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Autore: Lushia    19/06/2014    1 recensioni
Sono passati all'incirca due anni, dopo un misterioso sogno la famiglia trova uno strano bambino. Due sconosciute figure li stanno inseguendo, una oscura profezia pende sulle loro teste e il loro futuro è incredibilmente scomparso. La strada verso la verità è ancora lontana.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 32 – Oltre il cielo, verso l'infinito

cover

La Vongola era già scossa di suo a causa della notizia riguardante la sua probabile adozione, eppure, in quel momento, si erano presentati anche i fantasmi del passato.
Victor Miles era l'uomo a capo della Lhumor Corporation, colui che mandò dei sicari ad uccidere alcune persone molto vicine ai Vongola, tra cui i coniugi Luccini, genitori di Arina e Luca. Provava odio verso suo padre, che aveva smascherato la truffa e gli aveva impedito di intraprendere la sua attività in Italia.
Quell'uomo che, anni prima, si trovava sopra un tetto, spaventato da una bambina di otto anni, quella stessa bambina che aveva appena perso il suo migliore amico a causa degli scagnozzi di Miles.
Era sicura fosse morto, l'aveva spinto oltre il cornicione ed era irrimediabilmente caduto verso il basso. Certamente non aveva visto il cadavere, poiché Arina e suo padre erano arrivati prima che lei si affacciasse per vedere, non poteva nemmeno sapere se avessero ritrovato il corpo o se fosse sparito nel nulla.
Ad ogni modo, di sicuro quello non era un fantasma e, ad occhio e croce, quella parte robotica non poteva essergli stata impiantata per caso. Continuava ad osservare il suo braccio e le sue gambe quasi sentendosi colpevole, dopotutto aveva imparato che non bisognava uccidere nessuno, non si era mai perdonata di aver posto fine alle vite di Miles e Raif, per quanto cattivi potessero essere. Tuttavia, a quanto pare, il primo non era morto, perciò sentì un peso in meno sulle sue spalle, nonostante i brividi e la confusione nel rivedere una faccia tanto odiata.
Dopotutto aveva attribuito a lui anche la morte di Claudio.

L'uomo dovette notare il suo sguardo fisso sopra le giunture meccanizzate, alzò il braccio davanti a lui, con il palmo rivolto verso il suo viso, aprendo e chiudendo il pugno rapidamente.
- Questi sono gioielli della tecnologia avanzata. - disse l'uomo, con un ghigno – Oliver mi ha praticamente ricostruito gli arti danneggiati e non potrei essergli più riconoscente. -
- Quindi hai a che fare con Stanford? - chiese Sirius, perplesso.
- Beh, per trovarsi nel luogo indicato come il suo nascondiglio... - Duchesse incrociò le braccia in modo raffinato, continuando a scrutare l'uomo con uno sguardo severo.
- Oliver è un uomo geniale, sono stato orgoglioso di finanziare le sue ricerche. - disse lui, portando il braccio in basso – Era proprio venuto a chiedermi un favore, quel giorno. - rivelò, spostando l'attenzione sulla ragazzina – Se non fosse stato lì, sarei già morto. -
La brunetta sussultò, gli ingranaggi del suo cervello si erano già messi in moto e tutto sembrava combaciare.
- Ti ha salvato lui, ricostruendoti in questo modo? - chiese, ottenendo un cenno del capo come risposta.
- Furbo, salvandoti si è anche procurato un finanziatore. - Nando sistemò la sua mascherina biancastra – la Lhumor Corporation aveva un bel capitale.
- Aveva, appunto. - disse lui, tornando serio – Purtroppo, i Vongola mi hanno impedito di continuare a lavorare. -
- Più che altro hanno smascherato la tua truffa, Miles. - Diamante portò le mani ai fianchi, cercando di non rivolgere lo sguardo all'uomo, forse perchè disgustoso o comunque inferiore a lei.
- Ma avevi abbastanza soldi per finanziare il lavoro di Stanford. - aggiunse Cristal – E l'hai quindi aiutato a creare il progetto Clover. - l'albino portò la mano destra verso la tasca, estraendo rapidamente il suo compact. - Come suo stretto collaboratore, sei colpevole anche tu. -

