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Autore: LanaPotter    16/08/2008    2 recensioni
Voldemort sfrattato chiede aiuto a sua sorella Jane Potter,che lo invita a restare a casa sua e di suo marito Harry. Avventure e disavventure domestiche degli eterni nemici, alle prese con il piccolo James Sirius. Recensite recensite recensite!!!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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15 15. Una bugia è una bugia

Il risveglio di Jane era stato molto piacevole; nonostante tutto si sentiva un pò più tranquilla del giorno prima perchè almeno aveva parlato con suo marito. Non poteva ancora credere al guaio in cui si era cacciata...dover dire a Clark che era incinta e che il padre poteva essere lui, le sembrava la cosa più difficile del mondo.
Harry era già in cucina pronto per andare al Ministero, e così anche il piccolo James Sirius era vestito di tutto punto; Jane entrando nella stanza era rimasta sorpresa.
"Buongiorno amori miei! Ma perchè James è già vestito?"
"Non ti ricordi, cara, oggi è la giornata 'porta tuo figlio a lavoro'! Credevo di avertelo detto"
"Devo essermene dimenticata...scusa."
"Non fa nulla; comunque forse è un bene che porti il bambino con me, così almeno tu puoi rilassarti un pò!"
"Giusto, bhè allora buona giornata a tutti e due; e tu James fai il bravo!" aveva detto Jane baciando James ed Harry che si erano poi diretti al camino.
La detective Riddle era rimasta sola in casa. Camminava nervosamente avanti e indietro nella piccola cucina e sentiva un forte senso di nausea dovuto, non alla gravidanza, bensì al pensiero di dover chiamare Clark.
Mentre continuava a tenere il cordless in mano, questo aveva improvvisamente squillato; Jane per poco con lo faceva cadere per lo spavento.
"Pronto Jane! Sono il tuo bellissimo fratello!" aveva detto la voce all'altro capo
"Ciao Tom. Non mi aspettavo che telefonassi!"
"Sì in effetti odio questo aggeggio babbano, ma sono in centrale e non potevo fare altrimenti..."
"A proposito, come va il tuo nuovo lavoro?"
"Abbastanza bene, anche se credo che qui tutti mi odino."
"Davvero?! Come mai?"
"Non ne ho idea! Forse è perchè mi hanno assunto solo perchè sono tuo fratello."
"Che sciocchezza! Ti hanno preso perchè ci hai aiutato a risolvere il caso delle modelle!"
"Io lo so, ma vallo a spiegare agli altri agenti! Comunque a parte questo, tu come stai?"
"Io sto...bene" aveva detto Jane incerta se raccontargli tutto o no.
"Sei sicura?! Ti sento strana; c'è niente che vuoi dirmi?"
"No, no va tutto a meraviglia..."
"Jane, non costringermi a venire lì! Dimmi la verità!"
"E va bene! In effetti una cosa c'è...sono incinta."
"Lo sapevo che mi nascondevi qualcosa! Che bella notizia! Sarò di nuovo zio!"
"Aspetta a stappare lo Champagne, non ho finito" Jane aveva fatto un respiro profondo e aveva proseguito " Non sono sicura che il padre sia Harry."
Dopo questa frase, Jane aveva sentito un tonfo dall'altra parte del telefono.
"Tom, ci sei ancora?!"
"Sì, eccomi, sono qui!"
"Ma che è successo?"
"Sono caduto dalla sedia; non mi aspettavo una cosa del genere da te! Lo so che Potter non è uno splendore, ma andare a letto con un altro..."
"Tom, tu sai che amo Harry e quello che ho fatto è stato il più grave errore della mia vita, ma essere stata ad un passo dalla morte mi ha fatto come impazzire."
"Che vuoi dire?"
"Ho pensato che la vita è breve e che non bisogna lasciarsi sfuggire nessuna occasione."
"E per questo sei andata col primo che hai incontrato?!"
"Certo che no! Ma per chi mi hai presa?!"
"Non per farmi gli affari tuoi, ma si può sapere chi è quest'altro?"
"E' Clark!"
