Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: irispaper29    20/06/2014    2 recensioni
“Ma perché cerchi sempre di sorridere?”
“Perché sono i sorrisi ad illuminare il mondo”
Alexandra sembra una normalissima comune ragazza orfana, che studia e lavora tre stagioni su quattro, mentre l’estate la passa, nonostante ella abbia ben ventanni, al Campo Mezzosangue, un campo estivo che si paga le spese coltivando e vendendo fragole.
Invece la sua vita non era mai stata normale, ma almeno prima riusciva a fingere che lo fosse. Invece la sua vita viene stravolta e comparirà un piccolissimo dettaglio. Un dettaglio così piccolo che sembrerebbe insignificante, mentre invece è di grande valore, perché cambierà la sua vita. Sembrerebbe un dettaglio senza nome, ma non è così. È una persona. Una persona di nome Josh Hutcherson.
[Josh compare dal secondo capitolo, il primo è un prologo, una specie di "finestra" sul mondo della protagonista, che vi consiglio di leggere comunque, per capire la sua psicologia].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Arrivammo al Campo, grazie al passaggio offertoci da Apollo sul suo “carro del sole”, una Maserati Spyder rossa che aveva trasformato in un pullmino. Oh dei, aveva fatto guidare Thalia. Quel dio era proprio matto da legare, sul serio. Affidare la propria esistenza, o, per lo meno, quella dei tuoi ospiti, a Thalia, quando si è in aria, è come  buttarsi da un aereo senza paracadute. Tanto valeva che ci polverizzasse lui con il calore del Sole, avremmo fatto prima. Certo, Thalia era mia amica, e aveva bisogno di far pratica al volante, ma lei soffriva di vertigini, io lo sapevo questo. La figlia di Zeus che soffre di vertigini è un po’ una presa in giro.

 Appena scesa, ero andata a vomitare. Non fui la sola: anche Grover fece la stessa cosa. Davvero disgustoso.

Mi sciacquai la bocca per togliere il sapore amaro di ciò che sarebbe dovuto rimanere nel mio stomaco, e uscii. Nico era li, forse ad aspettare qualcuno, forse doveva andare in bagno. In ogni caso, anche lui era leggermente verdognolo.

:-Ehi, campione-dissi, cercando di risollevargli il morale. –Tutto bene?

:-No-disse lui. –Perché cavolo l’ha lasciata guidare, se soffre di vertigini?

:-Ah, io non lo so-rispondo sorridendo. –Tra un po’ la nausea passerà, vedrai.

:-Non è solo quello-ribattè lui. –Mi manca Bianca. Ora lei non parla più con me, sta sempre con quelle antipatiche delle Cacciatrici.

:-Sono sicura che non era sua intenzione farti sentire abbandonato, Nico-dissi io, triste per lui. –A volte, i fratelli fanno o dicono cose che ci feriscono, ma non lo fanno apposta. Cercano solo di fare la cosa migliore.

:-Per chi? Per me o per lei?-chiese lui, retoricamente, furioso. Sapevo cosa provava, lo capivo. Io avevo sentito la stessa cosa quando Luke si era unito a Crono e al nemico. La stessa rabbia, la stessa tristezza, la stessa solitudine. La stessa delusione.

Sospirai, prima di dire:-Ascoltami, Nico. A volte, essere i fratelli più piccoli è molto difficile. Ma immagino che essere i fratelli maggiori debba essere molto più difficile, Nico. Io non lo sono, sono l’unica figlia di Ermes qui, e la maggior parte dei miei fratelli sono più grandi di me, e non ho mai sentito il dovere di proteggerne uno come Bianca ha protetto te, o i miei fratelli me. Immagina di avere quel peso di responsabilità sulle tue spalle, per tutta la vita. Di dover sempre proteggere quacun’altro, di badare a questa persona, di dover essere responsabile delle sue azioni. Bianca, poi, ti ha fatto anche da madre. Io credo che sia stato duro per lei, l’essere sempre lì, per te, senza mai poter pensare a se stessa, avere amiche tutte sue. Quando le Cacciatrici le hanno dato l’opportunità di liberarsi del peso che aveva sulle spalle, ha scelto di farlo. Sono sicura che non voleva abbandonarti, Nico. Voleva solo…togliersi la responsabilità. Vivere in modo più sereno.

