Fanfic su artisti musicali > R5 (family band)
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Autore: RikersJack    19/06/2014    2 recensioni
“Non lo farebbe mai. Lui ti ama. Sei il suo argomento preferito”.- Ross
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riker Lynch, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Andrà tutto bene” dico a sguardo basso.  Riker mi si avvicina e mi sfiora il mento, con un lieve gesto con la mano mi alza la testa e mi guarda negli occhi. Intravedo delle lacrime nei suoi occhi attraverso gli occhiali che indossa. 
“Anche prima dicevi che sarebbe andato tutto bene, e invece eccoti qua” il ragazzo mi costringe a continuare a guardarlo. Vorrei semplicemente abbassare la testa e scappare, ma non posso. Non me lo permetterà.
"Hazel” lo sento pronunciare il mio nome con una voce rotta, spezzata “io sono qui. Voglio aiutarti”
“Non puoi” ho ribattuto cercando di ritrovare il pavimento con lo sguardo “nemmeno io posso aiutarmi” ho affermato schiarendomi la voce.
“Ed è questo il punto! Te non puoi! Io posso almeno provarci” Riker mi stringe il polso mentre provo a girarmi.
“Riker, capisco che tu sia preoccupato, e mi fa piacere. Ma davvero: smettila di fare così! Mi fai sentire in colpa!” ribatto e il ragazzo mi fissa perplesso.
“Nei confronti di chi?” mi chiede senza mollare la presa al mio braccio.
“Nei tuoi confronti, idiota” rispondo sbuffando.
“Esattamente!” noto una certa luce nei suoi occhi, come se tutte le sue teorie fossero appena state confermate “te dovresti sentirti in colpa nei tuoi confronti, non nei miei. Ed è qui che intervengo io. Io ti aiuterò”
Mi sforzo di sorridere “grazie, ma non serve”.
“Invece serve. Dammi almeno una chance” mi prega proprio un attimo prima che suonasse la campanella. Annuisco timidamente proprio al Driiiiin che fa mollare a Riker il mio polso. Mi giro verso il corridoio tenendo i libri stretti contro al mio petto mentre il biondo rimane davanti al suo armadietto per prendere i suoi libri.
“Dopo scuola a casa mia!” mi urla prima che io entrassi in classe. Sorrido e faccio cenno con la mano che mi va bene. Entro in classe e mi siedo al mio solito posto, tra Dan e Bella.
Saluto Bella con un cenno del capo e lei sorride.
“Tutto bene?” mi chiede sottovoce.
Fingo un sorriso con facilità: ormai ci ho fatto l’abitudine.
“Perché?” le chiedo dopo un po’. La ragazza rimane pensierosa per un po’ e poi alza le spalle.
“Buongiorno, ragazzi” entra il professore di Storia.


 
 
Appena finita la scuola mi fermo davanti alla porta dell’aula ad aspettare che Riker passasse li davanti con i suoi amici. Passano cinque minuti buoni e del mio ragazzo non c’è nemmeno l’ombra.
Decido di aspettare ancora un po’. Vedo una  testa bionda spuntare dall’aula di musica e mi precipito li.
Lo abbraccio da dietro e, stringendolo, sento sotto alla sua maglia degli addominali a dir poco fantastici.
“Hazel? Stai bene?” dice la voce di Ross, uno dei fratelli minori di Riker.
Lo mollo all’istante, imbarazzatissima.
“Te che ci fai qui?” chiedo sprofondando nella vergogna.
“Ero venuto per informarmi sulla scuola, alla mia non mi trovo più bene. Pensavo di venire qui dall’anno prossimo” ha risposto con noncuranza.
“Ti vedrò tutti i giorni?” ho ironizzato.
“Precisamente, sarò il tuo incubo peggiore” ha riso Ross e io ho riso con lui.
“Hai visto quel genio di tuo fratello?”
“No…” ha abbassato lo sguardo “ma possiamo andare a cercarlo! Cosi intanto mi fai fare un giro della scuola!” ha proposto ed ho accettato senza pensarci due volte.
Abbiamo iniziato a camminare lungo il corridoio, verso la palestra.
“Perché lo stai cercando?” il biondino ha deciso di rompere il silenzio.
“Punto uno: è il mio ragazzo. Punto due: dovevo vedermi con lui dopo scuola. Punto tre: dovrei parlargli di una cosa piuttosto importante” ho detto prontamente, strappandogli un sorriso.
“E di cosa dovreste parlare?” Ross ha dimenticato l’esistenza di una parola chiamata ‘privacy’.
“Non sono cose di cui mi va di parlare” ho risposto freddamente, per chiudere la questione.
Ross si è zittito e ha abbassato lo sguardo, come faccio io quando sono in imbarazzo (praticamente sempre).
“Non muori di caldo con le maniche lunghe? È estate, si schiatta” le mie parole hanno fluttuato un po’ nell’aria e poi Ross ha risposto “Io sto bene…almeno io ho i pantaloni corti. Te sembri un’eschimese” ha commentato dandomi un’occhiata. Ho riso e gli ho tirato un pugnetto sulla spalla.
“Riker deve essere sparito” ha annunciato suo fratello.
La palestra era vuota. Non c’era anima viva.
“Almeno hai visto dov’è la palestra. Penso che passerai molto tempo qui” ho detto alludendo ai suoi muscoli e al fisico perfetto. Lui è rimasto indifferente e mi ha chiesto dove poteva essere Riker.
“Guardiamo in biblioteca” ho suggerito e Ross mi ha seguito lungo il percorso.
Non era nemmeno in biblioteca.
“Chiamalo” ha proposto il ragazzo e ho tirato fuori il telefono. Ho digitato il numero e ho chiamato.
Ha fatto un paio di squilli e poi Riker ha riattaccato prima ancora di rispondere.
“Sarà con una ragazza” ho immaginato Riker in un bordello con migliaia di ragazze stupende che gli si strusciavano addosso. Ho provato a scacciare quell’immagine dalla mia mente e Ross mi ha rassicurato “Non lo farebbe mai. Lui ti ama. Sei il suo argomento preferito”.
Ho sorriso ma continuavo a pensare ad un eventuale tradimento.
Il telefono mi è vibrato in mano: Nuovo messaggio
Ho aperto il messaggio, era di Riker. Diceva: “Sono nell’aula 326. Il prof di letteratura mi ha trattenuto perché deve finire di parlarmi. Se vieni qua mi fai un piacere. Ho finito tra 5 minuti, e poi sono tutto tuo ;)”
Ho rimesso il telefono in tasca e ho preso Ross per il braccio, trascinandomelo dietro fino alla porta dell’aula in cui era il mio ragazzo. Ross mi aveva seguito senza fare domande, ma il suo braccio era teso.
Abbiamo aspettato un paio di minuti e poi Riker e il suo professore sono usciti dalla classe.
“Scusami” Riker è venuto ad abbracciarmi e mi ha baciato sulla testa. Mi sento protetta tra le sue braccia e sento il battito del suo cuore cosi vicino che mi sembra di essere parte di lui.
“A domani” abbiamo salutato il professore in coro e poi i biondi si sono rivolti uno sguardo.
“Che ci fai qui?” ha chiesto il maggiore e l’altro ha spiegato del cambiamento di scuola dell’anno prossimo.



ANGOLO AUTRICE:
salveeeee :) questa è la mia prima fanfiction e spero che vi piaccia! Se avete consigli e/o opinioni non esistate :D Non so che altro dirvi...spero che la storia vi intrighi un po' 

 
   
 
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