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Autore: sweetPotterina    17/06/2014    2 recensioni
“Voglio risparmiarti dall’oscurità”.
Avevano un muto accordo.
La regola? Non parlarsi.
Lo scopo? Qualcuno, sapendo, avrebbe detto tenersi compagnia.
Sembrava meno lacerante il dolore quando si era in due.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombra costante'
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PREMESSA: Questa storia é legata alla long-fic “Solo con te”, in quanto rappresenta il prologo della saga “Ombra costante”.
Essendone, tuttavia, il primo capitolo, la comprensione di questa storia, delle circostanze e dei personaggi, sono possibili anche senza la lettura della storia da cui dipende. Pertanto, buona lettura a tutti!




CAPITOLO III
IPOCRISIA


Se nessuno ti vede mentre lo mangi,
quel dolce non ha calorie.
(Anonimo)



Settembre 1996.

Non gli aveva dato retta. Se n’era infischiata di quella minaccia, lasciandola cadere nel vuoto. Certo, sapeva di potersi rifugiare in una qualsiasi altra stanza, ma rifiutava di dargliela vinta.
Hermione era tornata nel bagno dei prefetti.
Li aveva visti quelli, di nuovo, avvinghiati l’uno sull’altro senza alcun cenno di pudore, senza la minima dignità di fronte la moltitudine di studenti che li circondava e li additava. Erano volgari e, Hermione, provava soltanto ribrezzo per loro.
Si strinse nuovamente le ginocchia al petto e, graffiandosi la pelle con le unghia, mise più forza in quell’abbraccio privo di alcun calore. Faceva quasi pena, ma nascosta nell’ombra scura, se ne infischiava di essere debole.
In quel momento, non era il prefetto Hermione Granger, amica del bambino che è sopravvissuto; non doveva essere forte.
In quel momento, era solo Hermione.
Tirò su con il naso per l’ennesima volta, schiacciata da quel peso che sembrava non riuscire più a reggere. Era dura, persino per lei, fingere durante il giorno che non gliene importasse niente.
-Maledizione, Mezzosangue, adesso smettila. Possibile che una sporca pezzente come te non possa permettersi nemmeno un fazzoletto?
Hermione sentì il cuore salirle in gola alla consapevolezza di essere stata scoperta. Da lui, poi!
Si asciugò in fretta il viso rigato dalle lacrime che aveva fatto scendere copiose senza vergogna e, con la manica del maglioncino sotto il naso, cercò di attutire il rumore quando tirò nuovamente su le narici.
-Che ci fai qui?
Non poteva vederlo nascosta dov’era, dietro i piccoli armadi bianchi, ma sapeva che lui poteva sentirla.
-Mi sembrava di aver chiarito che questo non era affar tuo.
Stava fumando, di nuovo. Adesso che prestava più attenzione, lo poteva chiaramente percepire dai suoi respiri che spezzavano di volta in volta il silenzio che li circondava, dalla sua voce un po’ roca quando le parlava.
Avrebbe dovuto fargli rapporto già la prima volta, ma questo significava dover ammettere che era in giro per i corridoio fuori l’orario consentito.
E lui lo sapeva. Anche se non si considerava così presuntuosa, Hermione era certa che lui lo facesse apposta ad approfittarsene, certo di farla ribollire di rabbia per la sua impotenza.
La strega si portò una ciocca ribelle dietro l’orecchio, alzandosi lentamente e cercando di darsi una parvenza d’ordine, invano.
-Non era questo che intendevo. Perché non te ne sei andato quando ti sei accorto della mia presenza?
Anche se era molto curiosa di conoscere le ragioni che portavano Draco Malfoy a passare le sue serate in un bagno particolarmente riservato, da solo, Hermione lo era ancora di più nel scoprire come mai per la seconda volta in meno di ventiquattro ore lui aveva volontariamente condiviso con lei lo stesso ristretto abitacolo.
Uscì dal cerchio d’ombra, che fino a quel momento l’aveva protetta, e avanzò nella stanza. Lui era di nuovo lì, seduto a terra sotto la finestra.
In mano, un bastoncino di cioccolata.
Sorrise tra sé, fiera della propria astuzia.
Non doveva essersi accorto della trasfigurazione perché lo vide portarsi alle labbra il bastoncino e… morderlo.
Non poteva crederci. Con la mano destra impugnò la propria bacchetta senza però estrarla, sicura che gliel’avrebbe fatta pagare per quello scherzo. Ma anziché reagire, Draco Malfoy, mangiò e assaporò lentamente il dolciume, prima di estrarre dalla sua tasca un sacchetto, trasfigurarlo in una pipa e accenderla.
-Perché avrei dovuto? Non permetto a niente e a nessuno di condizionare le mie scelte- mormorò il mago, inalando della nuova erba pipa, prima che Hermione potesse dire qualcosa.
