Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ele12    19/06/2014    1 recensioni
Harry si ricordò che una volta passata la barriera non si poteva più uscire dopo una certa ora e quei tre dovevano muoversi se volevano tornare dall’altra parte. Disse questo a Hermione e Ron, poi corse vicino ai semidei:
“Scusa … Percy ma voi volete restare qua o ritornare dall’altra parte ?”
Bene, questa è una fanfiction che parla dell'incontro tra Harry Potter e Percy Jackson. Ma la storia parla anche di una dea furente, di tre Lune oscurate, di un doloroso rapimento, di litigi e di magie proibite.
Se siete Potterheads o Semidei godetevi questa fanfiction, che spero piaccia anche ai Babbani...;)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 10

 
 
PERCY
Il semidio si trovava in una sala. Una gigantesca sala. Era steso a terra con gli occhi chiusi e non osava aprirli.
Ad un certo punto, da molto più lontano, giunsero delle voci e poi il rumore di un vaso infranto.
Percy si costrinse ad aprire gli occhi per un attimo. Perché vedeva tutto bianco?
Il semidio si trovava in un posto che non riusciva a vedere. La nebbia era presente in ogni angolo e offuscò gli occhi di Percy, che lacrimarono.
Appena il semidio si rese conto che quella non era affatto Hogwarts, saltò in piedi con Vortice sfoderata davanti. Ma il punto era proprio questo: Vortice non c’era. Scomparsa, volatilizzata. Una volta in piedi Percy si accorse che la nebbia che vedeva fino a poco prima non era nebbia ma vapore. Bianco vapore che sembrava salire dal pavimento stesso della sala.
Ad un certo punto una porta da qualche parte si aprì ed entrarono due figure alte e snelle.
“Semidio, la nostra padrona, Ecate, ti sta cercando!”  annunciò una, con l’ira nella voce.
Le voci erano acute e taglienti, come una lama di coltello.
Percy iniziò a indietreggiare, non voleva finire i suoi giorni nel mondo antico di una dea, dirigendosi nella parte opposta a quella da dove provenivano le voci. Andò a sbattere contro qualcosa di freddo e gelato.
“Eccoti qua! Non puoi sfuggire alle Empuse, sappilo!”
Oh, divino Zeus, era andato a sbattere nientemeno che contro un’Empusa! La solita sfiga…
I due mostri presero Percy per le braccia e lo trascinarono, con forza inumana, verso un antico portone di pietra. Il semidio poteva notare che era finemente intagliato, con immagini di piccoli uomini e donne che avevano in mano bastoni di legno, dai quali usciva uno strano fascio di luce. Poi Percy se ne rese conto: quella era una pessima rappresentazione della magia degli studenti di Hogwarts!
Per poco non scoppiò a ridere. Ecate doveva essere veramente informata male!
Le due Empuse lo trascinarono verso un ampio ingresso, o almeno così sembrava.
Al centro della stanza campeggiava un’altissima colonna, dietro la quale si poteva appena scorgere una porticina, che sicuramente doveva portare alle stanze della dea.
Attorno alla colonna aleggiava un velo, riflettente i colori dell’arcobaleno, che evidentemente doveva essere una forma di protezione.
L’Empusa più, se così si può definire, anziana, cioè una donna, sussurrò parole incomprensibili in greco antico e la colonna sprofondò nel sottosuolo mentre il velo scomparve, lasciando libero accesso alla porticina.
I mostri lo trascinarono dentro.
La sala era circa tre volte la precedente, gigantesca. Le pareti sembravano d’argento puro e, una di esse, era interamente ricoperta di bacchette. Ecate sembrava decisamente interessata alla cosiddetta “magia mortale”.
Un’Empusa chiamò:
“Padrona..?”
Ed Ecate comparve, meravigliosa. I capelli sembravano fili d’argento intrecciati, di un bianco pallido, del colore della Luna. Raccolti in una gigantesca treccia toccavano terra. La pelle, anch’essa di un pallore argenteo, ricordava la Luna. La dea vestiva con semplici abiti neri, il colore della notte e blu, il colore della sera. Intorno alla vita e alle spalle portava drappi e scialli color bianco lunare, che la facevano apparire ancora più bella. Ma la cosa inquietante erano gli occhi, senza iridi, completamente bianchi, che scrutavano Percy con indifferenza.
“Semidio”
La voce era soave, candida, pura. E al tempo stesso misteriosa e roca.
“Sei venuto”
“Diciamo che non avevo altra scelta”  ghignò Percy.
“Già, non l’avevi. E non ce l’hai.”
La dea non sorrise. Però si voltò a guardare Percy, che tenne lo sguardo ben alto, come per far capire che non aveva paura di lei, anche se non era vero.
“Adesso potrei sapere che ci faccio qua?”
“Ma certo! Stella, Astria, potete andare!”
Le due Empuse si inchinarono alla loro padrona e uscirono dalla porticina.
“Perché ha fatto venire due Empuse a rapirmi??? Che bisogno c’era???”
“Non saresti mai venuto”
Percy ne era sicuro ma cercava di non mostrarlo.
“Beh, adesso sono qui, che cosa vuole da me????”
“NON RIVOLGERTI PIU’ A ME IN QUEL TONO!!!!” sbraitò Ecate, con la voce molto meno soave.
Percy rimase zitto, a guardare impotente.
“Stavi rischiando di rimetterci la pelle, sai?” sussurrò la dea tra un respiro profondo e l’altro.
Percy deglutì e una goccia di sudore freddo gli scese giù per la schiena.
“E allora perché non l’ha fatto?”  borbottò Percy.
“Perché mi servi, semidio. E poi io e tuo padre abbiamo un conto in sospeso”
“Che cosa dovrei fare? Servirti per sempre?”
“Ho detto che mi servi, quindi non ti ucciderò. Ma non è detto che non possa farti del male. Molto male”
Percy tacque.
“Riguarda me. Non solo me ma anche le dee, Selene e Artemide. Soprattutto loro”
“Che cosa dovrei fare?” ripeté Percy per la seconda volta.
“Vieni, seguimi, ti devo parlare”
“Ehi…aspetta…dove sono i miei amici???”
“Non lo so. A me interessavi tu non i tuoi stupidi amici mortali”
“Ma veramente loro sono maghi. Questo dovrebbe interessarti!”
Ecate parve perdere l’aspetto indifferente per un momento. Un lampo guizzò nei suoi occhi. Poi ritornò alla solita freddezza.
“Non ho niente a che fare con loro”
Ma a Percy non era sfuggita la lacrima che adesso solcava il viso della dea.
 