:-Ed è questo che sarei, io?-chiese lui, contrariato. –Un peso?

:-No, no, certo che no-mi affrettai a dire. –Non intendevo dire questo. Solo che, Nico, avere la piena responsabilità sulla vita di qualcun altro è dura, sul serio. Te lo dico per esperienza. Prima di arrivare al Campo, ero in mezzo alla strada, vivevo di piccoli furti, rubavo un paio di mele ai fruttivendoli o un tozzo di pane nei piccoli forni, dormivo sulle panchine o nei vicoli bui, solo poche ore, poi mi rimettevo in piedi. Ero in viaggio costante, armata di due coltelli da cucina, per fuggire ai mostri che mi inseguivano. Ero sola, impaurita. E un giorno incontrai Luke, Thalia ed Annabeth. Da quel giorno, divennero la mia famiglia. Annabeth è sempre stata come una sorella per me, ci proteggevamo tutti a vicenda. Tranne Annabeth, lei era troppo piccola, aveva solo sette anni. Faceva il possibile, ci ha aiutati moltissime volte, ma lei era quella che più di tutti aveva bisogno di una mano. Ed era anche mio dovere aiutarla. Era bellissimo, perché sentivo quel legame che non avevo mai avuto prima con altre persone. Ma era anche terribile. Mi svegliavo spesso durante il sonno, e la prima cosa che facevo era controllare che lei stesse bene.

Nico annuì, ma era poco convinto, e ancora molto, molto triste.

:-Ehi, campione, tranquillo-dissi, sorridendo, scompigliandogli i capelli. –Andrà tutto bene. E potrai vederla quando vuoi. Non è per sempre.

Lui annuì di nuovo, ma ancora mi sembrava davvero poco convinto”.

 

Esco dalla trance, ma non vedo ancora nulla, sebbene la scena si sia dissolta. Sento solo altre urla, altre grida di orrore, prima che il buio venga sostituito da qualcos’atro.

 

“Ci dirigemmo tutti insieme verso la zona dedicata all’allenamento di scherma, Nico compreso. Dato che non era stato riconosciuto, era stato sistemato nella casa numero undici. Ermes, dopotutto, non faceva il difficile nello scegliere i suoi protetti.

Dal tradimento di Luke, ero io il nuovo capo della casa undici. Secondo la “linea di successione”, avrebbe dovuto essere uno dei due fratelli Stoll, ma loro avevano rifiutato. E, a quanto pare, i miei fratelli credevano che io fossi la persona più adulta, responsabile, matura e adatta al ruolo. All’inizio non volevo, ero la più piccola, avevo solo sedici anni, loro almeno diciotto, o su di li. Ma ero di sicuro la più adulta: i miei fratelli erano tutti molto simpatici e li amavo, però erano dei bambini, talmente immaturi che, sono sicura, se gli si fosse presentato davanti Peter Pan avrebbero accettato ad occhi chiusi ad andare sull’ ”Isola che non c’è”.

Comunque, tutti si allenarono con le spade, in coppia. Nico era solo, ed essendo io il capo, era mio dovere aiutarlo. Quindi gli diedi una spada che fosse più leggera possibile, perché per lui erano tutte troppo pesanti e sbilanciate, e ci allenammo insieme. All’inizio non sembrava molto entusiasta, ma, alla fine, si divertì. Era parecchio inesperto, ma gli insegnai alcune mosse, soprattutto come disarmare e come resistere per più di venti secondi.

Quando fummo tutti stanchi e stremati, però, tornò a pensare. E quando c’è in gioco la vita di qualcuno che ami, non puoi permetterti di pensare.

Si sedette, tutto sudato, su un masso. Aveva uno sguardo triste, impaurito.

:-Ehi, che succede?-gli chiesi. Dovevo distrarlo.

