Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: irispaper29    18/06/2014    2 recensioni
“Ma perché cerchi sempre di sorridere?”
“Perché sono i sorrisi ad illuminare il mondo”
Alexandra sembra una normalissima comune ragazza orfana, che studia e lavora tre stagioni su quattro, mentre l’estate la passa, nonostante ella abbia ben ventanni, al Campo Mezzosangue, un campo estivo che si paga le spese coltivando e vendendo fragole.
Invece la sua vita non era mai stata normale, ma almeno prima riusciva a fingere che lo fosse. Invece la sua vita viene stravolta e comparirà un piccolissimo dettaglio. Un dettaglio così piccolo che sembrerebbe insignificante, mentre invece è di grande valore, perché cambierà la sua vita. Sembrerebbe un dettaglio senza nome, ma non è così. È una persona. Una persona di nome Josh Hutcherson.
[Josh compare dal secondo capitolo, il primo è un prologo, una specie di "finestra" sul mondo della protagonista, che vi consiglio di leggere comunque, per capire la sua psicologia].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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***Josh***

 

Mentre mangiamo, Alex si avvicina a Nico, e i due iniziano una conversazione piuttosto bizzarra. Io intanto mi godo la scena di un’Alex molto allegra che scompiglia i capelli ad un ragazzino punk dall’aria sociopatica, mentre mangio il mio panino al roast beef. Quei due hanno un rapporto strano, e non ne ha uno simile con nessun’altro, nemmeno con me. Nemmeno con Percy ed Annabeth, che sono ormai la sua famiglia. Con loro si comporta come se fossero tre fratelli della stessa età. Con Nico si comporta in un modo completamente diverso. Cerca sempre di sorridere, quando c’è lui. Fa molti gesti affettuosi, gli scompiglia i capelli, gli tiene la mano, gli bacia la fronte. Ma non sono geloso, non ne sento il bisogno. Sono stranamente sereno. Nico non sembra una minaccia per nessuno. Sembra così insolito, così maturo, eppure al tempo stesso sembra un ragazzino giovane, puro. Innocente. Si, innocente è la parola giusta. Ma anche ferito, gravemente ferito. L’espressione provata e le occhiaie sotto gli occhi, le sopracciglia corrucciate, sono segno di sofferenza, e gli danno l’aria di qualcuno che ha subito troppo per la sua giovane età. Qualcosa di molto simile a ciò che attanaglia anche Alex, se non peggio. E sembra sempre aver bisogno di protezione. Forse, è per questo che non sono geloso. Alex lo ama, ma non in quel senso. Ama me, giusto?

Ne sono sicuro, come sono sicuro che ama anche Nico, ma non in quel senso. Si comporta con lui come farebbe con un fratellino piccolo che ha un bisogno disperato di essere protetto. Come farebbe con un figlio che ha un bisogno estenuante di essere amato.

Certo, è prestissimo per pensare ad una cosa del genere, che, tra l’altro, mi spaventa di più di un esercito di dracene. Ma di una cosa sono sicuro: Alex sarà la madre migliore del mondo.

 

***Alex***

 

Quando io e Nico abbiamo finito la nostra chiacchierata, torno indietro al fianco di Josh. Mi sento malissimo, e ho i sensi di colpa. Vorrei poterlo aiutare. Eppure, questo non ha senso. Non è certo colpa mia se Nico si è innamorato della persona sbagliata. Della persona sbagliata: è quello che tutti dicevano anche a me. Ogni giorno.

 

Uscii dalla casa numero undici come tutte le mattine. Cercavo di essere me stessa, di essere forte. Ma non era affatto facile. Qualunque cosa facessi, dicessi o pensassi me lo ricordava. Ogni volta che andavo ad allenarmi con il tiro con l’arco, e fallivo, o mi allenavo nella scherma, pensavo a lui. Ogni volta che facevo la doccia e tornavo nella capanna pensavo a come scherzava sulla mia velocità. Ogni volta che mangiavo, pensavo a come lui si riempiva golosamente il piatto di bistecca e pizza. Ogni volta che ero vicino al bosco, pensavo ai nostri incontri li, i nostri picnic, il suo sorriso quando mi faceva il solletico. Per me era impossibile non pensare a lui, ritrovarlo in ogni cosa io facessi.

