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Autore: Princess_Klebitz    19/06/2014    1 recensioni
Amici fino alla morte ed oltre; nemici controvoglia. Musica, amore e morte nella metà sbagliata degli anni '90, scaraventati avanti volontariamente per non poter più tornare indietro.*
La tregua tra la Ragione ed il Caos durava da troppo tempo; quando si accorsero dell'errore, corsero ai ripari, e l'Immemore e l'Innocente si trovarono faccia a faccia, dopo anni di ricerche, per riportare la situazione in parità.
Un errore troppo grosso, la persona sbagliata, un imprevisto che non doveva assolutamente accadere.
Storia scritta nel 1997, e l'epico tentativo di riscriverla senza snaturarla.
Spero qualcuno apprezzi.
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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32. Questa storia non cambierà mai

Sull'aereo per Dublino, il giorno dopo, gli umori del gruppo erano tesi.
Dorian non rivolgeva minimamente la parola a Justin, badando di non voltarsi neppure quando questi parlava, ed aveva saltato il suo posto scambiandolo con Eddie, che si era prontamente riaddormentato, sotto i postumi martellanti di una sbornia che anni prima avrebbe sopportato con (quasi) nonchalanche. 

Justin aveva imputato il malumore del biondino al fatto che l'aveva piantato in asso alla festa e gli aveva messo a sua volta il broncio; non solo il suo mal di testa era di nuovo presente, anche se meno doloroso della sera prima, ma soffriva anche lui di postumi del party: possibile che Dorian non ci arrivasse a capire che mai e poi mai, se non fosse stato per un'urgenza, avrebbe lasciato nelle sue mani quella preziosa preda che era Dave Gahan?!
Avrebbe voluto dormire come Eddie, ma purtroppo era andato avanti a 'ricarichine' tutta la notte ed ora i nervi gli saltavano come cavallette; nonostante tutto il mal di testa lo stava corrodendo, ridotto ora a pulsazione sorde e ritmiche ma non meno fastidiose.

Shane si era stravaccato sulla poltrona a fianco di Dorian, inclinandola, e tutto faceva presupporre che appena si sarebbero staccati dalla pista di decollo si sarebbe messo a ronfare, incurante di tutti loro, proprio come li aveva abbandonati al party: in giro per Londra a troieggiare, quel grandissimo figlio di puttana, approfittando del nome che il loro disco aveva dato loro.

-Che io ho dato a loro-,pensò Justin, conficcandosi le corte unghie nel palmo nella mano, i pensieri cupi e frenetici alimentati dalla coca residua e dal mal di testa. -Che loro non avrebbero mai ambito a desiderare. Che non avrebbero mai avuto il coraggio di sognare.-

Inserì 'Velvet Wall' nel suo lettore cd, lanciando un' occhiataccia al sedile davanti, pensando che forse era l'unico ad aver capito la lezione del loro producer, che solo lui era il primo fan di sè stesso. A metà disco riuscì a rilassarsi, finalmente, e a produrre una parvenza di sonno, mentre sorvolavano il Mare d'Irlanda, o forse qualcosa di più visto che parlò anche, nella sua sottospecie di riposo agitato.
Questo si disse Dorian, quando, girandosi di sorpresa, lo vide addormentato, abbandonato come inerte sulla poltrona di prima classe dell'Aer Lingus.
Aveva sentito chiaramente una frase sibilargli nell'orecchio, come se il compagno fosse stato vicinissimo alla fessura dei sedili davanti.
Cercando rogne, visto la natura delle parole.

"...è un ottimo suono di chitarra ma non c'è altro..."
Ma, seppure nella sua bella testolina il chitarrista avesse tutte le ragioni per avercela con Justin, non pensò neppure per un momento che l'avesse veramente detto; il cretino era addormentato e lui conosceva,  (oh sì, proprio come aveva detto la sera prima)sì, conosceva un angioletto in bianco e nero che se avesse parlato troppo si sarebbe trovato un occhio nero al momento di scendere.