:-Mi manca Bianca-rispose lui, mesto. –E ho paura. Ho chiesto a Percy di proteggerla ma…se non ce la…

:-Non pensarlo nemmeno-ordinai io, immediatamente e in modo secco. –Percy mantiene sempre le promesse. Se ha detto che farà tutto ciò che è in suo potere per salvarla, lo farà. Bianca tornerà. Capito?

Lui annuì, ma non sembrava ancora convinto, così dissi:-Ok, pensi troppo. Vorrei che non fossi così intelligente e che avessi due neuroni in testa come Travis, così non riusciresti a pensare neanche per scherzo.

:-Ehi!-esclamò Travis, offeso. Aveva sentito il commento.

:-Oh, smettila, sai benissimo che è vero!-urlai di rimando, ridendo, prima di rivolgermi di nuovo a lui. –Ok, aspetta un secondo, torno subito.

Tornai poco dopo con un pugnale, un pezzo di legno delle dimensioni di una brocca, un pezzo di corda e un libro di greco del liceo. Con questi, non potrà pensare.

:-Ok, eccomi qua-dissi, ficcandogli in mano gli oggetti. –Usa il coltello per intagliare il legno, e il pezzo di corda per imparare i nodi. E studia tutti i capitoli del libro a memoria.

:-Ma io non so intagliare-disse lui, furioso. –E detesto il greco.

:-Oh, imparerai anche quello, allora-dissi io, immediatamente. –E se non ti piace, non importa. È un ordine del capo della casa undici, e se non vuoi ritrovarti con le chiappe semidivine nella foresta esterna al Campo e in preda ai mostri, lo seguirai alla lettera. E stasera mi mostrerai un resoconto completo del tuo operato, mi ripeterai un capitolo, e sarà così ogni giorno. Sono stata chiara?

Lui annuì, imbronciato:-Sissignora.

:-Bravo soldatino-dissi, scompigliandogli i capelli. –Non penserai, così. E andrà tutto bene”.

 

Anche questo finisce. La testa sembra pronta a scoppiare, il dolore è troppo forte. Non riesco a mandarli via, non ci riesco. Sono troppo forti. Le lacrime scorrono troppo velocemente. Si sentono delle urla, forse sono quelle di Nico, o di Percy. O le mie.

 

“:-Quindi Bianca è…-ripetei io, scioccata e triste. Sapevo come avrebbe reagito Nico, avrebbe sofferto. Bianca era la sua famiglia. Percy mi aveva appena detto ciò che era successo nella loro missione.

:-Già-disse lui.

:-Devi dirglielo-dissi io, praticamente in lacrime. –O lo scoprirà da solo, e ti odierà.

:-Infatti-disse lui, annuendo. –Ma non so come dirglielo.
:-Non c’è un modo semplice-constatai. –Soffrirà, ma non c’è scelta. Cerca solo di…essere delicato. Parlaci, e dagli la statuina. Era l’ultima volontà di Bianca.

Percy annuì, così dissi:-Ora va’.

E così Percy andò da Nico per distruggere tutto ciò che quel ragazzo aveva nel cuore”.

 

Altre urla. Ora non so se sono le mie. Sono tutti a terra, c’è confusione. Non capisco cosa succede, non riesco a capirlo. Ne a fermarlo. Mi fa male la testa. Cerco di alzare una barriera, di cacciare via il prossimo ricordo. Ma è troppo tardi, è già entrato. E non so quanto mi distruggerà.

 

“Eravamo nel Labirinto. Loro non lo sapevano, ma li avevo seguiti. Non potevo rimanere da sola al Campo per un altro anno. Avevo bisogno di andarmene da li, e colsi l’occasione. Li seguii, e uscii allo scoperto solo quando uccisero Gerione e passarono li la notte. Rimasi io con Nico, mentre loro invece andavano da Efesto. Ci saremmo dovuti rincontrare, ma non successe.

Rimasi molto tempo a parlare con Nico. Certo, nel Labirinto il tempo scorreva più velocemente, ma un giorno è prezioso quanto un rubino.

