Serie TV > Dr. House - Medical Division
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Autore: LadyLisaLaurie    16/08/2008    3 recensioni
Un ricatto!Un ricatto bello e buono, ma non da parte di House eh no...sarà Cuddy questa volta a ricattarlo! E' nata come one-shot, ma dilungandosi l'ho suddivisa in capitoli, ma è effettivamente la descrizione di una sera che si apre e si chiude nell'arco della serata.
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, James Wilson, Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per questo capitolo devo ringraziare la mia Stacy, per avermi aiutato con la scena....particolare del capitolo. Grazie tesoro mio, ti voglio bene e...mi manchi tanto!!
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“Mettiti pure comodo, io vado a mettermi addosso qualcosa di più rilassante...i menù del take-away sono nel cassetto in cucina, ordina quello che vuoi!” Cuddy era già sparita nella stanza. Si richiuse la porta dietro, lasciando andare la testa in piccoli slanci all’indietro e con gli occhi chiusi cercava di soffocare i pensieri pressanti. Ritorna in te Lisa...ritorna in te! E’ Gregory House...ritorna in te!
Aprì l’armadio ed iniziò a scrutare i vestiti Sexy e provocante o casalinga frustrata? Iniziò uno ad uno a tirar fuori i vestiti dall’armadio. Se metto questo non mi fa uscire dalla stanza e mi salta addosso. Scartò un vestito decisamente troppo provocante per metterlo in una serata da sola con House. Con questo mi prende in giro e dice che sono una massaia. Un altro riposto nell’armadio. Rimase circa 20 minuti a scegliere, scartare, ripensare a cosa indossare e finalmente restrinse la scelta a due stili: una gonna molto casual con un top bianco da abbinare, o una tenuta molto più casalinga di pantaloni da tuta e felpa larga. Non crederà mai che sto più comoda con una gonna attillata. Optò per la tenuta casalinga, infilando rapidamente i pantaloni che le rimanevano molto aderenti alle gambe, mostrandone la grazia anche attraverso il tessuto grigiastro, e la felpa bianca della Northwestern University che le lasciava le spalle scoperte. E finalmente si diresse alla porta per aprirla.
“Era meglio l’altra tenuta!” si ritrovò House davanti ad essa, con un sorrisino che la scrutava.
“Come?”
“Sei lì dentro da mezz’ora, o cerchi dei vestiti per non farmi fantasticare troppo o nascondi il tuo fidanzato...la prima è più plausibile!” Cuddy lo spinse fuori dalla stanza richiudendosi dietro la porta.
Quando arrivarono nel soggiorno rimase colpita da cosa vi trovò. Incredibile che House in mezz’ora avesse potuto organizzare tutto quello: il camino era acceso, per terra di fronte ad esso c’erano quattro-cinque cuscini sistemati per potersi sedere e la cena cinese sul tavolino.
“Non ho...sentito suonare! - disse Cuddy, mentre con un sorriso si dirigeva verso quel meraviglioso spettacolo - Hai fatto tutto tu?”
“No Brontolo...ho chiamato gli uccellini del bosco e abbiamo rassettato. È chiaro che ho fatto io...e non hai sentito suonare perché non l’ha fatto...l’ho battuto sul tempo...gioco di virilità...cose da uomini!” Cuddy era ancora più stupita, ma le parole di House neanche le arrivavano all’orecchio. I suoi occhi erano completamente rapiti dalla romantica situazione che aveva creato. Si aspetterà che dica qualcosa forse…ma cosa. ‘Oh mio Dio è meraviglioso...sei stupendo?’ mi ride in faccia e se ne va.
Se non dice qualcosa lei la dovrò dire io…e se poi mi esce qualcosa di sbagliato tipo ‘Sei bellissima’? Poi si aspetterà altro.
In quella stanza c’erano solo loro due, ma i pensieri l’affollavano più di una massa di tifosi alla partita dei Giants. C’erano tante cose che l’uno avrebbe dovuto dire all’altra, e tante parole che si sarebbero potute pronunciare, ma l’imbarazzo ebbe la meglio su entrambi, lasciando che fosse il testimone dei loro silenzi.