Quel giorno stavo andando a pranzo come tutti i giorni, quando sentii all’improvviso una pacca sulla spalla. Una pacca di compassione.

Mi girai e vidi il volto di Charlie, figlio di Efesto. Era stato lui a darmi una pacca sulla spalla. Quella pacca che mi fece sentire malissimo.

:-Mi dispiace-disse lui. –Ti sei avvicinata alla persona sbagliata Alex, ma tutto passerà.

Cercai di ignorarlo, e cacciai via le lacrime. Poco dopo, però, sentii qualcuno abbracciarmi. Era Silena, la riconobbi per il profumo di rose.

:-Ehi, ho saputo-disse lei, al momento non sapevo che lei era a conoscenza del suo piano malvagio. –Mi dispiace, sul serio. Luke è…sbagliato, cattivo. Mi dispiace tantissimo.

Mi voltai, e incontrai i suoi bellissimi occhi pieni di compassione, pietà. E non ce la feci più. Erano passati solo due giorni, ma erano riusciti a farmi sentire inadeguata, sciocca, priva di senso. Mi girai e fuggii verso il bosco, in lacrime, fino alla radura dove io e Luke ci incontravamo.

Mi sedetti e appoggiai la schiena contro il tronco di un albero a piangere sommessamente. Lui mi aveva tradita nel modo peggiore che avesse potuto fare, ero sua sorella. Mi aveva abbandonata. Ero sola.

 

Sbatto gli occhi, per cancellare quel flashback improvviso. Sarà durato si e no due secondi, forse tre. Josh mi prende la mano.

:-Ho visto che parlavi con Di Angelo-dice lui, sorridendo. –Devo essere geloso?

:-Oh, no-rispondo io. –Nico è il mio fratellino.

:-Già, l’ho notato-dice lui, mettendo un finto broncio. –Però a me non mi baci mai.

:-Bugiardo-dico, dandogli un pugnetto amichevole sulla spalla. –Stiamo sempre con le labbra incollate a succhiarci la faccia.

:-Non adesso, però-dice lui, sorridendo, sarcastico.

Avvicino le mie labbra alle sue per un semplice bacio a stampo, poi dico:-Visto? Tutto risolto.

Lui sorride, prima di chiedermi:-Di cosa stavate parlando?

Mi irrigidisco. Non posso, non posso proprio dirglielo. Ho promesso. So che lui non avrebbe problemi, lui è a favore dell’amore, ma…non posso dirglielo.

:-Nulla di importante-rispondo, poco convinta.

:-Ok, non puoi dirmelo-dice lui, mettendo le mani in tasca. A volte dimentico di quanto egli sia perspicace, a tal punto da riconoscere ciò che davvero provo.

:-Scusami-dico, triste. –Vorrei potertelo dire, giuro. Ma ho promesso di non farne parola con nessuno.

:-Non fa niente-dice lui. –Avrei fatto la stessa cosa. Bisogna mantenere sempre le promesse.

Annuisco, felice che capisca che non posso dirgli nulla.

:-Posso farti una domanda?-mi chiede lui.

:-Tutte quelle che vuoi-rispondo, curiosa di sapere cosa vuole chiedermi.

:-Chi è quel ragazzino?-mi chiede, e quando sto per rispondere lui riprende a parlare.-Cioè, si, so che è Nico di Angelo, figlio di Ade e tutto il resto ma…non è davvero lui. Chi è realmente?

Bene, a questo posso rispondere. Non devo infrangere la promessa: posso parlargli di Nico senza rivelare quelle informazioni a lui poco necessarie.

:-Nico di Angelo è figlio di Ade. Come hai giustamente notato, lui è diverso da noi. Si comporta come se il mondo gli fosse nemico ed estraneo. E lo è. Lui non è…proprio di qui. È un ragazzo molto solo, Josh. Aveva una sorella, Bianca. A causa del giuramento dei tre pezzi grossi, ne lui ne sua sorella sarebbero dovuti esistere, ma nacquero prima che il giuramento venisse pronunciato. Così Zeus, furioso, scagliò un fulmine su di loro. Ade riuscì a creare un campo di forza, ma non era abbastanza forte da respingere il fulmine, e non riuscì a proteggerli tutti e tre. Maria di Angelo morì, a causa di quel fulmine. Ade però riuscì a proteggere i bambini, e, dopo aver maledetto l’Oracolo di Delfi di quel tempo, spedì i bambini in un hotel di Las Vegas, dicendogli che avrebbero passato li un paio di giorni. Quello, Josh, era l’Hotel Lotus. Un posto orribile, dove le persone rimangono intrappolate senza apparente via d’uscita, a giocare e divertirsi per sempre, senza mai rendersi conto del tempo ne crescere.