La risata dell'uomo echeggiò nel magazzino, Victor si picchiettò il petto un paio di volte, cercando di respirare.
- Si, sono un suo collaboratore. - ripeté – E sono fiero di averlo aiutato con il progetto Clover, è qualcosa di strabiliante! - esclamò – E' riuscito a creare un essere superiore, che via via si svilupperà sempre di più fino al diventare al pari di una divinità! -
- Tu vaneggi! - la principessina scosse il capo, incredula a quella scena.
- Avete sacrificato un ragazzino per creare quell'essere che tanto venerate! - disse Nozomi, infastidita.
- Mh? Ah, Trevis? - l'uomo sghignazzò, passandosi una mano sui capelli biondi – E quindi? Il sacrificio di mio figlio non è forse un piccolo prezzo da pagare per una causa tanto grande? - allargò le braccia e osservò in alto, quasi come se stesse recitando una scena drammatica.

Tuttavia, le ultime parole sembrarono fare breccia nei cuori dei ragazzi presenti, e il silenzio calò prepotentemente per qualche istante.

- … Tuo figlio? - chiese la Vongola, incredula - … Trevis era tuo figlio? -
- Oh, certo. - rispose lui, ricomponendosi – Perchè, non lo sapevi? -
- … Hai usato... tuo figlio per gli esperimenti? Hai venduto tuo figlio a Stanford?? - continuò a chiedere, alzando sempre di più il tono, mentre la voce le tremava così come le sue mani.
Il ragazzino che vedeva in sogno, sfruttato e legato, in lacrime, non era altri che il figlio di Victor Miles? Non era possibile, non riusciva a crederci. Come poteva quell'uomo aver venduto suo figlio ad uno scienziato pazzo, lasciandolo in balia di esperimenti e crudeltà che l'hanno condotto poi alla morte?
- Tuo figlio è morto! - urlò ancora, rabbiosa – L'avete ucciso voi con i vostri stupidi esperimenti! -
- Morto? - rise nuovamente – Mio figlio vive in Clover! E' un'entità superiore! -
- Perchè hai usato tuo figlio? - la domanda di Nando interruppe il faccia a faccia e costrinse i due a voltarsi verso di lui – Con tutte le persone... perchè proprio lui? - chiese ancora – Non avevi abbastanza soldi e hai dato a Stanford il tuo stesso figlio? -
- Oh no, assolutamente! - l'uomo scosse il capo, divertito – Mio figlio era la persona più adatta a quegli esperimenti. -
- Perchè? Che aveva di diverso? - chiese ancora lo Sconosciuto.
Victor si voltò verso la Vongola, sembrava quasi allegro, mentre Nozomi quasi non si pentì di non averlo ammazzato a suo tempo.
- Aveva la fiamma. - disse.
- La fiamma? - chiese Sirius, perplesso. - Quale? -
Lo sguardo della brunetta divenne più cupo.
- La stessa fiamma che la Vongola aveva quel giorno, sul tetto. - raccontò lui, senza perdere il suo malsano sorriso.

Si riferiva a quella fiamma, che lei aveva sempre considerato maledetta.

- L'avevo già vista da qualche parte, sì, mio figlio a volte la usava. Ovviamente senza volerlo, non sapeva cosa fosse, e nemmeno io. - spiegò – Ma dopo aver visto la figlia di Decimo utilizzarla, ho capito che mio figlio possedeva una capacità incredibile. -
Sicuramente, tutti i presenti erano convinti che Miles si stesse riferendo alla fiamma del cielo, eppure Nozomi sapeva che l'uomo stava parlando della fiamma della nebbia, che la brunetta utilizzò senza volerlo per creare una pistola e minacciare gli assassini del suo amico.
Ringraziò quasi il cielo per non aver rivelato di quale fiamma si trattasse, non voleva che gli altri lo scoprissero. Tuttavia, in quel momento anche l'ultimo pezzo sembrava combaciare, i Clover utilizzavano solo la fiamma della nebbia e il perchè adesso era chiaro.
- E così Stanford ha fatto esperimenti su di lui... - concluse Cristal, amareggiato - … Volevate scoprire di più sul funzionamento delle fiamme? -
- Il nostro scopo è ben diverso, noi vogliamo creare l'essere perfetto! - disse lui, alzando le braccia al cielo – Il mondo sarà ai nostri piedi! -
- Sembra un cattivo di un videogioco. - affermò Sirius, sconvolto da quelle rivelazioni.

