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Autore: melhopes    19/06/2014    1 recensioni
-SEQUEL DI "FOR A LITTLE WHILE"-
Sono passati due anni.
Melania è ormai all'ultimo anno di liceo.
Harry è sempre più incline al vagabondaggio grazie al successo riscosso dalla band.
Lei non l'ha dimenticato.
Hanno avuto il loro "Per un po' ", ma non è bastato.
Cosa accade quando si desidera il "Per sempre"?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Maggio 2014)

La telefonata alle cinque e trentadue, per Melania, fu anche peggiore della detestabile sveglia prevista un’ora più tardi.
 
<< Pronto >> pronunciò con voce impastata, incerta avesse realmente premuto il tasto verde.
 
 << Che voce! Che cavolo hai fatto? >> una voce maschile le sfondò un timpano.
 
Si lasciò andare ad un lamento. << Hai idea di che ore siano? >> gli si rivolse trascinando le parole.
 
 << Mhm…dal momento che mi stai ponendo questa domanda immagino sia presto >>
 
 << Fuochino >>
 
 << Molto presto? >>
 
 << Fuoco >>
 
 << Ti richiamo? >>
 
 << Ti voglio bene >> e attaccò.
 
Alla meglio cercò di riadagiare il cellulare sul comodino e, voltandosi, tornò a dormire accoccolandosi a Harry.
 
 
 
 
 
 
*Harry’s POV*
<< Mel, ti sta suonando la sveglia >> si lamentò, aprendo a fatica un occhio.

<< Scusa amore. Vengo a spegnerla >> rispose con voce squillante.
 
In quel momento si rese conto fosse già sveglia da un po’ e non più al suo fianco come aveva creduto. Sentì i suoi passi avvicinarsi e, immediatamente, la sveglia cessare il suo strombazzare. Si stropicciò gli occhi.
 
 << Pensavo fossi ancora a letto >> le disse.
 
 << La mia sveglia ha suonato già da un po’. Questa era per te >> e salì sul letto per allungarsi a baciargli la fronte mentre lui si metteva a sedere.
 
 << Oh, grazie >>
 
 << Scusa. Una parte di me ha pensato ti sarebbe piaciuto far colazione insieme prima che andassi a scuola >> si giustificò.
 
 << Ti accompagno io >>
 
 << Cosa? >>
 
 << Voglio accompagnarti >>
 
 << Sei sicuro? >>
 
 Gli sembrò incerta del fatto fosse una buona idea. << Qualcosa non va? >>
 
 << No, sono solo un po’ preoccupata >> ammise.
 
 << Per me? >>
 
 Lei annuì e gli parve la visione più tenera della giornata, probabilmente perché era appena iniziata.
 
 << Sta tranquilla, non mi farò vedere >> e, per scherzare, si coprì il viso con le mani per poi aprirle di scatto.
 
 Gli sorrise prima di rispondere con un: << Devi sbrigarti allora >> e baciargli la guancia.
 
 << Ora non mettermi fretta >> finse di lamentarsi.
 
 << Non sono io, è la scuola a farlo >> scherzò.
 
 << Devi andare per forza? >>
 
 << Ci stai ripensando? >>
 
 << No, era una domanda. Non puoi rimanere con me? >>
 
 << Non avrei dovuto svegliarti >>
 
 << Perché? >>
 
 << Mi tenti >>
 
 << E’ mio dovere >> scherzò a sua volta.
 
 << Smettila, sbrigati >> lo rimproverò bonariamente.
 
 << Mi alzo, mi alzo >> rispose seccato, infilandosi i boxer.
 
 << Così ti voglio >> lo prese in giro.
 
 << A che ora devi essere lì? >>
 
 << Si entra alle 08:15 >>
 
 << Che orario indecente! >> e se ne finse scandalizzato.
 
 << Concordo in pieno >> e lasciò la stanza per tornare in bagno a truccarsi.
 
<< No, davvero. E’ improponibile >> continuò.
 
 << A day in the life! >> esclamò lei con ironia, rifacendosi ad un vecchio video diary dei 5 Seconds of Summer.
 