 
HARRY
“Che cosa???” urlò Hermione, incredula. “Stai veramente dando ragione a…a…A QUESTI DUE???”
“Sì Hermione, anche se mi dà leggermente fastidio ammetterlo…” disse Annabeth lanciando un’occhiata a Grover che la guardava compiaciuto. “Sì, hanno ragione. O almeno ce l’ha Ron!” aggiunse la semidea, cercando di nuovo lo sguardo del satiro con espressione trionfante.
“Visto Hermione??? Che ti avevo detto?”  gongolò Ron eccitato.
Nessuno aveva fatto caso all’avvertenza di Annabeth, prima.
“Ma…Annabeth…cioè…insomma…stiamo parlando di Ron!!!”  esclamò Hermione,
Ron, notò Harry, aveva una faccia decisamente delusa e offesa.
“Dai Hermione, quando vuole Ron sa essere un ragazzo intelligente!”  lo difese Harry.
“Ron??? Ron??? Stiamo parlando dello stesso Ronald Bilius Weasley???”  chiese Hermione, molto ironicamente.
A quel punto Ron si infuriò di brutto, prese Hermione in braccio e si allontanò con lei, che gli dava pugni e calci nello stomaco.
“Smettila Ron, dove mi stai portando???”  gridava Hermione in preda al panico e all’imbarazzo.
“A farti vedere quella luce che ho visto!!!”  urlava di rimando Ron.
“Non ci voglio venire con te, no, no, no!!!” si impuntò Hermione.
“E invece ci verrai. Se non c’è vuol dire che hai ragione tu, ma se c’è…allora dovrai ammettere che avevo ragione e dirmi che sono la persona più intelligente che tu abbia mai  conosciuto!”
“Non lo dirò mai!!! Anche se ci fosse quella maledettissima luce non direi mai quello che mi hai proposto!”  continuava Hermione, ormai con il sangue alla testa, dato che Ron l’aveva presa al contrario.
Harry, Grover e Annabeth seguirono i due estremamente divertiti fino alla Foresta Proibita.
“Ecco è qui che ho visto la luce, poco fa”  disse Ron, guardandosi intorno curioso.
Anche se non l’avrebbe mai ammesso, persino Hermione era curiosa di scoprire chi dei due aveva ragione. Dopo cinque minuti, seppur a malincuore, Harry dovette ammettere che non vedeva proprio un bel niente.
“Scusa, Ron…sei sicuro che il posto sia questo??? Io non vedo proprio niente!!!”
“Ah-ah! Lo sapevo! E adesso Ron, dimmi, chi è il più intelligente e quello con la vista migliore tra i due???” domandò Hermione, trionfante.
Ron ormai era rosso di rabbia.
“Giuro che era qua, da qualche parte. Ho visto lo scintillio e poi…”
“Oh-miei-dei!!!”  sillabò Grover.
“Wow!” esclamò Annabeth.
“Ron, insomma…SEI UN GENIO!” disse Grover, rivolto all’amico.
“V-V-Veramente???”  chiese Ron ancora più confuso.
“Ma certo! Come abbiamo fatto a non vederlo! Che stupidi!” continuava a ripetere Annabeth.
“Ehm…scusate? Io qua non vedo proprio niente di interessante tranne un paio di ossa e tante foglie!” disse Hermione, ormai preoccupatissima di aver perso contro Ron.
“Sì…”  disse Annabeth, ignorando completamente Hermione.
“Ron, tu hai ufficialmente trovato la strada per gli Inferi!!!”  esclamò Grover, cupo.
“Okkei…quindi come facciamo a entrare? E perché avete quelle facce serie e preoccupate?”  chiese Ron.
“Beh…la strada l’abbiamo trovata…ma sarà pericolosissimo arrivare a…destinazione, se vogliamo chiamarla così!” annunciò Annabeth, scura in volto.
 Grover iniziò a tremare e a fare segno di no con la testa. Ron, invece, sussurrò a Hermione:
“E adesso chi è il più intelligente tra noi due? Avanti, dici che sono il più intelligente dei due, forza!”
“Mi dispiace Ron ma…non posso dire bugie!” esclamò Hermione, con un sorrisetto malizioso.
Ron rimase completamente spiazzato. Non si aspettava niente del genere. Ci mise un po’ a capire, ma quando lo fece, mise il broncio e non parlò più.
“Ok, basta litigare ragazzi!!! Qui dobbiamo salvare Percy dalle Empuse!!!” gridò Annabeth.
Nella Foresta Proibita calò il silenzio. I ragazzi si erano ricordati perché erano là e adesso il loro obiettivo primario era quello di salvare Percy.
Ma,improvvisamente, si sentirono dei fruscii nella boscaglia proprio mentre Annabeth diceva:
“Ragazzi, ce l’abbiamo fatta! Questo è l’ingresso per il Labirinto!”
Un attimo dopo si sentirono cinque tonfi assordanti e altrettanti adolescenti caddero svenuti a terra.
 