Quando passò l'hostess ordinò un bicchiere di whiskey, doppio, senza pensarci; non ci stava ad essere l'unico che dovesse preoccuparsi e pensare sempre per tutti, in quel gruppo di deficienti.
Si fossero arrangiati, d'ora in avanti. 
*
*
 A Dublino, per la prima volta in 24 anni di vita, Dorian Kierdiing dovette essere aiutato a scendere dall'aereo; Justin e Shane lo tenevano in qualche modo, dopo non essere stati rapidi ad evitargli una brutta caduta sulla moquette dopo il segnale di slacciare le cinture, mentre Eddie, completamente rinsavito, cercava freneticamente qualcuno del loro staff. 

Quella volta Monik Schreiber non era lì a salvare il loro culo, no, e se avesse visto il suo ex in quello stato, ridacchiante, inerte come un bambolotto e aromatizzato al buon whiskey irlandese, avrebbe di certo tirato fuori il suo famoso ghigno a falcetto e forse dato loro una mano a farlo scendere dalla scaletta. Con un calcio in culo dei suoi famosi tacchi 12 d'acciaio.

A pensare a quella circostanza, mentre il cielo di Dublino gli vorticava pericolosamente attorno, sopra la testa, come al solito gravido di maltempo,  Dorian si lasciò scappare una risatina e si attaccò quasi con la bocca all'orecchio di Shane, che si spostò un attimo per l'odore di alcool che emanava; Justin mancò di accendersi per l'incazzatura  solo grazie ad un miracolo, vedendo come era ancora ignorato, nonostante tutto. 
Il sottobosco dei suoi pensieri producevano immagini che gli balenavano, non viste, e scomparivano senza lasciare traccia, solo la vaga impressione di dover fare qualcosa. 

Mollare Dorian all'improvviso, oh sì.
Shane non avrebbe retto il peso da solo, senza preavviso, e se non avesse avuto il buonsenso di mollarlo... Beh affari suoi. Quel che contava era che il biondino avrebbe fatto una gran discesa.
Giù per la scaletta dell'aereo, sai che tombolo.
Che figura per l'angioletto biondo della rockband che ancora tutti amavano, sempre e comunque; scendere a quattro zampe e a sacco di patate perchè sbronzo marcio, il bravo ragazzo.

Vola, angioletto- gli suggerì una voce nella sua testa,ancora  troppo esile. -Come a Monaco. Vola giù dalle scale.-

Per fortuna era troppo occupato a scambiarsi urla di preoccupazione e nervosismo con Eddie e con le hostess per afferrare quel filo rosso troppo sottile, non riuscendo a far capire che dovevano far arrivare lì una macchina, checcazzo,entrassero pure in aereoporto con una fottuta Ferrari, ma questo non sta in piedi e non voglio ci rimetta quel poco di cervello che ha sulla vostra scaletta!!
-Ah, no?-
No!

Intanto Dorian andava avanti a tentare di comunicare con Shane, principalmente a risatine; l'alito dell'amico non era dei più gradevoli, ma se fosse servito a tenerlo buono, a fargli passare quella dannata voglia di non-collaborare che gli si leggeva nelle fiammelle ballerine dietro gli occhi verdi appannati ma scintillanti...
"Sai, Shane, pensavo che... che... ri-ricordi quando la...Monik!Quando Monik ci-ci ha salvato il c-culetto? Culetto!!", strillò, più che gaio.
Diavolo, stavolta Dorian se n'è presa una con i controfiocchi, pensò Shane, con una smorfia, pilotandolo per i primi gradini.- E dire che pensavo che Eddie e Justin avessero una brutta cera...-
"Sì, Dorian...", acconsentì, mentre anche Justin si portava alla loro altezza, cosa non facile su una scaletta di discesa d'aereo. 
"Beh, forse mi è venuta in mente... perchè... perchè?",si fermò Dorian, sul terzo gradino, facendo imprecare mentalmente Shane e mandando quasi a gambe levate Justin, nonostante i buoni propositi, che bestemmiò tra i denti. 
Inutile, il buon vecchio Dorian si era fermato, inchiodato, piantato, aveva messo radici sul terzo gradino del volo 2295 dell'Aer Lingus delle tre e cinquanta del pomeriggio ed aveva assunto un'espressione meditabonda, rivolgendo i solenni occhi verdi al cielo d'Irlanda, che prometteva fulmini e tuoni per tutti.
E tanta pioggia per tanto tempo.

