Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Mely_Watson    17/06/2014    2 recensioni
A volte si finisce nell’oscurità, e quando questo accade, è davvero difficile uscirne.
Michael e Luke erano caduti in quel vortice di malinconia.
Erano caduti nell'oscurità. Quest'ultima si era attaccata alla loro anima, e li stava distruggendo lentamente.
Calum e Ashton rappresentavano per loro la salvezza.
Ma i due riusciranno a tornare a galla dalle tenebre?
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tratto dalla storia :
“Che c’è?” Chiese l’amico.
Dato che non arrivava nessuna risposta da parte del biondino, Michael decise di seguire il suo sguardo.
Si ritrovò a fissare una ragazza. Bella, ma invisibile.
Se ne stava in piedi in un angolo del corridoio, con gli occhi sul suo orario senza però guardarlo davvero.
Era come se volesse scomparire. Come se volesse fondersi con il muro dietro di lei.
“E’ lei” Disse Luke.
In quel momento Allyson alzò gli occhi, gettandoli in quelli di Michael, che ebbe un impercettibile tremito.
“Dobbiamo proprio aiutarla” Sussurrò piano, rivolto a Luke.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
                                                                        NOI NON SIAMO NORMALI
                                


                                                                                     ALLYSON

 
Sentivo ancora il caldo braccio di Calum che mi circondava le spalle. E non avevo fatto niente per interrompere quel contatto.
Perché mi piaceva.
Adoravo come la mia carne si infiammasse sotto la sua pelle.
Il divano su cui ero seduta era morbido e rilassante. Da quella comoda posizione riuscivo a vedere la televisione di fronte a me, e la cucina alla mia sinistra.
Era davvero una bella casa, di quelle accoglienti e dal buon profumo.
Avrei passato un intero pomeriggio con loro. A quel pensiero presi ad inspirare e buttare tutto fuori dalla bocca, socchiudendola leggermente, senza farmi notare dagli altri.
“Vi va una partita alla playstation?” Chiese Michael, accendendo il televisore
Calum e Ashton annuirono con trasporto, mentre Luke disse semplicemente “Io passo”
Il moro tolse leggermente il braccio dalle mie spalle e per qualche secondo sentii la sensazione di vuoto e di freddo.
“Giochi anche tu, vero?” Mi chiese speranzoso Ashton.
“No, preferisco guardare”
“Okay, allora goditi la visione di me che vince. Come al solito d’altronde.” Il solito “modesto” Michael.
Sorrisi. E ragionai sul fatto che stavo sorridendo perché volevo farlo.
Michael era simpatico. E anche Calum e Ashton lo erano.
Girai lentamente la testa per guardare Luke, che ora era come se si fosse catapultato in un altro mondo.
Con occhi vitrei osservava un punto del pavimento.
Non sapevo ancora se ritenerlo simpatico o meno. Certo, mi aveva difesa da quel ragazzo oggi a scuola.
Ma mi intimoriva ancora un po’.
C’erano dei momenti in cui i suoi occhi non erano colmi di grigio, e diventavano dell’azzurro più limpido che possa esistere.
Ma quando quel velo ritornava, lanciava degli sguardi che mi trasmettevano ansia.
Era un ragazzo davvero misterioso, ma a me attira il mistero.
Così mi alzai dal divano, facendo lo slalom fra i corpi dei tre ragazzi buttati sul tappeto, e raggiunsi Luke.
Quello alzò lo sguardo da terra, e riuscii a vedere il fantasma del suo pensiero che si rimpiccioliva nelle pupille.
“Ehy” dissi io.
“Ehy” rispose lui, sorridendo.
Era un sorriso finto, e io li riconosco fra mille.
“Che hai?” Mi sembrava la domanda più ovvia da fare, visto che quel ragazzo non stava bene.
La sua risposta non arrivò subito. Probabilmente pensava a quello che doveva dirmi.
Poi, senza scervellarsi troppo, disse solo “Niente” mentendomi alla grande.
“Ma tu non stai bene” Con che coraggio ero lì a chiedergli di raccontarmi cosa gli succedeva ? Lo conoscevo da pochissimo tempo, e pretendevo che mi raccontasse i suoi problemi?
Luke rimase colpito dalla mia tenace affermazione. Questa volta non dovette pensare troppo alla risposta.
