dato voce alla stessa domanda che nella loro testa si stava attanagliando da ormai una giornata intera.
"Non mi va di parlare di Yuki" disse freddo Ryou, le ragazze ancora tese, come se fossero sospese a mezz'aria su di una corda "Lei è qui per cose che non vi riguardano...". Era una bugia. Occhi attenti lo avrebbero notato. Ma la paura offusca la ragione, ciò che si potrebbe notare viene come nascosto da quel velo che ti senti addosso, un velo sottile e soffocante.
"Ryou, per piacere, diteci tutto adesso, non teneteci tutto nascosto, non ne possiamo più" disse Retasu, non sapeva se ridere o piangere di quella situazione.
"Vi abbiamo detto le certezze, il resto non possiamo ancora dirvelo... per piacere, ragazze, è difficile anche per noi". Le parole di Keiichiro tolsero tutte le speranze delle sei di sapere qualche cosa in più su quello che le attendeva.
"Posso parlare con Yuki?". La domanda di Ichigo restò lì a mezzaria, come se attendesse che qualcuno la prendesse.
"Perchè?". La prese Ryou, con sorpresa, si chiedeva di che cosa mai volesse parlare Ichigo con Yuki. Guardò quelle perle color cioccolato in cui adorava immergersi quando lo sguardo di lei glielo concedeva, come in quel momento. Uno sguardo che avrebbe riconosciuto fra mille.
"Voglio parlare con lei". Non era una vera risposta. Il ragazzo distolse lo sguardo come per dare consenso. 
Non voleva ci parlasse. Non riteneva pronta Yuki per sostenere un dialogo del genere, perchè sapeva che Ichigo aveva capito che quella misteriosa ragazza sapeva tante cose e di certo stava per chidergliele. E se invece le avesse fatto bene? Sapeva che non ne aveva mai parlato con nessuno se non con lui, quindi la possibilità che aprisse bocca era pari al zero virgola uno per cento.
Guardò Ichigo salire le scale e perdersi, dietro l'angolo.
 
Sentì bussare alla porta, era certa che era la ragazza dai capelli rossi, era la più curiosa, la più attenta ai suoi comportamenti, i suoi occhi la osservavano sempre quando era possibile, un po' per gelosia, un po' per curiosità, un po' perchè aveva paura.
"Avanti". Lo disse in un soffio soffocato. Sapeva di cosa voleva parlare: di quello che Ryou stava nascondendo loro e che invece lei sapeva con totale certezza, con totale paura.
Entrò piano, chiudendosi la porta dietro.
"Possiamo parlare?" domandò Ichigo con voce calma.
"Cosa ti fa pensare che io voglia? E soprattutto, che lo faccia?".
"Le mie non sono cattive intenzioni...".
"Lo so, Ichigo Momomiya... Sei una ragazza troppo curiosa, devi accattare che quello che non puoi sapere adesso lo saprai dopo".
"Quindi tu sai...".
Yuki rimase in silenzio. La stanza era semibuia, una lieve luce filtrava dalla finestra illuminando il viso chiaro della ragazza. "Sì, so" rispose.
"Dimmi perchè sei qui. Ne dipendono sei vite".
"Se anche te lo dicessi, cara Ichi non ti servirebbe per salvarti".
"Che ne sai?".
"Lo so molto meglio di te".
"Chi sei te?! Che cosa c'entri tu?! Perchè sei arrivata proprio ora?!".
"Questo non è affar tuo, io fossi in te mi preoccuperei d'altro".
Ichigo stava ferma sulla porta chiusa, Yuki si alzò, si avvicinò ad una mensola e prese una scatoletta. La aprì, erano pillole, la domanda che le fulminò la testa fu "cosa sono quelle" ne prese due.
"Cosa sono?" tramutò il pensiero in parola, troppe cose non andavano.
"Non è affar tuo".
"DIMMELO!".
"Sei arrogante, lo sai?".
"Ne va della mia vita".
"Lo vuoi un consiglio?".
Ichigo si limitò ad annuire con la testa.
"Esci da questa stanza, qui non hai niente da prendere! Esci e continua la tua vita, non vivere con questa opprimente paura di morire perchè la soluzione esiste, la soluzione c'è e sta ad ognuna di voi trovarla, ma non commetete l'errore di lasciarvi lentamente morire. Fa quello che devi fare, vivi e non perderti nemmeno un attimo. Dì a Ryou che lo ami, fa quello che vuoi, vivi e basta. Non lasciare che la morte ti prenda".
La mew rosa rimase ad occhi sbarrati di fronte alla figura esile che aveva davanti, la guardò negli occhi, non sapeva se con terrore o con stupore. Sentì le mani tremarle e le lacrime pungerle gli occhi.
"Non fare il mio errore, Ichigo... va là fuori e combatti".
La ragazza si lasciò scivolare sulla porta, ranicchiò le ginocchia e cominciò a piangere. A piangere in maniera ininterrotta. Yuki la guardava, una scena già vista ma come protagonista. "You mustn't cry...". Lo sussurrò, forse più a se stessi che ad Ichigo. Non dovevano piangere.
Yuki si chinò davanti a lei prendendole le mani. Ichigo la guardò negli occhi, i suoi le facevano male, erano gonfi per le lacrime.
"Sei forte. Sei più forte della morte. Dimostra che la vita può ancora fiorire fra rocce aride. Dimostralo a te e al mondo".
Si asciugò gli occhi e si rialzò in piedi. "Grazie..." sussurrò, poi uscì di corsa correndo, le altre erano andate, perciò correndo uscì dal locale, scontrando Ryou, le chiese che aveva ma si limitò a scappare via. Dì a Ryou che lo ami. Lo aveva detto. Lei non sapeva se lo amava. Però lei sembrava sapere tutto quanto. Manco avesse una palla magica...
 
Dopo aver scontrato Ichigo, Ryou andò in camera di Yuki per capire che era successo.
Era seduta sul letto, lo sguardo perso chissà dove e una lacrima, una sola, che le solcava la guancia sinistra. Era lì, immobile.
Si sedette vicino a lei. La reazione fu istantanea. Un abbraccio. Piangeva in silenzio, le lacrime che rigavano il suo volto senza però fare alcun rumore, come un petalo di rosa che cade sul pavimento. Eppure quel petalo avrebbe voluto spaccare il tavolo. Sarebbe arrivato il momento che il petalo di rosa avrebbe rotto il tavolo, sì, sarebbe arrivato prima o dopo.
"Non ce la faccio più, Ryou" disse improvvisamente Yuki "Non ce la faccio più...".
"You can, Yuki..." le sussurrò all'orecchio "You must continue, you must arrive...".
"I cannot, not now, not tomorrow, never".
Prese il suo volto fra le mani. Guardò quelle schegge ghiacciate che nascondevano dentro un grande dolore.
"Do it, Yuki. For me, for you".
 
  
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