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Autore: allison742    17/06/2014    3 recensioni
Un omicidio sbagliato. Una Detective con un passato che sembra non finire mai. Un assassino che uccide vittime troppo vicine. Un amore che verrà finalmente esplorato. Un pericolo per tutti. Chi sarà il prossimo?
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Aria Miller, la miglior Detective di tutta Los Angeles, viene svegliata bruscamente dal suono del suo cellulare: un cadavere è stato trovato in obitorio. Nulla di strano, se non fosse per il fatto che la vittima è l'anatomopatologa.
Aiutata dalla sua squadra, da uno strambo consulente e dalla sua migliore amica, cerca di risolvere il caso.
Nessun indizio rilevante, nessuna pista, nessun testimone. Solo un inquietante biglietto scritto a mano, lasciato dall'assassino.
Mentre tutto diventa sempre più strano, si verrà a sapere che sono le ultime parole di un personaggio famoso.
Ma cosa c'entrano con l'omicidio?
Tra dubbi e incertezze arriva un secondo cadavere: stesso modus operandi.
La faccenda si fa pericolosa per la squadra e, mentre Aria riscopre l'amore, il suo passato minaccia di tornare a galla...
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1
 

Obitorio


 
 
Una cosa che non era mai piaciuta alla Detective Aria Miller era dormire in un letto matrimoniale da sola. Le dava una sensazione di tristezza indescrivibile.
Ma d’altronde, cos’altro poteva fare? Dormire sul divano?
Finché non avesse trovato qualcuno per il quale sarebbe valsa la pena di dividere quel letto, sarebbe stata condannata a svegliarsi da sola. Forse qualcuno c’era… ma era una faccenda complicata.
Mentre la miglior Detective della omicidi di Los Angeles faceva queste assurde riflessioni, squillò il cellulare.
Nel momento in cui si alzò dal letto, cominciò a girarle la testa; colpa dei troppi drink bevuti la sera prima con la sua migliore amica -  nonché miglior medico legale della città – Vanessa Pearson.
Chiuse gli occhi per alcuni secondi, scostandosi i lunghi capelli biondi dal viso.
Quando li riaprì si sentì meglio e riuscì ad arrivare al telefono.
«Miller!»
«Detective, c’è stato un omicidio.»
«Dove si trova la vittima?»
«In obitorio.»
«COME IN OBITORIO? Quante volte devo ripetervelo che prima di spostare qualsiasi cosa io devo aver visto la scena del crimine?! E per “qualsiasi cosa” intendo anche il corpo!»
«No, no, mi scusi, forse mi sono spiegato male io; la scena del crimine è in obitorio.»
 
