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Autore: Mconcy    17/06/2014    4 recensioni
Sono passati due mesi.
Due mesi da quando abbiamo sparso le sue ceneri.
Due mesi da quando ho deciso che sarei andato avanti e che l'avrei fatto per lei.

Ambientazione post-Allegiant.
Dal Capitolo 3:
"Christina, ti prego."
"Quattro..." prova a dire, ma la interrompo prima che eviti di nuovo la mia domanda.
"Devo sapere. Ti prego, dimmi la verità... Era lei?" la voce mi si incrina un poco. 
Christina mi guarda in modo indecifrabile. Non so cosa stia pensando, cosa stia provando. Registro solo la sua risposta, due lettere.
"Sì"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fragili'
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Fragili

Capitolo 9






Questa mattina dovrò accogliere Tris nella sua nuova abitazione.
Abitazione che tra l'altro si trova a circa 50 metri dal mio ufficio. Il balcone è visibile dalla mia finestra.

Mi sveglio già con l'ansia. 
Sono tornato a casa, ieri sera. Ho trovato un biglietto da parte di mia madre che mi ricordava il suo nuovo indirizzo e mi ringraziava per l'ospitalità. 
Ed io accoglierò Tris. Niente da fare, è un pensiero fisso.

Sono qui in piedi tormentandomi le mani, battendo il piede e controllando costantemente l'ora.
Sono ancora più nervoso di quando, due giorni fa, sono andato a parlarle al Centro di Accoglienza. 
Forse perché ora mi rendo pienamente conto che lei è davvero qui, insieme a noi, e che la sua presenza mi sta influenzando.
Comunque sia i fatti sono questi. Sono tremendamente nervoso e il mio unico pensiero è:
"Tris sarà qui a minuti e io dovrò accoglierla."

Da lontano vedo arrivare Kyle e Trent, due ragazzi che lavorano per me. Il primo è un tipo silenzioso, serio. Non l'ho mai visto sorridere e a malapena l'ho sentito parlare di lavoro.
Trent invece è la persona che in questi anni mi ha conosciuto di più. Sempre nei limiti della mia passività lavorativa, è chiaro. Ogni tanto, comunque, abbiamo scambiato qualche parola e ho imparato ad apprezzare la sua personalità amichevole ma non invasiva.

Mi si affiancano entrambi, Kyle rigorosamente in silenzio, Trent cominciando a parlare del tempo.

Lo ascolto poco stavolta. Sono totalmente concentrato sulla strada.
Aspettiamo qualche altro minuto, poi un camioncino azzurro con il logo del Centro sbuca da dietro l'angolo e parcheggia nella piazzetta.

Prendo grossi respiri e consegno a Kyle e Trent i documenti dei due nuovi arrivati che, insieme a Tris, entreranno nelle loro nuove case. 

Le portiere del furgoncino vengono spalancate. Per primo esce un uomo sulla settantina, agile per la sua età. Continua a sorridere nonostante gli manchi qualche dente. Vedo Kyle avvicinarsi e condurlo senza tanti preamboli ad una delle palazzine ristrutturate.

La seconda ad uscire è una donna trentenne. Trent si presenta entusiasticamente e le fa cenno di seguirlo in una via qui vicino.

Infine scende lei.
Indossa dei pantaloni grigio scuro e una canotta nera che lascia intravedere il tatuaggio dei tre corvi sulla clavicola. Ha legato i capelli in una coda di cavallo.

Per un momento mi sembra di essere tornato al quartier generale degli Intrepidi, quando la vedevo gironzolare per i corridoi, allenarsi in palestra, scherzare in mensa con i suoi amici.

Sembra la vecchia Tris, la mia Tris. Ed è bellissima.

Si guarda intorno incuriosita ed incrocia il mio sguardo. Da come sgrana gli occhi e schiude la bocca sembra che non si aspettasse la mia presenza.

Mi avvicino velocemente e prendo il suo borsone nella navetta.
"Ciao Tris."

Mi guarda confusa mordicchiandosi un labbro.
"Tu... Lavori qui?"

Annuisco, incapace di trattenere un piccolo sorriso.
"Bel cambiamento, vero?"

La precedo verso la palazzina e le faccio cenno di seguirmi.
"Ti mostrerò la tua nuova abitazione."

Lei non dice nulla. Mi segue fino al portone, poi dentro l'ascensore. 
Noto che cerca di starmi più lontana possibile e questa cosa mi tormenta.
Vorrei poterla abbracciare liberamente, come se questi tre anni non fossero esistiti, tanto più ora che mi sembra essere tornato ai nostri primi tempi. 

"Questa è la tua copia delle chiavi. Se la perdi o se rimani chiusa fuori, il duplicato puoi venirlo a chiedere a me o ai ragazzi. Teniamo sempre un mazzo di riserva nel mio ufficio."

Apro la porta dell'appartamento e la lascio entrare per prima. Poso il borsone vicino all'entrata e richiudo la porta.
La casa è una sorta di open space. Salone, cucina e ingresso sono tutti uno stesso ambiente e sono illuminati da una grande vetrata che porta sul balcone.
La porta della camera è a destra rispetto alla cucina mentre il bagno si trova sulla sinistra della casa.

Tris si guarda intorno silenziosamente.

