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Autore: LadyLisaLaurie    15/08/2008    1 recensioni
Un ricatto!Un ricatto bello e buono, ma non da parte di House eh no...sarà Cuddy questa volta a ricattarlo! E' nata come one-shot, ma dilungandosi l'ho suddivisa in capitoli, ma è effettivamente la descrizione di una sera che si apre e si chiude nell'arco della serata.
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, James Wilson, Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ho preso i pop-corn e…tieni!” Cuddy arrivò tutta sorridente da un House che era già annoiato. Gli porse un contenitore di pop-corn e una coca-cola e si sedette accanto a lui. Si era offerto di pagarli lui, strano a dirsi, ma con la sua gamba…allora Cuddy, iperattiva come non mai, era scattata in piedi offrendosi di farlo al suo posto. Aveva deciso di godersi veramente la serata, considerato che la compagnia di Wilson era manchevole a causa della donna in rosa al suo fianco, forse poteva gioire della compagnia di House.

“Tu non prendi niente?”

“Quelli sono per entrambi…non vorrai mangiarli tutti solo?”

“Mi dispiace…non condivido niente…non prima di almeno 20 anni di convivenza…”

“Con me hai condiviso molto di più in molto meno tempo!” Cuddy allungò la mano e si portò un pop-corn alla bocca, mostrandogli un sorrisetto malizioso.

“Ero giovane e stupido! Non l’ho più rifatto…” rispose lui

“E Stacy?”

“…solo stupido! Shh inizia…”

“Sono le anteprime…” Cuddy ritornò dubbiosa. L’osservava mentre si gustava attento le anteprime dei film in programmazione. Non era veramente interessato, semplicemente non voleva parlare della questione Stacy.

Rimase ad osservare quella mano per un lungo tempo.

La stringo, non la stringo. La stringo, non la stringo. La osservava mentre tranquilla si posava sul bracciolo della poltrona, con la coda dell’occhio poteva vedere l’altra muoversi dal cartone dei pop-corn alla sua bocca, in un moto meccanico e sistematico. Ma lei si concentrava su quella: ferma, immobile…le dita che ogni tanto si agitavano velocemente per far vedere che erano vive, ma di nuovo immobile.

Vorrà prendermi la mano o cerca di avvicinare un pop-corn? Bah speriamo decida in fretta House le porse il contenitore ormai quasi vuoto di pop-corn, ma lei rifiutò. Non si era resa conto che la stesse osservando. Ritornò a fissare il grande schermo, mettendo le mani sulle sue gambe e si passò la lingua sul labbro superiore, evidente segno di nervosismo. House con non chalance addentrò la sua mano oltre il bracciolo, fino a raggiungere quella di Cuddy, e le riportò entrambe su quel limite che separava i loro corpi. Lei divenne tutta rossa in volto, non si aspettava certo una dimostrazione d’affetto tanto aperta, ma allo stesso tempo ne fu felice: era strano capire perché trovasse House così attraente, ma quel misto di amore e ansia che gli provocava ogni volta che lo vedeva, la faceva sentire bene, in un equilibrio precario che non voleva abbandonare.

House l’attirò al suo volto, stringendole la mano e alzando le loro braccia intrecciate, portò il volto di lei ad un passo dal suo. Gli occhi si intrecciarono, i nasi si sfiorarono appena e lei poteva sentire il suo respiro farsi pesante, mentre dalla bocca di lui arrivò un lungo sospiro al profumo di coca-cola. Aspettava la sua mossa, che facesse qualcosa, che dicesse almeno qualcosa e finalmente le parole smorzarono i pensieri che si erano formati nella sua testa.

“Svegliami quando finisce il film!” il sorriso sul volto di Cuddy si trasformò in uno sguardo di delusione. Forse si era illusa troppo…infondo House era sempre lo stesso, non le aveva dato ragione di credere, fino a quel momento, che provasse qualcosa per lei. Ma quella frase la fece restare così male. Aveva vissuto ogni secondo con trepidazione, aspettando che raggiungesse la perfezione, coronato da un bacio e invece…

“Non provarci neanche! - gli rispose arrabbiata, staccando subito la mano. – Mi hai trascinata a vedere questo film e ora te lo guardi!”

“Ma è noioso…e comunque tu hai trascinato me al cinema. Portati Chase la prossima volta…lui è più romantico di me!”

“Io non sono qui con Chase, non sono con Cameron e non ci potrerei neanche Foreman. Non provare a scaricarmi Wilson e la sua amichetta…tu resterai sveglio e guarderai il film fino ai titoli di coda e…ah!” lanciò un urlo e d’istinto chiuse il suo volto tra la mano che le copriva lo sguardo e la spalla di House.

“Se avessi saputo che dovevamo avere un contatto avrei cambiato maglietta!”

“È finita?” la sua voce tremava e sembrava che stesse piangendo dall’orrore.

“Cosa? La scena in cui la motosega falcia le persone a metà e il sangue schizza dappertutto?” Cuddy alzò lo sguardo e contrariata incrociò quello di lui.

