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Autore: MagnusBane_    17/06/2014    10 recensioni
Nico di Angelo aveva perso i genitori e la sorella maggiore quando aveva solo 13 anni, in un brutto incidente stradale, di cui lui era l'unico superstite. Viveva ormai da due anni in casa del suo migliore amico, il figlio dei Jackson, dove l'avevano accolto affettuosamente quando era diventato orfano. Era palese ormai che a Nico piacessero i ragazzi. Ma nessuno sapeva che aveva una cotta per colui che lo aveva salvato dall'abisso in cui stava per precipitare dopo la perdita della famiglia. Il ragazzo amato da tutti, bellissimo ed etero super dichiarato:Percy Jackson. Il suo nuovo fratello.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
Percy guardò l’ora per la milionesima volta.
Era arrivato da più di venti minuti sotto casa di Annabeth, e la sua ragazza ancora non si era fatta viva.
Aveva provato a chiamarla, ma lei l’aveva liquidato con un breve “Scendo subito”. E quella intensa conversazione l’avevano avuta da quindici minuti ormai.
E pensare che Percy era terrorizzato per aver fatto cinque minuti di ritardo. “Nico mi ha anche cacciato”, pensò lui, borbottando.
Stava per accendere il motore della sua macchina ed andare via, quando lo squillo del suo cellulare interruppe la sua ipotetica fuga: Era Annabeth.
-Chi non muore si rivede-disse lui, seccato.
-Oddio Percy, per favore, vieni qui…Ho paura. Non so che fare…-
Percy non la fece nemmeno finire, tolse le chiavi dall’accensione della macchina e se le mise in tasca, uscendo in tutta fretta dall’autovettura.
Corse verso il cancello che portava all’ingresso, e, senza aspettare una risposta, entrò nell’abitazione.
Quello che vide lo fece sorridere. Avrebbe dovuto essere arrabbiato, perché l’aveva fatto aspettare fuori da solo, e perché gli aveva fatto prendere uno spavento che  Dio solo  sa come aveva fatto a reggere.
Però, nonostante tutto, rise e si ritrovò a stringere tra le braccia la ragazza che amava.
--                                                                             
Nico era davvero scocciato. Insomma, voleva vedere Sherlock in santa pace. Eppure doveva avere un occhio alla televisione, ed uno alla pizza che stava mangiando, perché Jason continuava ad allungare la mano in modo sospetto.
-Grace!-urlò Nico, esasperato. –Smettila di rubarmi la pizza!-
-Ma io ho bisogno di crescere!-
-E per fare cosa? Tu e Piper ancora non avete concluso niente! Insomma, state insieme da 8 mesi e non avete ancora…-
-Nico!-lo interruppe Jason. –Lei non è pronta, ed io non voglio farle pressione!-
Nico sogghignò. –Non è pronta lei, o non lo sei tu?-
Jason arrossì, cercando però di sembrare offeso. –Hey! Io sono un macho, io sono sempre pronto!-
-Oh mio Dio, scusa per aver messo in dubbio la tua mascolinità!-
-Sai, Di Angelo, dovresti prendere in considerazione l’idea di diventare bisex.-
Nico lo guardò stranito. –E questa come ti è uscita?-
-Beh, tu e Percy a scuola siete adorati come degli Dei! A quanto pare il tuo essere così “Tenebroso e accattivante”, cito testualmente, fa cadere le donne ai tuoi piedi! Nonostante tu sia gay, riesci a rimorchiare le ragazze senza nemmeno provarci!-
-Uno:quelle ragazze sono in piena crisi ormonale. Due: di sicuro quella di 3B ti avrà pagato per mettere una buona parola su di lei con me, ecco perché hai iniziato questa strana conversazione. Tre: hai iniziato questa conversazione perché, stranamente, hai capito che ti stavo prendendo in giro e non avevi via d’uscita se non cambiare argomento.-
Jason prese un pezzo di pizza. –Veramente volevo distrarti per fregarti un pezzo di pizza, ma anche quello che hai detto tu va bene. E ti assicuro che Sarah è carina e poi mi ha dato dieci dollari!-
Nico alzò un sopracciglio. –Era carina perché ti ha dato dieci dollari?-
Jason alzò le spalle. –Anche per quello.-
Il più piccolo lo fissò per un interminabile istante. –Ridammi la mia pizza!-urlò, buttandosi sopra il biondo, cercando di afferrare il trancio.
Proprio mentre stava per riuscire nell’impresa, sentirono la porta che si apriva,  videro Sally Jackson che li guardava stranita, ancora con le chiavi in mano.
-Okay, questa me la spiegate.-disse Sally, posando le chiavi sul tavolino di vetro che era all’ingresso e andando verso il divano.
Il moro si alzò con le braccia incrociate, per poi indicare Jason.
-Lui ha preso la mia pizza! E non mi fa guardare in pace Sherlock!-
Sally non poté fare a meno di ridere, dando un bacio sulla fronte a Nico.
-E tu Jason, che hai da dire a tua discolpa?-
-Signora Jackson, la invito a considerare due fattori. Il primo è che Nico mi ha negato la pizza, il che è un reato, perché la pizza è un cibo sacro, ed è di tutti. Il secondo è che il mio hobby preferito è infastidire questa piccola peste, e non sono il tipo da negare a se’ stesso i semplici piaceri della vita.-