 << Mi ero dimenticato di quanto fossi simpatica >> rispose rasentando il sarcasmo.
 
 Rise. << Vai a mangiare prima che si raffreddi del tutto >> lo intimò, coprendosi il viso con un sottile strato di fondotinta.
 
 << Cosa mi hai preparato? >> si informò.
 
 << Latte >>
 
 << E cereali? >>
 
 << Mi sembra più che ovvio >>
 
 << Vado! >> e si precipitò in cucina.
 
 Lei sorrise ad udirne il chiasso, immaginandosi la scena a cui non poteva assistere. Per qualche minuto non aggiunsero altro.
 
 << Ti stai truccando? >> il suono della sua voce squillante sull’uscio la fece sobbalzare.
 
 << Mi hai fatto spaventare >>
 
 << Non hai bisogno di tutta quella robaccia >> continuò, ignorando la precedente esclamazione.
 
<< E i tuoi cereali? Hai già finito? >> si incuriosì.
 
 Scosse la testa.
 
 << Muoviti >>
 
 << Sì! >> e scomparve per fare ritorno, poco dopo, con la tazza tra le mani intento a mangiare.
 
 Lei, guardandolo di sottecchi, sorrise.
 
 << Sai, per passare più tempo possibile con te >> si giustificò lui scherzando.
 
<< Aiutami a scegliere il rossetto >> cambiò discorso.
 
 << Cos’altro devi mettere? >> quasi la canzonò mentre masticava.
 
 << Non si parla con la bocca piena >>
 
 << Me lo rendi impossibile >> ingoiò e lasciò ricadere il cucchiaio nel latte.
 
<< Quale metto? >> gli chiese mostrandogli due rossetti.
 
 << Nessuno dei due >> rispose rapido.
 
 << Non è un’opzione >>
 
 << Mi piace andare oltre >>
 
 << E dai >>
 
 << Non esiste >>
 
 << Allora scelgo da sola >>
 
 << No >>
 
 << Sì >>
 
 << No >>
 
 << Allora scegli tu >>
 
 << Mi stai costringendo? >>
 
 << Era nei miei piani >> e sorrise alquanto maliziosa.
 
 << Allora uno molto chiaro. Il più chiaro che hai >> si arrese, infine e lei ne sorrise perché, in un modo o nell’altro, aveva trovato il modo per vincere e farle sembrare il contrario.
 
 << Astuto, Styles. Davvero >> gli rispose e obbedì mentre l’altro rideva sotto i baffi dopo l’ultima cucchiaiata di cereali.
 
 << L’ho sognato o qualcuno ti ha chiamato stamattina? >> le si rivolse poi.
 
 << Sai che stavo pensando lo stesso? >> e lo guardò mentre strofinava le labbra per fissare il rossetto color nudo. << Però se hai avuto la stessa impressione dev’essere successo davvero >> continuò, posando il rossetto nel beauty e afferrando il cellulare.
 
 Controllò nel registro chiamate e constatò che quella telefonata, di cui entrambi ricordavano confusamente l’esistenza, era davvero avvenuta.
 
 << Indovina un po’? >>
 
 << Cosa? >>
 
 << Era Mikey >> e bloccò nuovamente il telefono per rimetterlo al suo posto.
 
<< Michael? >> chiese stranito.
 
 << Sì, lui >>
 
 << Cosa voleva? >>
 
 << Non lo so. Ricordo solo che l’ho mandato via in fretta >> ammise.
 
 << Se vuoi lo richiamo io >> si propose.
 
 << Come vuoi >> e si strinse nelle spalle.
 
 << Magari dopo >>
 
 << Hai finito? >> gli chiese vedendolo sorseggiare.
 
 << Quasi >> rispose abbassando la tazza che gli copriva metà viso.
 
 Gli si erano formati due adorabili baffi di latte sul labbro superiore.
 
Lei sorrise.
 
<< Cosa? >> chiese lui, senza capire.
 
