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Autore: MetalheadLikeYou    18/06/2014    1 recensioni
Chi mai avrebbe voluto una bambina di nome "Inferno"?
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Con il passare del tempo io, Ville e Alexi diventammo dei buonissimi amici, tanto che ci soprannominarono il Trio.
Allu era più chiacchierone, ti scaldava il cuore e ti trascinava con se in tutto e per tutto, mentre Ville era quello più riflessivo e solitario.
.
Per quanto mi sforzassi di mostrare ed ostentare una forza e un menefreghismo che non possedevo, dentro di me soffrivo.
Stranamente, era come se Ville mi avesse portato via una parte del mio cuore.
***
In questa storia ci saranno anche altri personaggi di altre band finlandesi.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1



"Dai Tony muoviti!" - urlai al mio amico che si stava ancora specchiando.

Ogni mattina era sempre la stessa storia, lui veniva a prendermi e passava le ore a fissarsi nello specchio ed io gli urlavo in continuazione di darsi una mossa.
Da sette anni a questa parte quella era la mia vita.
Lavoravo in un locale molto famoso nel centro di Helsinki, avevo comprato e arredato la casetta secondo i miei gusti.
Anche se la mia vita era diventata quasi perfetta, i miei incubi affollavano ancora la mia mente e quando non riuscivo a dormire, o mi svegliavo urlando, mi accovacciavo con una coperta vicino ad una finestra e mi immergevo in un libro.
Fissai il mio amico che era sempre vestitto alla moda, mi fissava come se fossi un mostro.

"Hell amore mio, ma una bella maglia con scollo?".
"Taci, andiamo". - gli ordinai con tono fermo e autoritario.

Lui scosse la testa, sbuffando per il mio scarso senzo dell'eleganza ed io risi divertita.
Eravamo agli antipodi, lui amava la musica da discoteca ed io il metal, lui preferiva vestrire elegante, io una felpa larga due taglie in più o una camicia da uomo, lui preferiva i ragazzi modelli, io i musiciti capelloni.
Lui amava le macchine costose, io le moto.
Lui adorava le feste ed io amavo starmene seduta sotto la mia finestra o in giardino con un buon libro.
Lui amava i film sdolcinati ed io rimanevo fedele al "Signore degli Anelli", ai fantasy e agli horror.
Eppure eravamo inseparabili.
I miei demoni mi venivano a trovare solo la notte, lasciandomi il tempo di respirare e vivere di giorno, ma appena me ne restavo qualche giorno da sola o quando vedevo altre ragazze con le loro famiglie, sentivo un moto di tristezza crescermi dentro e mi chiudevo a riccio.
Tony comprendendo questa mia debolezza mi fece conoscere la sua famiglia che mi accolse come una seconda figlia, donandomi un po d'amore, ma nonostante tutti i suoi sforzi, io restavo un'intrusa.

"Potevi essere un pochino più elegante..." - sbuffò di nuovo lui aprendo il finestrino della macchina e tossendo per via del fumo che si inalzava dalla mia sigaretta.

Alzai gli occhi al cielo.

"Cioè oggi ci saranno delle persone famose...".
"E quindi?" - domandai curiosa inarcando un sopracciglio.
"Magari sono dei modelli..." - sussurrò ridendo.
"O magari dei musicisti e poi no, io non mi metterò mai dei tacchi per servire delle birre" - risposi, ui rise della mia determinazione e lasciò correre.
"Sai chi ci sarà?".
"No." - rispose svoltando nel parcheggio per gli addetti, sbuffai.

Mi aveva chiamato il nostro capo, chiedendoci il favore di andare al locale perchè un gruppo di ragazzi aveva deciso bene di prenotare all'ultimo minuto un tavolo da otto.
Scesi appena lui spense la sua macchina e mi fiondai nel locale, eravamo in perfetto orario, per fortuna.

"Hell e Tony, domani avrete una giornata libera, promesso."
"Si può sapere almeno chi mi ha fatto rinunciare ad una buona lettura?".
"Oh, musicisti, è la festa di uno oggi.." - rispose alzando le spalle in nostro direttore.

Mi girai verso Tony che si schiaffò con disapprovazione una mano in fronte, triste all'idea di dover sentire musica rock e metal per tutta la serata.
Scoppiai a ridere divertita passandogli un braccio dietro le spalle e frizionandogli i capelli, sentendolo poi lamentarsi.

"Piccola bastarda!" - urlò lui facendo ridere anche il nostro capo che dopo averci rigraziato ancora e promettendoci un aumento, ci lasciò al nostro lavoro.
Mi levai la giacca poggiandola distrattamente su un divanetto dello stanzino privato.

"Bah sicuramente sarà qualche gruppetto poco famoso..." - pensai ad alta voce, uscendo e mettendomi a cercare dei cd buoni per la serata.