- Ad ogni modo, basta parlare. - disse lui, ricomponendosi nuovamente – E' l'ora di portare avanti il piano. -
- Il piano? Quale piano? - chiese Diamante, perplessa.

Non aveva nemmeno finito di parlare che la mano dell'uomo si era ingrandita a dismisura, diventando quasi come un'enorme tenaglia. Victor si era mosso rapidamente verso di loro, scansando le carte da gioco che Nando gli aveva lanciato e ritrovandosi di fronte a Duchesse, colpendola violentemente con un pugno, prima che lei potesse usare il suo compact. La donna venne scaraventata verso il muro e poi si ritrovò sul pavimento, priva di sensi.
- E' veloce! - Sirius fece apparire la sua katana, dirigendosi verso di lui più in fretta possibile, Nando continuava a lanciare carte da gioco affilate come shuriken, nel disperato tentativo di ferirlo di striscio, mentre quest'ultimo evitava il fendente del Notturno e ignorava le lievi ferite procurate dalle carte.
Piuttosto che dedicarsi a Sirius, usò il suo braccio robotico per afferrare una cassa piena di bibite e lanciarla contro lo Sconosciuto, che non riuscì ad evitarla completamente e si ritrovò a terra con una gamba schiacciata.

La brunetta voleva intervenire e risolvere la situazione personalmente, dopotutto la questione riguardava loro due. Prese il suo compact e lo portò al petto, stringendolo tremante, stavolta avrebbe dovuto usarlo ad ogni costo, aveva studiato la sua arma mentalmente e aveva una vaga idea di cosa immaginarsi, però la paura continuava a farsi viva dentro di lei. Erano tante le sue insicurezze, iniziando dalla probabilità che forse davvero non era una Vongola, che suo padre le aveva mentito. Sarebbe stata capace di affrontare un simile duello in quelle condizioni?
Quelle paure le impedivano di prendere una decisione, ritrovandosi ad osservare impotente i suoi amici, mentre combattevano contro l'uomo metà robotico, ridotto in quel modo a causa sua.

Quand'è che aveva visto la morte in faccia, come in quel momento? Anni prima aveva affrontato Sirius, ma non aveva avuto così paura, nonostante la sconfitta lampante. Il duello con suo padre era stato a senso unico, ma di sicuro non aveva avuto paura di morire. Era riuscita a sconfiggere facilmente anche Raif, che era perito sotto i colpi suoi e di Arashi.
E poi aveva incontrato Squalo e Belphegor, membri principali dei Varia, in quel momento aveva davvero temuto per la sua vita, allo stesso modo quando incontrò Clover all'aeroporto, in Canada.
E poi con gli sciamani e con Clover II.
Più volte era riuscita a scampare alla morte, ma era stata soltanto fortuna. Cosa sarebbe successo, da quel momento in poi?

Duchesse era svenuta, aveva battuto il capo violentemente e forse la sua situazione era ben peggiore, ma tentò di scacciare quell'idea nefasta dalla sua mente, mentre i suoi occhi si poggiarono su Nando, ancora cosciente ma incapace di liberarsi dalla pesante cassa sopra la metà inferiore del suo corpo.
La principessina bionda, seppur abbastanza spaventata, non si tirò indietro e usò i suoi ventagli, intrisi di fiamma del cielo per colpire alle spalle l'uomo robotico, che non le aveva prestato attenzione, forse perchè non la riteneva pericolosa.
Il taglio subito alla schiena non doveva essere molto grave, poiché si era voltato rapidamente e aveva afferrato i suoi soffici capelli, tirandoli con forza e lanciandola per aria.