:-Non posso credere che stai dalla parte di quel…quel…traditore!-esclamò Nico, furioso. Si aggirava nella stanza come un lupo in trappola, come un animale in gabbia.

:-Non è un traditore-dissi, non scomponendomi nemmeno per un secondo, e continuai a mangiare la mia bistecca.

:-Ha ucciso Bianca!-urlò lui, arrabbiatissimo. –Non l’ha protetta, non ha mantenuto la sua promessa!

:-La promessa di Percy era che lui avrebbe fatto il possibile per proteggerla, che ci avrebbe provato-gli rammentai, con calma.-Non che l’avrebbe protetta, bensì che avrebbe fatto ogni cosa possibile. Se Bianca è morta, è stato per sua libera scelta, e perché Percy non poteva far nulla per salvarla, sennò l’avrebbe fatto.

:-Non è vero!-esclamò lui, in lacrime.

:-Hai parlato con Bianca poco fa-dissi, cercando di ignorare il dolore che provavo quando lo vedevo piangere.-E sai benissimo di non essere arrabbiato con lui, ma con lei, perché credi che ti abbia abbandonato. Ma lei non ti abbandonato.

:-E tu come fai a saperlo?-mi chiese, aveva una lacrima che luccicava sulla sua guancia. Odiavo vederlo piangere.

:-Perché io sono stata abbandonata, non tu-dissi, cercando di nascondere il mio tormento interiore, la mia disperazione. –Quando la mia mamma è morta, lo ha fatto per proteggermi. Una sua libera scelta, come quella di Bianca, che è morta per il bene della missione. È stata investita da un ubriaco. Ho pensato spesso che mi avesse abbandonata, ma non era così, e lo sapevo bene. La morte non è abbandono. Finché una persona ti vuole bene, non ti lascia mai solo. Lei è sempre nel mio cuore. Luke mi ha abbandonata, invece. Mio fratello si è schierato con Crono, e ti posso assicurare che in battaglia, o anche in un qualunque momento, non esiterà ad uccidermi. Lui mi ha lasciata sola, mi ha distrutta. Ma Bianca è ancora nel tuo cuore, Nico, come tu sei nel suo. E finché sarà così, non sarai mai solo.

Lui annuì, non riuscendo più a trattenersi dal piangere. E scoppiò a piangere, sulla mia spalla.

:-Tranquillo, Nico-dissi, accarezzandogli i capelli. –Bianca sarà sempre li, e ti proteggerà per sempre. Ti amerà per sempre.

E in quel momento anch’io giurai di proteggerlo per sempre. Quel ragazzino non meritava di soffrire ancora”.

 

Altre urla. Da quanto dura, ormai? Minuti, ore, giorni? Non lo so più. Il tempo si è perso. Ho perso anche la vista. Non riesco più ad alzare lo sguardo dal pavimento per il dolore. Ormai non cerco più di innalzare le barriere, perché so che è inutile. I ricordi sono troppo forti, e troppo veloci.

 

“Eravamo stati catturati da Luke, nel Labirinto. Avevo raggiunto i miei amici quando Nico era fuggito, durante la notte. C’era anche quella matta di Rachel. Luke aveva costretto Percy a lottare contro Anteo, suo fratellastro, figlio di Gea, che dedicava ogni morte a Poseidone. Ma io, intanto, ero stata portata via. Da lui. Non sapevo cosa potesse volere ancora da me, però non avevo scelta, e fui trascinata da lui, sebbene urlassi e scalciassi come un bufalo.

:-Lasciatemi andare!-urlavo. Ero la vergogna della mia famiglia: i miei fratelli avrebbero urlato di più.

:-Oh, smettila con questa sceneggiata, Alex-disse Luke, aveva l’aria di qualcuno che si annoiava parecchio. –Non ti sto nemmeno torturando.
:-Perché, tu mi tortureresti?-chiesi io. –Sei solo un mostro, Luke.

:-Oh, no, Alex, mai, io mai farei del male a te-disse lui, avevo catturato la sua attenzione. E sembrava sincero. Notai che aveva i capelli molto più chiari rispetto all’ultima volta.