Nico lo guardò accigliato. –Spero che tu da grande non faccia l’avvocato, perché gli innocenti andrebbero tutti al patibolo, ed i criminali andrebbero in giro a mangiare crêpes.-

 

Sally stava per ridere, quando un pensiero le si insinuò nella mente.

 

-Ragazzi, ma voi domani non avete scuola? Che ci fate in piedi, è mezzanotte passata!-

 

Il moro sbiancò. –Ehm…E tu che ci fai in piedi? Domani devi andare a lavoro! Quanto volte ti ho detto di non andare a spasso con Paul a quest’ora? Ma come devo fare con voi?-

 

-La carta del hai-sbagliato-tu-non-io, non funziona. E poi, dove diamine è tuo fratello?-

 

-E’ con Annabeth. E con lei non c’è rischio che faccia cretinate, Sally.-

 

-Non farebbe cretinate se si trovasse nel suo letto! Il coprifuoco è alle undici e mezza, lo sapete!-

-Ma io sono qui!-protestò Nico.

 

-Sì, ma non nel tuo letto.-

 

-E’ colpa di Jason!-

-Oh sì, diamo la colpa a Jason, tanto lui non è qui!-sbottò il biondo, borbottando.

Sally e Nico guardarono nella sua direzione, e scoppiarono a ridere.

-Oh sì, ridiamo di Jason-disse ancora il biondo, sbuffando.

-Perché parli di te in terza persona?-domandò Nico, ridacchiando ancora

-Jason è offeso, Jason non risponderà alla tua domanda!-

Sally si avvicinò al ragazzo dagli occhi azzurri, mettendogli una mano sulla spalla.

-Credo che la mamma di Jason, quando scoprirà che lui non ha rispettato il coprifuoco, gli darà tante botte.-disse Sally.

Il biondo impallidì. –Credo che Jason se ne andrà-disse, prendendo la giacca ed uscendo velocemente.

Quando sentì la  porta d’ingresso chiudersi, Sally si rivolse di nuovo al ragazzo moro.

-Ora, sarà meglio che tu chiami tuo fratello, e sarà meglio che lui risponda.-

Nico si portò una mano al petto con fare melodrammatico. –Che crudeltà!-

Sally si limitò a sorridere,  per poi andare in camera da letto per cambiarsi.

Nico si affrettò a prendere il cellulare e comporre il numero di Percy, il quale rispose dopo parecchi squilli.

-Hey Nico, che succede?-lo salutò Percy.

-Che succede? Brutto idiota, il coprifuoco del cavolo te lo sei dimenticato? Io ti uccido. Sally ha minacciato di ucciderci, e, secondo me, dipingerà le mie pareti di grigio, ed io odio i colori vivaci, capisci?-

-Cosa? Ma se sono appena le undic…-fece una pausa. –O per tutti gli dei! Non me n’ero accorto. Il tempo di vestirm….ceh volevo dire, di mettermi la giacca e arrivo!-

Nico fece per chiedere qualcosa, ma il più grande aveva già attaccato.

Bene, vedo che finalmente hanno fatto il grande passo. Buon per loro…Certo, come se davvero io riuscissi ad essere felice per loro. Per caso sono troppo egoista? Il mio migliore amico è felice con una ragazza, e tutto quello che riesco a pensare è a quanto sia ingiusto che lui la ami così tanto da perdere la cognizione del tempo.”pensò Nico, angosciato.

Lentamente, andò in bagno per cambiarsi, cercando di ignorare i suoi patetici pensieri.