“Allora cosa hai ordinato?” Cuddy interruppe l’imbarazzo cambiando argomento.
“Oh beh un po’ di tutto...io mangio tantissimo...beh immagino che...mangerò tutto io visto che tu...” indicò il corpo di Cuddy
“Che io cosa?”
“Beh non mangi nulla a giudicare dal tuo corpo!”
“Che cos’ha che non va il mio corpo? Troppo magro? Non ti piace?”
“Oh no sei perfetta...meglio di così! - che cosa aveva detto, aveva fatto un apprezzamento positivo su di lei. Imbarazzo. - Cioè ti immagini ad averti sopra durante il sesso? Se fossi grassa schiacceresti il povero sfortunato!”
Cuddy gli rivolse un sorriso malizioso “Certo...prendi un cartone House!” e si sedette su uno dei cuscini guardando fisso nel fuoco.
“Guarda che poi ti gira la testa se stai a fissarlo così!” House si sedette accanto a lei
“Mi piace stare in silenzio mentre lo guardo...è...rilassante, quasi quanto un bagno caldo. - ritornò a guardarlo - Mi spiace non ho il televisore ancora...ne ho comprato uno nuovo la settimana scorsa, deve ancora arrivare. Tanto non è che lo usi più di tanto!”
“Beh direi che non ti manca molto no? Solo…il televisore e il divano...”
“Sì, il divano. Ne ho comprato uno nuovo...più grande del vecchio...chissà quando arriverà!” gli sorrise
“Uno spreco...” House portò alla sua bocca il cibo
“Come?” Cuddy ripeté la stessa azione
“Uno spreco...un divano più grande per una donna sola...a che ti serve?” addentò un altro boccone, ma con la coda dell’occhio vide lo sguardo vago di Cuddy. Stava incassando il colpo, ma era stato molto pesante.
A volte House non si rendeva conto di ciò che le diceva, non badava alla sua reazione. Lui doveva dire tutto ciò che pensava, senza capire che magari avrebbe potuto, anche solo per poco, ferirla. Sì in quel momento l’aveva ferita e questa volta se ne rese conto, ma forse ancora l’imbarazzo o forse la coscienza di poter fare di peggio, lo fecero tacere e rimase solo ad osservare.
Ancora una volta fu Cuddy a rompere il silenzio “Vorrei comprare un pianoforte...ho una soffitta molto ampia e non so come sfruttarla, pensavo di metterci un pianoforte!”
“Lo sai suonare?”
“Beh...me la cavo! Non sono brava quanto te però” gli sorrise. Le era costato tanto ingoiare quel boccone amaro, perché era vero. A che le serviva un divano più grande se era sempre sola? A niente...solo a darle la speranza che prima o poi quell’enorme spazio tra i suoi piedi e il bracciolo l’avrebbe riempito qualcuno.
“Ma è chiaro che non puoi esserlo...nessuno è eccelso quanto me!” gli rispose lui facendola sorridere. Si sentiva rincuorato che lei non lo avesse sgridato o sbattuto fuori casa, benché una piccola parte di sé continuava a ripetersi che quella battutaccia avrebbe potuto evitarla.
“Ti andrebbe di accompagnarmi?”
“Dove? In soffitta?? Ahhh scordatelo non faccio le scale per una stanza vuota!”
“Ma noo! A comprarlo...che scemo...tu sei...l’esperto! E...per una cosa che dovrai usare anche tu tanto meglio che lo scelga di persona no?”
“Usare anche io?” questa frase risuonò molto da “proposta di matrimonio” alle sue orecchie.
“Beh...non è mica l’ultima volta che vieni a casa mia no? A te piace suonare e a me...piace...ascoltarti!” divenne rossa quando si accorse che House aveva incrociato il suo sguardo.
“Ma il piano lo compri per me o per te? - Cuddy non rispose alla domanda, rimase ipnotizzata dallo sguardo, finché House non lo distolse concentrandosi sui suoi involtini di carne, piselli e verdure cotte - Questo coso fa schifo!” e lo lanciò nella sua bocca.