:-Hai ciocche di capelli bianchi-constatai. –Reggere il cielo ti è costato di uno sforzo immane. Cadere dal monte Tam avrebbe ucciso chiunque. Come fai ad essere vivo?

:-Trucchi del mestiere-disse, facendomi l’occhiolino, come ai vecchi tempi. –Perché, ti dispiace forse?

Avrei voluto dire di no, che ero contenta che fosse sopravvissuto, che stesse bene. Che mi era mancato più di qualunque altra cosa. Ma dissi solo:-Cosa vuoi da me?

:-Crono ha rivalutato la situazione, e ci servono nuove reclute-spiegò lui. –Tu saresti il candidato ideale, forte, determinata, leale e con il giusto spirito di sacrificio per la propria causa. Se ti aggiungi, il ritorno di Crono sarà concluso, sarà di nuovo integro. L’ultimo pezzo. Allora che ne dici?

:-La mia risposta non cambia, lo sai-dissi io. Avrei voluto sputargli in faccia ma mi mancava la saliva.

:-Sei sicura?-disse lui, aveva una strana luce maligna negl’occhi. –Perché Anteo al momento sta lottando contro Percy. Che lui sopravviva o meno, non è detto che io li lasci andare. Potrei farli uccidere. Farei uccidere Rachel, Tyson, Grover e…Annabeth.

Notai che sull’ultimo nome aveva esitato, così colsi l’occasione e dissi:-Non e vero. Non uccideresti mai Annabeth. Hai giurato di proteggerla, ricordi? Proprio davanti a me.

Lui si rabbuiò solo per un attimo, ma poi riprese la sua espressione fredda, sorridendo in modo indifferente. Il suo sorriso somigliava molto a quello di un rettile, un serpente pronto a mangiarsi la preda.

:-Ma non sono l’unico che ha fatto un giuramento sacro, vero?-disse lui, cambiando discorso, e io ormai avevo capito dove voleva andare a parare. –Il Sacro Giuramento è un giuramento strano, una promessa talmente sacra che non ha bisogno di essere fatta sul fiume Stige. Una promessa talmente importante che non può essere spezzata non perché un’infrazione porterebbe alla morte, ma per il semplice fatto che non si vuole spezzarla. Chi pronuncia il giuramento desidera portarlo a termine ad ogni costo. E tu, tu hai fatto quel giuramento poche ore fa, non è vero?

:-Sei un mostro!-esclamai, furiosa, con le lacrime agl’occhi. –Come puoi ricattarmi in un modo simile?

Lo so, avrei dovuto mentire. Dire che era una bugia, che non avevo mai pronunciato quelle parole. Ma lo avevo fatto, lui lo sapeva, non aveva senso. Il fatto che mi camminasse davanti come una pantera che sta per colpire mi suggerì quanto Luke fosse spietato, che io lo negassi o meno non si sarebbe mai fermato.

:-Chi è?-chiese lui. –Percy? Annabeth? Oh, ma certo! Quel ragazzino, come si chiama…Micio, Mino…

:-Nico, razza di brutto coglione!-esclamai, furiosa. Sapeva che era lui, perché girarci intorno?

Lui, finalmente, ebbe il coraggio di guardarmi negl’occhi, ma non era come volevo io. Era uno sguardo spavaldo, e divertito.

:-Coglione? Brutto coglione?-mi chiese, ridendo come uno psicopatico. –Mai mi avevi insultato prima d’ora. E questo è l’insulto migliore che riesci a trovare?

Rise di nuovo. Era una risata strana, malvagia. Sembrava un’altra persona. Era un’altra persona

:-Ehi, ragazzi, portatelo qua! Ben legato, mi raccomando-si rivolse a due guardie. Non sapevo se erano mortali mercenari o semidei.

I due sparirono e poco dopo tornarono con un ragazzino imbavagliato e legato, aveva i capelli neri, piuttosto lunghi, e sembrava più grande della sua età.

:-Eccolo qua, il nostro fortunato vincitore!-esclamò Luke con un tono derisorio. –O forse sfortunato. Mio caro, sappi che il tuo destino è in mano ad una ladra. Ad una viandante.