“Quelli come me e te non stanno mai davvero bene”
Ora ero io quella che non sapeva cosa dire.
Cosa intendeva con quella frase? Quelli come me e te.
Avevamo qualcosa che ci accomunava?
Rimasi in silenzio probabilmente per molto tempo, perché lui chiese “Tutto bene?”
Annuì con la testa.
“Vieni” Mi disse, prendendomi delicatamente per il polso e facendomi accomodare in una sedia attorno al tavolo della cucina.
Mi accorsi che quel minuscolo contatto, le sue dita sul mio polso, non mi dispiaceva per niente.
Come non mi dispiaceva avere il braccio di Calum sulle mie spalle.
“Io ti devo parlare” Mi disse serio. Aveva uno sguardo talmente gelido, che mi fece spaventare.
“Di cosa esattamente?” Non mi piaceva per niente. Non si poteva avere una conversazione normale da ragazzi normali? Ah, giusto. Noi di normale non avevamo proprio niente.
Fece un profondo respiro, chiuse gli occhi e disse “Dell’oscurità”
Sentii il mio corpo tremare a quella parola.
“Spiegati meglio”
“Ecco senti.. Io.. cioè noi.. anzi tu”
“Vai al punto, Luke”
“Io so leggere gli occhi. E’ una specie di talento che ho da alcuni anni. E appena ti ho vista, ho trovato nelle tue iridi..”
“Cosa?” Ero troppo presa dalla nostra conversazione. Volevo sapere dove stava andando a parare.
“Il buio”
Io non lo interruppi, ma lui non continuò a parlare. Stavo soppesando il valore di quelle parole. Poi mi decisi ad interrompere il silenzio.
“Ecco.. io so cosa intendi” Mi fermai un attimo, per poi riprendere “Anche i tuoi occhi sono.. strani”
E allora ci furono istanti, forse minuti interi in cui nessuno di noi due proferì parola.
O almeno non uscivano suoni dalla nostra bocca, ma i nostri occhi urlavano.
Vidi un lampo di tristezza invadere le sue pupille, per poi irradiarsi nel resto delle iridi.
“Noi non siamo normali” Dissi, a metà fra il sogno e la realtà.
Perché tutto sembrava così finto. Non mi sembrava di vivere davvero.
Era come se il tempo stesso si fosse fermato, lasciandoci da soli, a leggere i nostri occhi.
“Non lo siamo”
E allora capii che anche lui nascondeva qualcosa. Proprio come Calum. E sicuramente anche gli altri due avevano un segreto.
C’era qualcosa di più che semplice amicizia a legare quei quattro ragazzi. E questo l’avevo capito fin da subito.
La cosa che non avevo compreso era che quel legame era l’oscurità.
Era proprio grazie a quella se ora ero a casa di Michael.
Era grazie all’oscurità se avevo conosciuto Calum. Perché lui aveva visto quel velo di tristezza nei miei occhi. E lo aveva riconosciuto, dato che anche lui aveva avuto a che fare con le tenebre.
E ebbi paura.
Paura di cosa sarebbe potuto succedere, perché con l’oscurità non bisogna scherzare. Non è un qualcosa di temporaneo.
Iniziò a girarmi la testa, tormentata dal troppo rumore che la occupava.
E successe una cosa che sinceramente non pensavo potesse accadere.
Mi misi a piangere. Avvertii le fredde lacrime che rigavano il mio viso, e mi sentivo così sola, così debole, così stanca.
Perché stavo crollando proprio ora?
Perché proprio davanti a lui?
Ero terrorizzata dal fatto di essere diversa.
Avevo perso qualcosa che non potevo rimpiazzare.
Debole. Ero troppo debole.
Fra le lacrime riuscii a vedere il pollice di Luke che si protendeva verso il mio volto, per asciugare tutto ciò che c’era di sbagliato sul mio viso.
Tutto il dolore, tutto lo sconforto andarono a farsi fottere nell’istante in cui lui mi prese il viso fra le mani, dolcemente, e mi sussurrò all’orecchio “Non avere paura. Ci sono io ora.”
E capii che se lui era al mio fianco, non dovevo davvero più avere paura.
Se c’era lui ad eliminare tutti i miei errori, a me andava più che bene.
E mi sorrise. Le morbide labbra tirate dolcemente verso l’alto. Verso il cielo, verso il sole, verso la luce.
E questa volta non avevo dubbi. Non stava fingendo. Non era un sorriso falso.
Perché non c’era proprio niente di falso in quel momento. Nessuna finzione.
Eravamo solo io e lui, a combattere contro il mondo.
E così sorrisi anche io, perché sì, volevo farlo.
C’era solo il suo sorriso e la mia voglia di vivere.
 