“Perché lo mangi allora?” gli chiese lei prendendo un altro piccolo ciuffo di spaghetti alle verdure.
“Perché l’alternativa è baciarti...non sei tanto sexy con l’odore di frittura cinese sai?” un’altra frase sciocca dettata dall’imbarazzo.
Improvvisamente Cuddy scoppiò in una risata sonora e fece sgranare gli occhi ad House, che riuscì a pensare soltanto che fosse strafatta o ubriaca. Ma non aveva bevuto, né tanto meno preso qualcosa.
“Mi ricorda una delle ultime serate al college...noi lo facevamo sempre!”
“Tu e la tua coscienza? E cosa soprattutto?”
“Stare davanti ad un fuoco con gli amici a raccontarci segreti particolari della nostra vita...lo facevamo ogni giovedì sera. Una delle ultime sere uscirono fuori delle cose incredibili!”
“E sei scoppiata a ridere di punto in bianco per questo? Ma che c’hanno messo nel tuo ordine? Ti passano qualche droga speciale? Fammi un po’ provare! - con le bacchette acchiappò un ricciolo di spaghetti dal cartone di Cuddy e se lo portò alla bocca - Se questo è il sapore della droga che assumi fa veramente schifo!”
Cuddy lo guardò sconcertata. Stava cercando un contatto, un modo per avvicinarsi a lui e come al solito aizzava questo muro invalicabile tra loro. Ma non si diede per vinta, no! Iniziò a pizzicarlo con le bacchette e a stuzzicarlo.
“E il tuo segreto? Qual è, Mr.Non parlo mai di me? Dai racconta...”
“Adesso?”
“Vuoi aspettare l’alba?”
“Qui?”
“Vorresti farlo da un’altra parte?”
“Beh magari dopo un paio di ‘Oh sì ancora’ mi sentirei più a mio agio...dai andiamo in camera da letto a fare le prove!”
“Scordatelo...qui e adesso...coraggio!”
“Che noia... - rimase qualche istante in silenzio - Ho una gamba più corta dell’altra di pochi millimetri! Ecco l’ho detto!”
“House...tutti abbiamo una gamba più corta dell’altra...”
“Sì ma il segreto è che non sai qual è!”
“La destra...” disse lei guardandolo seriamente e senza scomporsi
“Come lo sai?”
“Sono il tuo medico cosa pretendi?”
“Donne e medicina...accoppiata orrenda...io non...non ho segreti per te!” la guardò sbattendo le ciglia.
“Sii come no! Avanti...dai...un amore non corrisposto...un tradimento...sei sempre stato fedele a Stacy?”
“Perché tiri sempre in mezzo Stacy?”
“Perché non vuoi parlare mai di lei?”
“Perché rispondi ad una domanda con un’altra domanda?”
“Lo hai appena fatto anche tu! E se tu fossi in grado di intrattenere una relazione più lunga di 5 minuti con un’altra donna allora parleremo di lei...fino ad allora, Stacy è la relazione più lunga che hai avuto!” non le piaceva dover chiedere tanto per farlo parlare, però voleva che si aprisse con lei. Si conoscevano da tanto eppure...ancora non si era mai confidato. Cuddy era convinta che parlarne lo avrebbe fatto star meglio, più sereno, che magari il dolore alla gamba si sarebbe affievolito e che House sarebbe potuto essere un uomo ‘normale’.
House tirò un sospiro nervoso e poi finalmente parlò “No. Non l’ho mai tradita!” e poi guardò Cuddy.
“E?”
“E...basta! - la guardò ancora - E non personalmente!”
“Hai mandato qualcuno al tuo posto? House...parla...sii più chiaro!”
“Il tradimento è più facile e meno doloroso per entrambi se fatto con la mente!”
“Cioè pensavi ad altre donne mentre stavi con lei? Non è un tradimento ogni uomo lo fa...modelle, attrici...”