Si riscosse e scese un gradino, ridacchiando, ovviamente con Shane e con Justin che fece il gradino con malagrazia, preso di sorpresa.
"Beh, mi ver-hic-verrà in mente! Comunque pensavo a Monik e... pensavo che stavolta... stavolta in-invece di salvarci il culo ce l'avrebbe piallato,ahahahahah!!", rise sguaiatamente Dorian, mentre un sollevato Eddie, in fondo alla scaletta, ed un se possibile più sollevato Justin, trascinato e fermato dall'impeto dell'amico su quella trappola di ferro, vedevano la macchina di servizio tagliare per le strade interne dell'aeroporto verso l'aereo. 

Shane fece per tenere bene Dorian e si apprestò a portarlo giù per altri due gradini quasi di peso, scambiandosi un'occhiata d'intesa con Justin, che non restasse troppo sorpreso dallo strattone, quando Dorian, mentre Shane era già in movimento e Justin si apprestava a seguirlo, ragliò un'altra risata al cielo e finalmente si girò verso l'amico che pareva aver dimenticato a Londra.
"Ah, sìììììììììììììì, ecco perchè mi è torn-tornaaata in mente! Justin ha letteralmente sbattuto contro Katryn pur di correre a farsi di coca, ahahahah!",e, colto di sorpresa dalla perfidia della battuta e dalla maestrìa del tempismo con il quale l'aveva lanciata, Justin si pietrificò;anche Shane si pietrificò, ma ormai due gradini sotto e Dorian, il cui braccio passava attorno al collo di Justin, lo trascinò con sè e...

Ci mise anche del suo o fu solo forza d'inerzia?
Ci ha messo del suo, eccome no; mi ha steso in tre mosse: mi ha sorpreso parlandomi di Katryn, mi ha fatto passare come un drogato di merda davanti a Shaney e mi ha tirato di sorpresa! Un colpo di maestro alla Dorian Kierdiing come non se ne vedevano da cinque anni! 1-2-3 knock out!-, pensò poi amaramente Justin, anche lui su un'auto di servizio per allontanarsi dall'aereoporto. 

Fosse stata forza d'inerzia o forza d'inerzia più uno strattone imponente di Dorian, Justin non riuscì a trattenersi; riuscì a fare un gradino e poi il metallo gli mancò sotto i piedi: aveva perso l'appoggio, tenuto fino a quel momento con i denti, con le unghie e con i nervi iperattivi della coca e Dorian, quello era sicuro, era stato lesto a mollarlo.
Cadde faccia avanti sulla scaletta di metallo dell'Aer Lingus, pestando uno zigomo, riuscì in un'elaborata capriola involontaria senza troppi danni, solo sbucciandosi i palmi -ma ohcomebruciava!- e finalmente, dopo altri due gradini fatti con malagrazia ma con la speranza di fermarsi, la caviglia si impigliò in un gradino e si torse dolorosamente, facendogli cacciare un urlo e affiorare subito, nonostante il clima, goccioline di sudore. 

Dall'alto, con Shane ancora ghiacciato sul gradino,che teneva ora Dorian con entrambe le braccia, arrivò una risata stridula e maligna.
Sembrava impossibile che l'avesse lanciata il suo chitarrista angioletto, il loro passerotto, ma così era; gli occhi di Dorian erano gemme dure e scintillanti di furbizia, mentre Justin tentava di rialzarsi, trafitto ora anche dal mal di testa che finalmente, come un bubbone infetto, gli era esploso e che quelle risate alimentavano come non mai, per non dire quello che dopo gli urlò, al culmine della gioia malefica, il suo chitarrista.