 
                                                                                  LUKE


 
Occhi azzurri, leggermente rossi dal pianto.
Capelli castani, in disordine come la confusione nella sua testa.
Labbra rosse e pelle candida.
Bellissima.
Allyson era bellissima.
Ed era così delicata, ora che sembrava che la sua intera vita dipendesse da me.
Così indifesa, ora che l’oscurità si stava impossessando di lei.
E la guardavo senza dire niente. Perché i miei occhi avevano già detto abbastanza.
E lei aveva capito tutto.
Sapeva che io sarei stato sempre lì, pronto a difenderla.
Sapeva che io sarei stato sempre lì, ad abbracciarla.
Sapeva tutto quello che c’era da sapere, almeno per il momento.
E il silenzio ci bastava.
Era un silenzio diverso da quello che si creava fra me e Michael.
Michael.
Sentii proprio la sua voce urlare.
“Ho vinto io! Che ti avevo detto Allyson?”
E notò che lei aveva gli occhi gonfi, causati dalle lacrime, ma non lo diede a vedere, continuando a sorridere.
Era stato bravo a fingere. Fingeva sempre.
Ma non era mai stato in grado di prendere me in giro.
Io lo avevo visto quel minuscolo pezzetto di oscurità galleggiare nei suoi occhi. E avevo capito ciò che lo tormentava in quel momento.
Era la seconda donna che vedeva piangere al tavolo della cucina.
Passato che si confonde con il presente. Che cosa odiosa.
Le tenebre si divertivano davvero tanto a prendere in giro le loro prede.
“Dio, ho una gran fame! Luke, sbrigati a cucinare”
“Che palle” Disse sorridendo, mentre mi alzavo e andavo verso i fornelli.
Fui seguito da Allyson, che nonostante le lacrime appena versate, trovò la forza per sorridere e dire “Ti aiuto io se vuoi”
“Sai cucinare?”
“Diciamo che me la cavo”
Annuii chiedendo ai ragazzi “Cosa volete per pranzo?”
“Pizza” Disse Calum.
“Pizza” Rispose Michael.
“Pizza” Affermò Ashton.
“Luke, tranquillo, faccio io. Non ci vuol niente a preparare la pizza”
“Come vuoi tu” Dissi prendendola da dietro per la vita e schioccandole un bacio sulla guancia.
Forse un gesto un po’ troppo affrettato, ma era quello che mi sentivo davvero di fare.
Lei rise dolcemente, girandosi e poggiando le mani sul mio petto, per poi spingermi via.
“Lasciatemi lavorare”
E fui davvero contento in quel momento. Perché realizzai che lei era a suo agio.
Aveva capito che di noi poteva fidarsi, che non eravamo così diversi da lei.
Tutti e cinque avevamo un segreto.
Ashton si diede da fare apparecchiando la tavola.
“Pizza, pizza, pizza, pizza, pizza” Calum aveva preso con entrambe le mani una forchetta e un coltello, e proprio come un bambino piccolo si era messo a reclamare il cibo, sbattendo le posate sul tavolo.
“Smettila di fare il poppante” Disse Ash, con una smorfia del viso, che fece ridere tutti i presenti, tranne Allyson, che era impegnata a regolare la temperatura del forno.