:-Razza di brutto bastardo, schifoso viscido orribile escremento di Cavalla di Diomede!-urlo, quando lo vedo. Sto per piangere, lo so, sentivo le lacrime che stavano per fare capolino dagl’occhi.-Lascialo stare! Lascialo immediatamente!

:-Come ho appena detto, Alex, il destino di questo ragazzino è in mano ad una viandante. A te-disse Luke, camminando con le mani giunte come un uomo d’affari. –Ecco l’accordo che ti propongo, Alex, semplice e facile.

Tu ti unisci a noi, e io risparmio la vita di questo tuo amico. Ci stai?

:-No, mai, mai mi unirò a te e a Crono, Luke!-esclamai, sicura, ignorando Nico che scuoteva la testa, e cercando di lottare per liberarmi delle guardie che ancora mi tenevano prigioniera, quasi non mi resi conto delle lacrime che avevano cominciato a scorrere.-Mai!

:-Sei sicura?-mi chiese lui, per poi rivolgersi al tizio che teneva Nico, facendogli un cenno con la testa. –Uccidilo.

Quello prese la spada. Di solito non bado al metallo di una spada quando si tratta di mezzosangue, perché possono essere uccisi da qualunque metallo. Ma quella era come Vipera, sia di bronzo celeste che di ferro. L’arma più vile mai creata.

Stava per tagliargli la gola, ma non potevo permetterlo. Io non volevo che morisse. Che soffrisse ancora. Dovevo proteggerlo.

:-No!-urlai, e lui mi stava ignorando stava per sgozzarlo. –Aspetta…

:-Fermo-ordinò freddamente Luke. –Sentiamo cosa deve dirci la signorina.
:-Io…-cercai di dire, ma le lacrime erano talmente tante da darmi fastidio e i singhiozzi mi bloccavano la gola. –Io…farò tutto ciò che vuoi, lo giuro. Mi unirò…mi unirò alle schiere di Crono. Ma ti prego, lascialo andare.

Lui sorrise, come un pitone che si  era appena pappato un bel procione:-Perfetto. Tu, slega il ragazzo.

La guardia slegò le corde e il bavaglio. Nico si sfregò i polsi segnati dal segno delle corde.

:-Non avresti dovuto, Alex-disse lui. –Non dovevi. Ritira tutto, per me non è un problema morire.

:-No-dissi. –Va. E di a Percy e gli altri che…era l’unica cosa che potevo fare. Digli che ho dovuto piegarmi alla forza di Crono. Di loro che…che saranno sempre nel mio cuore. Ma ora ho altri doveri.

:-Portatelo giù, con gli altri-ordinò Luke.

:-Cosa, ma avevi promesso che l’avresti lasciato salvo-dissi. Non potevo aver sacrificato tutto ciò in cui credevo per nulla, giusto?

:-Infatti-disse Luke. –Cerco di mantenere sempre le mie promesse. Cercheremo di arruolarli, e se non vorranno saremo costretti a ... ad ucciderli. Ma farò in modo che Nico rimanga in vita. È già qualcosa, non credi?

:-Ti ho dato quello che vuoi-dissi, piangendo. –Ora lascia…ora lascialo andare.

Lui annuì, e le due guardie portarono via Nico, che cercava in tutti i modi di liberarsi. Continuai a singhiozzare, terrorizzata. Non avrei mai più potuto guardare in faccia i miei amici.

:-Liberatela-ordinò mio fratello ai tizi che mi tenevano stretta per impedirmi di fuggire, e loro subito ubbidirono. E io feci l’unica cosa che mai avrei dovuto fare: finii tra le braccia di mio fratello, di nuovo. Stavo piangendo, e corsi verso di lui, che subito ricambiò l’abbraccio.
:-Tranquilla-disse lui, stringendomi a se. –Ora andrà tutto a bene. Ci sono io, adesso.

Poi si separò da me, ma, accidenti a me, fui felice in quel momento. Quando mi aveva abbracciata mi ero sentita come ai vecchi tempi. Era di nuovo mio fratello, nient’altro.