"Clark?! Fanculo!!! Vuoi dire Clark Kent il tuo collega americano?!"
"Sì...proprio lui..."
"Allora sei quasi giustificata. Devo dire che è un gran pezzo di ragazzo, ma rimani sempre una donna sposata, devi proprio essere impazzita!"
"Tom, smettila per favore! Mi sento già abbastanza in colpa, non c'è bisogno di infierire!"
"Scusa...ma a parte gli scherzi, cosa intendi fare?"
"Non lo so, dovrei chiamarlo e dirgli tutto, ma appena prendo il telefono in mano mi viene il panico."
"Anche se a noi Riddle non piace fare la cosa giusta, so che tu la farai e che tutto tornerà a posto. Tu non sei come me, sei più forte e più responsabile."
"Oh Tom, mi fai venire da piangere" aveva detto Jane iniziando a singhiozzare
"Ora devo andare; comunque stai tranquilla, andrà tutto bene...sarò sempre con te!"
"Ne ero certa. Ah Tom! Mi raccomando, questa storia non devi dirla ad anima viva!"
"Ti ricordo che ho mantenuto i segreti più segreti della magia oscura..."
"Grazie,ciao!"
Jane aveva riattaccato ed era di nuovo sola. Le parole del fratello le avevano infuso una certa sicurezza e così si era fatta coraggio e aveva composto il numero di Clark; dopo solo uno squillo aveva risposto.
"Ciao Clark sono Jane, tutto ok?" aveva cercato di fare la disinvolta
"Ehi bella, io tutto bene e tu?"
"Più o meno...ho bisogno di parlarti."
"Dimmi tutto. Ma hai un tono strano o sbaglio?!"
"Ti conviene sederti."
"E' successo qualcosa di grave?! Ti prego parla!"
"Riguarda me..."
Nessuna risposta, ma qualcuno aveva bussato alla porta; Jane interdetta era andata ad aprire e si era trovata davanti l'ultima persona che si aspettava di vedere. Un Clark trafelato stava appoggiato allo stipite della porta.
"Mi fai entrare?"
Jane, che aveva ancora il telefono vicino all'orecchio, lo guardò stupita.
"Ma..ma...credevo fossi a Metropolis!"
"Sono letteralmente volato quando hai detto che avevi bisogno di me!"
"Meglio, così parliamo faccia a faccia." si sedettero un salotto e Jane parlò " Allora, da dove comincio?!"
"Jane, per amor del cielo, dimmi tutto; sto iniziando a spaventarmi."
"Sono incinta!" Jane si era detta che era inutile temporeggiare e quella frase l'aveva sputata di getto.
"Bhè, non è una notizia così terr..." le parole gli morirono in bocca quando capì perchè Jane era così agitata; Clark la guardava tenendosi la testa tra le mani, nel panico più totale.
"Maledizione...ne sei sicura?"
"Certo che ne sono sicura, altrimenti non ti avrei fatto venire qui! Cosa facciamo adesso?! Non posso dirlo a Harry."
In quel momento, come se si fosse sentito nominare, Harry entrò. La sua espressione non prometteva nulla di buono; la vista di Clark seduto in casa sua gli aveva fatto scattare la molla della gelosia, anche se non immaginava minimamente quello che c'era sotto.
Jane aveva frenato l'istinto di far sparire Clark con un incantesimo, e con molta disinvoltura aveva salutato il marito.
"Amore, sei già tornato! Ma dov'è il bambino?"
"Sono solo tornato un attimo a prendere una cosa per James. Lui cosa ci fa qui?" aveva chiesto il bruno lanciando un'occhiataccia a Clark.
"Tesoro, non essere scortese! Stavamo parlando" nonostante la lunghissima coda di paglia, Jane era riuscita a far venir fuori tutta la sua autorità.
"E di cosa stavate parlando?"
"Harry, puoi venire un momento in cucina?" aveva detto Jane alzandosi dal divano e trascinando suo marito con sè.
"Allora, si può sapere che ti viene in mente?! Da quando sei diventato così maleducato?!"
"Voglio sapere perchè lui è qui in casa con te!"
"E' venuto qui perchè avevo bisogno di parlare con qualcuno!"