“Io non sono come gli altri, sono speciale...e non erano modelle o attrici era...una donna!” era molto vago circa l’argomento. Cercava di sviarlo il più possibile, ma non riuscì mai a distogliere interamente l’attenzione di Cuddy. Per quante battutine sarcastiche frapponeva nel mezzo, lei ritornava sempre sull’argomento.
“Cioè questa donna esiste...voglio dire è...una donna...”
“Sono quasi certo che attrici e modelle lo siano...almeno quelle che sogno io...non ho fantasie bisex!”
“E tu hai mai parlato con questa donna? Cioè la conosci?”
“Ma ti stai divertendo?” non voleva proprio parlarne
“Oh sì, non sai quanto! Allora? La conosci? La vedi ancora?” Cuddy era diventata una pettegola, una comare in cerca di gossip.
“Sì...la conosco e...ogni tanto ci parlo...anche se sono parole...beh più che parole sono versi di piacere quelli che emette...seguiti da orgasmi incredibili!”.
Cuddy spalancò la bocca e i suoi occhi sorridevano. Era stupita di sapere che House intrattenesse una relazione con una donna e lei non ne aveva saputo nulla. La cosa la incuriosì incredibilmente perché, fosse stata una donna formosa e bellissima ne avrebbe parlato e non poteva esser brutta. Né tanto meno si preoccupava di far sapere agli altri che intrattenesse dei rapporti con delle donne a pagamento.
“E lei? La conosceva?” continuò ad interrogarlo sempre più curiosa.
House abbassò lo sguardo e disse sottovoce “Era...una cara amica!”
“Era?”
“Beh non si parlano più da un po’...avranno litigato non so...diciamo che siamo impegnati in altro piuttosto che parlare di Stacy...lei è più discreta di te!”.
Si stava avvicinando a scoprirlo, avrebbe capito di chi parlava e lui non voleva, assolutamente. Quello doveva restare il suo segreto. Ci furono un altro paio di battutine tra i due finché Cuddy non arrivò alla domanda fatidica “E io la conosco?” sarebbe stato meglio non chiederlo.
“Diciamo che un’ideuzza di come tu la conosca me la son fatta!”
“Cioè? Spiegati...” Cuddy sorrise, l’affermazione di House l’aveva incuriosita anche se temeva le sue risposte.
“Credo che la parola esatta sia...intimamente...la conosci intimamente!” ormai glielo aveva detto.
“Cioè?...tu non... - Cuddy divenne improvvisamente seria e sgranò gli occhi - Non...stai parlando di me vero?” non era sicura sé volesse sapere di essere lei quella donna o se sperare di non esserlo.
“Nooo ma che vai a pensare...ehi...non pensare che sei tanto super da farmi passare le fantasie su Stacy...” House si voltò dalla parte opposta per non guardarla negli occhi. Questa bugia gli era riuscita proprio male, avrebbe voluto mentirle ma poi le parole da sole avevano deciso di non farlo.
“House - Cuddy gli mosse il viso con una mano. Stava sulle ginocchia, ad un passo dal suo volto, e lo stava scrutando negli occhi per leggervi dentro la risposta che aspettava. Si manteneva sulla mano sinistra, mentre la destra rimase a contatto con la barba ispida. - Dimmi la verità!”
“Conosci la verità...non devo dirtela io! L’hai già capita!” sembrava così piccolo in confronto a lei...la donna forte che sola aveva il coraggio di affrontarlo. L’unica che potesse risvegliare il bambino spaventato che dentro di lui taceva e con l’amore di una madre lo cingeva in un silenzioso abbraccio di comprensione.
“Che cosa stai facendo?” House fingeva di non capire cosa facesse Cuddy, ma sentiva il calore della sua mano posarsi sempre più sulla barba ispida e poi filtrare sulla sua pelle. Non si oppose, la lasciò avvicinarsi…si lasciò toccare.
Dapprima Cuddy sfiorò solo le sue labbra, mantenendo ancora il contatto più forte con la mano destra: il labbro superiore sfiorò quello di House; mentre lei allungava la sua bocca in cerca della sua, lui stava fermo, si lasciava massaggiare le labbra e la osservava con gli occhi aperti.