Arrivò davanti allo specchio, e si ritrovò a buttare l’occhio sulla boccetta di profumo di Percy. Un ricordo gli balenò nella mente.

*-Percy a cosa ti serve questo profumo?-chiese Nico, prendendo in mano il piccolo flacone azzurro.

Percy ridacchiò. –Ero in profumeria con Annabeth, e lei ha detto che le piaceva tanto, come potevo non prenderlo?*

“Le piaceva tanto eh?”

“Non potevi non prenderlo, per carità!”

“Se piace ad Annabeth, piace anche a te, ovvio!”

Preso da uno scatto d’ira, afferrò la boccetta di profumo,  scaraventandola contro il muro.

-Patetico. Sono davvero…Patetico.-si disse, sedendosi per terra con le mani sugli occhi.

-Nico! Tesoro, ho sentito un rumore, stai bene?-chiese Sally, dall’altro lato della porta.

-Sisi…per sbaglio mi è caduta la bottiglietta di profumo di Percy…Credi che si arrabbierà?-

Sally rise. –Con te non si arrabbierebbe nemmeno se dipingessi tutta la stanza di nero. Adesso vado a dormire, mi raccomando, fai tu il discorsetto a Percy. E per favore, quando raccogli il vetro, stai attento, okay? Buonanotte, ti voglio bene.-disse, allontanandosi dalla porta e, probabilmente, lasciando la stanza.

La rabbia di Nico andò via via scemando, pensando a quanto fosse dolce Sally, ed a quanto Percy avesse preso da lei, perché infondo, il migliore amico non l’avrebbe mai fatto soffrire di proposito.

--

Percy entrò in casa in punta di piedi, attento a non fare rumore. Si aspettava di trovare Nico sveglio ad aspettarlo, pronto a fargli la ramanzina. Ma invece il divano era vuoto, con alcuni avanzi di pizza sul tavolino.

Entrò in camera, e trovò il più piccolo che dormiva in posizione fetale nel suo letto, e Percy notò subito che delle bende fasciavano le mani del suo migliore amico.

Il più grande era davvero troppo stanco per mettersi il pigiama, quindi si limitò a togliersi i vestiti e rimanere in boxer, per poi sgattaiolare nel letto del fratello, toccandogli la fronte con un dito.

-Nico. Psss…Sei sveglio?-

-Perseus, se tu continui a molestarmi la fronte, penso che non riuscirò mai a dormire, comprendi?-

Percy ridacchiò. –Cosa hai fatto alle mani, uomo dalle mille avventure?-

Nico abbassò lo sguardo. –Ecco..mi dispiace tanto Percy, ma per sbaglio ho fatto cadere il tuo profumo…Volevo raccogliere i vetri rotti da terra…ma sono un imbranato e…-

-Hey, va bene!-

-No, non va bene,  piaceva ad Annabeth, e l’avevi pagato venti dollari e…-

-Ma chi se ne frega del profumo, tu come stai?-chiese Percy, interrompendolo di nuovo e osservandogli le mani.

-Sopravvivrò. Io sopravvivo sempre.-

Il più grande capì subito l’allusione di Nico, e fece in fretta a cambiare argomento.

-Spero che sopravvivrai anche stanotte.-

Il più piccolo lo guardò confuso. –Che vuoi dire?-

-Oh andiamo, chi resiste ad un fisico come il mio?-

-Oh, di sicuro non Annabeth.-disse Nico, non riuscendo a trattenere un velo di fastidio.

Percy ridacchiò. –Sono io quello che non ha resistito oggi, amico.-

Il più piccolo sbuffò, girandosi di fianco e dandogli le spalle. –Comunque buonanotte, Percy.-

-Notte Nico.-

Passarono un paio di minuti.

-Ehm..Percy?-

-Sì, Nico?-

-Hai intenzione di dormire qui?-

-Sì, perché?-

-Tu ti prendi sempre tutto lo spazio, esci subito! Non ho intenzione di dormire per terra. Va’ via.-disse Nico, cercando di spingerlo fuori dal letto.

-Hey! Non è colpa mia se sono così alto e tu così piccolo!.-

Nico lo guardò, offeso. –Sono 1.70m, idiota!

-Ed io 1.83m!-

Il più piccolo boccheggiò, finendo per dargli uno schiaffo sul braccio.

-Oh, non mi interessa, va via!-

-Okay, però mi devi venti dollari.-disse Percy, borbottando.

-Non ne avevo dubbi, Perseus.-

 

 

 
  
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