Who’s Nick?
We get closer and closer again
But we're falling apart
I'm losing, you're losing a friend
It's always over before we start
(Things will never be the same, JB)
Chris non ha proprio nessuna voglia di stare
con Nick. Si sistema il cappello di lana sulle orecchie, prende la borsa,
ringrazia mentalmente sua madre per questo splendido regalo prenatalizio ed
esce nel freddo del 20 dicembre.
Sul pick up,
accende il riscaldamento e allunga le mani verso il getto d’aria calda, con gli
occhi chiusi e la testa poggiata al sediolino, si bea del piacevole calore che
l’abbraccia.
Uno scatto alla sua destra la fa
sobbalzare. “Buongiorno” dice Nick, mettendosi la cintura, il cappotto beige
con il bavero alzato e la sciarpa bianca attorno al viso. Il piccolo abitacolo
si riempie di un odore dolce, mandorle probabilmente, un profumo di stoffa di
buon taglio e appena stirata.
“’giorno”.
La radio da una canzone anni 70’, Nick
picchietta le dita sul ginocchio e guarda fuori dal finestrino, dopo che i suoi
due tentativi di fare conversazione sono naufragati. Dopotutto, è Joe il chiacchierone, no? Lui ci ha provato.
Chris guida cercando di tenere gli occhi
solo sulla strada eppure ogni tanto, di sbieco, controlla il ragazzo seduto
accanto a lei. Vorrebbe dire qualcosa, riempire quel silenzio imbarazzante ma
non sa come. E’ diventata timida all’improvviso?
“Quanto manca?” “Cosa fai a Natale?”
dicono insieme, girandosi l’uno verso l’altra. Entrambi arrossiscono e guardano
avanti.
“Siamo arrivati” fa lei mentre parcheggia
in uno spiazzo semivuoto, di fronte a un grande tendone in stile circo, tutto
blu e rosso. “Bob’s trees” dice
l’insegna e le lucine, le renne in ceramica e qualche babbo natale panciuto lo
confermano.
Danno un’occhiata in giro, lungo il
percorso di pini finti e veri, ceste di palline rosse, dorate, blu e argento,
puntali, confezioni di lampadine colorate e neve spray.
“Restiamo a casa. Mio fratello più
grande, Kevin, viene a trovarci con la sua famiglia” spiega Nick, gli occhi
puntati su un abete di medie dimensioni, dagli aghi troppo lucidi e cadenti.
“Tu?”
“Andiamo a Houston, da un cugino di papà.
I miei restano li fino al tre gennaio, io e Linda torniamo per capodanno. Che
te ne pare di questo?” gli indica un abete alto quanto lei, verde scuro, con
qualche spruzzo di neve sintetica sulle punte.
“Potrebbe andare, segno il codice”.
Due ore dopo, Nick e un commesso stanno
infilando anche l’ultima busta di decorazioni sul retro del pick
up, sotto lo sguardo perplesso della ragazza.
“Vi piace cambiare decorazioni ogni
anno?” chiede osservando la mole di merce appena acquistata.
“L’albero che avevamo in California… era
troppo grande e abbiamo lasciato tutto li, decorazioni comprese” si trova a
spiegarle, un po’ in difficoltà. Chris annuisce e controlla il cellulare. Ha
fame e qui vicino c’è un negozio di ciambelle buonissime. Lo dice a Nick e lui,
sorridendo appena, le dice che va bene.
“Due ciambelle e una cioccolata calda”
“Un caffe e un sandwich senza uova”
La cameriera segna sul blocco e se ne va.
“E le ciambelle?” domanda Chris.
“Non posso”
“Perché?”
Il tono in cui l’ha chiesto è cosi
infantile che Nick non può far a meno di sorridere prima di raccontarle del suo
diabete.
La cameriera posa le ordinazioni sul
tavolo e porta il conto.
“Faccio io” dice Nick, porgendo tre
banconote.
“Ma…”
“Per favore, mi hai accompagnato fin qui”
e lei rimette il portamonete nella sacca indiana. La cameriera lascia due
dollari di resto e torna al bancone, dove mescola un'altra tazza di caffe.