"Non è grandissima, ma nemmeno minuscola. Starai bene qui." dico in tono rassicurante. Poi aggiungo:
"La lavanderia è giù nel seminterrato ed è condominiale. Per ora, comunque, siete solo in quattro ad abitare qui, quindi non dovresti trovare file."
Sorrido cercando di camuffare il disagio che il suo silenzio mi provoca.

Dopo qualche altra occhiata alle stanze Tris si gira finalmente a guardarmi.

"Grazie Tobias."
"Di niente."
Rimaniamo a guardarci a distanza, forse per qualche minuto.
Poi lei si siede sul divano lì vicino e si passa stancamente una mano sul viso.

"Tutto bene?" chiedo avvicinandomi di qualche passo.

Lei annuisce ancora con gli occhi chiusi.
"Sì, sono solo un po' stanca. Sono successe un bel po' di cose ultimamente." Allarga le braccia ad indicare la casa. "Ora dovrò abituarmi anche a questa novità.."
Mi rivolge un sorriso tirato.

Chissà perché ad ogni frase che pronuncia mi sento tirato in causa. Anche io sono una novità? Sono cambiato ai suoi occhi?
Mi rispondo da solo quando ricordo che in teoria io ora sto con Christina, lavoro come assistente di un politico e mi sto adattando ad una società che lei non ha potuto vedere nascere.
Non sono più il vecchio Quattro.

Decido di cambiare argomento.

"Hai incontrato Caleb ieri?"
Vado a sedermi sul divano vicino a lei.

"Sì, mi ha raggiunto al Centro di Accoglienza. È stato strano."

"In che senso?"

"Ha cominciato a scusarsi e ad abbracciarmi senza tregua. Si è scusato per tutto quello che ha fatto, e quando dico tutto intendo proprio ogni cosa. Ti dico solo che è partito da quando avevamo 4 anni."

Ridiamo insieme, bisognosi di scaricare la tensione di questi giorni.
Mi rendo conto che non ridevo da tantissimo tempo.
Più o meno tre anni.

"Me lo immagino..."

Aspetto un po' e poi le faccio una domanda.
"Com'è tornare qui dopo tre anni?"

Lei mi guarda confusa.
"Voglio dire, per noi è stato una sorta di shock. Ma per te com'è stato?"

Sembra pensare un po' alla mia domanda.
"All'inizio non vedevo l'ora di arrivare qui." comincia misurando le parole. "Quando mi hanno trovato in quella cella ero felicissima perché sapevo di tornare da t... Da voi." 
Si è corretta all'ultimo, ma ho intuito cosa voleva dire.
Pugnalata nel petto.

"Non che non lo sia anche ora. Anzi, sono contenta di avervi rivisto." Mi sorride pallidamente. "Ma sai, non avevo messo in conto che le cose cambiano. Tre anni sono tanti e tornare qui è come entrare in una realtà familiare, ma allo stesso tempo completamente nuova."

Non riesco a smettere di guardarla. Ha lo sguardo concentrato, ma una posa rilassata. I tre corvi sulla clavicola sono ancora lì, in volo verso il suo cuore.

"Quindi direi che è strano e... destabilizzante." 
Si gira verso di me e mi guarda in modo indecifrabile.
"Decisamente destabilizzante."

La voce mi esce da sola, guidata da quello sguardo magnetico.
"Tris..."

Dei colpi sulla porta fanno sussultare entrambi. Per l'ennesima volta non riesco a completare ciò che voglio dire e non posso fare a meno di insultarmi sottovoce quando riconosco la voce di Trent chiamarmi da dietro la porta.

Sospiro.
"Scusami... Devo andare."

Tris si alza di scatto, il viso in fiamme.
"Non ti preoccupare. Grazie ancora."

Mi accompagna alla porta e si tormenta le mani aspettando che io esca.

È stato un momento strano per entrambi. Abbiamo parlato normalmente, come due vecchi amici che non si vedono da un po'. 
Ero tranquillo. 
Tutta l'ansia che avevo si era sciolta quando l'avevo vista. 
E quello sguardo. Quelle parole che non ho avuto la prontezza di dire.

Afferro la maniglia e faccio per uscire, ma poi cambio idea.
Mi giro di nuovo verso di lei e, spinto da qualche impulso, le prendo una mano avvicinandola a me. 
Le lascio un bacio sulla fronte inspirando il suo profumo.

"Ciao Tris."
La lascio andare ed esco velocemente non avendo il coraggio di guardarla in faccia.

Trent mi dice qualcosa riguardo ad un malfunzionamento, ma io non lo sto ad ascoltare. Sento ancora il calore della sua pelle, la sua consistenza, il suo profumo.
È un tuffo nel passato, ma è reale, assolutamente presente.

Ripenso solo a Tris e sorrido.
Non la smetto più di sorridere.





NOTE FINALI:
Salve a tutti!
Volevo cogliere l'occasione per ringraziare tutti i lettori che spendono tempo (e pazienza) dietro a questa storia. Sono davvero contenta che il primo capitolo abbia da poco superato le 200 visite, quindi grazie mille a tutti, soprattutto a chi recensisce la storia e mi da una spinta notevole! :)
Volevo inoltre avvertire che per qualche giorno non potrò aggiornare ai miei soliti ritmi... Dovrò infatti affrontare la morte gli esami di maturità e avrò un tantino da fare. Speriamo bene... XD
Un saluto a tutti!
Alla prossima! se sopravvivo

Mconcy
  
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