- Ehi! Non toccare Dia, brutto stronzo! - Sirius si era avvicinato rapidamente, cercando di colpirlo al fianco, ma non era il solo. Anche il boss dei Neveria gli era arrivato alla sinistra, la sua doppia ascia stava per ricadere su di lui con violenza, perciò l'uomo usò il braccio robotico per bloccare l'impatto con l'Ascia Polare, evitando la lama per un soffio, mentre la katana del Notturno infilzò la sua spalla destra, costringendolo ad un ruggito di dolore.
Attese qualche istante, quando Sirius aveva estratto la lama dalla sua pelle sanguinante, per distaccarsi da lui e dedicarsi a Cristal, che aveva tentato di decapitarlo, ma Victor si era rapidamente abbassato e, senza sbilanciarsi, aveva colpito l'albino al petto con un forte calcio, scaraventandolo verso una pila di casse piene di bottiglie.
Ignorò totalmente il Notturno per colpire nuovamente il Neveria, il più potente tra i presenti e quindi più pericoloso, serrando il pugno che stava per sferrargli, ma bloccandosi quando si ritrovò di fronte la brunetta, che si era posta tra Victor e Cristal.
Il suo compact stava brillando di una lucente energia arancione, il suo corpo stava tremando ma non era arrabbiata, più che altro aveva uno sguardo severo e l'espressione fissa sull'uomo.

- Non toccare i miei amici. - disse, la luce che fuoriusciva dalla sua mano destra aveva illuminato quasi tutto il deposito, nonostante sembrasse infuriata la sua espressione non mutò nemmeno per un istante, restando calma e seria.
- Nono! - la voce preoccupata dell'albino arrivò alle sue spalle, si trovava ancora seduto per terra con una spalla dolorante, ma lentamente cercò di alzarsi – Sii sicura di ciò che vuoi. - disse ancora.
- So già cosa voglio. - rispose lei, quasi ignorando che il ragazzo si stesse riferendo all'arma che stava per apparire. Lo sapeva, ma non era ciò che sentiva dentro di lei, in quel momento. - Non voglio che ti faccia del male! - disse – Non osare toccare Cris-kun! - urlò.

Il suo sguardo era fisso su Victor, i loro occhi si erano incontrati con arroganza, il sorrisetto dell'uomo aveva lasciato spazio a un'espressione confusa, ma la fiamma del cielo si era espansa ovunque attorno a loro, avvolgendo completamente il corpo della brunetta e raggruppandosi tutto attorno a lei.
Aveva allungato il braccio dinanzi a sé, dove la luce si stava via via concentrando, formando un lungo bastone infuocato che pian piano assunse una forma particolare. Una lunga staffa bianca decorata con delle volute centrali, aveva alle estremità due uguali ornamenti: un esagono arancione decorato da ghirigori color sole che conteneva il numero XI inciso al suo interno. Due piccole vongole alate erano posizionate in cima agli esagoni, avvolte dalle fiamme del cielo in entrambi i lati.
La fiamma arancione spiccava anche sulla fronte della brunetta, i suoi occhi risplendevano dello stesso colore e il suo viso era calmo e concentrato. Non era cambiato nient'altro, se non la sua determinazione a sconfiggere l'uomo, dimenticandosi completamente delle paure che si erano annidate dentro di lei.
Non era il momento di avere dubbi, non poteva lasciare che Victor ferisse qualcun altro.
Claudio era già morto a causa della sua incompetenza, non avrebbe lasciato che l'uomo toccasse anche Cristal.