Chris alza un sopracciglio e afferra la tazza di Nick prima di lui, che resta
interdetto. Si alza e chiede “scusi, ha già zuccherato questo caffe?”
La donna annuisce e lei le chiede se può
farne un altro, senza zucchero, stavolta. Due minuti dopo, Nick ha un'altra
tazza di caffe fumante di fronte, rigorosamente amaro.
“Grazie” dice, un po’ sorpreso, mentre
Chris è tutta impegnata a mordere la glassa bianca della ciambella.
Dopo pranzo, passeggiano con calma sul
marciapiede, in direzione della macchina, poco distante. Chris sbircia nella
vetrina di una piccola libreria qualche titolo nuovo da aggiungere alla lista,
poi rabbrividisce per il freddo e accelera il passo. Mette le mani in tasca in
cerca delle chiavi e non le trova, nella borsa, nel retro dei jeans e va nel
panico. Nick si appoggia alla portiera e fa oscillare sulla punta di un dito il
mazzo.
“Hey, perché hai le mie chiavi?”
“Dovresti stare più attenta. Le stavi
lasciando sul tavolo”.
“Oh. Beh, puoi ridarmele?” si avvicina di
un passo per prenderle, Nick si volta e sale al posto del guidatore.
Lei lo guarda in tralice. “Ti
dispiacerebbe scendere?”
“Guido io, stavolta. Sali”
“E’ la mia macchina!”
“Sali o ti lascio qui”.
Chris si porta le braccia al petto,
conserte e lo guarda, sfidandolo. Lui mette in moto e lentamente fa
retromarcia.
“Cosa?”, la ragazza corre verso il posto
del passeggero. “Nick, fermati, che fai?”
Lui si sporge e apre la portiera. “Hai
cambiato idea?” le sorride; lei mette in
pugni chiusi i tasca, trattenendo l’impulso di strappargli tutti i ricci, uno
ad uno, ed entra in macchina.
“Adesso dove devo girare?”
“Non lo so”
“Come non lo sai?”
“Hai voluto guidare? Veditela da solo”
“Non ci posso credere. Stai facendo i
capricci?”
Chris continua a guardare fuori dal
finestrino. Nick accende il gps sull’Iphone bianco e segue le indicazioni. Pragmatico, pratico,
solido. A Chris viene voglia di buttare il sassolino e infrangere la superficie
cristallina e immobile di questo mare di sicurezza. Cosi, si sporge e cambia
stazione radio. Nick, che stava canticchiando, protesta. “Perché hai cambiato?”
“Quella canzone non mi piaceva”
“Ma sono i Pink Floyd!” esclama ovvio.
“Quindi?”
Nick la guarda esasperato, mentre Monster
fa capolino nelle casse.
“Oh, certo, questo è molto meglio”
commenta sarcastico.
“Che ti ha fatto Eminem?”
“Niente. A questo punto perché non i JB?”
mormora, non troppo cautamente.
“JB?”
Nick si morde le labbra e “JAD” fa lo
spelling, “un gruppo indie, in California, ragazzini”, mente. Chris si stringe
nelle spalle e “non li conosco”, nemmeno
io e dubito che esistano pensa lui ma almeno si è salvato in calcio
d’angolo.
Accidenti,
è cosi irritante questa ragazza, che le prende?
Nick parcheggia il pick
up e con uno sforzo non indifferente porta lo scatolone dell’albero fino
all’ingresso. Chris sbuffa e prende due buste dal retro, lasciandole li vicino.
Lui si spazzola i pantaloni dalla polvere e la ringrazia.
“Non c’è di che” fa lei, lo saluta e
attraversa.
“Chris?”
Si volta, “uhm?”
“Le chiavi”
Nick scoppia a ridere davanti alla sua
espressione confusa e furiosa allo stesso tempo. Chris afferra con foga le
chiavi penzolanti dalla sue dita e se ne va.
Una settimana dopo Natale è già passato,
tutti i pacchi sono stati scartati e Linda e Chris sono tornate a casa.
“Come mai Linda sta parlando con un tipo fighissimo davanti casa tua? E perché io ancora non lo
conosco?”