“Ecco qua” Annunciò allegra la ragazza dopo un po’ di tempo, poggiando la pizza al centro della tavola.
Iniziammo a pranzare.
“Sinceramente è strano il fatto che voi mangiate la pizza a quest’ora “ Disse lei, allungando la mano per prendersi un trancio.
“Oh, non farci caso. Fosse per loro, la mangerebbero anche a colazione” Risposi io, accompagnato dallo sguardo schifato di lei, che mi fece sorridere.
“Ragazzi seriamente..” Iniziò Michael.
“Eccolo che arriva” Disse Ashton disperato.
“I capelli verdi mi donerebbero?”
Capelli, Capelli. Capelli. Capelli.
Era l’unico pensiero fisso di Michael.
E questa stupida domanda provocò un’ondata generale di risate.
“Cazzo Mike, per me puoi farli anche color arcobaleno, basta che la smetti di assillarci” Riuscì a dire Calum tra le lacrime provocate dalle troppe risa.
“Mi trattate tutti male! Allyson, secondo te un verde mi donerebbe ?”
Allyson ci pensò un po’ su, per poi uscirsene con un “Sarebbe abbastanza bizzarro, ma secondo me ti starebbero bene” Lo guardò fisso, come se si sforzasse di immaginare al posto di quel freddo bianco, un verde acceso.
“Ti evidenzierebbero gli occhi, sono davvero belli”
Michael sorrise come un bambino piccolo dopo aver ricevuto quel complimento.
“Allora è deciso.”
Eravamo a tavola, stavamo mangiando pizza per pranzo e i nostri occhi brillavano dopo tanto tempo.
Cambiavamo discorso, passando da un argomento all’altro, nemmeno fosse una pallina da ping pong che viene scaraventata da una parte all’altra.
Poi andammo tutti in salotto, chi seduto sul divano, chi steso per terra.
E notai con immenso piacere che Allyson si era accoccolata vicino a me, con la testa poggiata sulla mia spalla.
Calum prese a canticchiare un’allegra melodia, seguito da Michael e da Ash che batteva scherzosamente le mani sul tappeto, come se fosse una batteria.
E ci mettemmo tutti a ridere, perché erano ridicoli.
Eravamo tutti ridicoli. Così piccoli a confronto dell’intero Universo.
Così insignificanti.
Ma noi non volevamo essere né troppo forti, né troppo grandi. Volevamo solo essere liberi.
Ma la libertà è un concetto tanto bello quanto astratto per noi.
Ma ora avevo Allyson fra le mie braccia, seduto su un comodo divano, con gli amici di sempre.
E questo si avvicinava davvero tanto alla libertà.
Allyson iniziò a guardarmi negli occhi, perdendosi come a pochi succedeva.
E sapevo di volerle bene. Lo avevo sempre saputo, in realtà.
Sapevo che le nostre vite si sarebbero incrociate.
Perché lei era come me, e io come lei.
E tutto questo era così perfettamente perfetto. Poterla sentire al mio fianco e sperare che tutto sarebbe cambiato. Lo speravo davvero.
“Su, andiamo!” Disse Michael, alzandosi di scatto.
“O mio Dio, ma tu non sai stare fermo un attimo?” Chiese Ashton, ridendo.
“E sentiamo” Dissi “Dove vorresti andare?”
“Ovvio, no?” Disse mentre si dirigeva all’ingresso per prendere le chiavi di casa “Dal parrucchiere” Sorrise.
 