Angolo autrice:
Cari, carissimi ragazzi (e con questo intendo semidei e maghi)
Ho aggiornato prestino, a dire la verità...ma non me ne pento perchè è questo il capitolo che aspettavate dall'inizio della storia,quello, finora, centrale!!!
Dedico interamente tutto questo capitolo alla mia amica Kiara_def che è una meravigliosa figlia di Ecate e la ringrazio per....beh per tutto!!!
Passando ad altri ringraziamenti ecco quelli del giorno:


mari_berti (perchè è una mia amica potteriana e spero che legga questo capitolo)

tonks_flamel (che ha recensito lo scorso capitolo)

Inathia Len (che ha scritto la fanfiction più stupenda di tutto EFP e per questo la ringrazio e la stimo con tutto il mio cuore<3)

Delta_Mi (che, nonostante i nostri "litigi" sulle coppie Malandrine migliori, continua a contattarmi, instancabilmente e la ringrazio, tanto <3)

Roxi_HP (che ha aggiunto la storia tra le seguite)

Savannah Anastasia (anche lei che ha inserito la storia tra le seguite)

E, beh, per ora basta direi!!! Se volete  comparire nei miei famosi (un cavolo) ringraziamenti, recensite là sotto (e non là sopra), poi aggiungete la mia storia tra le preferite, seguite, ricordate ecc. ecc.
Ma non voglio fare pressioni...
Bene, e anche con questo abbiamo finito, non aggiornerò tanto presto dato che ho gli esami ma ci proverò.
Ah e vorrei lasciare ancora uno spazio "memoria" per la fottuta genia: Kiara_def

La vostra commovente,
Ele12



 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ele12