“Buongiorno anche a te, Cam”.
Chris inzuppa svogliatamente un biscotto
nel the e “il figlio dei vicini”, borbotta con la bocca piena.
“Ma chi, i Jonas? Avevi detto che Linda
ha fatto tanto casino per niente! E quello li, permettimi, non è niente”.
Camille poggia la borsa a tracolla su una delle
sedie libere e lancia ancora uno sguardo a Linda e a… “ehi, ma quello è
Nicholas!”
Chris alza lo sguardo. “Lo conosci?” domanda alla sua amica che annuisce e le
parla con gli occhi fissi sui due ragazzi. “L’ho incrociato un paio di volte al
Jolly. Era estate, voi non c’eravate e Sam aveva da fare. Abbiamo fatto due
chiacchiere. Abita qui?”, si volta, infine.
“E’ il fratello del tipo figo” mima le
virgolette con le dita sporche di marmellata.
“Accidenti!” esclama Cam.
Poi sorride raggiante. “Dovremmo invitarli da Jess, per l’ultimo dell’anno, non
credi?”
A Chris va di traverso il caffe, “Perché?”
“Per confermare la famosa ospitalità del
sud” sorride maliziosa.
“Non credo che a Nick piacerebbe” osserva
pensierosa.
“Ah, no? E tu cosa ne sai di cosa piace a
Nick?” cantilena, piegando la testa di lato.
Chris annaspa, in difficoltà. Niente, non
ne sa niente e nemmeno le importa.
“Linda se li porta sempre appresso. Sono
tipi come lei, i suoi amici”, fa un gesto vago con la mano. “Noi a stento ci
salutiamo”.
“Un motivo in più per fare amicizia,
no?”. Cam
liscia le pieghe del vestito a fiori e, sorridendo, le fa ciao con la
mano e scompare oltre la porta.
“Cam, no-“
esclama alzandosi, ma è già tardi. La vede sporgersi sulla staccionata e
stringere la mano ai due fratelli. Poi Joe sorride e
annuisce, mette una mano sulla spalla di Nick che sospira e guarda verso la
porta, verso di lei, in pigiama e con un espressione idiota dipinta sul viso.
Lui la saluta, Chris stira appena le labbra e chiude la porta.
Nick inarca le sopracciglia perplesso,
poi scuote la testa e torna a prestare attenzione a Camille. Sorride mentre lei
parla a raffica, in modo familiare, come al Jolly, qualche mese prima.
Incredibile, la ragazza del bar è in piedi di fronte a lui, in un eccentrico
vestito a fiori e calze pesanti, li ha appena invitati ad una festa di un certo
Jess. Non era quel tipo al tavolo di Chris? Ecco perché notava una certa
somiglianza, naturale che siano amiche! Ma poi perché non l’ha più vista? Ah,
già, lei ha il ragazzo. Però è stato bello conoscerla, ha scritto un sacco di
canzoni da quando l’ha incontrata, e anche se è quasi sicuro che gli sia
passata, le sorride riconoscente quando lei fa per tornare dentro, perché era
da un po’ che a Nick, la voglia di sorridere, era passata.
Parliamo
della mia capacità di scrivere di Natale e Capodanno a due giorni dall’inizio
dell’estate? No, vabbe, lasciamo perdere.
Povero
Nick, quasi mi dispiace per lui. Chris gli da proprio filo da torcere. Voi che
dite? Camille non si fa mai i fatti suoi e continuerà
a non farseli anche nei prossimi capitoli. Anche se dovrebbe visto quello che
l’aspetta *risata cattiva*. Era lei, la ragazza del bar, wow! E naturalmente,
ad uccidere l’entusiasmo di Nick, c’è il fatto che lei sia fidanzata con Sam.
Ma tranquilli, a Nick è passata!
Come
sempre, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, se avete dei suggerimenti,
domande, dubbi, perplessità e critiche. Siamo aperti a tutto. I pomodori no,
però, eh! Ne approfitto per lasciare di nuovo i miei contatti, qualcuno è stato
modificato. Un saluto popolo di efp!
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