:-Andrà tutto bene. Hai fatto la cosa giusta. Quando avremo completato questa missione, andremo dal nostro nuovo padrone, e tu potrai fare il tuo giuramento. E lui guarirà.

Annui, sorridendo. Non perché fossi d’accordo, ma perché non mi avrebbe costretto a pronunciare subito il giuramento, avevo del tempo. Avrei potuto fuggire, ma non lo feci. Avrei potuto mettergli i bastoni tra le ruote. Sperai solo che Percy capisse cosa intendevo dire, che recepisse il messaggio.

:-Tranquilla, Alex. Hai fatto la cosa più giusta. Non sei felice?-mi chiese lui. –Sono così contento che tu abbia capito quanto gli dei siano malvagi. E noi ricostruiremo il mondo, insieme.

Annuii di nuovo:-Si, Luke. Insieme.

E capii che era veramente pazzo quando non vide il mio sorriso di scherno”.

 

Annaspo, alla ricerca d’aria. Mi sta andando via il respiro. Questa…cosa, mi sta uccidendo. Non riesco a respirare, mi stringe il cervello, mi stritola il cuore, la gabbia toracica sembra troppo stretta, per i miei polmoni.

Sento una voce, dice che andrà tutto bene. So di chi è: Josh. Lui è salvo. Va tutto bene.

Mi viene in mente il suo sorriso. Il suo è il più bel sorriso del pianeta, forse dell’universo. E poi mi viene da pensare a Luke. Mi manca. Avrà fatto tante cose brutte in vita, ma ne ha fatte anche molte belle. Molte belle azioni. Ha salvato il mondo. Mi ha salvato dalla strada. Mi ha protetta, è stato un buon fratello maggiore, dopotutto.

Sento che il dolore si allieva sempre di più. I miei polmoni si liberano, circola l’aria. Il mio cuore pulsa senza darmi delle fitte di dolore atroce. Il cerchio alla testa se ne va, tutta la sofferenza, come è venuta, va via. Mi lascia libera, sola.

Ansimo, stanca, e cado sdraiata sul pavimento. Le urla sono cessate, forse ero io ad urlare. Mi sento come se fossi stata calpestata da ottocento elefanti in corsa. Ma non sono sola. C’è qualcuno, seduto vicino a me. Josh, è lui, lo riconosco dal suo sorriso raggiante. Mi stringe la mano, anche il suo volto è rigato dalle lacrime.

:-Tranquilla, stai bene, ora-dice lui. –Andrà tutto bene, te lo prometto.
Sorrido, stringendo di più la sua mano e cercando di respirare ancora, di rimanere in vita. 


Note dell'autore: salve, salve. Visto che brava? Ci ho messo un giorno a scrivere sei pagine, sei intense pagine, miei cari lettori. Considerando che in tutto questo ho fatto due versioni di latino da terzo liceo (considerate che vado al quinto ginnasio, sto per iniziare il primo liceo, e faccio versioni che dovrei fare tra due anni) sono stata a vedere Maleficent al cinema con la mia migliore amica, di cui non metterò il nome, perché sennò a detto che mi picchia. E se la mia parabathai mi picchia per me è come se mi frustasse, quindi meglio di no.
Comunque, ditemi, vi è piaciuto il capitolo? Per farmelo sapere vi basta scrivermi o fare una bella recensione. Ringrazio enormemente daria13g e Grety01 per le loro recensioni. 
Comunque, tornando al capitolo, sembra che Alex non si renda veramente conto di cosa sia realmente successo. Non vi spoilero niente, irispaper29, trattieni la tua brutta linguaccia chiacchierona.
Bene, prima di andare volevo invitarvi a fare un salto su fanfiction.net, dove ho pubblicato una fanficiton ancora indedita in italiano, la mia prima in inglese. Così mi dite quanto fa schifo. Si chiama An impossible love, è sulla pernico (percy + nico) una mia malata fantasia. Il mio nickname è uguale a questo.
Un bacio!!! :)

   
 
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