Lentamente si avvicinò al corpo di lui, strisciando sulle ginocchia e risiendendosi sui talloni...ma ancora non lasciava la presa con la mano. Si appropinquò un po’ di più al volto di House, piegando leggermente la testa e approfondendo il bacio e quando vide che lui socchiudeva gli occhi, sentì la mano grande e calda posarsi sulla sua schiena.
Quel movimento, quel altalenare sul suo corpo la faceva vibrare, sentiva la felpa alzarsi e riabbassarsi mentre una carezza delicata le strofinava il tessuto sulla pelle. Decise di andare ancora oltre, scavalcando le gambe di House stese e sedendosi su di lui.
“L’atmosfera si sta riscaldando...vuoi approfittare di me?” le disse, ma lei non rispose, impegnata com’era a riprendere il sapore delle sue labbra. Non ne aveva mai abbastanza, mai. Anche ora che si premuniva per sbottonargli la camicia, non voleva separarsi dalle sue labbra e cercava costantemente il contatto con la sua lingua, mentre si scrutavano negli occhi sorridenti.
House fece scivolare le sue mani sotto la sua felpa, sentendo che il contatto con la sua pelle nuda la fece sussultare e raggiunse i seni con le mani, facendo una faccia a metà tra lo stupore e la delizia.
“Siamo alla moda...senza reggiseno!”
“Pensavo di toglierti un impiccio!” questa volta gli rispose, ma furono pochi secondi di distacco dalle sue labbra.
“Beh mi concentrerò a toglierti altro!” la fissò per un secondo e poi le sfilò l’indumento lasciandola scoperta dalla vita in su. Riprese a baciarla, stringendola a sé mentre le mani di lei si fermarono sul suo petto e poi scivolarono dietro la testa perdendosi tra le sue spalle.
“Forse non è il momento più adatto...ma non so se poi sarò fedele! Potrei sognare Angelina Jolie...ammesso che non sia un travestito!” Cuddy lo zittì con un altro bacio violento.
Ancora tra baci e strofinamenti, Cuddy cercava di togliergli la camicia e quando riuscì a sbottonarla fu costretta a separarsi dalle sue labbra per sfilargli la maglietta dei Clash che aveva sotto. E poi non fu più in grado di staccare gli occhi dal suo petto, lo osservò per qualche istante prima di fargli scivolare le mani addosso ed iniziare a baciarlo: sui pettorali, sulle spalle, sul collo e poi quando si avvicinava alla bocca, dove lui l’attendeva, svicolava giù per il mento e ritornava sulla gola e poi sul petto. Le sue mani si muovevano sinuosamente sui deltoidi e scivolavano giù fino al fondoschiena tracciando delle linee immaginarie.
“Se vuoi portarmi in braccio a letto non oppongo resistenza!”
“Stiamo così bene qui...perché dovremmo spostarci?” Cuddy spinse House sui cuscini e seduta sopra di lui iniziò a slacciargli la cintura dei pantaloni. Lui le accarezzava le gambe e poi arrivò al fondoschiena.
“Non è che ti tolgo i pantaloni e scopro che non hai le mutandine no?”. Cuddy si piegò su di lui e lo baciò.
“Hai un solo modo per scoprirlo!”
House ribaltò la situazione, facendo rotolare Cuddy sotto di lui e voltandosi la trovò sorridere come una bambina. House iniziò a baciarle i seni e sentiva le mani di lei perdersi sulla sua testa, mentre con gli occhi chiusi godeva di ogni tocco delle labbra sulla sua pelle. E poi si spinse giù sul ventre e arrivò alla sua vita: spostò leggermente i pantaloni.
“Ahh...sapevo che non potevi deludermi...il pizzo rosa...mi vuoi proprio viziare!” si prese qualche minuto di tempo ad osservare la perfezione della donna che aveva sotto di lui. A volte pensava di alzarsi e andare via, perché non poteva meritarla. A volte pensava che fosse uno dei suoi sogni erotici e che sarebbe arrivato a termine, ma il risveglio non sarebbe stato altrettanto piacevole. Venne richiamato dalla voce di Cuddy.