“Ma perché mi sono coperta se me lo dovevi raccontare?”

“Oh scusa…pensavo ci stessi provando con me!”

Cuddy si risistemò sulla sua poltrona, e tenne lo sguardo basso, sulle sue ginocchia, per non vedere lo schermo.

“Ti detesto House…questo film fa schifo!”

“Ma tu ad anatomia che facevi dormivi?”

“Non era così orrendo. Non mi fa schifo il sangue…ma la scena è…”

“Ogni scusa è buona per buttarti tra le mie braccia…ammettilo che non pensi ad altro da tutta la sera!”

Cuddy si voltò a guardare Wilson che da circa 10 minuti era impegnato in una “conversazione” con Patricia, una di quelle molto impegnative.

“Ceeerto. Non penso ad altro che saltarti addosso mentre Wilson accanto a me sta facendo le fusa con Patricia e guardiamo un film orripilante! La prossima volta devo imparare a dire ‘No grazie rimango a casa da sola!’”

“E perderti lo spettacolo di rompere le scatole a Wilson? Nooo! - House prese l’ultimo pop-corn dal cartone e con meticolosa precisione lo lanciò a colpire l’orecchio di Wilson, rigirando lo sguardo sullo schermo subito dopo. Cuddy trattenne a fatica un sorriso tra le labbra serrate. Tirò l’ultimo sorso della sua coca-cola, facendo un gran chiasso con la cannuccia. – Vado a prenderne un’altra! – Cuddy si alzò insieme a lui – Non ho bisogno della balia…posso fare da solo!”

“Shhh!” l’uomo dietro di loro gli fece segno di tacere. Troppo azzardato per House. Gli rivolse uno sguardo.

“L’assassino è il giardiniere!” urlò per la sala.

“Tu sai come finisce il film?” usciti dalla sala, alla luce dei neon nell’entrata, Cuddy lo interrogò stupita.

“Beh…sarà la terza volta che lo vedo…avrò capito il finale no?”

“La terza?...” Cuddy concluse lì il discorso e lasciò House al bar, dirigendosi alla toilette. Si sciacquò il volto più volte, sospirando e osservandosi nello specchio. Come aveva potuto pensare che l'avrebbe baciata? Perché lo doveva pensare. Era la sua punizione quella non…una gita di piacere tra i cortili del suo cuore. Doveva insegnare ad House a rispettare le proprietà altrui, ma più tempo passava a contatto con lui, più sentiva l’impulso di condividere qualcosa di più che semplici parole. Emozioni, sentimenti…scalciavano pressanti nel suo cuore, si ammassavano tutti insieme alterando il ritmo: era innamorata e neanche i suoi occhi più potevano nasconderlo. Era innamorata come una ragazzina alla sua prima cotta!

“Hai una vescica molto ampia. Sei stata chiusa 10 minuti!” quando uscì dal bagno trovò House con le spalle al muro che manteneva un cartone con due bicchieri di bibita.

“È un po’ più complesso di ‘stai in piedi, prendi la mira ed è finita’”

“Io non prendo la mira…sono un tiratore nato!”

“Tu sei perfetto in ogni cosa vero?”

“Ne nasce solo uno ogni mille anni…con me…morirà un genio!”

“La tua modestia raggiunge i limiti dell’infinito…e poi prosegue oltre!”

“Esattamente come i lati del tuo sedere…lati…se così si possono chiamare!”

“Ma dove eravate finiti? Lo spettacolo è finito 10 minuti fa!” Wilson uscì dalla sala, tenendo per mano Patricia.

“Ha problemi di vescica…non usciva più dal bagno!”

“Ma perché non urlarlo ancora di più…ci sarà qualcuno che non avrà sentito!” lo fulminò Cuddy.

House fece spallucce e prendendo fiato iniziò ad urlare “Ha problemi di ve… - Cuddy gli mise una mano sulla bocca azzittendolo e House le rivolse uno sguardo malizioso – Non puoi proprio fare a meno di toccarmi stasera!”

Cuddy gli lanciò uno sguardo torvo, ma si rese conto presto che zittirlo ulteriormente, gli avrebbe solo dato motivo di continuare e decise allora di lasciarlo fare, ignorandolo il più possibile. Fortunatamente il suo gioco funzionò, infatti House tacque fino all’uscita del cinema, mentre Wilson e Patricia camminavano mano nella mano e lui si affiancava a Cuddy che in silenzio osservava la gente passarle freneticamente accanto.

“Allora vi diamo un passaggio a casa?” Wilson giocherellò sportivamente con le chiavi dell’auto.

“È allergica all’Arbre Magicque che hai in macchina…non posso mica lasciarla andare sola. Devo fare il gentiluomo!” House indicò Cuddy che lo guardò sconcertata e con il volto che diceva chiaramente ‘perché mi devi sempre mettere in mezzo?’.