Oh, Dorian, il ragazzo biondo che suonava nella band
Dorian, che sapeva essere così... stronzo.
Dorian, il loro angioletto che non avrebbe mai voluto far male a nessuno.
Dorian, che colpiva solo con la chitarra, si erano sempre detti.

"LA DROGA TI FA MAAAAALEEEEEE, AHAHAHAHAHAH, TI FA MALEEEEE, SONO ANNI CHE TE LO DICO!!!"
Fece un altro gradino, stavolta con Shane che lo seguiva, quasi un'appendice inutile ,da sostegno indispensabile che era stato nel farlo camminare, e finalmente disse quello che pensava, sempre in un'altra grandiosa esplosione di allegria marcata DorianKierdiing-Purospasso!
"Da Monaco a Dublino, ragazzo mio, da aereo ad aereo... La storia non cambia!Ahahaha!Questa storia non cambierà maiiiii!"

Justin, risollevatosi in qualche modo, ringhiò quasi, ma non era in condizioni di correre su per la scaletta, prenderlo per il collo e...
-...ucciderlo. Subito. Affanculo tutto, ammazzarlo e finire questa storia!!Tutte le storie, di qua e di là ed anche più in là!-
...fargli lo stesso scherzetto, schiantandogli un braccio, magari.

Eddie, che corse a soccorerlo, pensò solo, con una punta di sollievo, che almeno uno era sceso dall'aereo. 
Almeno quello.
*
*
Il giorno dopo, in sala prove, si affrontarono solo Eddie e Shane; dopo qualche improvvisazione poco convinta, con Shane al microfono, si sedettero sul divanetto, accantonando le bacchette ed il basso.

Il silenzio gravava su di loro da dieci minuti, quando Eddie sbottò, prevedibilmente; se c'era uno che sarebbe sbottato, lì, in assenza degli altri due stronzi, sarebbe stato Eddie, non di certo Shane. 
Era quasi orripilante vedere come i ruoli che si erano dati anni prima, quella sorta di maschere viventi, erano puntualmente rispettati con tempi e modus quasi perfetti, insaccandoli in ruoli e clichè nella loro piccola famiglia.
 Almeno fino al giorno prima.  Fino a quando Dorian si era trasformato nel Justin più sadico e macchinoso che conoscevano, con quella assurda allegria alla DorianKierdiing che se di buonumore (o sbronzo) avrebbe trovato divertente anche una tortura medievale, e Justin... Era rimasto Justin, ma non aveva stranamente protestato, quando Eddie l'aveva caricato in una macchina diversa e spedito via.

"Cristo,Shane!", esplose, come predetto, Eddie.
Ma era un colpo a vuoto, solo per far parlare l'amico; cosa pensavano entrambi non c'era neppure bisogno di dirlo. Che erano fottuti, con quei due di nuovo ai ferri corti.