"Come mai hai scelto proprio lui?"
"Perchè è il mio migliore amico, Harry, non so se te lo ricordi!"
"Potevi chiamare Hermione, è una donna, lei ti capirebbe molto meglio di Clark!"
"Hermione è la tua migliore amica, non la mia! Ti stai comportando come un bambino stupido!" Jane, fingendo di sentirsi male, si era seduta
"O mio Dio, tesoro, che cos'hai? E' tutta colpa mia! Non dovevo farti agitare!"
"No, non è niente, solo un piccolo giramento di testa."
"Scusa amore, sono stato uno sciocco, ho proprio esagerato....e poi non mi va di litigare con una donna incinta." Harry si era avvicinato a Jane e l'aveva abbracciata.
"Neanche a me va di litigare! Comunque adesso dovresti tornare al ministero, non puoi lasciare James da solo!"
"Non è da solo, è con Ron."
"Motivo in più per tornare! Cosa eri venuto a prendere?"
"Il peluche preferito di James Sirius."
"Te lo prendo io; torno subito!" Jane aveva baciato il marito ed era uscita dalla cucina, mentre Harry era tornato in salotto.
"Harry, mi dispiace, non volevo farti arrabbiare in quel modo!" aveva detto Clark non appena il bruno era entrato
"Oh no, no, io mi scuso per aver reagito come un idota! Non dovevo prendermela tanto; forse è lo stress che mi ha dato alla testa...magari dovrei lavorare di meno..." Harry si sentiva un verme per aver dubitato di sua moglie.
Clark non aveva potuto rispondere perchè Jane era entrata con un orsetto in mano; Harry l'aveva preso ed era scomparso nel camino.
Jane sapeva che avrebbe potuto vincere l'Oscar come miglio attrice e questo la faceva stare ancora peggio. Odiava dover mentire, e soprattutto mentire a colui che amava non era proprio da lei. Si accasciò accanto a Clark sul divano con le lacrime agli occhi.
"Ehi, va tutto bene?" aveva chiesto il supereroe mettendole un braccio sulle spalle
"No, non va affatto bene! Mi sento uno schifo!"
"Almeno ti ha creduta..."
"Clark, ma cosa mi sta succedendo?! Sto diventando cattiva? Sta venendo fuori il mio lato Riddle?"
"No, Jane, assolutamente no! Tu non sei cattiva, anzi, sei la persona migliore che io conosca!"
"Sono un'orribile mostro! Non merito un marito buono come Harry!" Jane era in preda alla disperazione
"Devi stare tranquilla, tutto andrà bene!"
"Come fai a dirlo?"
"Perchè è impossibile che il bambino sia mio. Io sono Kryptoniano e tu sei una strega. I nostri geni non possono mescolarsi."
"E cosa spettavi a dirmelo?!"
"Mi è venuto in mente adesso. Il mio padre biologico deve avermelo detto qualche tempo fa..."
"E' la verità?!"
"Non ti mentirei mai."
"Oh mio Dio, Clark, è una notizia meravigliosa!" Jane aveva abbracciato il suo amico e aveva tirato un sospiro di sollievo
"Sì! Ora devo tornare a Metropolis, si staranno chiedendo che fine ho fatto!"
"Giusto, hai ragione; ci sentiamo presto!"
"Fammi sapere quando nasce!"
Clark era per strada, non riusciva a correre nè tanto meno a volare, così aveva optato per una passeggiata nelle vie di Londra; non faceva che pensare a quello che aveva detto a Jane e più ci pensava più si convinceva di aver fatto la cosa giusta. Non avrebbe mai potuto rovinare la vita a Jane; in fondo lui l'amava davvero e il solo pensiero di farle perdere tutto quello che aveva lo faceva sentire malissimo.
Guardando le vetrine dei negozi immaginava la sua vita con Jane, ma subito si rituffava nella realtà: lei aveva scelto il mago e dirle che il figlio non poteva essere suo era stata la cosa migliore da fare. Adesso sperava soltanto che il bambino fosse veramente di Harry.


TO BE CONTINUED...

   
 
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