Perchè stava pensando proprio a lui, in un momento simile? Quasi non arrossì, ma scosse leggermente il capo e mandò via quegli strani pensieri, tenendo la staffa con entrambe le mani e sorridendo, sotto lo sguardo attonito dell'uomo, che di sicuro non si aspettava di vederla tranquilla e felice.
- Scaccerò l'oscurità dal tuo cuore con l'armonia del mio cielo! - esclamò, indicandolo con la sua nuova arma, a cui subito diede il nome di – Flaming Rod XI. -

Non attese oltre, si lanciò verso il suo nemico, usando la staffa come arma contundente e tentando di colpirlo allo stomaco. Nonostante la ferita alla spalla, Victor non sembrava avere problemi nello schivare il colpo, purtroppo restava ancora abbastanza veloce a causa delle gambe robotiche.
Utilizzò il suo braccio meccanico per tentare di afferrare la brunetta, che si chinò e tentò di fargli uno sgambetto, ma lui saltellò per evitare il colpo e quasi non la schiacciò con la sua tenaglia, ritrovandosi a premere contro la staffa infuocata della ragazza.
Sirius si lanciò nuovamente all'attacco, costringendo l'uomo a spostarsi, mentre la ragazzina balzò in aria e tentò di colpirlo sul capo, ma Victor indietreggiò rapidamente, la brunetta atterrò sul suolo e l'asta toccò con forza il terreno, si illuminò di una luce arancione che si espanse verso il nemico, creando qualcosa simile ad una lunga lingua di fuoco la quale inseguì rapidamente l'uomo, raggiungendo la sua gamba e pietrificandosi subito dopo.

Con il braccio robotico diede un pugno alla morsa di pietra, distruggendola, fuggendo verso l'uscita e schivando per un pelo la lama del Notturno, mentre la Vongola gli corse dietro e si ritrovarono entrambi nel parcheggio.
Victor si voltò verso di lei e posò la mano destra sul braccio sinistro, muovendo una sorta di manopola, il braccio robotizzato si allungò verso la ragazza e l'afferrò, stretta in un morsa che tentava di stritolarla.
- Lasciala stare! - urlò Sirius, mentre correva rapidamente verso di lui nel tentativo di colpirlo. Il braccio sinistro dell'uomo stringeva la ragazzina con forza, mentre con il destro afferrò una pistola semiautomatica dalla tasca e sparò tre colpi, Sirius si fermò e si spostò rapidamente per non farsi colpire.

La mano-tenaglia dell'uomo si era staccata dal braccio, lasciando andare Nozomi e cadendo sotto i colpi dell'ascia di Cristal che, nonostante la spalla dolorante, era intervenuto per aiutarli.
- Tsk. - l'uomo girò nuovamente la manopola e il braccio si ritrasse, sparando altri due colpi verso i due e gettando via la pistola, mentre l'albino aveva afferrato la brunetta e l'aveva trascinata verso destra, evitando per un pelo gli spari.
Victor saltò verso il tetto del magazzino, a causa delle gambe robotiche non era difficile per lui compiere grandi salti e con un semplice scatto era già in cima, al sicuro dai tre combattenti.
Nozomi corse verso l'esterno, senza perdere di vista l'obiettivo sofferente ma abbastanza tranquillo, aveva ancora un inquietante ghigno e ciò non lasciava presagire nulla di buono.

Istintivamente picchiettò doppiamente la staffa sul suolo, si udì uno strano schiocco e le due estremità si piegarono verso di lei, le fiamme che bruciavano sopra gli esagoni si unirono con una fiammata, che creò una sorta di linea infuocata.

- Flaming Bow. -

Tenendo l'asta a circa metà della sua lunghezza, pose la mano accanto alle fiamme, come se stesse tenendo una freccia, un'enorme fiammata iniziò a concentrarsi tra le sue dita, creando una luce fastidiosa che per poco non accecò anche l'uomo, confuso ma immobile nella sua posizione.
La luce si raggruppò in un lungo dardo fiammeggiante, il quale assomigliava più a un concentrato di fiamme arancioni poste all'interno di un cannone, sia per il diametro che per la forza con la quale Nozomi lo tirò lentamente all'indietro, tendendo l'arco e allungando, con enorme fatica, la corda infuocata finchè non raggiunse il limite e scoccò.