"Lo so, Eddie.",sospirò, infatti l'amico . "C'è modo di venirne a capo? Justin è davvero drogato? E se lo è, a che punto lo è? Come una volta? E Dorian? Dorian come è messo?", sintetizzò Shane, una mano a sostenere il mento, pensieroso. "Dorian l'ha spinto? Quanto è messo male lui?"
"Justin si è fatto, non ci sono dubbi.", borbottò Eddie, dalle profondità del divano dove sembrava voler diventare tutt'uno. "L'ho visto alla mattina. Occhio sinistro iniettato di sangue ma sosteneva di avere mal di testa. Dorian... Dorian sembrava ok. Ok, come no....",sospirò, prima di continuare."Fino all'aereo. Lì..."
"Ha bevuto mentre noi dormivamo. E tende a farlo in sala prove. Ricordi le prove in arena? Quante prove abbiamo sospeso perchè stava male?"
"E quando ha vomitato a lato del palco?",ricordò Eddie. "E' successo più di una volta."
"Justin... abbiamo solo le parole di Dorian e Dorian non è affidabile quando si parla di queste cose.",scosse la testa Shane, abbacchiato. 
Non avrebbe dovuto andarsene, dopo le premiazioni.
Sarebbe dovuto rimanere lì con loro, a fare la guardia...
-A chi?! Hanno 24 anni, non riuscivi a frenarli neanche a scuola, quei due! Guarda Dorian, ieri ce l'avevi letteralmente in mano eppure ti è sfuggito quel che stava macchinando e forse...
...forse ha sfasciato un gruppo.- concluse, mesto.
"Non possiamo fare un tour in queste condizioni.", dichiarò Shane, alzandosi in piedi, sicuro e forte come una roccia, ma vibrando internamente.
Voleva rompere la faccia di Justin e, se ne avesse avuto tempo, anche quella di Dorian, per aver alzato quella cortina non perfetta ma che erano riusciti a fare calare con la lavorazione del disco, rivelando i mostri oscuri che da tempo si portavano dietro; per aver mostrato loro il nero. Il loro muro di velluto.
Le loro carenze. 
Grande band, brutte persone; erano certi non sarebbe successo a loro, quando erano adolescenti. 
"Non possiamo.", ribadì, come se qualcuno lo avesse contraddetto. "Non siamo sicuri di Justin e non glielo strapperemo mai dalla bocca finchè non sarà arrivato al livello più basso di... miseria. Il problema di Dorian invece è palese.",e si passò una mano che iniziava a tremare davanti alla bocca. "Non possiamo fidarci di lui."

Eddie, che saltuariamente a qualche party esclusivo aveva anch'esso tirato di cocaina (e ovviamente bevuto a fiumi), sospirò, pronto a prendersi le sue colpe e comunque a confermare le parole di Shane.
"Io non sono di certo la persona più in grado di dare giudizi, lo sai... Bevo come una spugna ogni altra sera, e ci ho messo anche io il naso, però come si sta dando da fare Dorian...", rabbrividì. "E' come se volesse scacciare qualcosa di brutto. Dovrebbe farsi aiutare. Cazzo, dovrebbero farsi dare una mano tutti e due!", sbottò. "E comunque a Dorian manca evidentemente il senso della misura. No, neanche io mi fido di lui."
"Io sì."
Il muoversi silenziosamente, superata la fase dolorosa della goffaggine adolescenziale, aveva sempre fatto parte di lui, innatamente; come il saper cambiare registro di voce velocemente, come controllarla meglio di tutti loro: d'altronde non era il loro cantante?
"Se non siete sicuri di Dorian, tanto vale che buttiamo quel disco nel cesso.", sibilò maligno Justin dall'ingresso dalla control room, avanzando zoppicando a fatica ma con l'aria di non volersi fermare neanche di fronte ad un muro.

La caviglia non era rotta, si era solo storta; lo zigomo pesto e lacerato ed il livido che si andava allargando, prendendo l'occhio, il labbro superiore gonfio e le mani scorticate lo facevano sembrare uno scampato ad un disastro naturale, ma non era così grave da aver mai messo in dubbio il tour.
Aveva riflettuto e, dopo aver riposato nel suo nuovo appartamento, si era diretto in sala prove, dove li aveva sentiti.
Era quasi incredulo che dubitassero più di Dorian che di lui e se all'inizio ne era stato malignamente soddisfatto, il pensiero che quella preoccupazione facesse saltare tutto l'aveva spinto a difendere l'amico. 
Nonostante tutto.

"Dorian è messo male con l'alcoo, sì, beve; ma tirerà avanti, come ha sempre fatto.", sentenziò, sedendosi finalmente al divano, con una smorfia. "Dorian non è in discussione.", disse  tagliente, con un gesto rapido di mano per traverso, come a chiudere la questione.