La strega in realtà aveva ben poco da dire. Lo scherzo che gli aveva giocato le si era ritorto contro, facendola apparire una qualunque bambina dispettosa. Il fatto che, poi, lui avesse giustificato la sua presenza con lo stesso ragionamento che lei aveva adottato la sera precedente, non faceva che peggiorare le cose.
Ovviamente, anche stavolta non si era voltato a guardarla, ma era certa che sapesse che era dietro di lui. Si limitò a fissare la sua schiena, immaginando che espressione potesse avere in quel momento.
Era abituata a vedere il suo viso cambiare in diverse sfumature d’odio, mentre la scherniva, e quel vuoto la metteva a disagio. L’assenza di visibilità rendeva meno efficaci le sue parole, prive di consistenza, e non sapeva quindi come interpretarle.
-Mezzosangue, ancora qui?
Il suo silenzio dovette essere molto eloquente, perché spinse il Serpeverde ad avanzare una spiegazione.
-Il fatto che io sia rimasto non vuol dire che debba farlo anche tu.
Hermione s’infervorò, stringendo i pugni. Era davvero impossibile!
-Sei uno stronzo, Malfoy.
Draco finì di fumare, svuotando la pipa sul pavimento e lasciando che la cenere si spargesse sul marmo bianco. Poi si alzò e, negandole ancora il suo sguardo come ne se fosse indegna, le passò a fianco.
-Forse, ma almeno non sono ipocrita.
Hermione si voltò nello stesso istante in cui lui la sorpassò, prendendolo per un lembo della camicia per trattenerlo.
-Cosa vorresti insinuare?
Il tempo parve fermarsi nei secondi che seguirono.
Hermione stringeva saldamente la presa su di lui, mentre offesa cercava lo sguardo del mago adesso fisso sulla sua mano.
Aveva i muscoli del viso contratti in una smorfia disgustata e questo non fece che aumentare in lei la bile, portandola a stringere per tutta risposta la mano attorno quel pezzo di stoffa.
Lo schiaffò partì così velocemente che se ne accorse solo quando la raggiunse.
Fissò le sue dita rosse, praticamente in fiamme, che Draco aveva fatto violentemente volare via lontano dal proprio abito. Come fosse stata un insetto.
Strinse la propria mano con l’altra, ancora fresca, e alzò lo sguardo furiosa su di lui.
Fu uno sbaglio, perché le fiamme arse nei suoi occhi si scontrarono con una nebbia gelida dal sapore pungente di una bufera.
Malfoy era oltraggiato. -Preferire la mia compagnia anziché quella dei tuoi amici, solo per paura di poter incontrare la donnola con quella puttana insieme, è da codardi. E tu sei una Grifondoro.
Hermione era sconcertata: proprio lui la stava accusando di essere una vigliacca.
Non era forse lui che, per qualche misteriosa ragione, aveva scelto di condividere con lei preziosi minuti del proprio tempo, quando a malapena riusciva a stare nella stessa sua aula durante le lezioni?
Oltretutto lei non aveva certo scelto di stare con lui. Era stata una coincidenza!
Gli occhi, involontariamente, si fecero umidi. -Potrai non crederci, ma le persone hanno dei sentimenti, Malfoy, e non sempre felici. Io non sono come te, non uso le persone come se questi fossero soltanto dei burattini nelle mie mani.
Parve sorpreso di quell’accusa, ma Hermione non ebbe tempo di accertarsene perché subito sul viso del ragazzo si dipinse la solita aria arrogante, che tanto aveva imparato a conoscere e a detestare.
-Quei burattini, almeno, hanno il coraggio di provare ad attirare nuovamente la mia attenzione, una volta sostituiti, anziché rinchiudersi in bui bagni con il loro peggior nemico.
Non riusciva davvero a credere che le stesse rinfacciando con orgoglio un comportamento tanto insensibile.
-Sei disgustoso.
-Bene. Perché la prossima volta che oserai toccarmi ti garantisco che potrai costatare di persona quanto questo sia in realtà un complimento.
Hermione non si lasciò scalfire e ignorò anche stavolta quella velata minaccia, lasciando che si dirigesse con la sua superba eleganza fuori dalla porta.
Lei aveva scelto quella stanza, tra le molte presenti nel castello, per stare un po’ tranquilla pur sapendo di poter trovare lui, era vero. Ma non lo aveva fatto con l’intento di condividere del tempo con Malfoy, semmai con la ragione di dimostrargli che non sarebbe mai sottostata alle sue richieste.
Sorrise tra sé e portò a segno la sua rivincita, prima che le spalle del mago sparissero dalla sua vista.
-Evanesco.




Buona sera gente!
Nuovo capitolo, nuovo incontro, nuovo battibecco. Stavolta un po’ più animato: Draco e Hermione hanno un fuoco che li divora dentro, che non potrà certo estinguersi con altro silenzio.
Spero il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio chi, silenzioso o meno, sta intraprendendo questo nuovo piccolo cammino con me.
Un abbraccio.

   
 
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