 
                                                                              ASHTON

 
Stavamo aspettando da circa una ventina di minuti.
Mike ci aveva praticamente costretti a seguirlo, trascinando Luke giù dal divano e prendendo Allyson per mano, tirandola giù dalla sua comoda posizione.
Ma non lo si poteva biasimare. Michael era fatto così.
Mi rigirai sulla poltroncina nera, che fece un suono abbastanza imbarazzante sotto il mio peso, provocando le risate dei ragazzi.
“Ash, trattieniti! Almeno non in pubblico” Disse Calum, accennando al fatto che quel rumore potesse sembrare qualcos’altro.
“Queste cose si fanno in bagno” Continuò Luke, a mo’ di rimprovero.
“Finitela coglioni” Dissi facendo finta di essere offeso, ma in realtà ero contento.
Ero contento perché fino ad ora tutto era stato perfetto. Una giornata perfetta.
E perfetta era soprattutto la risata di Allyson.
Così calda, in grado di spazzare via ogni tipo di tristezza.
Presi il telefono cazzeggiando nell’Home di Facebook.
Poi una voce carica di entusiasmo mi fece alzare lo sguardo.
“Tadaà”
Un Michael dai capelli verdi stava di fronte a noi, a pavoneggiarsi con la sua nuova chioma.
“Wow!” Esclamò Allyson, alzandosi in piedi e raggiungendo Mike.
Mise delicatamente una mano fra i suoi capelli, per poi dire “Te l’avevo detto che ti sarebbero stati bene”
Questo complimento fece in modo che le guance di Michael si arrossirono.
Capelli verdi, pelle bianca e guance rosse.
In pratica ora, davanti a me avevo la bandiera d’Italia.
Risi al pensiero, ma non mi azzardai a dire la battuta ad alta voce, dato che non ero così stronzo da rovinare la dolcezza di quel momento.
Per aggiungere un po’ di zucchero alla scena, dopo che ebbe pagato il trattamento ai capelli, Michael prese per mano Allyson uscendo dal salone.
Non so davvero come mi venne in mente, ma decisi di correre verso il ragazzo dai capelli color prato e arrampicarmi alla sua schiena, come potrebbe fare un koala.
Lui inizialmente rimase scombussolato , ma poi prese le mie gambe sopra le sue forti braccia e iniziò a saltellare con me sopra di lui.
Dio, quant’era bello sentire la sua risata che si univa alla mia. Adoravo il suono delle risate. Stupendo.
“Sei ingrassato. Pesi di più dall’ultima volta che ti ho preso sulle spalle!” Disse.
“Forse perché l’ultima volte che lo hai fatto risale ad un anno fa?”
Lui rise e mi fece scendere .
Luke, Calum e Michael attraversarono la strada, e mi affrettai a seguirli.
Quando ormai ero in mezzo alla strada, poco distante dal marciapiede, una macchina arrivò alla mia destra.
“Ash” sentì dire da Calum, che mi chiamava come per incitarlo a  raggiungerlo.
E io volevo farlo, davvero. Ma il mio corpo si era bloccato lì, e io non ero in grado di muovere nessun muscolo.
“Ashton cazzo, sbrigati! “ Mi urlò contro Michael, mentre la macchina si faceva sempre più vicina.
E non riuscivo a muovere un passo. Cosa diavolo stava succedendo?
Il mio corpo stava fallendo, un’altra volta.
“Maledetta oscurità” pensai.
L’auto era sempre più vicina, pochi istanti e mi avrebbe schiacciato.
Allora sentii due mani dietro di me spingermi in avanti, facendomi inciampare sul marciapiede.
Seguii con lo sguardo la macchina che si allontanava, con il conducente ignaro del fatto che avrebbe potuto investirmi.
Di fronte a me Allyson mi porgeva una mano per aiutarmi ad alzarmi. Le stesse mani che pochi istanti prima mi avevano salvato.
“G-Grazie Allyson” Dissi, e mi accorsi solo ora della presenza di alcune lacrime che rigavano il mio volto.
Stupido, inutile corpo. Non serviva proprio a un bel niente.
Quella ragazza mi aveva salvato la vita e io non ero mai stato in grado di farlo.
Tre anni fa avevo lasciato che l’anima di mia madre morisse sotto il corpo di quel mostro. E sapevo che non sarei mai riuscito a salvare nessuno.
Stupido, inutile Ashton. Non servivo proprio a un bel niente.
Mi resi conto di essere in piedi solo quando sentii il caldo contatto della pelle della ragazza che mi racchiudeva in un abbraccio.
Ero stato talmente idiota da mostrare anche a lei la mia debolezza.
E lei mi stringeva, perché aveva capito quanto noi fossimo simili.
E io le volevo bene, perché mi aveva salvato la vita.
 
 
 
 
 
Weeella!
Dopo non so quanto tempo, rieccomi con un nuovo capitolo di ‘Everyone Has a Secret”.
Non so se avete notato, ma questa volta a differenza delle altre, ho deciso di fare i POV in prima persona. Non so se continuerò a fare così nei prossimi capitoli, vedremo :3
Eccovi l’inizio della prima giornata passata insieme! Volevo fare il capitolo più lungo, ma non ne ho avuto la possibilità, quindi il prossimo capitolo racconterà il continuo della giornata.
Qui abbiamo il segreto di Ash, che ritorna a galla, furioso come non mai.
Povero ciccio :’(
Ah, per il trailer, sappiate che ci sto ancora lavorando.. voglia che sia perfetto! <3
Adesso scappo, vado a scrivere il continuo, dato che oggi è uno dei pochi ‘giorni di riposo ’ nel periodo esami.
Recensite, amo quando mi fate sapere quello che pensate della storia, per me è davvero importante avere la vostra opinione.
Un grazie infinito a chi mette la storia tra i preferiti\ricordate\seguite.
Alla prossima belli <3
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Mely_Watson