 Gli si avvicinò e, tentata, lo baciò in quel punto.
 
 << Mi hai riempito di rossetto >> si lamentò quando lei si fu staccata, pulendosi il labbro con la mano.
 
 << Ne valeva la pena >> commentò con un sorrisino.
 
 << Perché? >>
 
 << Avevi dei baffi carinissimi >>
 
 Lui sorrise e la baciò a sua volta, fregandosene del rossetto. << A che ora esci? >> le chiese una volta staccatosi dalle labbra carnose di lei.
 
 Sorrise. << La cosa divertente è che non sono nemmeno entrata >>
 
 Lui continuò a fissarla, attendendo che rispondesse.
 
<< Alle 13:15 >> continuò lei, intuendolo.
 
 << Saranno cinque ore lunghissime >>
 
 << Non te la cavi male in matematica >> lo prese in giro, vista la rapidità da lui impiegata per eseguire il calcolo.
 
 Per tutta risposta l’afferrò in vita e prese a solleticarla.
 
 << No, lasciami >> pronunciò tra i risolini, dimenandosi appena.
 
 << Non ti lascerei mai >> sussurrò nel suo orecchio.
 
 Lei si fermò, toccata dalla dolcezza di quelle parole. << Mi ami? >> chiese lei, allo stesso modo, allontanando leggermente la testa per poterlo ammirare.
 
 << Puoi giurarci >> affermò deciso.
 
 Tale atteggiamento la disarmò. << Ripetimi ancora perché devo andare a scuola >> e la sua bocca si aprì in un sorriso.
 
Lui lasciò la presa. << Lo fai per la tua cultura… >>
 
 << …e perché quest’anno ho un esame >> aggiunse.
 
 << Vedi? Lo sai già, non c’era bisogno te lo dicessi >> e allargò le mani.
 
 << E’ tutto più bello detto da te >>
 
 << Okay, fermiamoci qua >> esclamò.
 
 << Perché? >>
 
 << Più andiamo avanti e più mi passa la voglia di portarti a scuola >>
 
 << Okay, allora fermiamoci >> concordò con un risolino.
 
 << Sarà meglio che vada ad infilarmi qualcosa >> convenne lui.
 
 << Vuoi farti una doccia prima? >>
 
 << Non voglio rischiare di farti far tardi >>
 
 << Ma che carino >> e si allungò per un lieve bacio.
 
 Lui le sorrise, una volta staccatosi, e tornò in camera. Si fermò a pochi passi dal letto, si guardò intorno e si passò una mano tra i capelli castani. Con lo sguardo, recuperò mentalmente i suoi vestiti. La notte precedente li aveva sfilati alla bell’e meglio, senza curarsi più di tanto della disposizione. Lei aveva voluto fare l’amore con lui. Non sapeva come mai le fosse venuto in mente proprio in quel momento, né perché avesse voluto farlo ma ne era stato felice. Sorrise e si voltò, con ancora addosso quell’espressione, verso la cucina. Inaspettatamente la trovò immobile sull’uscio dell’altra stanza a sorridergli allo stesso modo.
 
 << Cosa c’è? >> chiese lei.
 
 << Nulla, sei bellissima >>
 
Un risolino imbarazzato attraversò le sue labbra prima che distogliesse lo sguardo, per lo stesso motivo.
 
 << Non stare lì a fissarmi, mi farai emozionare >> continuò, facendo un po’ lo stupido.
 
 << Vuoi che vada via? >> gli domandò, indicando la porta alle sue spalle.
 
 << Sì, magari >> la vide, quindi, dirigersi in cucina e si voltò di conseguenza.
 
<< Niente di troppo sexy! >> la sentì urlare.
 
 Sorrise mentre sistemava i vestiti della sera prima in un unico punto. << Sarà difficile >> le rispose allo stesso modo, scherzando.
 
 << Lo so, cavolo! >>
 
Rise. << Vedrò di non farti sfigurare >> le si rivolse senza perdere il sorrisino che lei, distante, poteva solo udire nel suo tono.
 