:-E tu come fai a sapere tutte queste cose?-mi interrompe.

:-Perché ci sono stata anche io, Josh. Siamo riusciti a fuggire solo grazie a Percy, ma quando siamo usciti il tempo era passato, e molto in fretta. Era il 21 giugno, il giorno del consiglio degli dei-rispondo.

:-Ok-dice lui, confuso. –E poi cos’è successo?

:-Non lo so-rispondo, sicura. –Quando conobbi Nico e Bianca, loro erano studenti di un istituto privato militare, Grover ci aveva chiesto aiuto, aveva capito che i due fratelli erano mezzosangue molto potenti. Ma non fu abbastanza: subimmo l’attacco di Mr Thorn, una manticora. E Annabeth fu rapita. Poi scomparve Artemide, e Zoe Nightshade, luogotenente delle Cacciatrici di Artemide, Bianca, diventata anch’essa Cacciatrice, Grover, Thalia, che a quel tempo non faceva parte delle protette della dea, e Percy, anche se all’inizio non era desiderato nella missione. E partirono, ma, quando finirono in una discarica divina, dove gli dei buttavano oggetti maledetti o difettosi. E li trovarono un automa di Efesto, anch’esso difettoso, a guardia della discarica. Qualcuno aveva preso qualcosa, era evidente, o non si sarebbe attivato. Qualcuno doveva fermarlo. Bianca trovò il modo, e lo fece. Si sacrificò per tutti loro.

:-Quindi…è morta?-mi chiede Josh, curioso, ma triste.

Annuisco:-Era stata lei a prendere un oggetto. Si sentiva in colpa.

:-Perché?-mi domanda il mio splendido ragazzo, che, miei dei, sembra un bambino sta ascoltando appassionatamente una storia. –Per aver preso un oggetto?

Scuoto la testa in segno di negazione:-Non solo, Josh. Lei era diventata una Cacciatrice, non appena scoperta la sua natura.

Lascio che ci ragioni un secondo, quando esclama:-L’ha abbandonato! Ha abbandonato Nico.
:-Esatto-dico, abbassando lo sguardo. –Nico non ricordava ormai nulla di sua madre, quando morì lui era ancora molto piccolo. Bianca era stata la sua ancora di salvezza, la sua vera madre, in un certo senso. Lo aveva protetto per tutta la vita. Immagina come si sia sentito quando Bianca si è unita alle protette di Artemide. Io ricordo com’era. Triste, si sentiva rifiutato, ripudiato e solo. Poi Bianca morì. Quando Percy glielo disse, quando gli disse che sua sorella era morta per prendere l’ultima statuina mancante del suo gioco preferito, Mitomagia, lui era furioso. Percy aveva promesso di proteggerla. Non era stata certamente colpa sua ma…non fu abbastanza per Nico. Si sentì stupido e solo, tradito dalla sorella che lo aveva abbandonato per sempre, lasciandolo orfano e solo, e tradito anche da lui. Percy, il suo più grande eroe. Colui che doveva proteggerlo lo aveva abbandonato, ingannato. Nico fuggì, e nessuno seppe più nulla di lui finché non fu ritrovato nel Labirinto di Dedalo. E poi si riscattò nella guerra contro i Titani. E perdonò Percy. Ma è ancora un ragazzino. È così solo…e io so cosa significa perdere le persone a cui tieni di più.

:-Ora capisco perché ha quella strana espressione-dice Josh, tutto d’un fiato. –Quello sguardo così rigido, maturo, eppure così…ferito. Innocente. Anche io avrei la stessa faccia se avessi subito ciò che lui ha dovuto sopportare.

:-Nico è solo un bambino, dopotutto-dico, affranta, sentendo uno strano dolore.