“House...tutto bene?”
“Ho una certa età...non ti vergogni a farmi stancare così tanto?Sai che salti sta facendo il mio cuore a vedere questi slip?” Cuddy si limitò a sorridergli. House riprese a baciarle il ventre e poi con delicatezza fece scivolare via i suoi pantaloni: accarezzandole con una mano la gamba, tracciava baci sull’altra e lentamente si insinuava tra le sue gambe aprendole lentamente. Ancora baci, ancora carezze che si mischiavano ai pensieri e alle sensazioni. Cuddy con gli occhi chiusi, godeva di ogni singolo istante, ogni vibrazione e House che la osservava con la coda dell’occhio e scorgeva appena oltre i suoi seni quello sguardo di piacere. La stava eccitando, lo poteva sentire ed era eccitato lui al tempo stesso.
Piano piano, sempre più lentamente, scese giù...la sfiorò con le dita, le spostò di poco le mutandine e poi la penetrò con la lingua.
Cuddy sussultò inarcando la schiena e un gemito fuoriuscì dalle sue labbra.
“Cosa penseranno i vicini di te?” ma Cuddy non lo sentiva neanche.
Era sempre più pressante, sempre più dentro di lei, mentre il piacere che provava la stordiva...le inebetiva i sensi.
House continuò, non si fermava, vederla così eccitata non faceva che aumentare il suo desiderio, il suo piacere di averla per sé. Il respiro di Cuddy si fece più ansante, smorzato da gemiti sempre più forti...stava per arrivare al limite e lui lo sapeva: adorava l’idea di averla in pugno. Ma sapeva che anche lui aveva bisogno di sentire le stesse emozioni e senza darle preavviso alcuno, si abbassò i boxer e la penetrò. Cuddy spalancò gli occhi al contatto con il suo corpo e poi li richiuse mordendosi le labbra, mentre House si riportò al pari con il suo volto e le diede un bacio sul naso, facendola accorgere della presenza dei suoi occhi che la scrutavano. Cuddy si strinse a lui, gettandogli le braccia al collo e richiudendo il suo corpo tra le gambe. Rimasero così per tutta la durata del rapporto, tra gemiti e baci velocemente abbandonati qua e là, fino a scivolare l’uno accanto all’altra, con il respiro pesante ma la soddisfazione di essersi trovati.
“Non mi hai detto il tuo segreto!”
“Come?”
“Io ti ho detto il mio...tu non mi hai detto il tuo!”
Cuddy tirò un sospiro e poi con serenità gli rispose “Ho appena fatto l’amore con il mio primo, vero amore!” House non poté dire nulla. Era lusingato ed estasiato dalla sicurezza con cui gliel’avesse detto, e allo stesso tempo gli piaceva sapere che neanche lei lo aveva mai dimenticato.

Nel silenzio di quella stanza due persone sono abbracciate l’una all’altra: un uomo che stringe una fragile e piccola donna, che come una bimba gioca con le sue mani e lascia scivolare i brutti pensieri fuori dalla porta, e li chiude lì al freddo invernale, sentendosi protetta nel calore di quelle braccia.
“E adesso?” quell’uomo forse non è sicuro, incerto su qualcosa.
“Che cosa?”
“Adesso? Dopo questo...che cosa viene...come andrà domani?” è incerto sul futuro, non sa cosa verrà. Nessuno può prevederlo, ma qualcuno riesce a progettarlo.
“Perché ti preoccupi? Perché pensi a domani? Siamo a oggi...” ma lei sembra sicura.
“C’è sempre un domani in queste cose...e non è mai uno dei migliori per me!” ancora incertezza su se stesso.
“Il domani è solo un problema, ti crea disagio. Non pensare a domani...non pensare a niente...dopotutto domani, è un altro giorno!” (*) non c’è altro che il silenzio adesso, che si perde in quello scoppiettare del fuoco, mentre il sorriso sui loro volti cinge il bacio della passione.

F I N E

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(*) citazione da Via col Vento, di Rossella O'Hara, scena finale.

  
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