 << Oh, ma grazie >> rispose con il suo solito sarcasmo.
 
 Scelse un jeans pulito dalla valigia e lo infilò di tutta fretta.
 
<< Mamma >> le sentì dire.
 
 Stranito si chiese di cosa stesse parlando e si allungò sull’uscio per poterla udire meglio.
 
 << No, vado. Mi accompagna Harry, si sta vestendo >> capì solo il suo nome posto nel bel mezzo di una frase in italiano e convenne stesse conversando con sua madre.
 
 Pensando che, a breve l’avrebbe scoperto, tornò alla valigia aperta per prendere una maglia. Appena l’ebbe scelta, i suoi occhi caddero sull’armadio semi-aperto. Gli parve di scorgere qualcosa di familiare al suo interno, così si avvicinò restando ancora a torso nudo. Aprì del tutto l’anta e notò quella che una volta era stata la sua maglietta grigia degli Iron Maiden. Sorrise a vederla lì, tra tutte quelle altre maglie come se quello fosse sempre stato il suo posto, come se quella t-shirt non fosse mai appartenuta a nessun altro ma fatta su misura per lei. Si ritrovò bloccato in un breve ma intenso flashback. Ricordò l’ultimo giorno in cui l’aveva vista sorridere, l’ultimo giorno in cui l’aveva stretta come meritava. Il giorno sulla spiaggia quando quella maglia aveva ufficialmente cambiato proprietario. Ricordò e gli fece male. Quel ricordo, sommato alla promessa fatta a Paul, un mese prima, e a Niall, poco prima della partenza, gli diedero la giusta motivazione. Avrebbe dovuto dirle la verità. Lei aveva tutto il diritto di sapere.
 
 << Mia madre si è preoccupata… >>
 
La sua voce, vicina, lo fece rinsavire portandolo a voltarsi dalla sua parte.
 
 << …cosa ci fai davanti al mio armadio? Se ti serve una maglia, basta chiedere >> continuò con un risolino.
 
 Le sorrise e scosse la testa. << No, ho visto la maglia e… >> non proseguì.
 
 << Quale? >> si avvicinò per sbirciare. << Ti avevo già detto di averla tenuta >>
 
 << Fa tutto un altro effetto vederla >>
 
 << Se vuoi, la metto per accompagnarti >> pronunciò.
 
 La trovò una cosa dolce e le circondò il bacino con le braccia da dietro, allungandosi a baciarle la guancia.
 
 << E’ un “Mi farebbe piacere”? >>
 
 << Decisamente >> sussurrò con voce leggermente roca.
 
 << Affare fatto >> rispose ponendo le sue mani su quelle di lui per stringerlo a sua volta.
 
 << Che stavi dicendo quando sei entrata? >> le chiese lasciandole un tenero bacio sulla mandibola.
 
 << Ah, sì. Mi ha chiamata mamma per accertarsi che andassi a scuola. Sembrava preoccupata potessi rimanere a casa per te >>
 
 << Mi considera una distrazione? >> e la baciò di nuovo, scendendo appena.
 
<< Non puoi negare che, così facendo, tu lo sia >> ammise mozzafiato.
 
 Sorrise mentre continuava a baciarla delicatamente.
 
 << Harry… >> pronunciò lieve.
 
  << Mi ami? >> e, chiedendoglielo, sollevò il capo.
 
 << Certo >>
 
 << Dillo >> le richiese con un sussurro nell’orecchio.
 
 << Ti amo, Harry >>
 
 La baciò un’ultima volta, sulla mandibola, poi lasciò la presa. Aspettò che si voltasse e, quando gli occhi di lei si fissarono nei suoi, le disse: << Ti amo anch’io >> la vide sorridergli quasi imbarazzata. << Cosa c’è? >>
 
 << Ancora non ci credo >> ammise.
 
 << Ma ti amo sul serio >> ribatté.
 
 << No, non parlavo di questo. Ancora non riesco a credere che tu sia qui con me, per me >>
 
 << Sei stupida a sorprenderti >> e le baciò la guancia.
 