:-Lo so-dice Josh, dandomi una pacca sulla spalla, per farmi capire che lui comprende.

Ma non basta, non è abbastanza. La sua comprensione non aiuterà Nico. Non gli farà sparire quel dolore dal petto ogni volta che vede Percy e Annabeth insieme. Non farà mai sparire quel dolore al cuore per la morte di Bianca. Non cancellerà il suo dolore.

Una lacrima scorre lentamente sul mio viso. Perché, perché adesso? Stavo bene, fino a poco fa. Perché sta succedendo questo?

“Nessuno lo salverà dal suo destino”.

Ancora quella voce. Non mi lascerà mai in pace, mi perseguiterà per sempre.

“Nessuno lo salverà. Come nessuno salverà te”.

Le lacrime continuano a scorrere. Mi fa male, è doloroso.

:-Ehi, ehi-dice Josh, stringendomi la mano. –Che succede?

:-Io…io non…-balbetto, confusa e singhiozzante. –Io non …lo so. Io non lo so.

:-Va tutto bene, tranquilla-dice lui, accarezzando il dorso della mia mano. –Tranquilla, è tutto a posto.

“Non c’è via d’uscita in un destino senza scelte”.

Fa male, la voce nella mia testa è più dolorosa del solito. Mi sento come se la mia testa stesse per scoppiare, come se il mio cervello stesse per essere schiacciato, compresso.

:-Ok, ok, dimmi cosa senti-mi chiede Josh. Ha paura, come me. Ma io ne ho di più. Sono terrorizzata.

:-Non…lo so-balbetto di nuovo. –La…la testa…fa…fa male. Molto male.

:-Ragazzi, fermatevi-dice Josh agl’altri. –Alex sta male.

:-Cosa?-chiede Ben, apprensivo. –Che ha?

:-Non lo so, dice che le fa male la testa-spiega Josh.

:-Non possiamo fermarci per un po’ di mal di testa-dice Ben, contrariato.

:-Chiudi quella boccaccia-gli ordina Percy, dirigendosi verso di me. –Ehi, cosa succede? Tranquilla, è mal di testa, passerà presto.

:-Non è…mal di testa-dico, stringendomela tra le mani. Vorrei urlare, vorrei averne la forza. Ma non posso, sono stanca, e fa troppo male. È colpa loro, dei pensieri, della voce. Vogliono entrare, però non possono. Non posso permetterglielo. Non devo farli entrare.

Ma trattenerli fa male. È pericoloso, doloroso. Sento le gambe tremare come gelatina, mi stanno abbandonando.

 :-Allora cosa…-sta per chiedere, ma si sente un forte rumore, come quello di un peso che cade sul pavimento. Cerco di alzare lo sguardo da terra, ma è impossibile per me alzarlo anche di pochi centimetri. Mi trascino avanti di un paio di passi, e vedo qualcuno con i jeans neri strappati, inginocchiato, come me. Nico, solo lui indosserebbe pantaloni simili. Si stringe la testa con le mani, come faccio io.

Sento le gambe cedere, le ginocchia abbandonarmi totalmente, quando incontrano il freddo pavimento della grotta. Ed è il mio ultimo pensiero, prima che i ricordi infrangano la mia barriera. 

Nota dell'autore: Ciao! Sono stata abbastanza veloce? Spero di si.
Allora, ecco, siamo incappati in qualcosa di orribile. Che sia una malattia? L'attacco di un qualche mostro? Bella domanda. Al momento solo Nico e Alex ne sono stati colpiti. Stanno soffrendo. Mi odio, cavolo.
Vi starete chiedendo perché abbia inserito un racconto della storia di Nico. L'ho fatto per due ragioni: prima di tutto, non so se tutti voi abbiate letto Percy Jackson o no, quindi è mio dovere spiegare tutto per bene. Secondo motivo: la presenza di Nico è molto importante in questa missione, come la sua vicenda. Lo porterà a svolgere alcune azioni, come vedremo in seguito. 
Prima di andare, devo assolutamente ringraziare daria13g per i suoi commenti brevi alla mia storia e i messaggi, che mi hanno rallegrata assai. 
Ora vado a scrivere subito il prossimo capitolo (doloroso capitolo). Un bacio e buona lettura!
 

   
 
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