"Tu dici?" - domandò una voce alle mie spalle, mi girai fissando il ragazzo che mi aveva appena rivolto la parola.
"Too ciao!" - esclamai sorridende e felice.
"Ciao piccoletta ho prenotato un tavolo per la festa di un mio amico".

Davanti a me avevo il tastierista e fondatore di una delle band finlandesi più famose al mondo, i Nightwish.
L'avevo conosciuto circa un 3 o 4 anni prima, lavorando in questo locale.
Si era presentato con un "piacere mi chiamo Tuomas" ed io da brava ragazza in piena euforia gli avevo risposto qualcosa come "so chi sei oh mio Dio".
Da quella sera diventammo ottimi amici, conobbi anche gli altri componenti della band, stringendo una grandissimo rapporto di amicizia con il Marco, soprannominato vichingo.
Lui ridendo per la mia reazione mi seguì, commentando il posto e la musica che avevo scelto.
Gli mostrai il tavolo, chiedendogli chi fosse il festeggiato.

"No non te lo dico".
"Ok, come vuoi" - risposi fingendomi offesa mentre lui sorrideva appena.
"Ti ringrazio" - mi seguì di nuovo, fino al bancone sedendosi su uno sgabello e parlandomi con tenerezza.
"Mia piccola Inferno, sei quasi più finlandese di me" - ammise lui, fissandomi negli occhi con una tale intensità che avrei potuto scioglermi li sotto il suo sguardo.

Tuomas, per quanto ormai facesse parte della mia vita e per quanto fossi abituata a vederlo spesso, nonostante i tour e i suoi impegni, riusciva a farmi rabbrividire ancora.

"Oh ne sono felice".

Lui annuì convinto e si girò poi verso la porta, da dove provenivano le risate di 7 ragazzi.
Lo vidi alzarsi andando a abbracciarne uno, il festeggiato, il basso cantante biondo dei Children of Bodom.
Abbassai lo sguardo sentendomi avampare come una bambina, fissandomi le maniche della felpa che per fortuna mi stavano nascondendo i miei tatuaggi.
Dietro di lui si trovavano gli altri componenti della band, più Marco Hietala che venne ad abbracciarmi stritolandomi, facendomi ridere e l'altro poeta finnico.
Ville Valo.
Cercai con lo sguardo il mio amico Tony che però stava gentilmente parlando con una ragazza, sicuramente di glitter e lustrini.
Mi girai di nuovo verso il gruppo trovando quelle due pozze verdi che mi scrutavano con attenzione.
Se prima credevo di sciogliermi in quel momento stavo decisamente morendo.
In quegli occhi lessi un misto di dolore, tristezza e buio.
Uno sguardo tormentato, pieno di risentimento e paure, lo stesso che vedevo ogni mattina quando mi fissavo allo specchio dopo una notte insonne.
Mi sentii triste e lui notando forse qualche cambiamento nel mio sguardo, spalancò il suo stupito.
Ci eravamo appena letti l'animaa vicenda.
Li vidi avvicinarsi al loro tavolo ridendo, metre il cantante ancora mi osservava ed io che di solito avevo l'abitudine di mantenere alto lo sguardo, mi sentii decisamente messa alle strette, così abbassai il mio di nuovo, colpita da quelle iridi fredde.

"Ti fissa" - commentò a bassa voce e in inglese il mio amico, forse per non farsi capire da chi avevamo intorno.
"Lo so e non so che mi prende".
"Alza lo sguardo" - mi ordinò quasi il mio amico.
"No non ci riesco, lui..lui mi legge dentro!" - risposi.
Tony sapeva e capiva cosa volessi dire perchè proprio lui fu il primo a farlo.
"Lascia correre, non fissarlo". 
"No, io...vado" - presi i menù potrandoli al tavolo dei musicisti, dove un Tuomas piuttosto allegro mi presentò come la piccola mascotte dei Nightwish.
Sorrisi appena, sentendomi osservata.

"Non guardarmi così" - pensai.

Ville con un piccolo sorriso appena pronunciato continuava ad osservarmi.
"Il festeggiato è lui" - continuò il tastierista tirando una palletta di carta all'altro cantante, Alexi.
"Tanti auguri" - risposi allegra fingendo di non sapere che fosse il suo compleanno perchè non mi sembrava carino mettermi a urlare di gioia o fare sceneggiate inutili per lui.
Mi ringraziò con un sorriso enorme e quasi da bambino, mentre io richiamata da Tony girai i tacchi e tornai dietro il bancone.






*****
Buon pomeriggio a tutte/i.
Oh mamma avete letto il primo capitolo in tante/i, mi fa davvero piacere e sono contenta che qualcuno ha inserito questa ff (frutto della mia mente malata) tra le seguite.
Se volete lasciatemi qualche commento, mi farete felice.

Grazie.
Un bacione e alla prossima.

 
  
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