Shane ed Eddie tacquero, sentendosi come colpevoli, mentre Justin, con fastidio, controllava la voluminosa fasciatura alla caviglia.
"Tempo tre settimane e la toglierò. Non è rotta. Possiamo giustificare il ritardo con l'aggiustamento della tabella di marcia.", e sorrise, riuscendo quasi convincente anche con quello zigomo pesto. "In fondo abbiamo quasi quintuplicato gli shows. Ci basta solo un po' di rodaggio. Dovreste essere impazienti, non tirare il culo indietro.", sentenziò, quasi gelidamente, fissandoli. "Dorian non baderebbe a niente e ci si tufferebbe a pesce. E voi?"
"E tu?", si fece sentire Dorian, echeggiante, dall'uscita di sicurezza. Cupo, avanzò senza un'ombra di zoppìa, mal di testa o malessere fisico di qualsiasi genere e per un momento Justin volle poterlo -uccidere!- odiare. 
Forse un po' ci riuscì, ma non quel tanto che voleva, dannazione a lui.
Dannazione a Dorian. 
Dannazione a Dorian che gli si parò di fronte, bello dritto e splendente, i capelli che come sempre mandavano schegge luminose in quell'ambiente tetro.
Come non avesse mai, neppure col pensiero,  tentato di fracassargli il cranio buttandolo giù da una scaletta d'aereo.

"Diciamo che ti ringrazio per la fiducia datami, Swanson...", si sporse col busto, arricciando le labbra.
"Non è necessario.", lo fissò negli occhi Justin, scintillando e dandogli battaglia.
"...e grazie per aver difeso la voglia effettiva che ho di andare in tour. Ma in realtà un dubbio ce l'ho. E sei tu.", sibilò Dorian, a denti stretti.

Justin si alzò, faticosamente ma senza esitazioni di sorta -ma soffriva, vero? Oh-come-soffriva!-, lentamente ma senza fermarsi finchè fu faccia a faccia col suo migliore amico, nel solito duello di occhi che li incatenava senza tregua da più di sei anni. 
-Sono otto anni che ci vogliamo male e bene, bene e male... potremmo smetterla, ora?-,pensò, quasi esausto, nella sua testa. -Dio, Dorian, Personal Jesus, ti voglio bene da far male, fa male e fa bene, e ci stiamo esaurendo... Quanto durerà questa storia?- 
Non finirà mai, gli rispose un tocco funebre. Mai

"Vuoi che te lo dica o vuoi spingermi giù dalle scale antincendio, Kierdiing?", gli soffiò, bassissimo. 
In quel momento Justin stava rischiando tutto; che Dorian prendesse e se ne andasse, mettendo fine alla loro 'carriera' e alla loro amicizia. Che rifiutasse il fatto, attecchendo ancora più ripercussioni maligne nel loro immediato futuro. Che lo accusasse di essere un ipocrita e di voler sfruttare la posizione di vantaggio che aveva su di lui. 
Quante rogne in meno se lui non ci fosse...Se non ci fosse mai stato...
-Non avremmo nemmeno iniziato, se non ci fosse stato lui.-,pensò in un botta e risposta con la sua mente, mentre iniziava a strofinarsi la tempia sinistra, in un gesto che gli era ormai diventato abituale. 
Il suo dannato mal di testa... sembrava nutrirsi di quelle cose. 