“O…ok! Allora ci vediamo domani in ospedale!” ribatté Wilson sorpreso. Cuddy era stata altre volte nella sua macchina, e lui aveva lo stesso deodorante da sempre, forse House voleva restare solo con lei? Probabilità rara…ma non impossibile.

“Buonanotte e grazie della splendida serata!” con uno splendente sorriso Cuddy si avvicinò a Wilson e dopo aver dato due baci sulla guancia a lui, li diede anche a Patricia. House si limitò ad un sorriso beffardo e una timida mano alzata.

Rimasero da soli al limite della strada aspettando che un taxi si avvicinasse, mentre House si sbracciava a chiamarne uno.
“Perché mi devi mettere sempre in mezzo in questo modo?” Cuddy era innervosita
“Parliamo del...taxi?” House non capiva. Era stata in silenzio a lungo dopo che avevano salutato Patricia e Wilson, ma per lui era una cosa piacevole. Odiava parlare, soprattutto con le donne, prima o poi si sarebbe arrivati alle fatidiche questioni da evitare.
“Parliamo della figura che mi hai fatto fare House. È stata una serata tranquilla, perché devi sempre fare così? Ci siamo divertiti alla fine no? Non sei stato bene?”
“Ci stai provando con me Cuddy?”
“Non...perché pensi che debba sempre provarci?”
“Beh...che domande...guardami...un bel pezzo di uomo come me...alto, intelligente, affascinante...e ammettilo che ti faccio ridere!” House iniziò ad attegiarsi a spavaldo, tirando in fuori il petto come per mostrare i muscoli.
“Sì...mi fai ridere!” rispose lei serenamente.
House le aprì la portiera del taxi “E tutte le altre cose?”
“Sali House!” Cuddy non voleva rispondergli. Adesso era arrivato il momento di stuzzicarlo: lui non aveva certo preso un abbaglio, assolutamente! Ormai quella che era partita come una punizione, per lei era diventata un piacere. Amava la sua compagnia e lo trovava incredibilmente affascinante e per ragioni a lei del tutto sconosciute, anche le sue battutine taglienti e quei battibecchi arguti tra loro, la intrigavano non poco.

Nel taxi
“Io...io non...” Cuddy era imbarazzata.
“Oh sì anch’io non...ho idea di che cavolo vuoi dire...però è fantastico vederti arrossire così!” House tornò ad osservare fuori dal finestrino.
“Sono stata bene con te stasera!” Cuddy ebbe il coraggio di dire ciò che pensava, ma lui non si scompose, mugugnò soltanto finché non sentì il corpo di lei avvicinarsi di più. Senza voltarsi poteva sentire i suoi occhi scrutarlo...il suo respiro gli accarezzava il collo e lentamente sentì una leggera pressione sul braccio. L’impulso di voltarsi era fortissimo, ma sapeva che facendolo avrebbe incrociato i suoi occhi, e allora resisterle sarebbe stato pressoché impossibile. Ancora pochi metri, mancano ancora pochi metri. L’ultima volta che aveva vissuto una scena del genere, una settimana dopo Stacy Warner si era trasferita a casa sua e per 5 anni avevano condiviso una vita insieme...ma poi era finita! E lui...la sofferenza non ha mai una fine...la fine arriva quando smetti di credere che sia svanita.
Assorto in questi pensieri non si accorse che la sua gamba si muoveva nervosamente, ticchettando con il piede il tappetino del taxi.
“Se cerchi il portafogli...è nell’altra tasca!” e presto la sua mano fu raggiunta dalle sottili dita di quella di Cuddy e si intrecciarono in un singolo pugno...la mano di lei sembrò sotterarsi in quella di lui. Cuddy appoggiò la testa sulla sua spalla e sorridendo chiuse gli occhi. House la lasciò fare...la gamba aveva smesso di muoversi, sentendo il tocco delicato della sua mano e il suo volto si era voltato per cercare gli occhi di lei “Preferirei che ti lavassi i denti prima di baciarmi!” era sicuro, sì era sicuro. Voleva baciare Cuddy! Però la sua incredibile vergogna nell’ammetterlo gli faceva dire cose stupide, senza senso e forse non voleva lei...appena vide che lui si era voltato, alzò la testa dalla sua spalla “Siamo arrivati!” senza mai lasciare la sua mano, lo trascinò fuori dal taxi.
Camminarono silenziosamente a passo lento nel vialetto di casa e lei non lasciò un secondo la sua mano, la stringeva sempre più forte, quasi avesse paura poter scivolare via dal suo controllo.
Perché reagisci così? Mi ammali e poi ti allontani? Perché giochi con me Cuddy?
Non adesso House...tutto ha un tempo specifico...non adesso!

Non era la prima volta che si trovava con House davanti alla sua porta, eppure adesso giocava con le chiavi come una bambina, le tremavano le mani e non riusciva ad inserirle nella fessura. Chiuse gli occhi e tirò su un sospiro lungo, quando finalmente sentì la serratura aprirsi.

  
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