Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: IceJuls    20/06/2014    5 recensioni
"Era in grado di fare ciò nonostante fosse il mezzo tra la luce necessaria alla sua sopravvivenza e le tenebre, l’abisso che cercava di trarlo a sè per rubargli l’esistenza. "
Una guerra era pronta a nascere, a mostrarsi.
Il sangue che si sarebbe intravisto non era solo quello di vittime innocenti.
Colpi di scena caratterizzavano la sua vita, Julia non sapeva ancora ciò che l'aspettava.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1. Aria nuova.

19/06/2014

Caro diario,

questa mattina il sole splende alto nel cielo e io sono qui, che guardo fuori dalla finestra, e mi domanda quale sensazione provino i bambini della vicina a correre nel prato e giocare spensieratamente. Non vivo più quella sensazione ormai da anni, non ricordo nemmeno cosa si provi. Guardo i loro sorrisi e l'idea è puramente sprezzata nella mia mente.
Ti ho mai raccontato una delle giornate che trascorsi prima “dell'incidente”?
Eravamo lì, stese sull'erba. Chloe, mia sorella, ed io ci sfidavamo fissando il sole: chi avesse distolto lo sguardo o avesse starnutito prima dell'altra avrebbe perso. Era una stupida scommessa tra giovani fanciulle, una di quelle scommesse che i bambini avrebbero fatto in continuazione, nonostante avessero una conseguenza.
Socchiusi gli occhi per qualche istante, non sopportavo più quella luce e avrei presto iniziato a lacrimare per il bruciore. Girai il volto verso Chloe, già pronta a rivolgermi una parola sarcastica riguardante il mio poco impegno, e, dopo essermi avvicinata, presi a farle il solletico. La sua risata padroneggiò il silenzio che ci circondava, legandosi alla mia.
Chloe, Chloe amava ridere. Era la ragazza che avrebbe sorriso anche per una banalità affinchè ti sentissi meglio, al sicuro. Lei era fatta così: non pensava molto a sé stessa ma bensì a tutte le persone che la circondavano.
Torniamo nuovamente a quell'1 Settembre 2002. I canditi capelli di mia sorella iniziavano ad impiastricciarsi contro l'erba e la terra sotto di noi. Mi alzai di fretta ed iniziai a correre, mentre lei riprendeva fiato. Si riprese in fretta e non perse tempo prima di seguirmi.
Da quel giorno non ebbi più il sorriso. Questo venne celato da un'impalpabile tristezza. Una malattia me la portò via, la strappò tremendamente da un mio abbraccio.
È strano che riesca a parlane con te.. Solitamente non lo faccio con nessuno ma qui mi sento al sicuro.
Oggi, oggi credo che proverò ad uscire fuori dalle mie “righe”, voglio provare a tornare ad essere ciò che ero. Il sole mi chiama.

Richiuse in fretta quel diario e, guardando la liscia copertina, sospirò. Prese una sigaretta e l'accese: l'idea di tornar fuori, di sentire nuovamente il sole ed il vento sulla sua pelle la spaventava. Viveva chiusa da anni ormai in quanto non amava intravedere o scontrarsi con persone. Era chiusa in sé stessa e nell'idea di solitudine che la pervadeva.
Scosse il capo per distrarsi da quei pensieri ed uscii velocemente. Non c'era tempo per riflettere, doveva uscire e basta o si sarebbe pentita di averlo fatto.
Si guardò attorno ammirando le immense colline verdi. Respirò lentamente affinché l’aria fresca della natura potesse riempire nuovamente i suoi polmoni mentre il rumore leggere del ruscello limpido, quasi cristallino, poco distante da lei suscita un senso di libertà incolmabile. Il vento era fresco, troppo fresco per quell’ora pomeridiana.
Spostò lo sguardo verso l’alto, guardando il cielo blu e i grandi stormi di uccelli dalle piume scure che interrompevano la vista creando meravigliose coreografie e lasciando tutti incantati nell’osservarli.
Il paesaggio che regnava in quel parco era paradisiaco insieme ai colori delicati che lo facevano sembrare il ritratto dell’anima di un pittore professionista intento a catturare tutta la sensibilità che quella possedeva.
Una nobile quercia secolare stanziava isolata dal resto del parco. Si avvicinò ad essa con un sorriso stampato in volto. Era un esempio, solo un esempio di ciò che l’uomo era in grado di fare se il suo animo fosse sempre stato puro. Irradia la felicità e l’amore dell’esistenza stessa, lasciando che chi ha l’onore di stargli vicino possa racchiudere un pezzo di quel senso di rigenerazione. Era in grado di fare ciò nonostante fosse il mezzo tra la luce necessaria alla sua sopravvivenza e le tenebre, l’abisso che cercava di trarlo a sè per rubargli l’esistenza.
Si sedette sul prato, appoggiando la schiena al tronco del maestoso e antico albero. Accostò lo zaino e prese una delle tragedie di Shakespeare: Amleto nel quale le forze del bene e del male continuano imperterrite la loro guerra, coinvolgendo in un vortice senza fine l’animo umano.
Un brontolio cupo cercò di distrarla dalla lettura, sollevò gli occhi e ammirò la luce mentre inizia a spegnersi. Richiuse velocemente il libro e lo posò con cura all’interno dello zaino, si alzò e si sporse per ammirare il cielo. Il blu di quest’ultimo ora veniva assediato dalle sfumature del grigio che cercavano di possederlo insieme ai bagliori che correvano velocemente su esse. Il leggero ticchettio della pioggia scendeva ed iniziava a presentarsi facendo si che la terra emettesse un profumo sublime all’olfatto.
Scosse rapidamente la testa cercando di tornare al presente, doveva spostarsi da quell’albero prima che questo attraesse qualche fulmine. Sollevò lo zaino e infilò le braccia negli appositi spazi, corse, corse più velocemente possibile cercando un qualche riparo.
Iniziò a sentire i muscoli ed i nervi sciogliersi provocandole un’intesa sensazione di tranquillità.
L’umido entrò all’interno delle sue scarpe estive permettendo ai suoi piedi di navigare all’interno della calzatura come una barca solcava i mari senza paura.
Il tempo si gelò ai suoi occhi così come il suo essere, un freddo interno, un freddo che blocca l’anima lasciandola celata al proprietario. Tutto tace, il dolce rumore del suo fragile respiro cerca senza possibilità di occupare quel vuoto, si intromette il batter rilassato del delicato cuore che le appartiene. Non è questo che però la risveglia: un dolore, un tremendo e acuto dolore alla spalla risveglia il suo essere mentre un tonfo riempiva il suo udito. Avevo sbattuto contro qualcosa o qualcuno e questo le aveva permesso di rimanere in piedi. Alzò lo sguardo mentre sentiva il calore ricoprire le guance.

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: IceJuls