Fortunatamente Dorian ebbe il buonsenso di arrossire e fare un passo indietro, sulla difensiva.
"Non volevo... ma ero fuori di me. Al pensiero che ci fossi... che l'avessi..."
"Allora chiedimelo, perchè mi sta scoppiando un mal di testa e non vorrei trascinarmelo a lungo. Vorrei prendere un paio di antidolorifici per la caviglia e per la zucca.", sibilò Justin, a occhi chiusi. 
"Tu...",ed esitò, guardando Eddie e Shane, come spettatori allibiti. Inutile, niente aiuto da quella parte. Dorian prese fiato. "Come sei messo? A che livello...quanto in basso sei?"
"Hello, how low, eh?", sorrise senza allegria Justin, sempre ad occhi chiusi, per poi sospirare. "Sono stato preso dalle prime avvisaglie di questo tremendo mal di testa mentre tu parlavi di Anton Corbijn con Dave e Martin -avvertì un moto di stupore da parte di Eddie, che si era perso quella scena- e intanto che cercavo un bagno per mandare giù un paio di aspirine si è fatto tanto forte da non vederci.", si risedette, stavolta con più fatica. "Quando sono arrivato al bagno non ho pensato: mi hanno passato una cannuccia, soffrivo, ho sniffato. E' stato istintivo, come anni fa. Sniffa e passa tutto.",ed aprì gli occhi in uno sguardo abbacchiato, facendo fare un salto quasi a Shane. 
L'occhio sinistro era quasi del tutto iniettato di sangue.
Cosa che non sfuggì neanche a Dorian, che si limitò ad allargare gli occhi, ed ad Eddie, che si lasciò fuggire un 'Dio santo!' volante.
"Che avete?"
"Tu, Ziggy... Tu.", rispose debolmente Eddie, come tanti anni prima. 
Migliaia di anni prima.
"Io che? Volete una dichiarazione giurata? Ve la firmo col sangue, cazzo!", si innervosì Justin, fraintendendo. Tutti e tre lo guardavano. 
Dorian scosse il capo, impressionato anch'esso e...  Era paura quella che aveva? Rimorso?
Forse Shane aveva ragione, ma per i motivi sbagliati; con Justin in quelle condizioni non sarebbero potuti andare da nessuna parte senza che ci rimanesse secco in poco tempo. 
Non si intendeva di cefalee, ma se in poche ore un mal di testa poteva fare un danno simile, la questione della droga passava in secondo piano. Nonostante tutto, non potè evitare a sè stesso di confermare ciò che aveva detto Justin.

Era la loro vita.
La loro dannata musica.
Era ciò che li aveva tenuti assieme e li aveva dannati, forse per sempre.
"Partiremo appena la gamba di Justin sarà a posto. Parlerò io con Quentin, oggi, e con l'Universal. Non possono mandare a puttane un tour simile.", affermò, deciso, e nel farlo sembrò crescere di un paio di centimetri; orgoglio, superbia, la consapevolezza di aver ripreso le redini del suo gruppo e forse una certa smania che tutti, lì dentro, condividevano, anche se in misure diverse.
"Verrò anche io.", si parò deciso, Shane.
"Ed io chi sono, il figlio della serva?", sottolineò con allegria Eddie. "Non voglio perdermi una predica di Quentin manco morto!"
"Grazie.", sospirò Justin, a nessuno in particolare, chiudendo gli occhi.

"Justin?", sentì la voce di Dorian, tornata normale, soffice e dolce, dopo quei giorni.
"Sì?"
"Fatti controllare anche quel mal di testa, oltre che la caviglia. Non mi piace."
"Certo."

Sapevano tutti dove sarebbe finita la raccomandazione di Dorian, con un tour imminente in arrivo; Justin avrebbe spacchettato la gamba, sarebbe andato avanti ad aspirine o medicinali sempre più forti ma non avrebbe mai pregiudicato la possibilità di partire. Sarebbe tornato a farsi, forse, e di roba ben più tosta pur di tirare avanti, ma sarebbe stato impossibile fermarlo.

-Dovevo rompergliela quella gamba, anzi rompergliele entrambe.-, pensò Dorian, stizzito a quei funesti pensieri.
Non inauguravano solo un tour; forse stavano per inaugurare la condanna di entrambi. 

Grazie a Calipso_oh mia beta reader e donna che sopporta le mie scocciature ed incertezze ogni volta che un capitolo le arriva, con tanto di messaggi vocali ansiogeni! Mia calmante! 
Una cosa che la povera Jo_the_Ripper ricorda (peggio io che un esame di anatomia in due giorni)

Beh, mi è stato detto che è stato un bel ribaltone (chiedete a Justin come eseguirlo), insomma Dorian che si trasforma in strega... Non è tanto giusto il ragazzo, hein?
Chi vivrà vedrà per attendere sviluppi! 
Perchè sviluppi ci saranno, tanto l'avete capito, ormai, no?

QUESTA STORIA NON FINIRA' MAI
 
   
 
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