 
«Detective! Finalmente è arrivata! L’aspettavamo da tempo…» l’accolse un agente.
«C’era traffico.» Si limitò a rispondere lei.
«In ogni caso… venga, dobbiamo scendere nelle sale autopsia.»
«Chi è la vittima?»
«Il medico legale. La dottoressa è arrivata stamattina alle otto…»
All’udire quelle parole Aria si sentì mancare… dottoressa… medico legale… Vanessa!
«Chi è la vittima?» ripeté trattenendo il fiato.
«Gliel’ho già detto, il medico legale.»
«VOGLIO IL NOME!» urlò brusca.
«Ok, ok. Si calmi.» disse lui facendo un passo indietro e aprendo la cartelletta «Una certa dottoressa… Thompson. Elisabeth Thompson.»
Aria trasse un respiro di sollievo. Certo, conosceva la Thompson e le dispiaceva, ma Vanessa era Vanessa. La sua migliore amica; non c’era paragone.
«D’accordo, prosegua.»
«Dicevo: la dottoressa è arrivata in obitorio alle otto, come affermano gli inservienti; ha preso la cartelletta della sua vittima ed è scesa nel seminterrato. Verso le otto e mezza la tirocinante analista, mentre portava un liquido tossico nel reagentario, ha sentito un tonfo provenire dalla sala due. È corsa a vedere e ha trovato Elisabeth per terra. Si è avvicinata e ha sentito che respirava ancora. Ha chiamato aiuto, ma la dottoressa le è morta tra le braccia… non c’e stato niente da fare.»
«Chi c’è di sotto?»
«La Detective Renard e il Detective Evans, più gli uomini della Scientifica.»
«E la dottoressa Pearson?»
«Abbiamo cercato di contattarla in tutti i modi, ma non c’è stato verso.»
Strano, pensò Aria. Di solito era la prima ad arrivare.
«Va bene, non toccate il corpo finché non arriverà la dottoressa. Al resto ci penso io, grazie.» concluse, dirigendosi verso l’ascensore.
«Detective?»
«Sì?»
«Indossi questa.» disse porgendole una tuta bianca, con lo stemma LAPD stampato a grandi caratteri sulla schiena. «Dal momento che non c’è stata fuoriuscita di sangue dalla vittima, per quanto ne sappiamo potrebbe essere stata avvelenata.»
«La ragazza delle sostanze chimiche è ancora viva, giusto?»
«Sì, ma lei indossava la mascherina; stava trasportando un liquido tossico, ricorda?»
«Sì, sì. Grazie» rispose prima di voltarsi e sparire nel corridoio.
 