La sentì sorridere per il solletico causatole dalle ciglia di lui a contatto con la sua pelle. Si allontanò dal suo viso per infilare la t-shirt consapevole del fatto che, se avesse continuato a starle così vicino, stringendola a sé o baciando quelle labbra rosee, non l’avrebbe più portata a scuola.
 
 << Abituati a tutto questo >> le si rivolse.
 
 Lei non rispose, aspettando proseguisse.
 
 << Io non vado via, non interamente >>
 
 << Lasci qui la testa? Sarebbe carino avere il tuo bel visino con me ma anche altrettanto inquietante >> scherzò.
 
 << Il cuore, amore. Parlavo del cuore >> e si lisciò la t-shirt.
 
 << Dimmi come faccio a non riempirti di baci >> gli rispose con un sorrisino apparendo visibilmente combattuta.
 
 << Uno >> e mimò il numero con la mano, nascondendo a stento un risolino compiaciuto.
 
 Lei si allungò e posò lievemente le sue labbra su quelle di lui, intenzionata a staccarsi in un secondo. Lui, però, le rovinò i piani inserendo la lingua.
 
<< Harry! >> lo rimproverò.
 
 La fissò con aria interrogativa.
 
 << Non vale >> continuò.
 
 << Era uno >>
 
 << Sì, ma non uno…semplice >> ribatté, faticando per trovare un termine appropriato.
 
 << Semplice? >>
 
 << Beh, non uno da cui ti staccheresti facilmente >> chiarì.
 
 << Non si era mai detto dovesse esserlo >> e sorrise. << Devo dirti una co… >> continuò, ma si bloccò di colpo.
 
 << Cosa c’è? >>
 
 << Ne parliamo dopo, stiamo facendo tardi >>
 
 << Tu stai facendo tardi >> precisò.
 
 << Devi sempre incolparmi, eh? >> le chiese con un risolino recuperando le scarpe sotto il letto.
 
 Sorrise a sua volta. << Ti aspetto fuori >>
 
 << Ci metto due secondi >> la rassicurò, infilandosi la prima saltellando.
 
 La guardò lasciare la stanza  e non poté fare a meno di sentirsi felice. In quel momento, non avrebbe saputo desiderare di meglio. Non avrebbe nemmeno potuto pensare esistesse qualcosa di meglio. Era deciso a dirle tutto. E l’avrebbe fatto nel modo migliore, una volta lei fosse tornata da scuola. Infilò anche la seconda scarpa, immerso nei suoi pensieri. Afferrò una camicia al volo e andò dritto in cucina. Non trovò le chiavi della macchina.
 
 << Hai preso tu le chiavi? >> urlò, sperando lo sentisse.
 
 << Stai parlando con me? >> e si avvicinò al portoncino semi aperto, infilando appena la testa all’interno.
 
 << Hai preso tu le chiavi? >> ripeté.
 
 Per tutta risposta lei le fece tintinnare all’altezza del suo seno. << Guido io >> chiarì in seguito.
 
 Provò a convincerla con uno sguardo.
 
 Lei scosse la testa schioccando la lingua. << Non esiste >> aggiunse.
 
 Si rassegnò, pensando fosse la testarda più bella avesse mai incontrato.
 








SPAZIO AUTRICE: Buon pomeriggio a tutti! Oggi ho fatto la seconda prova e, essendomi liberata, sono venuta a controllare sul sito. Il capitolo ha raggiunto le visite che avevo richiesto (?), quindi mi affretto a pubblicare. 
Spero non me ne vogliate ma ho diviso il capitolo in due parti e, questa, è la più corta. Vi assicuro che pubblicherò presto anche la seconda. 


Rimaniamo per le 60 visite e 1 recensione? Almeno prendo tempo. (La seconda parte è pronta ma devo prepararmi per la terza prova di lunedì ed è un po' ardua visto che ho quattro programmi pesanti da fare. Pregate per me se avete tempo lol)


Buon proseguimento di giornata. Per qualsiasi cosa, sono qui. Vi voglio bene <3 
  
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