Vongola: Vascello delle Stelle

Il maestoso dardo si protese come un laser, raggiungendo lo stomaco dell'uomo e trapassandolo completamente, continuando la sua corsa verso il cielo e dissolvendosi nell'etere, mentre l'uomo era stato scaraventato dall'altra parte dell'edificio ed era precipitato verso il suolo.
La ragazzina riuscì a restare in piedi quasi per miracolo, la potenza con la quale aveva lasciato andare la freccia per poco non l'aveva spinta via, una violenta folata di vento la costrinse a fare qualche passo all'indietro, ritrovando l'equilibrio puntando la staffa/arco sul terreno.
Sirius e Cristal stavano facendo il giro del magazzino e la brunetta corse loro dietro, sperando che non ci fosse nessuno nei dintorni, mentre raggiungevano il corpo steso sul marciapiedi.
Fortunatamente era ancora vivo, ma durante la caduta si era lasciato dietro una scia di sangue, che continuava a fuoriuscire dalla ferita allo stomaco.

- E' tardi... eh eh... - ridacchiò lui, tossendo. - Oliver ha quasi ultimato... il nostro patto... - balbettò, continuava ad avere quel ghigno snervante, come se fosse sicuro di sé – Voi Vongola... farete una brutta fine. -
- Non sprecare fiato, non sai riconoscere una sconfitta? - chiese Cristal, minacciandolo con l'ascia, Sirius continuava ad impugnare la sua katana e Nozomi teneva stretta la sua staffa. L'uomo era ormai troppo debole, non era altro che un umano con delle gambe e un braccio meccanizzato, non aveva nessun altra abilità fuori dal comune se non la rapidità e la maggiore forza, non era nemmeno in grado di usare una fiamma dell'ultima volontà.
Era inerme, ma continuò a ridere.
- Ti senti tanto spavaldo? - chiese all'improvviso, incrociando gli occhi dell'albino. - A quest'ora, anche voi Neveria... dovresti tornare subito a casa, sai? Potrebbe essere troppo tardi. - iniziò a ridere, una risata ancora più fastidiosa di quella di Diamante, ma che si placò quasi subito, quando l'ascia di Cristal si era rapidamente e violentemente posta tra il suo collo e la sua testa, decapitandolo.

- … Cris...kun...? - la brunetta non aveva distolto gli occhi dalla scena, anzi, era rimasta ad osservare come se stesse assistendo ad un film.
Non c'era altro che sangue, attorno al cadavere dell'uomo che, fino a qualche istante prima, stava ridendo. Eppure, non avrebbe riso mai più.
Era morto, davvero.
Anche lei aveva ucciso una persona, eppure non avrebbe mai immaginato di assistere così da vicino alla decapitazione di qualcuno, il ragazzo l'aveva giustiziato a sangue freddo, senza tentennare o provare rimorso.
La sua ascia era svanita nel compact, la sua espressione gelida si rivolse verso la brunetta, i suoi occhi erano fissi su quelli della ragazza, che tremò.
Il suo sangue sembrò gelarsi, non aveva mai visto Cristal con quell'espressione, eppure sapeva che era furioso. I Neveria sapevano nascondere le loro emozioni dietro la loro freddezza e quello sguardo glaciale era terrorizzante.
Cosa poteva essere successo alla sua famiglia? Cosa voleva dire quell'uomo? Cercò di non pensare alla sua azione, aveva imparato che uccidere era sbagliato, ma Cristal proveniva da un'altra famiglia, era stato educato diversamente, i suoi pensieri erano differenti, e la sua rabbia era tangibile.
Una rabbia quieta, disturbante, nascosta dietro una maschera di ghiaccio. Era quella la potenza del boss dei Neveria, che in molti temevano.
Eppure non poteva odiarlo o disprezzarlo, si sentiva stranamente colpevole di qualcosa. Voleva tornare alla torre, assicurarsi che tutti stessero bene.

- Andiamo ad aiutare gli altri e muoviamoci. - disse l'albino, oltrepassando i due senza nemmeno guardarli.
Sirius sembrava serio, non era turbato da quella situazione, aveva annuito silenziosamente e si era avviato verso il parcheggio.

Dopotutto, essere boss, significava anche rischiare qualsiasi cosa per la propria famiglia.


   
 
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