«Mi mostra il tesserino per favore?» le chiese l’agente davanti alla sala 2. «Grazie.» rispose dopo averlo esaminato «Mi scusi, ma con queste maschere non riconosco nessuno.»
«Non c’è problema, la capisco.» annuì, regalandogli un sorriso.
Si diresse verso i due Detective notando subito la vittima accasciata a terra.
Le faceva uno strano effetto vedere Elisabeth, la giovane, simpatica e allegra ragazza, morta sul pavimento della sala autopsie.
«Miller, eccoti qui. Ti stavamo aspettando.»
«Lo so, scusate ragazzi, ma c’era molto traffico e Adams mi ha trattenuta all’entrata. Se così si può dire…» Disse alzando gli occhi al cielo, nei quali traspariva un’ ombra di sarcasmo.
«Dai Aria, capiscilo, è appena arrivato; un novellino. Non vuole sfigurare davanti alle alte sfere della omicidi.» Cercò di giustificarlo Evans.
«E da quando noi saremmo le alte sfere?»
«Da quando sono arrivato io!» esclamò un uomo affascinante entrando nella stanza.
«Buongiorno Collins, mancavi proprio tu. Ora la scena del crimine è completa.» Disse Aria prendendolo in giro.
Mason Collins, famoso critico di filmografia.
Figlio di due attori che vivono a Beverly Hills, si è specializzato nel genere thriller.
Lavora con la squadra omicidi di Los Angeles proprio grazie all’influenza della madre che, con generose donazioni al distretto, ha convinto il capitano dell’indispensabile consulenza di un esperto per gli omicidi di un certo spessore.
Segue la Detective Miller nei suoi casi da otto anni, giorno per giorno.
Il loro rapporto è… complicato. C’è un’attrazione reciproca, o forse qualcosa di più.
Ma la questione non è mai stata presa in considerazione.
«Allora, chi abbiamo l’onore di sezionare oggi?» chiese tutto eccitato cercando Vanessa con lo sguardo. «Ma dov’è finita la tua migliore amica?» aggiunse poi rivolto ad Aria.
«Non ne ho idea, abbiamo provato a chiamarla, ma non risponde.» Rispose lei. «Voi ragazzi? Ne sapete qualcosa?»
«No, non la sento da un paio di giorni.» Disse Renard.
Tutti si voltarono verso Evans.
Lui alzò gli occhi al cielo: «Vi prego, non toccate questo tasto.» Commentò per poi dirigersi verso un ragazzo della Scientifica.
Tutti sorrisero, consapevoli della loro situazione sentimentale.
«Ok, provo a chiamarla di nuovo… intanto aggiornate il critico sulla vittima.» Disse Aria allontanandosi.
Prese il cellulare e la chiamò al suo numero privato.
Lei rispose al terzo squillo.
«Vanessa?»
«Ciao tesoro… è successo qualcosa?»
«C’è stato un omicidio, abbiamo bisogno di te.»
«Scusa, ho preso alcuni giorni di ferie. Ti mando un messaggio con il numero della dottoressa Thompson, chiamala pure.»
«Vanessa…»
«Sì?»
«La vittima, ecco… non so come dirtelo.»
«Forza Aria, sono un medico legale! Non mi impressiona più niente ormai.»
«La vittima è la dottoressa Thompson.»
Dall’altro capo del telefono arrivò solo un terribile silenzio.
«Vanessa, sei ancora lì? Vanessa?»
Nessuna risposa.
«Ti prego, di qualcosa.»
«Arrivo.» E chiuse la chiamata.
Aria guardò il telefono stranita e lo rimise in tasca. Tornò dalla sua squadra, comunicando che Vanessa stava per arrivare.
«Dov’era?» chiese Evans falsamente disinteressato.
«Aspetta, aspetta… cosa hai detto qualche minuto fa? “Vi prego, non toccate questo tasto!”» lo presero in giro Collins e la Detective Renard.
«Va beh, non è che mi importi più di tanto…» biascicò prima di sparire.
Matthew Evans, Detective della omicidi.
Fa parte della squadra di Miller da diversi anni; esperto in arti marziali e lotta a corpo libero.
È uno dei migliori: spietato negli interrogatori e ottimo nel lavoro. Non si da mai per vinto.
Una specie di supereroe, ma quando si tratta di sentimenti cambia personalità.
Ha un bellissimo rapporto di amicizia con la Detective Charlotte Renard e con Collins.
Ma soprattutto con Aria; le è stato vicino nei momenti peggiori.
Ha avuto una relazione con la dottoressa Pearson, apparentemente finita al solo sentir nominare la parola “matrimonio”.
Mentre Collins e Renard ridevano, Aria osservò la vittima.
Aveva il viso contorto, come se fosse morta durante una crisi epilettica.
Per quanto si poteva intuire dalla scena del crimine, probabilmente era successo mentre stava facendo l’autopsia alla donna sul tavolo.
A parte il bisturi accanto alla dottoressa Thompson, non c’era niente fuori posto nella sala.
Strano. Era tutto parecchio strano.
Magari era morta per cause naturali, e a quel punto il suo lavoro lì sarebbe finito. Per saperlo però aveva bisogno del medico legale.
Ma dove diavolo si era cacciata?!
 «Ragazzi, la nostra salvatrice è qui!» esclamò Mason non appena Vanessa varcò la porta dell’obitorio.
«Taci, Collins.» Rispose fredda.
Questo non era decisamente da lei. Va bene, poteva essere sconvolta, ma Vanessa era una vera forza della natura… niente riusciva ad smorzarle lo spirito, neanche i cadaveri.
Forse questa volta era diverso; forse c’era qualcosa in più che la squadra non sapeva.
«Ok gente, ora potete andare. Esaminerò il corpo e vi farò sapere.» Urlò a tutte le persone presenti nella sala.
«Vanessa…» provò a dire Aria.
«Ti chiamo quando so qualcosa.» Rispose brusca, per poi spingerla fuori e sbatterle la porta in faccia.
Si tolsero tutti la maschera e si guardarono stupefatti. Non era affatto un comportamento da lei.
Era successo qualcosa esattamente nel momento in cui Aria le aveva riferito che la vittima era Elisabeth Thompson.
D’accordo che erano colleghe, ma la Detective non aveva mai notato un legame particolarmente affiatato tra di loro.
Doveva per forza esserci qualcos’altro sotto.
E, presto o tardi, l’avrebbero scoperto.





 
   
 
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